Era un libello non molto grande, con un centinaio di pagine.
Non aveva titolo e recava solo il nome dell'autore, un pseudonimo che lo definiva L'Illuministico.
Era scritto in un'ottima prosa, scorrevole, forbita, avvolgente ed ipnotica, quasi fosse una lezione universitaria.
L'argomento trattato si riferiva alla contesa delle opere d'arte dopo l'abrogazione delle leggi che avevano confiscato tali tesori agli Edifici Sacri, in cui erano conservati da sempre.
Il libello invece rivendicava l'appartenenza di tali opere al popolo laico e non al Clero.
Questo lesse Gaynor.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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