Guisgard sorrise e prese la mano di Vivian nella sua.
Salirono in carrozza e raggiunsero il Lungolagno, dove sorgevano i locali più eleganti della città.
Scesero ed entrarono nell'esclusivo Ariman, un ristorante di prim'ordine.
E appena dentro, riconoscendo Guisgard, i camerieri condussero lui e la bella segretaria su una terrazzina, dove era pronto un tavolo riservato con due candele ad illuminare la bassa e sognante penombra che avvolgeva quella leggetta ed alcune rose color Borgogna al centro.
I due presero posto e attorno a loro si poteva ammirare un meraviglioso scorcio della città, ormai già illuminata per l'imbrunire.
“La rosa color Borgogna” disse lui prendendo una delle rose al centro della tavola “nel linguaggio dei fiori simboleggia la bellezza... e stasera nessuna più di voi può fregiarsi di tale titolo e privilegio...” adagiandola fra i biondi capelli di Vivian.
Arrivò il cameriere e riempì i loro calici con del pregiato champagne.
“A stasera...” brindò Guisgard.