Era un gioco sempre più audace, nel suo essere innocente, che durò a lungo.
Però poi il professore evidentemente si accorse di Guisgard e lo presentò ai presenti.
Credevo che avrebbe lasciato immediatamente la mia mano, invece la posò sulla mia gamba, e attraverso il leggero tessuto del mio abito riuscii a percepire il calore della sua mano sulla mia pelle.
Poi si alzò e salutò i presenti, così alzai gli occhi su di lui.
Mi chiedevo che cosa avrebbe detto, ma sicuramente non sarebbe stato un problema, pensai, ricordando la perfetta dialettica che aveva avuto alla conferenza.
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