Tutto procedeva bene, gli invitati ridevano tra loro, osservavano, parlavano, tutto sembrava filare liscio.
Io mi guardavo intorno, sorvegliando ogni cosa, dando di tanto in tanto informazioni a chi si fermava a parlarmi per qualche istante.
Poi lo vidi.
Chi diavolo l'aveva invitato?
Sentii delle strane sensazioni assalirmi, ricordavo quanto mi avesse fatto male l'indifferenza di Guisgard, poi la sua rabbia, che forse avevo preferito, e poi tutto era tornato alla normalità.
Ora non gli avrei permesso di rovinare di nuovo tutto.
Mi dispiaceva per quel ragazzo, perché non doveva essere facile per lui, e se non demordeva era perché teneva a me.
Ma non teneva a me, teneva a Clio.
E io non ero più lei, ormai.
Non avrei permesso alla mia vecchia vita di intromettersi in quella nuova.
Indietreggiai di qualche passo, restando più nascosta, anche se forse era troppo sperare che no mi notasse, dato che avevo tenuto io il discorso.
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