Mi avvicinai lentamente alla sua sedia.
"Sì, in effetti è strano.." pensierosa "Ma quell'ispettore non è che sia esattamente un genio quindi sai.." alzando le spalle "Non si può mai sapere..".
Lo raggiunsi, appoggiandomi alla scrivania, senza però sedermici completamente, ma tenendomi con entrambe le mani.
Eravamo così vicini che la leggera stoffa del mio abito sfiorava la sua gamba.
"Davvero?" dissi poi, con voce calda e un sorriso divertito "Che genere di appuntamento allora?" con lo stesso tono e gli occhi sempre più intensi nei suoi.
La penombra della sera, lo studio, io e lui da soli, quella strana atmosfera: la mia mente prendeva sentieri tortuosi, pericolosi, forse persino proibiti.
Ma erano i sentieri dipinti nell'azzurro dei suoi occhi che non riuscivo a smettere di rimirare.
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