Annuì all'uomo e mi avviai nella mia camera. Giunta lì, aprì l'armadio marrone, dal quale estrassi un abito nero poco elegante. Avevo smesso di indossare i consueti abiti giapponesi per poter sembrare più legata a questa etnia diversa. I primi tempi furono difficili, ma poi mi ci abituai. Me lo misi e sistemai i capelli. Non ero bellissima, me ne resi conto solo in quel momento. Con tutto il da fare che avevo avuto, guardarmi e giudicarmi era l'ultimo dei miei pensieri. Evita ulteriori confronti col mio riflesso e preparai un libretto dove appuntavo schizzi e pensieri vari. Una sorta di diario segreto. Ero pronta, mancava solo l'accompagnatore.
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What I've done, I'll face myself, to cross out what I've become, erase myself, and let go of what I've done.
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