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Vecchio 06-08-2016, 02.25.23   #3152
Clio
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Clio sarà presto famosoClio sarà presto famoso
Mi rivestii, guardandomi allo specchio, come se una luce diversa mi illuminasse.
Sorridevo a quel riflesso, canticchiando un motivetto che non ricordavo.
Un motivetto che sembrava uscito fuori dall'angolo più buio della memoria.
E forse era così.

Il chiasso della battaglia era tutto intorno a noi, sentivo uomini urlare, carri cigolare, cavalli nitrire.
Una cacofonia rassicurante, in cui riuscivo quasi a distinguere una musica, e infatti fu per quello che iniziai a canticchiare.
Camminavo a passo svelto, guardandomi attorno, come controllassi che fosse tutto a posto.
E lo era, vedevo uomini intenti a sistemare armi e canoni.
Il mio incedere era pesante e cadenzato, i pantaloni stretti, il corpetto nero, e le armi, molte armi.
Damasgrada al mio fianco, due pistole nella cintura, due lunghi pugnali sulla schiena, due negli stivali, e un paio nel bracciale.
Il Lupo nero svettava sul mio mantello che svolazzava nella cupa aria cittadina.
Raggiunsi il punto più alto, dove c'erano i soldati migliori, i miei fedelissimi: i famigerati Montanari.
Ci scambiammo uno sguardo d'intesa, mentre guardavamo davanti a noi, quello che tra poco sarebbe diventato il campo di battaglia.
Non c'era empatia o pietà negli occhi di quegli uomini, solo cieco furore guerriero e lucido amore per la battaglia.
Continuavo a canticchiare piano, fino a che anche gli altri se ne accorsero, per poi accordarsi in quel motivetto che accompagnava spesso le nostre serata.
Allora sorrisi, un sorriso freddo e crudele, eppure divertito.
"Montanari.." iniziai a cantare, sfoderando la spada.
"Montanari.." risposero in coro, sguainando le spade a loro volta.
"Metteremo a ferro e fuoco tutta la città.." cantammo divertiti..
"Chi si salverà?" conclusi io, per poi ridere, e prendere una fiaschetta da Elas.
Annuii, ne presi un sorso e lo ripassai al ragazzo.
"State pronti.." guardando di nuovo davanti a me "Tra poco attaccheremo..".


Sbattei le palpebre un paio di volte, guardando di nuovo quell'immagine.
Mi era parso di vedere tutto da fuori, come se fossi una spettatrice di quella scena.
Dunque quella era Clio?
Una macchina da guerra senza cuore? Che amore poteva mai dare?
Sorrisi, nel guardarmi allo specchio.
No, Vivian era diversa.
Ed io ero felice di essere lei, di aver seppellito Clio infondo al mare.
Sospirai.
Avevo un sacco di cose da fare, se le cose fossero precipitate.
Così uscii dalla stanza, chiedendo a un domestico dove potessi trovare Ernot.
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