“Presto...” disse Ken guidando il gruppo attraverso la vegetazione tropicale “... devono pur aver lasciato delle tracce...” impugnando una pistola.
“Non temete signor Ken...” fece il capitano della Seagull “... chiunque sia stato a rapire miss Gaynor lo troveremo...”
“Mi gioco la camicia” Ken “che sono stati quei dannati indigeni... solo loro potevano... avremmo dovuto ucciderli...”
“E' per il suo essere bionda...” mormorò Nasan “... per loro è merce rara, anzi unica...”
“Dobbiamo far presto!” In lacrime Zora.
“La troveremo.” Deciso Ken. “Su, proseguiamo...”
Intanto, in un'altra parte dell'isola, Gaynor era sa sola, oltre le invalicabili palizzate, abbandonate ad un Destino tanto assurdo, quanto misterioso.
E fu in quel momento che si accorse di una quantità spropositata di teschi umani, disposti in modo regolare, come i doni di un sacrilego santuario pagano.