Gli sorrisi, un sorriso timido e un po' spaventato.
Era strano, strana l'idea di lasciare la mia casa, di lasciarla per sempre.
Certo il Cuore sarebbe venuto con me, e anche Abelardo, che chiamai a gran voce mentre scendevamo.
Eppure c'era qualcosa di intenso in quel momento.
Quel momento in cui la vita iniziava davvero, in cui il mondo mi appariva per la prima volta in tutto il suo splendore.
Chissà se avrei visto le montagne, o il mare, o i ghiacci di cui parlavano i miei libri, chissà se avrei scoperto come si cavalca, o come si guida un carro.
O ancora chissà quanta gente avrei incontrato, quante avventure erano lì ad aspettarmi.
Ma infondo sapevo di essere fortunata, perché la cosa più importante, la cosa più preziosa di tutte, l'avevo lì, al mio fianco.
Allora il mondo non faceva paura, perché sapevo che se eravamo insieme, nulla poteva fermarci.
Eravamo i padroni del Cuore di Giada, dopotutto.
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