Cittadino di Camelot
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AMATISSIMA SORELLA DEL RE: ANNA DI CLAVES.
Anna era nata il 22 settembre 1515 a Düsseldorf secondogenita di Giovanni III, duca di Jülich-Kleve-Berg e della principessa Maria di Jülich-Berg.
Dopo due anni di lutto per la morte prematura della terza moglie, Enrico VIII decise di risposarsi. Mandò in giro per l'Europa i suoi ambasciatori in cerca di una moglie che avrebbe scelto secondo il suo ritratto. Fu così che la sua corte cercò pace con la Germania e trovò opportuno che Enrico VIII sposasse Anna di Clèves.
Il ducato di Cleves, il cui nome si conserva oggi nella città di Kleve, nella Vestfalia settentrionale, a pochi chilometri dalla frontiera olandese, era costituito da un labirinto di elettorati e vescovati a prima vista lontani dal grande scenario dominato dalle grandi potenze europee: solo nel 1512 il duca Giovanni III, tramite il matrimonio con Maria di Jülich-Berg, era riuscito a riunire sotto un'unica signoria tutti i territori, con capitale a Düsseldorf. La coppia aveva avuto quattro figli: Sibilla nata nel 1512, Anna, Guglielmo nato nel luglio dell'anno successivo ed infine Amelia nel 1517.
All'età di 11 anni, Anna fu fidanzata a Francesco di Lorena, figlio ed erede del Duca di Lorena, di due anni più giovane, ma nel 1535 tale fidanzamento, considerato come ufficioso, fu cancellato.
Quanto ai costumi religiosi: Giovanni III, influenzato da Erasmo da Rotterdam, era un protestante moderato, fautore della Lega di Smalcalda e oppositore dell'imperatore Carlo V; i suoi figli, tra cui Anna, erano luterani mentre la madre, la duchessa Maria, era una fervente cattolica.
Nel 1538, Giovanni III morì e a lui successe il figlio Guglielmo il quale si trovava in dissidio con l'imperatore Carlo V d'Asburgo, apparendo quindi un alleato ideale dell'Inghilterra di Enrico VIII e del suo cancelliere, Thomas Cromwell.
Nella corte di Clèves non vigevano le innovative idee rinascimentali sull'educazione delle donne: Anna non conosceva né il francese, né il latino, né l'inglese, non sapeva né cantare né suonare e mancava completamente della raffinata educazione che aveva contraddistinto Caterina d'Aragona ed Anna Bolena.
La giovane sapeva leggere e scrivere, anche se solo nella propria lingua, il cosiddetto dutch, il dialetto germanico parlato nei Paesi Bassi ed aveva un considerevole talento per il cucito ed il ricamo oltre ad essere appassionata di giochi d'azzardo e di carte.
Per quanto riguarda il suo aspetto, l'ambasciatore francese, Charles de Marillac, la descrisse "alta e sottile, di media bellezza", "di carattere modestissimo e gentile", soffermandosi a lodarne la "fermezza di proposito" e l'aspetto "dignitoso".
Il ritratto dipinto da Hans Holbein il giovane e dai contemporanei reputato molto rassomigliante al vero, mostra una fanciulla di bell'aspetto, anche se esami radiografici effettuati nel XX secolo rivelarono che il naso, in origine, era più importante di quanto non appaia; pare inoltre che Anna non avesse una carnagione perfetta, probabilmente per le cicatrici del vaiolo, all'epoca assai comuni.
Il primo incontro con il re, il 1º gennaio 1540 si rivelò deludente: quando Enrico, sotto mentite spoglie, entrò nella stanza dove era alloggiata Anna, a Rochester, nel palazzo del vescovo, lei forse neppure lo riconobbe, mentre il sovrano dichiarò pubblicamente che l'aspetto della sposa lo disgustava.
Le nozze, officiate dall'arcivescovo Cranmer, ebbero luogo il 6 gennaio presso il Palazzo di Placentia a Greenwich, non appena ella si convertì alla chiesa anglicana.
Nonostante l'elegante abito ed i capelli sciolti, Anna continuava a non attrarre il difficile sovrano e così nei giorni successivi il matrimonio non venne mai consumato. In diverse occasioni, Enrico si lamentò con i propri consiglieri in merito all'aspetto della consorte, descrivendone "i seni cascanti" ed il "ventre flaccido", particolari che a suo giudizio lo facevano dubitare della verginità della sposa e che ciò lo disgustava a tal punto da non riuscire a indurlo consumare il matrimonio.
Dopo pochi mesi di matrimonio, Enrico aveva già allacciato una relazione con la damigella d'onore Caterina Howard, nipote del potentissimo duca di Norfolk ed era fermamente deciso ad annullare il matrimonio, rivelatosi politicamente svantaggioso.
Il pretesto ufficiale fu un precedente contratto di fidanzamento stipulato tra Anna ed il duca Francesco I di Lorena.
Il Consiglio del Re decretò che tale contratto, fosse da ritenere un accordo "per verba de presenti" ovvero avente l'efficacia vincolante di un vero e proprio matrimonio, con l'ovvia conseguenza che, a quel punto, le nozze tra il sovrano inglese e la giovane Anna dovevano ritenersi nulle.
Il 24 giugno, Anna, che era stata trasferita nel castello di Richmond a partire dall'inizio dell'inchiesta con la scusa del pericolo di un'epidemia di sudore anglico, fu informata dell'annullamento ed acconsentì di buon grado all'annullamento e quindi al divorzio, che fu ufficializzato il 13 luglio.
In seguito all'annullamento, ad Anna fu attribuito il titolo di "Amatissima Sorella del Re", con diritto di precedenza su ogni altra dama d'Inghilterra, eccetto le figlie e la consorte del re, oltre alle proprietà di Richmond Palace e del Castello di Hever, già appartenuti alla famiglia di Anna Bolena oltre una rendita di 4.000 sterline annue.
A riprova della propria obbedienza, Anna ebbe cura di scrivere al sovrano, ammettendo che "il caso è stato molto complicato e doloroso per me, dato il grande affetto che porto alla Vostra nobilissima persona'" ma che "avendo fede in Dio e nelle Sue verità" ella accettava la decisione assunta in ordine alla nullità del matrimonio "interamente e del tutto rimettendomi, per quanto riguarda il mio stato e la mia condizione, alla bontà ed al volere di vostra altezza" chiedendo solo di poter talvolta "godere del piacere della Vostra nobile presenza, cosa che io reputerei un grande dono" e ringraziandolo della risoluzione di "prendermi come vostra sorella, cosa della quale con tutta umiltà vi ringrazio" esprimendo la propria gratitudine per il generoso trattamento ricevuto, firmandosi "umilissima serva e sorella della Maestà Vostra, Anna figlia di Clèves ".
Alla lettera, Anna accluse l'anello nuziale donatole solo pochi mesi prima, su cui era inciso il motto "God send me Well to keep", ovvero "Dio serbami nella buona sorte", pregando il sovrano di spezzarlo, come un oggetto di nessun valore.
Una missiva di analogo tenore fu inviata al fratello, duca di Clèves, per rassicurarlo delle intenzioni amichevoli di Enrico nei suoi confronti: "Anche se non posso legittimamente averlo come marito, ho trovato un lui un padre e fratello che mi usa tanta benevolenza quanto Voi ed i nostri amici potremmo desiderare" ed annunciando la propria volontà di rimanere in Inghilterra "a Dio piacendo".
La permanenza di Anna in Inghilterra fu posta dal sovrano e da Thomas Cromwell quale condizione per ottenere la generosa rendita ed i titoli nobiliari promessi, soprattutto allo scopo di evitare nuovi scandali diplomatici causati dalle vicissitudini matrimoniali di Enrico VIII, ma fu reputata conveniente dalla stessa Anna, che dichiarò ripetutamente che un eventuale ritorno a Clèves sarebbe stato umiliante e avrebbe potuto esporla anche al pericolo di ritorsioni.
Dopo il divorzio, il rapporto fra i due rimase curiosamente molto cordiale, come attestato da numerosi doni - inviati da Anna all'ormai ex marito, tra cui un libro di preghiere con l'affettuosa dedica "Supplico la Maestà Vostra di ricordarsi di me quando avrà questo sotto gli occhi. Anna, figlia di Clèves".
In qualità di membro onorario della famiglia reale, Anna fece regolarmente visita a corte, dove fu sempre accolta con riguardo.
Durante le celebrazioni per il Natale 1540, la giovane trascorse quasi tutte le serate danzando fino a tardi con la sua ex dama di compagnia ed attuale regina Caterina Howard, appena diciottenne, mentre il re si ritirava a dormire; strinse un'intensa amicizia con entrambe le figlie dell'ormai ex consorte, Maria ed Elisabetta.
Dopo la morte di Catherine Howard, lei ed il fratello Guglielmo offrirono nuovamente un matrimonio ma il re rifiutò. È noto che Anna non ebbe un rapporto cordiale con Catherine Parr, la sesta ed ultima moglie del re; pare che, in occasione del sesto matrimonio del sovrano avesse osservato pubblicamente che Catherine Parr "non era minimamente attraente quanto lei" e che comunque "madama Parr stava prendendo un bel peso", con riferimento alla salute sempre più malferma di Enrico ed alla sua patologica obesità.
Nello stesso periodo, fu ventilato un matrimonio tra Anna e Thomas Seymour, fratello della defunta regina Jane Seymour e futuro sposo di Catherine Parr, sesta ed ultima consorte di Enrico, ma senza che seguissero vere e proprie trattative in tal senso.
Il 4 agosto del 1553, Anna scrisse alla figliastra Maria, ormai divenuta regina, congratulandosi con lei per le nozze con Filippo II di Spagna; in seguito, insieme ad Elisabetta, accompagnò la regina nel suo trasferimento dal St James Palace a Whitehall ed infine fu tra gli ospiti all'incoronazione ufficiale di Maria I a Westminster.
Dopo un breve ritorno a corte, Anna perse il favore di Maria dal momento che l'ex regina non aveva cessato i propri frequenti contatti con la principessa Elisabetta, sospettata di simpatie protestanti; sebbene, quindi, non fosse stata ufficialmente allontanata da corte, Anna preferì ritornare alla vita tranquilla e riservata che conduceva nei propri palazzi[22]. Al di là di brevi attacchi di nostalgia per il proprio paese nativo, Anna apparve a tutti soddisfatta della propria sistemazione e della libertà che le consentiva e fu descritta da Raphael Holinshed come una donna di rilevanti qualità, cortese, gentile, eccellente amministratrice della propria casa e affabile con la servitù.
All'inizio del 1557, la salute di Anna cominciò a declinare e la regina Maria le concesse di trasferirsi al Chelsea Old Manor, la dimora ove Caterina Parr aveva trascorso i suoi ultimi anni. Qui, alla metà di giugno, Anna dettò le sue ultime volontà menzionando il fratello, la sorella, la cognata e la principessa Elisabetta ed altre nobildonne di corte; infine, lasciò molto denaro alla servitù e supplicò la regina Maria affinché i suoi servitori fossero riassunti a corte.
Anna di Clèves morì il 16 luglio 1557, probabilmente per un cancro alle ovaie; aveva ormai quarantadue anni, un'età che la maggior parte delle donne sue contemporanee non arrivava a raggiungere. Venne seppellita all'abbazia di Westminster a Londra nei pressi dell'altare principale della chiesa; la sua tomba in marmo nero reca l'epigrafe: "Anne of Cleves Queen of England".
tratto da: wikipedia
Taliesin, il Bardo
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"Io mi dico è stato meglio lasciarci, che non esserci mai incontrati." (Giugno '73 - Faber)
Ultima modifica di Taliesin : 23-09-2016 alle ore 11.45.33.
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