Gillen si avvicinò ancor più alle labbra di Gwen e la baciò.
Come il profumo di un fiore di campo, il sapore dei suoi petali striati e la frescura della brina che lo tinge di umidità, così lui gustò quella bocca vermiglia, facendola sua con l'ardore della sua passione e l'impeto del suo desiderio.
E giocò.
Giocò con le labbra di lei, con la sua lingua, il suo respiro ed il suo sapore.
La baciò con ardore e trasporto, travolgendo i sensi della bella fata, facendola vibrare fino a perdersi nelle languide carezze con cui le mani del giovane, le sue dita esperte, disegnavano sensuali immagini sulla calda e liscia pelle di lei.
E quel bacio fu così avvolgente, così penetrante, che Gwen sentì le sue ali, fino ad allora nascoste magicamente nel vestito, liberarsi e battere forti, veloci e liberando nella stanza bagliori di polvere fatata che fluttuava ovunque intorno a loro.