Scena IV: Uomini e macchine senza Dio
“Certi fenomeni non bastano a far comprendere se sono opera di Dio o di Satana, a far capire se chi li compie è un carismatico o un mago.”
(Don Gabriele Amorth, Nuovi racconti di un esorcista)
“Su, salite a bordo...” disse Holb ai due ragazzi “... i giovani oggi sono così poco istintivi?” Ridendo.
“Come fate a sapere che non fileremo via appena usciti da qui?” Fissandolo Elv.
“L'auto è collegata alle nostre centraline da un antifurto satellitare.” Spiegò candidamente Holb. “Su, forza. Un bel giretto. Io vi aspetterò qui.”
Elv guardò Gwen accanto a lui, poi l'auto ed infine di nuovo la ragazza.
“Si!” Esclamò.
Così con Gwen salirono sulla macchina e partirono.
In un attimo l'auto uscì da quel parcheggio, ritrovandosi a sfrecciare per le strade di Capomazda City.
“Un po' di musica?” Divertito Elv a Gwen.
Ed accese lo stereo.
“Benvenuti, piccini...” la voce della speaker alla radio “... che voi siate euforici o malinconici, soli o in compagnia, buoni o cattivi, bianchi o neri ecco per tutti voi una canzone da ascoltare...”