Discussione: Il Falco della strada
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Vecchio 15-11-2016, 01.07.57   #1300
Clio
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Clio sarà presto famosoClio sarà presto famoso
Una volta chiusa la porta dietro di me, già iniziai a rilassarmi leggermente.
Guardai l'orologio, così da tenere a mente l'orario in cui sarei dovuta tornare dagli altri.
Quante cose erano successe, e quante strane emozioni si erano susseguite nel mio animo.
Un po' di tempo solo per me non poteva che farmi bene.
Così accesi lo stereo, e sprofondai nella poltrona accanto alla finestra.
Presi il mio libro preferito, e lo rigirai tra le mani, prima di chiudere gli occhi e aprirlo a caso, come amavo fare, lasciando che quelle parole così speciali mi trasportassero lontano, in un mondo così vero da sembrare reale.

Ero arrabbiata, e triste, mi odiavo per tutto quello.
Però lo amavo, terribilmente.
Anche se lui non aveva mai detto di amarmi, anche se mi aveva sempre e solo trattata come un'amante da tenere rinchiusa in quella casetta, lontana dal suo mondo, dalle dame di corte che gli giravano in torno.
Eppure ero lì, ad aspettarlo, ogni giorno.
Io, io che avevo solcato gli oceani con la mia Hydra, che mi ero guadagnata il rispetto dei peggiori bucanieri delle Flegee, io che avevo beffato la marina ducale più di una volta, io che ero un guerriero, un pirata, un fuorilegge.
Ora non ero più niente, solo una donna che stava lì ad aspettare che il suo amante si degnasse di farle visita, e non un uomo qualunque, l'Arciduca in persona.
Che amaro destino mi era capitato.
Perché non scappavo?
Perché non me ne tornavo a Miral, alle mie montagne?
Ma sapevo che non me ne sarei mai andata, che sarei rimasta lì ad aspettarlo ogni giorno, fino a quando lui non sarebbe più venuto.
Allora lo avrei aspettato ancora, invano, fino alla fine dei miei giorni.
Amaro e triste destino, barattare l'onore e la dignità per quella briciola di amore che si degnava di concedermi.
Ora se ne stava lì, con uno strano fiore in mano.
E sapeva che io non badavo particolarmente ai fiori, certo una volta il mio fiore preferito era il giglio bianco, simbolo di quella purezza di cui non restava nemmeno una piccola traccia in me.
Infatti si era ben guardato dal regalarmi un giglio.
No, aveva un nuovo fiore, un fiore che non conoscevo.
Un fiore il cui significato doveva risolvere tutti i miei dubbi.
Già, peccato che non mi aveva detto quale fosse questo significato.
Quanto odiavo quando faceva così, quando non mi diceva quello che pensava, che provava, quando si nascondeva dietro un bacio.
Lo allontanai e presi quel fiore dalla sua mano.
Un tiglio, aveva detto che era un tiglio.
Lo guardai perplessa, puntellata sui gomiti, con la camicia che ormai era scesa fin sul bacino e lui che continuava a baciarmi rendendomi difficoltoso concentrarmi su quello che aveva detto.
Era sempre così, e io odiavo quando si comportava così.
"Beh, che ci devo fare con questo?" rigirando il tiglio tra le mani "Non fa un po' troppo caldo per una tisana?" guardandolo perplessa.


Sospirai, mentre il cuore iniziava ad accelerare, quel momento mi emozionava ogni volta.
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