Annuii a Iasevol, e mi alzai seguita da Guisgard.
Lo portai così in giro per il centro, passando dalla segreteria perchè gli assegnassero una stanza.
All'inizio non parlai, per evitare che il mio tono tradisse le mie emozioni.
Mentre la raggiungevamo mi resi conto che non era lontana dalla mia, ma era sullo stesso corridoio.
Restai in silenzio, anche se la cosa non mi piaceva.
Perché non potevo semplicemente non pensarci, e lasciar perdere?
Era lì, dopotutto.
E poi chi ero io per poter questionare su cosa facesse della sua vita.
Nessuno, non ero nessuno.
Non ero nemmeno una donna, rammentai con rabbia, stringendo le mani a pugno mentre lui non vedeva.
Eppure i miei pensieri continuavano a torturarmi con le sue parole.
"Non mi avevi detto di questa tua amica.." con la voce che risultò più scocciata di quanto avessi voluto.
Mi pentii immediatamente di averlo detto.
Sono un androide, per la miseria, possibile che non riesca a controllare la mia voce?
Ma ormai avevo parlato, e quindi cercai di sfoderare un sorriso che alleggerisse il mio tono.
Poi arrivammo alla stanza.
"Oh, guarda..." cambiai discorso "È questa.." sorrisi, cercando di nascondere l'imbarazzo dovuto al mio tono di prima.
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