Quella stanza dal gusto orientale fu lo scenario di una notte di autentica passione. Lunghe ore di sesso senza limiti, da cui avevamo bandito la parola pudore. Ero una schiava alla mercé del padrone, una bambola di carne nelle mani di un perverso voglioso che poteva fare, e fece, tutto ciò che voleva di me, del mio sesso e della mia anima. Le lenzuola sporche di sangue e sudore, i segni dei suoi denti sul mio seno, i graffi sulla sua schiena, gli umori copiosi che ribollivano nel basso ventre prima di esplodere. Era un vortice di sesso e amore, di turgida mascolinità contro tenera carne, di pelle e umide lingue... Lo capii mentre dietro di me si muoveva implacabile, lacerando la carne e innalzando lo spirito... capii che quello altro non era che il primordiale bisogno di appartenere ad un'altra persona, appartenergli anima e corpo, indissolubilmente, incondizionatamente...
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato."
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