Il Falco della strada
Così vicini, il suo sguardo nel mio.
Era arrabbiato, e io certo lo ero più di lui.
Come osava trattarmi in quel modo?
"Auto?" gridai quasi, sconvolta dal fatto che lo pensasse davvero.
"Credi che mi importi un accidente di quella stramaledetta auto?" in preda alla rabbia, mentre piano piano però le lacrime salivano a cercare i miei occhi.
Non le lasciai uscire.
Ero troppo furiosa per piangere.
Alzai la mano, per colpirlo.
Un gesto chiaro, inequivocabile, ma poi la abbassai.
"Ringrazia che non voglio ammazzarti...." a denti stretti, sempre più rabbiosa.
Un mio schiaffo sarebbe stato troppo potente, e non volevo fargli del male.
No, non era vero.
Non volevo che svenisse per non potermi rispondere.
"Credi che sia fingendo?" esclamai di nuovo "Credi che esista un software capace ci creare tutto questo?".
I miei occhi nei suoi.
"Hai detto.." mentre la voce, sebbene alterata dalla rabbia cominciasse ad essere meno ferma "Hai detto che non avresti mai.. mai più messo in discussione il mio essere donna..." ribollendo "E ora, ti prendi gioco di me accusandomi di una cosa così ignobile come averti ingannato!" sostenendo il suo sguardo.
"Sai che ti dico?" ormai sul punto di esplodere "Che in questo momento forse vorrei essere una macchina per non aver passato le ultime ore struggendomi per qualcosa che nemmeno esiste forse... tu vedi solo ingranaggi in me ma io sono una donna!" urlai "Vera.. e ti ho chiamato dopo aver aspettato invano di sentirti per ore, ti ho chiamato perchè stavo impazzendo e tu.. tu mi accusi di mentirti? Perché?".
Ero furiosa, e sentivo un fuoco bruciare in me.
Volevo colpirlo, dannatamente.
"Avanti.." avvicinandomi a lui "Perché non cerchi l'interruttore per spegnermi..." sempre più vicina, con aria di sfida.
"Tanto sono una macchina, no?" Parole dette quasi con disprezzo "Oh lo so che vorresti spegnermi.." sempre con aria di sfida "Spegnermi e dimostrare di avere ragione, che sono solo una macchina insensibile... che non provo niente.." una lacrima ribelle scese sul viso e non la fermai "Che ti ha chiamato solo per lavoro, e non perché stava impazzendo all'idea che tu fossi con un'altra.." con rabbia crescente e le lacrime che ormai scendevano.
"Te ne sei andato.." indicando la sua stanza, dove eravamo stati prima "Te ne sei andato senza dire una parola, come se non contassi niente.." ormai singhiozzavo, anche se il mio tono era ancora colmo di rabbia "Io.. stavo impazzendo, lo capisci?" Con gli occhi ormai rossi dalla rabbia, e dalle lacrime.
Ultima modifica di Clio : 22-11-2016 alle ore 02.02.09.
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