Guisgard guardò Clio negli occhi, in quegli occhi chiari e dannatamente umani.
Ed ascoltò ogni sia parola.
“Se tutto ciò è vero” disse infine “allora vuol dire che mi hai mentito in precedenza... non sei davvero una macchina...” fissandola “... o forse si... insomma, chi diavolo sei? Come diamine devo guardarti? Cosa devo pretendere da te? Cosa pensare ogni volta che ti guardo?” Nervosamente. “Come posso immaginarti? Come sei sotto quei vestiti? Dimmi tu cosa o chi sei davvero... dimmelo!”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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