Quello sguardo, quelle parole.
Per un momento temetti che stesse per andarsene, ma poi quel contatto.
Le sue labbra sulle mie.
Che cosa dolce e sensuale.
Poi quel bacio.
Quel bacio che riscaldò il mio cuore, allontanando tutte le mie paure.
Quel bacio che rese tutto più vero, e nostro.
Era la cosa più bella che avessi mai provato.
Lo stringevo a me, dolcemente, appassionatamente.
Le mie mani percorrevano tutto il suo corpo, dolcemente.
Poi qualcosa ci interruppe.
Una voce, una pistola.
Allora reagii, come ero progettata per fare.
In un attimo la presa su Guisgard si rivelò utile, perchè lo spostai di lato, alzandomi agilmente.
Con un colpo secco disarmai l'agente e gli puntai la pistola contro a mia volta.
"Adesso io conto fino a tre, e tu te ne vai di qui.." con voce impostata e minacciosa "Ma non dalla stanza, dal centro proprio... o ti farò licenziare per esserti introdotto in una camera privata senza alcun permesso...".
Lo fissai con occhi gelidi e chiari.
"Uno.." iniziai a contare.
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