Quei contatti continui, leggeri eppure infuocati, dolci eppure eccitanti, casuali eppure voluti.
Quei contatti che ci avvicinavano sempre di più, come se non riuscissimo a stare lontani nemmeno per un momento.
Forse era così, per me era così.
Non aveva senso, non aveva il minimo fondamento razionale.
Eppure era così.
Non mi ero mai sentita in quel modo, così desiderata, così felice.
Era come se avessi tutto ciò che il mondo può offrire lì, in quella piccolissima stanza, in quella doccia così calda.
Anche i nostri occhi continuavano a sfiorarsi, quasi non capissero se volevano guardarsi l'un l'altro o guardare i nostri corpi sempre più caldi.
Infine lo vidi chinarsi e iniziare a lavarmi i piedi e le caviglie.
Non stava scherzando, l'avrebbe fatto davvero.
Il tocco delle sue mani era inebriante, e quel momento mi parve talmente intimo da scaldarmi il cuore.
Temevo quasi di svegliarmi da un momento all'altro, e scoprire che era solo un sogno.
Ma non era così, lui era vero, era lì con me.
Allora affondai le dita nei suoi capelli scuri, avevo bisogno di sentirlo, di sentire che era tutto vero, che veri erano i suoi occhi che mi guardavano come nessun altro mai avrebbe potuto, le sue mani che mi sconvolgevano come non credevo fosse possibile e il battito del suo cuore che sembrava battere all'unisono con il mio.
Ultima modifica di Clio : 25-11-2016 alle ore 01.30.04.
|