Dopo un po' entrarono due uomini armati e l'uomo mascherato, trovando Gaynor, bellissima e sensuale con quel suo abito scuro e scollato.
Ai tre apparve come una dea.
La sua giunonica bellezza ricordava lo splendore delle perfette statue di un Fidia, di un Lisippo, in cui il pagano splendore del corpo era elevato a valore assoluto.
I suoi capelli tra il biondo ed il rosso pallido, la pelle chiara e morbida, gli occhi verdi e quasi trasparenti parevano richiamare la sensualità delle eroine cortesi, mentre le forme generose e appena celate riportavano i sensi alle conturbanti e provocanti cortigiane descritte da Plauto e da Terenzio.
Il trucco eccessivo, forte, accendeva il desiderio carnale come solo le eccitanti nobildonne raccontate da Boccaccio sapevano fare e i tre uomini restarono incantati.
“Vieni, il padrone ti aspetta...” disse l'uomo mascherato a Gaynor, fingendo un'indifferenza tutt'altro che veritiera, visto sentiva il sangue bollire per quel meraviglioso spettacolo di sensi e passione.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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