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#651 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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"Certo che sono vivo!" Disse Guisgard a Talia accennando il suo solito sorriso scanzonato e irriverente. "Avevate perso forse la speranza di rivedermi? Ah, ragazza di poca fede! Come state?" Chiese poi facendosi serio. "Vi hanno fatto qualcosa?"
"Ah, ma la conosci?" Chiese il nano. "Certo!" Rispose Guisgard. "Anzi, è grazie a lei che ho potuto conoscere questo luogo caldo ed accogliente!" E sorrise sarcastico. Poi, scuotendo le catene, disse al nano: "Credo che abbiamo un altro problema... queste catene... come possiamo forzarle?" "In realtà" rispose il nano estraendo una pesante scure dalla sua borsa "qui di problemi ne avremo sempre in abbondanza. Ma fortunatamente queste catene non saranno uno di quelli irrisolvibili. L'umidità le ha già indebolite abbastanza..." E con un paio di colpi netti e decisi, Gila spezzò le catene. "Ecco, siete libera..." disse Guisgard aiutando Talia ad alzarsi "... ma il vostro viso... chi vi ha fatto questo livido?" Guardando il segno dello schiaffo datole da uno di quegli uomini tatuati. "Sono stati loro! Vi hanno fatto altro? Ditemelo?" Chiese con rabbia il cavaliere.
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#652 |
Cittadino di Camelot
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Scossi la testa...
"Lasciate perdere quel livido, sto bene!" dissi, appoggiandomi pesanemente al suo braccio per alzarmi "In realtà, le ferite peggiori me le hanno fatte nell'orgoglio, temo! Sapete chi mi ha fatta catturare?" soggiunsi, con la voce tremante di rabbia "Bumin! Bumin di Cartignone! Sta con loro, quel dannato, maledetto, schifoso, sporco doppiogiochista!" Mi chinai e raccolsi il coltello con cui poco prima quell'uomo aveva voluto tagliarmi i capelli... "E comunque..." soggiunsi in fretta, rialzandomi "Grazie! A tutti e due!"
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#653 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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"Bumin..." ripeté Guisgard respirando forte e masticando amaro "... è dunque una serpe in seno alla corte di Cartignone... Bumin..." ripetè di nuovo "... avrei dovuto ucciderlo quella sera, quando lo incontrai per la prima volta..."
"Ora cosa facciamo?" Chiese Gila. "Dobbiamo cercare se qualche altra ragazza è ancora viva." Rispose Guisgard. "Guis, è quasi un suicidio, lo sai, vero?" "Portaci nelle prigioni, forza..." disse Guisgard. Controllarono allora che non ci fosse nussuno nel corridoio e si diressero verso le prigioni. "Come ha fatto quel cane di Bumin a farvi catturare?" Chiese poi a Talia. "Ricordo che vi avevo vista andar via da quest'Inferno, insieme alla ragazza che trovammo qui dentro. Poi, cosa è accaduto?"
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#654 |
Cittadino di Camelot
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Camminavo in fretta, vicino al muro, con quel grosso coltello in mano... ero tanto tesa che avrei potuto infilzare chiunque mi si fosse parato di fronte in un istante...
Le parole del cavaliere mi raggiunsero... mi morsi il labbro, a disagio... "Beh... siamo riuscite ad uscire e fuori abbiamo incontrato i cavalieri di Cartignone. Io ero... insomma, ero in pena per voi, così ho mandato la ragazza e Llamrei in città con Ducky e mi sono offerta di accompagnare Bumin quaggiù! Che stupida!" soggiunsi "Non mi è mai piaciuto Bumin... come ho potuto fidarmi? Come?" Per il nervosismo, stinsi l'elsa del coltello tanto forte che il bordo mi entrò nella mano e mi tagliò... "Al diavolo!" sbottai, mentre una goccia di sangue mi scivolava sul polso.
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#655 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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"Ora calmatevi!" Disse Guisgard a Talia. "E smettete di maneggiare armi come se fossero giocattoli! Ma cosa volete dimostrare ancora?"
Prese poi il suo polso, fece uscire qualche goccia di sangue e lo fasciò con un lembo strappato dalla sua camicia. "Si, siete stata sciocca" continuò mentre stringeva quella fasciatura "a rischiare la vita per me... c'è gente che per essa non pagherebbe nemmeno una moneta falsa..." aggiunse sorridendo "... grazie, comunque..." "Ecco..." intervenne Gila, indicando un bivio davanti a loro "... laggiù tengono rinchiuse quelle sfortunate ragazze..."
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#656 |
Cittadino di Camelot
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Sorrisi a quelle parole di quel nano che sembrò il capogruppo e dissi grazie mille ve ne siamo molto grati per il vostro aiuto e la vostra ospitalità dissi poi guardando Belven dissi siamo salvi amico mio hai visto ora non dovremo piu cercare aiuto e mentre parlavo guardavo quel gruppo di nani lavoratori sembravano tranquilli e simpatici ma ancora non potevo dirlo con tutta chiarezza dopo quella brutta esperienza che ho avuto pensai dentro di me meglio stare molto attento
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#657 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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E attraversato quel tratto di bosco in compagnia dei nani, che scandivano il cammino con il loro allegro canto, Belven, Arowhena e Cavaliere25 giunsero al villaggio di quei piccoli abitanti.
Qui furono subito condotti dal capo villaggio, il vecchio e saggio Sausar. "Ultimamente vedo che molti viaggiatori passano per il nostro piccolo villaggio..." esordì il capo dei nani "... quando per anni abbiamo vissuto quasi come se il mondo ci avesse dimenticato... comunque, siate i benvenuti." "Grazie, a nome mio e dei miei compagni." Ringraziò Belven. "Cosa vi spinge fin nel cuore del bosco senza cavalli?" "Siamo stati vittima di una strana e brutta storia..." rispose Belven, che poi raccontò tutte le loro vicissitudini, dalla sparizione dei propri amici, fino all'arrivo nel palazzo della malvagia strega del bosco. "Beh, per ritrovare i vostri amici, temo, noi possiamo fare ben poco..." disse Sausar "... ma vi ospiteremo con gioia, amici miei." "Grazie." Ringraziò Belven con un leggero inchino.
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#658 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Nello stesso momento, al palazzo di Cartignone, il Cappellano aveva da poco riportato quanto da lui scoperto sui misteriosi e sanguinari Atari a lord Frigoros ed al suo consigliere Guxio.
Il signore di Cartignone apparve turbato dopo le parole del domenicano. "Quest'incubo mi sembra senza fine..." mormorò avvilito "... più passa il tempo e più sento che siamo impotenti..." "Non avvilitevi, milord..." intervenne Guxio "... i nostri cavalieri riusciranno a trovare quegli uomini e metteranno fine al loro potere." In quel momento fu annunciato sir Dukey. "Milord..." disse entrando nella sala "... sono qui per una grazia..." "Di cosa si tratta?" Chiese il signore di Cartignone. "Chiedo degli uomini per tornare nel bosco e cercare sir Bumin e gli altri dispersi. Prima fra tutti lady Talia." A quel nome, Frigoros chinò il capo. "Prima mia figlia..." mormorò "... poi Talia..." "Credo che sir Dukey abbia ragione, milord." Intervenne Guxio. "Bisogna subito mandare rinforzi nel bosco, sir Bumin e gli altri potrebbero essere nei guai." "Quel bosco sembra maledetto..." disse Frigoros "... ognuno che vi entra non ne fa più ritorno... ma non posso abbandonare chi è rimasto in quel luogo... e poi c'è Talia..." "Allora concedete a sir Dukey quanto chiede!" Lo esortò Guxio. "Si, sono daccordo!" Intervenne il Cappellano. "E chiedo di poter andare con sir Dukey ed i suoi!" "Cosa?" Chiese turbato Dukey. "Voi?" Chiese stupito Guxio. "Perchè?" "Sono stato chiuso qui dentro con le mani in mano per troppo tempo." Rispose il Cappellano. "Correreste solo inutili rischi." Replicò Guxio. "Credete?" Domandò il Cappellano. "Sono abituato a vivere in situazioni drmmatiche, in luoghi in cui dominano carestie, malattie, saccheggi. Conosco purtroppo la morte e non la temo." "E sia, ma fate attenzione." Disse Frigoros. "Sir Dukey..." guardando poi il suo cavaliere "... avrete gli uomini che vi occorrono, ma porterete con voi il nostro Cappellano." E tutti accettarono con un inchino il volere di Frigoros.
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#659 |
Cittadino di Camelot
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Guardai il capo villaggio dei nani erano molto affettuosi e ospitali si stava bene in loro compagnia poi presi la parola e dissi rivolgendomi al vecchio saggio voi sapreste dirci come ritrovare i nostri amici? noi vorremmo ritrovarli e ritornare da dove siamo arrivati vi ringrazio per la vostra ospitalità poi attesi una sua risposta mentre mi guardavo intorno e scrutavo il villaggio
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#660 |
Cittadino di Camelot
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Osservai per un istante il cavaliere, sorpresa...
“Davvero?” chiesi “Stento a crederlo! Soprattutto se considerate che, invece, quaggiù c’è gente che pare dare un gran valore alla mia... chissà perché, poi! E comunque non c’è proprio bisogno che mi ringraziate... poiché fu davvero un tentativo inutile il mio. Avventato e infruttuoso.” Lo dissi senza riuscire, probabilmente, del tutto a nascondere quella nota di rammarico e di nostalgia che mi era nata nel cuore al ricordo degli ammonimenti di mio padre circa quella mia presunta avventatezza, che da sempre cercava di combattere. Mi mancava mio padre... mi mancava quella sicurezza che avevo sempre avuto, quella certezza che -qualsiasi cosa fosse successa- lui sarebbe sempre stato lì. Ed ero preoccupata, molto preoccupata... Le parole del nano Gila mi destarono da quei pensieri. “Affrettiamoci allora!” dissi “Quando verranno a prendermi e si accorgeranno che non ci sono più, la situazione qui dentro potrebbe farsi spiacevole!”
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