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Vecchio 21-12-2010, 21.10.09   #811
cavaliere25
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cavaliere25 sarà presto famoso
Guardai quei cavalieri e pensai ora chi saranno questi armati cavalieri e mi girai verso Belven e dissi amico mio meglio non attaccarli sono troppo armati se li attaccaremmo ci sarà una carneficina che facciamo aspettiamo che vadano via ho usciamo fuori domandai e aspettai una sua risposta mentre continuavo a fissare quei cavalieri
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fabrizio
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Vecchio 21-12-2010, 21.29.01   #812
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Belven fissò Cavaliere25 ed annuì.
"Hai ragione, amico mio..." disse "... il loro numero non è superiore al nostro, ma le loro armi sono di gran lunga migliori di quelle che abbiamo noi... attaccarli sarebbe un suicidio..."
Poi, rivolgendosi a Goldblum:
"A Cartignone non credo ci siano simili cavalieri... armi e cavalli simili li ho visti solo presso le corti delle più potenti monarchie d'Europa... secondo te da dove vengono?"
"Non lo so..." rispose il nano "... neanche io ho mai visto cavalieri simili..."
"A questo punto credo" disse Belven "che sapere da dove arrivino sia l'ultimo dei nostri problemi... mi preme molto più conoscere cosa stanno cercando da queste parti..."
Ma i loro discorsi furono interrotti da colui che sembrava essere il capo di quei misteriosi cavalieri.
"Alt!" Ordinò questi ai suoi. "Meglio cercare di capire dove siamo... proseguire oltre sarebbe solo rischioso..."
"Milord, credevo voi conosceste questo bosco?" Chiese uno dei cavalieri.
"Nessuno a Cartignone conosce veramente questo bosco." Rispose il capo dei cavalieri. "Per anni la superstizione, la paura e l'ignoranza hanno tenuto lontana la gente da questo posto... permettendo al male di mettervi le radici..."
"Cosa ordinate allora?" Chiese il cavaliere.
"Ci fermeremo qui, in questa radura" rispose il capo dei cavalieri "ed attenderemo che sorga il Sole..."
"Si, milord!"
Allora i cavalieri, obbedendo al loro comandante, si accamparono nella radura, mentre Belven e suoi li osservavano cercando di capire chi fossero veramente.
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Vecchio 21-12-2010, 21.42.03   #813
cavaliere25
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cavaliere25 sarà presto famoso
Ora che si accamperanno non avremo modo di andarcene dissi guardando il gruppo se ci movessimo ora saremo spacciati ci farebbero fuori senza esitazione aspettiamo la notte e cerchiamo di allontanarci il piu possibile dissi e aspettai un loro commento
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fabrizio
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Vecchio 21-12-2010, 22.19.37   #814
Guisgard
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"Si, hai ragione..." disse Belven fissando Cavaliere25 "... ma alle prime luci dell'alba quei cavalieri non tarderanno molto ad accorgersi di noi..."
"Andarcene ora sarebbe un azzardo..." intervenne Goldblum "... i nostri, armati come sono, farebbero troppo rumore..."
"Già..." mormorò Belven "... è come essere in trappola..."
"Allora abbiamo un'unica possibilità." Disse Goldblum.
Si alzò ed uscì dai cespugli nei quali si era nascosto.
"Ma dove vai? Fermati!" Lo chiamò Belven.
Ma il nano ignorò Belven e si presentò davanti ai cavalieri.
"Fermò là!" Gli intimò uno di quelli. "Chi sei?"
"Mi sono perso in questo bosco..." rispose Goldblum "... e non so come ritornare a casa mia... potrei restare qui con voi, almeno fino all'alba?"
I cavalieri osservarono incuriositi il nano.
"Cosa accade qui?" Chiese il capo dei cavalieri giungendo fra i suoi uomini.
"Milord, è arrivato questo nano..." rispose uno dei cavalieri "... è spuntato all'improvviso dal bosco."
Il capo dei cavalieri osservò allora con attenzione quel nano, cercando di capire chi fosse veramente.
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Vecchio 21-12-2010, 22.33.27   #815
cavaliere25
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cavaliere25 sarà presto famoso
guardai la scena e presi il mio arco e le mie frecce e presi la mira verso quei cavalieri aspettavo solo il momento opportuno speravo che non sarebbe accaduto niente ma nei peggiori dei modi ero pronto a difendere quel nano
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fabrizio
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Vecchio 22-12-2010, 02.25.17   #816
Talia
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
Quel gesto rapido e violento mi colse di sorpresa mentre ancora stavo parlando a Gila...
Tornai a voltarmi verso il cavaliere ma quelli che vidi non erano più i suoi occhi, vi era una fiamma nuova in essi, una fiamma che ardeva senza posa sul fondo e che rendeva il suo sguardo delirante. Allo stesso modo i tratti del suo volto erano mutati, erano contratti in modo innaturale, tanto che quasi si faticava a riconoscerlo.
“Guisgard...” dissi, cercando invano di sottrarre le mie braccia alla sua salda presa “Guisgard... che vi succede?”
E mentre ancora parlavo, un ricordo lontano e dimenticato, affiorò alla mia mente...

Ero entrata nella stanza di soppiatto: ero certa che nessuno mi avesse vista ma dovevo sbrigarmi, potevano arrivare da un momento all’altro...
Individuai un vecchio stipo sulla parete in fondo, così mi avvicinai, aprii lo sportello e mi nascosi all’interno, lasciando l’anta un poco aperta per poter vedere nella stanza.
In quell’istante la porta si aprì bruscamente. Entrarono due uomini che reggevano un ragazzo apparentemente svenuto, dietro di loro una donna visibilmente sconvolta e... mia madre.
“Adagiatelo sul letto ed uscite!”
La voce della mamma, solitamente suadente e melodica, era suonata questa volta sbrigativa e tetra... come mossa da una nota d’urgenza e di preoccupazione che usualmente le era estranea.
Gli uomini fecero ciò che lei aveva detto, la donna invece si accostò al letto e iniziò a piangere sommessamente.
Da dove mi trovavo potevo vedere mia madre trafficare con delle erbe e un fazzoletto, poi prese in mano un’ampolla dalla sua sacca e ne esaminò il contenuto... si muoveva con calma e sicurezza e non degnava l’altra donna neanche di uno sguardo.
Soltanto quando ebbe terminato di preparare ciò che le occorreva, si voltò verso la stanza e si avvicinò al letto, fermandosi proprio di fronte alla poveretta che non aveva smesso di singhiozzare neanche per un istante.
“Spostatevi!” le disse.
“Il mio Wurth non ha fatto niente di male! Non lo avrebbe fatto...” singhiozzò quella, per tutta risposta.
“Spostatevi!” ripeté mia madre, senza lasciar trapelare la pur minima emozione.
La donna, infine, si decise e si allontanò di qualche passo. Mia madre, dunque, si sedette vicino al letto ed iniziò a toccare la fronte al ragazzo con aria critica.
“Mi occorre dell’acqua fresca!” sentenziò dopo un attimo “E delle bende pulite!”
Dopo che la donna fu uscita dalla stanza mia madre tornò a scrutare il volto del ragazzo, ancora immobile sul letto. Rimase ferma per un tempo indefinito, in silenzio e con una strana espressione sul volto, poi sospirò e disse: “Credo che tu possa uscire ora!”
Io, dal mio nascondiglio, trattenni il fiato... uscire?
Lei allora si voltò esattamente dalla mia parte e ripeté: “Talia... credo che tu possa uscire!”
Mi sentii avvampare a quell’affermazione... non capivo come poteva essersi accorta di me... rossa in viso, spinsi l’anta ed uscii dal mio nascondiglio.
“Sono sorpresa di vederti!” mi disse, non appena le fui di fronte.
“Sono sorpresa tu ti sia accorta di me!” ribattei.
“Ti ho sentita...” spiegò.
Sentita? Come poteva avermi sentita se io avevo fatto attenzione a rimanere assolutamente...
“...non si sente soltanto con le orecchie!” soggiunse lei, come rispondendo ai miei pensieri.
Decisa a cambiare argomento, mi accostai al letto e scrutai il volto innaturalmente contratto del ragazzo...
“Come sta?” domandai.
Mia madre scosse le spalle: “Non bene, temo!”
“Che cos’ha?”
“Lo hanno sorpreso mentre...”
“So dove lo hanno sorpreso!” la interruppi in fretta, non mi andava di sentire di nuovo quel racconto terribile.
“E’ svenuto adesso!” proseguì lei “Ma non è questo che mi preoccupa... si riprenderà! Mi chiedo piuttosto che cosa lo abbia spinto ad azioni tanto orribili...”
“E’ assurdo!” mi sentii in obbligo di dire “Wurth è un bravo ragazzo!”
Gli occhi penetranti di mia madre si spostarono da lui a me: “Lo conosci?”
“Si!” risposi.
“Lo conosci bene?” specificò lei, sempre con quello sguardo che sembrava volermi scavare dentro.
Valutai quella domanda per un momento... incerta sul significato di ‘bene’, infine mi decisi.
“E’ venuto spesso a Corte! Aveva dei compiti lì e mi è capitato di parlarci qualche volta. Credo che abbia la mia età, più o meno!”
“Per questo sei qui? Per questo ti sei nascosta?” mi domandò.
“Ho sentito raccontare cose orribili sul suo conto e volevo... io volevo soltanto capire quanto c’era di vero! Io non ci posso credere, mamma... non posso credere che uno come lui possa aver... che abbia...”
Mia madre rimase in silenzio per un lungo momento, scrutava il mio volto tanto intensamente come mai prima e intanto giocherellava con quell’ampolla piena di liquido ambrato...
“Dunque...” mormorò infine “Potrebbe darsi che la sua mente sia stata soggiogata e guidata... potrebbe non esser responsabile di ciò che faceva... potrebbe non essersi neanche reso conto...”
“Soggiogato? Guidato?” ripetei, allibita.
Mia madre sbatté le palpebre e tornò a guardarmi... mi studiò per un istante, infine disse: “E’ possibile e, se ciò che mi dici è vero, è anche la migliore tra le spiegazioni che mi sono data!”
“Ma è terribile!” esplosi “E chi? Chi mai potrebbe aver fatto una cosa simile?”
Lei scosse le spalle: “Questo non lo so!” ammise “Questo non lo so davvero! Ma se è così, Talia, dobbiamo assolutamente...”
Ma le sue parole furono interrotte dal ragazzo che si era svegliato ed era immediatamente balzato a sedere sul letto, gridando, con gli occhi spiritati e le mani artigliate, quasi ci volesse aggredire.
Anche io gridai e feci un balzo indietro, ma mia madre no: lei afferrò prontamente il fazzolettino che teneva in grembo e nel quale aveva sbriciolato alcune erbe essiccate, e lo premette con forza contro la bocca ed il naso di Wurth... lui si divincolò per un istante, sembrava impazzito, poi chiuse gli occhi e ricadde sul guanciale.
“Che... che cos’è successo?” chiesi, non appena mi fui ripresa dalla shock.
“Abbiamo appena avuto la prova che qualcosa ha sconvolto la sua mente, suppongo!” mi rispose.

Battei le palpebre e tornai a guardare gli occhi di Giusgard... e, con orrore, mi resi conto che era lo stesso sguardo sconvolto che aveva la ragazza che mi aveva ingannata e condotta in mano agli Atari... lo stesso che avevo visto quel giorno lontano in Wurth...
Wurth... erano dunque così tanti anni che Guxio tentava di soggiogare le menti dei malcapitati?
Un brivido mi corse giù per la schiena...
“Guisgard, ascoltami...” tentai “So che Guxio è nella tua testa, ma tu puoi combatterlo! Combattilo, Guisgard, combattilo... ti prego!”
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"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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Vecchio 22-12-2010, 02.25.45   #817
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Il capo dei cavalieri fissava con attenzione Goldblum.
"Chi sei?" Chiese al nano.
"Sono un cacciatore e mi sono perso."
"Il tuo nome?"
"Goldblum il nano, mio signore."
"Da dove vieni?"
"Dai monti."
"E perchè ti sei spinto fin nel bosco?"
"Perchè il cibo scarseggia, milord."
"Conosci bene questo bosco?" Domandò il capo dei cavalieri.
"Ci venivo spesso con mio padre."
"Molto tempo fa?"
"Si, diversi anni fa."
"Le cose sono cambiate in questo posto, lo sai?"
"Parlate dei vari signorotti che se lo contendono?"
"Parlo del fatto che queste terre non hanno padroni al di fuori del mistero e del pericolo."
"Io non mi occupo di queste cose" rispose il nano "e bado solo a me stesso."
"Ottima politica."
Goldblum annuì.
"E voi, nobili cavalieri, cosa cercate in queste remote terre?" Domandò.
Il capo dei cavalieri lo guardò con sospetto.
"Puoi restare qui, se vuoi." Disse. "Almeno fino all'alba. Poi noi riparteremo."
"Grazie, mio signore."
Il comandante di quella compagnia guardò di nuovo Goldblum col suo sguardo indagatore.
"Dimmi... non hai udito nessuna storia su questo posto?" Chiese.
"Che storia, mio signore?"
"Sulle sparizioni di diverse fanciulle..."
"Come vi ho detto, io bado solo ai miei affari."
"Già, rammento."
"Venite da Cartignone, mio signore?"
"Forse." Rispose l'uomo. "Ora riposati pure. All'alba i miei uomini ti svegliarono con i loro rumori."
"Io forse conosco un luogo che a voi potrebbe interessare, mio signore." Disse improvvisamente il nano.
"Che luogo?" Chiese il comandante dei cavalieri.
"Una vecchia chiesa sconsacrata..." rispose il nano "... nel bel mezzo di questo bosco..."
Si voltò allora verso la folta boscaglia e chiamò i suoi compagni.
"Sir Belven... Cavaliere25... potete venire fuori... credo che questi cavalieri siano sulle tracce dei nostri stessi nemici..."
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Vecchio 22-12-2010, 02.54.20   #818
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Quella voce.
Echeggiava nella mente di Guisgard.
Era lenta ma decisa.
E sembrava voler scavare a fondo nei meandri della sua anima.
Come se conoscesse tutto di lui.
"Portami quella ragazza..." ordinò quella voce "... portamela e sarai libero... non soffrirai più... portami quella ragazza e tutto finirà..."
Guisgard allora strinse ancora più forte le braccia di Talia.
"Guis, sei impazzito!" Gridò Gila correndo verso il cavaliere e la ragazza. "Cosa stai facendo?"
Cercò allora di strappare Talia dalla sua presa, ma Guisgard lo colpì con un calcio, facendolo cadere a terra.
Prese allora la ragazza in braccio e tornò indietro, verso il luogo dal quale erano fuggiti.
"Guis..." cercò di chiamre il nano "... torna indietro... hai rischiato la vita per liberarla... cosa fai ora...? Guis... fermati... se torni indietro non usciremo più da questo Inferno..."
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Vecchio 22-12-2010, 03.07.31   #819
Talia
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Era inutile. Parlare era inutile... ero abbastanza certa che non sentisse neanche la mia voce, così come non sentiva quella di Gila. Probabilmente niente c’era in quel momento nella sua testa all’infuori di Guxio!
Eppure ero certa che Guisgard fosse ancora lì... la sua coscienza doveva pur essere da qualche parte lì dentro, dovevamo soltanto trovare il modo di farla uscire.
“Colpiscilo, Gila...” gridai “Non è in sé: colpiscilo, con qualsiasi cosa!”
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Vecchio 22-12-2010, 03.15.30   #820
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
La voce di Talia giunse forte e chiara a Gila.
Il nano tentennò per un momento, poi vedendo la scena davanti a lui aprì subito la sua borsa.
Estrasse un piccolo bastone di legno di quercia e lo impugnò forte.
"Al diavolo!" Esclamò.
Corse allora verso i due e con tutta la sua forza colpì la gamba di Guisgad.
Questi per il dolore si accasciò ed in quel momento Gila lo colpì dietro la nuca, facendogli perdere i sensi.
"Era l'unico modo..." mormorò guardando a terra il suo compagno "... e voi come state, milady?" Chiese poi a Talia.
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