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#1171 |
Disattivato
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C'era qualcosa in lui, qualcosa di magnetico, forte, intenso, che mi spingeva a perdermi sempre di più in quella danza forsennata sulla quale non avevo più alcun controllo.
Lo baciai, e quel bacio risucchiò via tutta la mia anima. Se l'era presa, l'aveva strappata al mio corpo per farla sua, e non mi importava. Non mi importava di nulla, poteva fare ciò che voleva di me, ero sua, ero completamente sua come non lo ero stata mai di nessuno. Perché nessuno mai aveva compreso fino in fondo la mia natura, la mia perversione, la mia depravazione. Lui sì, lui mi guardava negli occhi con lo stesso sguardo, mi possedeva perchè sapeva che non ero altro che sua, da sempre. La sua lingua cercava la mia, mi assaliva la bocca, la violava come il suo membro faceva con il mio sesso avido di piacere. Ma poi, quando pensavo di essere arrivata al limite, di non poter sopportare oltre, mi buttò per terra, facendomi mettere a carponi senza nessuna dolcezza, nessuna maniera, ma con una brutalità e una sensualità che mi fecero eccitare ancora di più. Nessuno riusciva a dominarmi, nessuno, e per quanto trovassi la cosa eccitante ero sempre io ad avere in mano le redini, a tenere i fili, a condurre il gioco. Ora no, ora potevo lasciarmi completamente andare. Quell'uomo teneva le redini con forza e decisione, lo sentivo dalla stretta sul mio collo, lo sentivo sul mio seno quasi dolorante dalla sua stretta, lo sentivo dalle spinte vigorose che mi dava, mentre i gemiti delle altre intorno a noi erano sempre più forti, sempre più intensi. Fu in quel momento che mi lasciai completamente andare... e gridai. Gridai forte, intensamente, gridai ancora e ancora, senza alcun freno, contengno, pudore, gridai tutto il mio godimento, gridai ogni fremito del mio corpo, gridai ascoltando unicamente il mio corpo che sussultava di un piacere sempre più forte, sempre più intenso, sempre più insopportabile. |
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#1172 |
Cittadino di Camelot
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"E' una sensazione e poi il comportamento del presunto erede dei Taddei...mi ha detto è stato questo Ordifren a insegnarli ciò che è ora e lo ha spronato a venire qui per prendere il castello. Se vedete il ragazzo è innocuo, spaventato e si lascia comandare...volete vederlo? Ora è a casa mia a farsi ritrarre su ordine di questo Ordifren appunto...in pratica dovreste averlo come cliente contro Bell e colui che si paventa come cugino dei Taddei" perplessa.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." ![]() |
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#1173 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Gridava Clio.
Gridava per il piacere ed il dolore che si susseguivano e si fondevano dentro di lei. Era totalmente sottomessa, alla mercé di quell'uomo e della sua insaziabile fame sessuale. La teneva ferma con forza, bloccandola alla nuca e stringendole il seno che ormai era rosso e dolorante. Ad ogni colpo, ad ogni spinta lei gridava di più. Le sue grida coprivano i gemiti e le risatine delle altre ragazze, mentre il suo corpo sudato le faceva sentire bruciore nel virile contatto con quello di Ordifren. Il corpo della teppista era ricoperto di sudore, dalla testa ai piedi. Il trucco sul viso si scioglieva e colava copioso, rendendo il suo bel viso una maschera lasciva di perversione e sfinimento. Quell'uomo indemoniato non cessava di dominarla, penetrarla, montarla come si fa con una puledra da fiaccare. Lui sembrava volerla non solo soggiogare, ma anche sfinirla, umiliarla, annientarla. Provava dolore e piacere allo stesso tempo in balia di quell'uomo. Gridava, godeva e soffriva. Si sentiva sua, ma anche persa, maledetta, sozza. Profondamente sporca. I colpi erano sempre più intensi, veloci, vigorosi, quasi a volerle far male, a distruggere ogni sua resistenza e difesa. Quelle spinte insaziabile portarono Clio ad appoggiarsi a terra, con la testa sul pavimento, mentre lui la teneva sempre per la nuca. Prese a premere il suo collo in modo che la testa di Clio fosse bloccata sul pavimento, senza fermarsi e continuando a cavalcarla come si fa con i cavalli lanciati in folli corse per far perdere loro il senno. Tutto ciò continuò, continuò a lungo. Con foga, vigore, avidità, cattiveria. Virilità e brutalità senza limiti. Non c'era morale, né nulla di simile. Clio sentiva l'umidità vischiosa che attraversava il suo corpo. Forse era il suo stesso sangue. Poi quel gemito di lui, quasi un grugnito, un ululato. Allora la prese per i capelli costringendola a restare in ginocchio ai suoi piedi, con tutte le altre ragazze che subito si inginocchiarono con lei. Così lui le invase con la sua linfa malvagia e maledetta, quasi ungendole col seme del male per prendere possesso non solo dei loro corpi ma anche delle loro anime. ![]()
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#1174 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Certo.” Disse Taylor ad Altea. “Lo porti qui ed io tutelerò i suoi diritti. Ma le consiglio di avere meno pregiudizi sul dottor Ordifren. E' una persona che gode della stima di molti.”
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#1175 |
Cittadino di Camelot
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A quella sua ultima parole feci un cenno strano...qualche bastan contrario c'era sempre e io avevo una strana sensazione verso quell' uomo..chiamatelo intuito...forse nel vedere Guisgard e come lo osannava.
"Si, ora vado a casa....se il signorino ha finito di farsi il ritratto per quel dottor Ordifren, chissà cosa vorrà farsene poi...ci vediamo presto, anzi spero abbia finito cosi veniamo subito". Mi congedai e tornai a casa ed entrai, guardandomi attorno per vedere se quei due tipi erano ancora lì.
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#1176 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Altea tornò a casa sua, trovando il rampollo ancora in posa per Stainyus che completava il suo ritratto.
"Bentornata." Disse il vecchio disegnatore alla stilista. "Noi abbiamo quasi finito." C'era anche il giovane Pavel.
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#1177 |
Cittadino di Camelot
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"Bene, non ci avete messo molto..posso vedere il disegno?" ponendomi incuriosita dietro i due pittori.
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#1178 |
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Ero completamente persa, completamente sua.
Ero folle, sporca, libera, me stessa. Mi sentivo in suo potere, sentivo i suoi gemiti farsi sempre più animaleschi e forti, sempre più intensi, e più lo sentivo grugnire in quel modo, più mi eccitavo, più perdevo la testa, più impazzivo. Ma non potevo smettere di gridare, non riuscivo, non potevo... non volevo. Più lui spingeva, lacerando la mia anima e riempiendo ogni strappo con il piacere più assoluto, più io mi sentivo persa in quel mare fatto di oscurità, passione, ardore, lussuria e piacere, piacere oltre ogni dire. La sua presa salda su di me, il suo spingermi sempre più a terra mi fecero perdere ogni controllo e gridai ancora più forte, sopraffatta da tutto quello. Sentivo i gemiti e le risate delle ragazze, che di sicuro si stavano godendo lo spettacolo, ma non li percepivo davvero, mi arrivavano lontani, distanti, come le risa dei demoni che mi stavano aspettando all'inferno. Oh, se quello era l'inferno, ero ben felice di perdermici dentro, di annegarci, di bruciare per l'eternità in ogni sua fiamma. Perché per un piacere così ne valeva la pena, non c'era tormento che non sarei stata disposta a sopportare per un altro istante di quella meravigliosa libidine. E gridavo, gridavo ancora e ancora scoprendo tutto il piacere che l'oscurità poteva dare, scoppiando sempre di più di quell'estasi infinita che mi avvolse completamente. Il suo incalzare era imponente, il suo spingere sempre più forte, il suo respiro sempre più affannoso, i suoi gemiti più forti, la sua presa più salda... poi quel verso, quell'ululato. Allora tutto mutò, sentii la sua morsa allentarsi, il suo sesso uscire da me, completamente ricoperto del mio piacere, dei miei umori, del mio sapore. Mi fece inginocchiare davanti a lui, con tutte le altre attorno a me. Eravamo lì, come profane vergini sacrificali davanti al demone loro padrone. Lo guardai da lì sotto, imponente, virile, bellissimo e al limite.. oh sì, al limite. Alzai la testa come in adorazione, fissandolo negli occhi a bocca aperta, bramando il suo piacere come una benedizione blasfema, come un marchio indelebile sul mio viso, sul mio corpo eccitato, sulla mia anima perduta. E poi, finalmente, lo sentii piovere su di me, caldo, chiaro, fatto di tutti i gemiti che ci avevano consumato, di tutti i sospiri che ci erano sfuggiti, di tutti i battiti del cuore che avevano accelerato in quell'amplesso ardito, peccaminoso e sporco. Ora, con tutta la sua potenza addosso, tra i capelli, sul viso, tra i seni, sporca lo ero davvero. Eppure non mi ero mai sentita meglio in vita mia. Questa è la mia vera natura. Questa sono io... |
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#1179 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Prego.” Disse sorridendo Stainyus ad Altea, per poi mostrarle il disegno.
“E' venuto bene?” Chiese il rampollo impaziente. “Mi somiglia?” ![]()
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#1180 |
Cittadino di Camelot
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Guardai il dipinto e vidi il suo viso, sicuro di sé...era identico ma rappresentava un uomo forte ed indomito.."Si, sei bellissimo come nella realtà, vieni a vedere Guisgard..anche se questo uomo ha un viso forte e deciso..così dovresti essere e non arrossire sempre" e lo baciai prima teneramente e poi con passione davanti ai due pittori, noncurante di loro.
Mi staccai dalle sue labbra mordicchiandole.."Come mai il professor Ordifren ha commissionato il quadro? Dove dovrebbe essere posizionato" mentre mi poggiavo addosso al rampollo.
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