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13-12-2011, 20.43.36 | #1551 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Hagus sorrise e prese con sé il giovane Daniel.
“Hai molto da imparare…” ridendo “… non si fanno domande simili. L’amore segue strade ignote alla ragione… per nostra fortuna.” Si voltò poi verso Altea. “Milady, perdonateci, ma agivamo in nome della giustizia. I Ginestrini erano nemici di tutto ciò che vi è di nobile a questo mondo… e vostro marito, anche se costretto, era dalla loro parte. Beh, tutto è finito, grazie al Cielo.” “Si…” mormorò Orlando “… tutto è finalmente finito… un incubo…” fissò teneramente Altea “… ora voglio solo cominciare una nuova vita… una vita fatta di felicità… e tu sei la mia sola felicità…” e baciò sua moglie. Jalem allora portò due magnifici cavalli ai due sposi. Orlando aiutò Altea a salire in sella al suo cavallo. “In Cornovaglia” disse Orlando a sua moglie “c’è una vecchia proprietà che appartiene da anni alla mia famiglia. Si trova in una bellissima vallata, dove scorre un ruscello dalle acque cristalline. Sarà il luogo in cui cresceranno i nostri figli, se Dio vorrà.” E cavalcarono via.
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13-12-2011, 21.12.07 | #1552 |
Cittadino di Camelot
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Sir Hagus ridendo scostò Daniel, prendendolo in giro. Cercò di scusarsi e di spiegare il motivo del tafferuglio avvenuto nei giorni passati, quando ci presentarono due splendidi cavalli...che ci avrebbero condotto a una nuova vita.
"Orlando, ottima scelta, adoro la Cornovaglia, anche se i nostri bambini crescerebbero in modo sano ovunque....con una educazione giusta in nome della giustizia per ogni persona, di qualunque rango e il diritto di esprimere le loro opinioni e aspirazioni."
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
13-12-2011, 21.27.05 | #1553 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Guisgard fissò Missan.
“Già, curioso, vero?” Sorridendo il nobile. “Mi sono tornati alla mente i versi giusti per l’occasione…” E cominciò a recitare: “Il fiero tiranno, avea bella in volo sorpreso gentil donzella. E tutto superbo con occhi da pazzo, gridava a quella t’ammazzo, t’ammazzo! Ma nella prigione, perché liberarla intende, con abile mossa sopraggiunge il Giglio Verde! E così, corso dalla bella, l’eroe dicendo cherì, aprì la cella e, come per magia, con lei via fuggì!” L’ambasciatore continuava a fissare Guisgard ed i suoi complici. Ormai il suo volto era inespressivo e bianco come quello di un cadavere. Ad un tratto, dall’altra parte della campagna, comparve una sagoma. “Missan…” disse Guisgard “… qualcuno vi attende… e voi mi insegnate che non bisogna far attendere monsieur boia…” Fece un cenno ed i suoi uomini portarono via Missan. Guisgard restò a fissare la scena. Due volte Missan sembrò come perdere i sensi, ma trovò sempre a sorreggerlo le forti braccia degli uomini del Giglio Verde. Fu condotto così al cospetto del boia. Il vento sembrò fermarsi. La lama del carnefice prima si sollevò in aria, lanciando un fulmineo riflesso cromato, per poi ricadere netta e silenziosa. La testa del malvagio Ginestrino rotolò tra l’erba. “Hai altri ordini, capo?” Chiese uno dei suoi. “Non abbiamo altro da fare…” fece Guisgard “… il nostro compito è finito qui…” Presero i cavalli e raggiunsero il porto di Calais, dove una nave li stava attendendo. E mentre la nave lasciava le coste francesi, Guisgard restò a fissare quella terra con un enigmatico sguardo. “Va tutto bene, signore?” Domandò uno dei suoi. “Come è bella la Francia…” sussurrò Guisgard “… non mi è parsa mai tanto bella… e più mi allontano, più mi sembra tale…” “Abbiamo vinto, milord.” “No, amico mio…” sorridendo malinconico il Giglio Verde “… hanno vinto i Francesi… ora saranno di nuovi liberi…” E sotto il suo sguardo, la nave prese definitivamente il largo, perdendosi nell’orizzonte di quel mondo fatto di avventure e sogni.
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13-12-2011, 21.33.43 | #1554 |
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La nave sembrava quasi scivolare sulle acque calme della sera, mentre infinite e frastagliate luci si spegnevano lontane alle sue spalle.
Le bianche scogliere di Dover, rese sbiadite ed incerte dalla prima foschia della sera, apparivano come giganti addormentati sul punto di essere inghiottiti da quel malinconico e crepuscolare scenario. Gaynor fissava il mare e vedeva, in quella sterminata distesa, le inquietudine, le paure, ma anche le speranze per il suo futuro. Cosa avrebbe trovato in patria al suo ritorno? Tutto, o forse nulla. Quando poi la nave giunse nel porto di Calais, un singolare fragore proveniva dai moli. La gente era inquieta. Anzi, in festa. La nave fece calare l’ancora. Il capitano e Gaynor scesero insieme e subito lui chiese notizie di quegli accadimenti. “E’ caduta la repubblica, monsieur!” Esclamò un vecchio pescatore. “Il re è tornato da Parigi! I Ginestrini superstiti o sono in fuga, o già incarcerati!” “Questo è il mondo, mademoiselle…” disse il capitano a Gaynor “… la gente esulta per la rovina di ciò che fino a ieri suscitava la sua gioia.” La fissò e sorrise. “Venite, brinderemo alla nuova vita che attende queste terre.” Intanto, in Inghilterra, Fountaine, Parsifal e i due assistenti, ancora nella locanda, vennero a sapere di fatti a dir poco incredibili. Un mercante infatti aveva raccontato della fine della Repubblica di Magnus e dell’arrivo del re da Parigi. “Ed ora?” Chiese uno dei due assistenti a Fountaine. “Beh…” rispose questi “… nessuno più pagherà la taglia sul Giglio Verde… mentre invece tutti daranno la caccia ai repubblicani in fuga… e noi faremo lo stesso.” Alzò la coppa ricolma di vino. “Brindiamo ai nostri nuovi guadagni, amici miei! E alla nostra compagnia di cavalieri!”
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13-12-2011, 21.48.26 | #1555 |
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Ad un tratto grida gioiose e risate festanti giungesero dalla strada.
“Ma cosa sta succedendo?” Domandò Essien a Fantine. Questa aveva appena dato la tisana calda a Talia e scosse il capo. Gobert allora corse fuori a vedere. Entrò qualche minuto dopo e sembrava eccitato non poco. “La repubblica è caduta!” Esclamò. “Il re è ormai alle porte di Ostyen! La città sembra impazzita di gioia!” In quel momento si udirono delle voci provenire dal sipario del teatro. Erano due ragazzini e una ragazzina che giocavano. “Muori, dannato De Jeon!” Fingendo di infilzarlo con la sua spada di legno. “Ah… maledetto Giglio Verde…” facendo finita di morire l’altro ragazzino. “Oh, mio eroe…” sospirando la ragazzina e avvicinandosi al vincitore “… ora che hai vinto portami con te in Inghilterra…” “Sembra il copione per una bella storia…” disse Tafferuille fissando i tre ragazzini e avvicinandosi a Talia e ad Essien “… magari da mettere in scena per il prossimo spettacolo…” e sorrise ai due. Intanto, dalle strade di Ostyen, salivano fino al Cielo le grida di gioia delle gente, tra suoni, canti e balli.
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14-12-2011, 01.43.19 | #1556 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La Satrapia giunse finalmente a Dover.
Elisabeth e padre Adam furono fatti scendere così a terra. “Madame…” disse il chierico alla donna “… immagino non abbiate un posto dove andare… io sono diretto al convento dei Frati Predicatori… venite con me… attenderete là, insieme a vostra figlia, il ritorno di vostro marito…” I due raggiunsero così il convento che sorgeva sulle vicine colline. I frati accolsero con gioia il loro nuovo fratello e la donna con la sua bambina. Trascorsero così giorni sereni tra quelle mura, scanditi dalle preghiere e dal lavoro dei monaci. Maria divenne subito la gioia di quei religiosi. E un soleggiato mattino di Dicembre, reso chiaro e profumato dal vento che soffiava da Nord, Elisabeth scorse una figura in lontananza che si avvicinava al convento. Era un uomo dal passo sicuro ed il portamento fiero. In mano aveva un ramo rinsecchito, col quale frustava l’erba sullo stretto sentiero che percorreva. Si avvicinò alle mura del convento ed Elisabeth lo riconobbe: era Emile. “L’attesa conduce sempre a qualcosa…” fece padre Adam arrivando alle spalle di Elisabeth “… e vi è sempre un ritorno dove c’è l’amore… andate da lui, madame… e possa Colui che vegliò sulla Sacra Famiglia di Nazareth proteggere anche la vostra… andate da lui…”
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14-12-2011, 03.36.36 | #1557 |
Cittadino di Camelot
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Residenza: Nibelin
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Qualcosa andava dileguandosi , un tassello al mosaico che ho intrapreso e che vorrò portare a termine con o senza la mia nuova famiglia man mano prenderà forma. Era giunta l'ora tarda, il sole andava calando e un vento freddo d'inverno solcò il mio viso tanto da costringermi a rientrare, nel dirigermi verso la porta della locanda un ultimo passo decisi di compiere.... mi soffermaì ad osservare quella strada che avevo lasciato alle spalle portando con me il dolce ricordo di Suor Petra e del suo povero figlio e con grande rammarico la taglia non ritirata....
"Che disdetta" dissi sorridendo. Alzaì gli occhi al cielo e il mio pensiero volò al mio caro Maestro e padre Caradill....e dissi: "Padre ti ringrazio, i tuoi insegnamenti mi hanno portato lontano e mi hanno permesso di crearmi una certa reputazione fra i miei nuovi compagni, il traguardo con cui sono partito e che ho promesso di raggiungere al vostro capezzale...non l'ho dimenticato, anzi qualcosa in più è parso ai miei occhi. Nuove sfide mi attendono, nuove tentazioni ma il mio cuore rimarrà saldo.... lo giuro". Presi la mia spada e mi inginocchiaì sotto quel cielo, terminato il rito mi rimisi in piedi e rientraì nella locanda.... un freddo vento accompagnò i miei passi con la nuova che altre avventure sarebbero incorse lungo la via del Longiniu. Ultima modifica di Parsifal25 : 14-12-2011 alle ore 15.23.32. Motivo: Correzioni testo |
14-12-2011, 14.24.48 | #1558 | |
Cittadino di Camelot
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Citazione:
Ricambiai debolmente il sorriso ai loro sguardi interrogativi, poi voltai loro le spalle e mi avvicinai alla finestra che dava sulla strada sottostante... C’era un sacco di gente per strada, gente che gridava e gente che festeggiava, gente che correva avanti e indietro... la notizia della caduta della Repubblica stava circolando alla velocità della luce e tutti sembravano oltremodo felici e pieni di una nuova vitalità... “Com’è volubile l’animo umano...” mormorai tra me e me “Un giorno si festeggia per la caduta del vecchio regime, il giorno seguente per la caduta di quello nuovo... Per la maggior parte di quelle persone, probabilmente, non fa differenza chi sia al potere o chi sia appena caduto. Non conoscevano i Ginestrini e non conoscono l’uomo che, con tanto coraggio, li ha liberati dalla loro follia a rischio della propria vita... La speranza guida quella gente e li spinge a festeggiare... la speranza di una vita nuova, un po’ meno dura, un po’ più facile. Indipendentemente da chi sia al potere, indipendentemente da quanti pericoli abbia dovuto affrontare colui che li ha liberati... Forse un po’ invidio questa gente!” Sospirai... Colui che li aveva liberati... colui che aveva liberato Animos e la Francia... Mi chiesi dove fosse quell’inglese intrepido in quel momento... l’uomo noto a tutti come il Giglio Verde, ma che per me aveva un volto e una voce, e risvegliava nella mia mente un mare di emozioni intense... Lo immaginai su di una nave diretto in Inghilterra... la sua terra, la sua casa... non avevo mai visto l’Inghilterra e probabilmente non l’avrei vista mai, ma la immaginai come un’isola felice: verdeggiante, baciata dal sole e da ogni sorta di benedizione... un luogo meraviglioso in cui tornare... La mia mente accarezzò quell’immagine per qualche momento... Ero felice... felice che fosse sano e salvo, felice che fosse riuscito a sfuggire a Missan e che fosse riuscito a sconfiggerlo, come aveva sconfitto De Jeon... Ero felice... continuavo a ripeterlo... felice! Dovevo esserlo! Eppure qualcosa si agitava e smaniava dentro di me. Qualcosa a cui non sapevo, o non volevo, dare un nome. Sollevai gli occhi al cielo... un cielo terso, limpido e soleggiato come non lo si vedeva da tanto tempo... forse anche lui lo stava guardando in quel momento... lo stesso cielo... Sorrisi a questo dolce pensiero... mentre una calda lacrima scendeva a rigarmi la guancia.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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14-12-2011, 17.13.17 | #1559 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Le strade di Ostyen in festa.
La gente era pazza di gioia ed ovunque c’erano canti, balli e giochi di Paradiso. Qualcuno riaprì le porte da tempo serrate della cattedrale e cominciò a suonare le campane. Tutto sembrava rinascere a nuova vita. E tra la gente gioiosa, una ragazza, salendo sul parapetto della fontana in piazza, cominciò a recitare… “Dove mai sarà, quando ritornerà? Animos sempre quel nome attenderà! E dietro quel fiore ogni sogno si perde, ritornerai mai, mio amato Giglio Verde?” FINE
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