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			 Viandante 
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				il giuramento dei cavalieri
			 
			
			
			e                       Artù prese in mogli la bella Ginevra, la quale gli portò                       in dote, tra l’altro, una bella tavola rotonda di legno,                       tanto vasta che centocinquanta cavalieri potevano                       sedervisi attorno assieme. La sua forma impediva che tra                       loro ve ne fosse uno che primeggiasse, e Re Artù e i suoi                       cavalieri si resero celebri, non soltanto per le loro                       avventure, ma anche e soprattutto perché vissero sempre                       secondo giustizia e onestà. I Cavalieri della Tavola                       Rotonda erano i più valenti campioni della cristianità,                       e 
		
		
		
		
		
		
		
	  tra loro si contavano molti famosi guerrieri, come Sir                       Bedivere, Sir Lancillotto e suo figlio Sir Galahad, e                       ancora Sir Gawain, nipote del re, e Sir Tristano della                       Leonessa. Ma di tutte le storie dei Cavalieri della Tavola                       Rotonda, la più celebre è senz’altro quella della                       Cerca del Santo Graal, la coppa usata durante l’ultima                       cena di Gesù con i suoi discepoli. Molte leggende                       correvano, ai tempi di Re Artù, sul Santo Graal e una di                       esse voleva che fosse stato riempito con il sangue di                       Cristo crocifisso da Giuseppe di Arimatea, ma nessuno                       sapeva che fine avesse fatto la coppa.  Una sera,                       mentre Artù e i suoi cavalieri cenavano attorno alla                       Tavola Rotonda, udirono un grande scroscio di tuono mentre                       nella sala appariva un raggio di luce sette volte più                       intensa di ogni altra luce. E parve, a ciascuno dei                       presenti, che tutti gli altri fossero assai più belli di                       quanto fossero mai stati, e rimasero muti, persuasi che                       fosse giunto il giorno del  giudizio.                       In quel momento , invisibili portatori recarono, facendola                       girare per la sala, una coppa coperta di candida seta,                       mentre si spandeva un dolcissimo profumo e davanti a                       ciascuno dei commensali comparivano il cibo e la bevanda                       preferiti. Poi la coppa scomparve. Il re ringraziò allora                       Dio per avere concesso quella visione, e Sir Gawain disse:                       - Indubbiamente ci è stata offerta una visione di grazia.                       Ma io faccio voto che domani, e non più tardi, partirò                       alla ricerca del Santo Graal. Voglio vederlo senza veli, e                       continuerò la mia ricerca finché potrò reggere, e se                       non dovessi riuscirci, so che sarò stato ritenuto indegno                       di trovarlo.Quando gli altri cavalieri udirono il voto di                       Sir Gawain, si alzarono in piedi e fecero lo stesso                       giuramento, ma Re Artù ne fu profondamente addolorato. -                       Ahimè - disse a Gawain - con il tuo voto mi hai ucciso,                       perché mi hai fatto perdere la compagnia dei più                        nobili e valorosi cavalieri che ci siano. E sono                       certo che molti di noi non si rivedranno più, poiché                       molti periranno nella cerca e gli occhi si imperlarono di                       lacrime. Lunga e difficile fu la cerca tra mille avventure                       e pericoli, e alla fine soltanto Galahad, il giovane                       figlio di Lancillotto, fu degno di portare a termine                       l’impresa, ma neppure lui visse tanto a lungo da                       portarne la notizia a re Artù alla corte di questi. C’è                       chi dice che il Santo Graal sia tuttora sepolto a                       Glastonbury nel Somerset, ma questa è un’altra storia.                       La                       tavola rotonda: Per                       prima cosa, in quanto cerchio, la Tavola rotonda è                       un’immagine del cielo, di cui tuttavia il centro , dove                       appare il Graal, non è un dato ma un polo di attrazione,                       l’obiettivo della cerca nel corso della quale i                       cavalieri non possono permettersi debolezze o compromessi.                       La simbologia celeste è ribadita dal fatto che i                       cavalieri sono dodici( Calogrenant, Galahard, Gareth,                       Garvaine, Kai, Iwayn, Lancelot, Bohort, Perceval, Pelleas,                       Tor, Tristam ), come i segni dello zodiaco , la ruota                       della vita.  I loro compiti ( punizione dei malvagi e                       degli oppressori, protezione della donna, lotta contro le                       forze negative, rappresentate dagli incantesimi, dagli                       esseri eccessivi come i giganti o dagli animali nocivi, e                       così via) sono finalizzati al recupero di una dimensione                       paradisiaca della vita, per se stessi e la comunità in                       cui operano. Anche il personaggio di Ginevra (Guinevere o                       Gwenhyfar) merita qualche osservazione. In alcuni racconti                       si dice che Artù avesse sposato tre donne, tutte con                       questo nome. Ciò fa pensare che la fatale regina abbia                       assunto l’eredità mitologica della triplice dea gallese                       della Terra, che mediante l’unione con il re conferiva                       alla regalità un carattere sacro. Nei                        racconti in cui tradisce lo sposo con un uomo più                       giovane sembra invece essersi conservata un’eco di                       divinità celtiche femminili come Blodewedd, che secondo                       il mitografo R. Graves erano il residuo di culti                       matriarcali in cui la dea si univa ritualmente al re, che                       poi le veniva sacrificato.                        Il                       giuramento dei cavalieri: Una                       volta accettati dal Re,i cavalieri dovevano fare un                       giuramento che doveva essere rispettato sino alla loro                       morte.Il giorno prima dell'investitura dovevano stare                       isolati nella cappella a pregare; nessuno doveva                       disturbarli.Il giorno successivo entravano nella                       cattedrale e pronunciavano le loro parole di fedelta'                       davanti a tutto il popolo; il re prendeva la sua spada e                       l'appoggiava sulle spalle del futuro cavaliere.Dopo la                       cerimonia si riuniva la tavola rotonda e il cavaliere                       prestava giuramento davanti ai suoi compagni e alla                       regina. In tal modo veniva riconosciuto come facente parte                       dell'ordine.La sera, dopo tutte le cerimonie, si faceva                       una grande festa in tutto il regno perche' un nuovo                       valente eroe ora difendeva il popolo di Britannia. 
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			 Dama 
			
			
			
			
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		 Citazione: 
	
 Ottimo lavoro Sir Lancillotto! Volevo sottolineare una particolarità: il detto da noi usato "fare la notte in bianco" quando si è trascorsa una notte insonne, deriva proprio da quello che accadeva la notte precedente all'investitura di un nuovo cavalire: il quasi-cavaliere doveva trascorrere la notte precedente alla sua investitura come cavaliere sveglio a pregare vestito solo di una tunica bianca e niente altro. Tunica bianca = notte insonne per la veglia = notte in bianco  | 
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		#3 | 
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			 Viandante 
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			ottimo milady vedo che siete attenta questo non vi fa altro che onore  
		
		
		
		
		
		
			
		
		
		
		
	il vostro avtar dice molto di voi ma e anche un po menzognero perche la vostra spada non potrebbe mai farmi cavaliere non possedete una spada ma sarei onorato di esser fatto cavaliere da voi. sir lancillotto.....  | 
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		#4 | 
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			 Dama 
			
			
			
			
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			Sir Lancillotto farò presente di tale "menzogna" al Sir Blair Leighton... 
		
		
		
		
		
		
		
	Sapete messere, non è l'abito che fa il monaco..... Io trovo il mio avatar di una bellezza strabiliante e di una forza che oltrepassa la normale concezione di "potere fare" o "non potere fare"  | 
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		#5 | 
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			 Cittadino di Camelot 
			
			
			
			
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			Lady llamrei è armata sino ai denti.....per chi non lo sapesse!
		 
		
		
		
		
		
		
			
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		#6 | 
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			 Viandante 
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				l'elogio
			 
			 Edmund Blair Leighton è nato a Londra nel 1878     Ha studiatoPresso la Royal Academy Schools    Blair Leighton era rinomato per le sue scene romantiche medioevali   di cui il seguente dipinto ne e un lodevole esempio    In linea con la maggior parte dei   Pre-Raphaelites, ha utilizzato uno stile quasi fotografica,    Specialmente con volti e tessuti, gliAbiti sono a volte gli highlights delle sue immagini,   Questo è sicuramente il caso in 'La Accolade', ovvero l’elogio   Dove vi si rappresenta una dama che elogia un cavaliere   (Da non confondere con la nomina a cavaliere che poteva essere fatta solo dal re o da un altro cavaliere.)   Il luogo in cui si trova l'originale e attualmente sconosciuto,   Non basta l'amore per trovarlo?  ![]() non intendevo offenderla e non giudicavo la bellezza del vostro avatar che e di una bellezza assoluta volevo solo precisare che una dama non puo fare cavaliere  sperando che perdoniate il mio ardire le porgo in omaggio il dipinto in questione. sir lancillotto..... http://fantasmi.blogattivo.com/Primo...hton-b1-p9.htm 
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			http://fantasmi.blogattivo.com/re-Ar...-tavola-b2.htm http://fantasmi.forumattivo.com/ Ultima modifica di sir-lancillotto : 06-04-2008 alle ore 21.01.08.  | 
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		#7 | 
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			 Cittadino di Camelot 
			
			
			
			
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			non possedete una spada ma sarei onorato di........ 
		
		
		
		
		
		
			E' QUESTA LA QUESTIONE .......MA IO NON C'ENTRO E ME NE SCUSO ANZITEMPO! 
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	[I][B][COLOR=red]Sir Morris[/COLOR][/B][/I]  | 
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		#8 | 
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			 Dama 
			
			
			
			
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		#9 | 
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			 Dama 
			
			
			
			
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			Sir Lancillotto, non per farmene un vanto...ma conosco anche io qualche "usanza"/"consuetudine" in opera in epoca medievale....solo qualcuna e tra queste qualcuna so perfettamente che non è facoltà di una donna investire un cavaliere. 
		
		
		
		
		
		
		
	La forza di questo quadro dimostra quanto quel cavaliere inginocchiato è fedele alla carica che la regina investe. E' di una forza molto molto forte ;-)  | 
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		#10 | 
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			 Viandante 
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			ma non e un investitura ma un alogio fatto dalla dama che in ogni caso rappresenta alche la fedelta del cavaliere verso la dama
		 
		
		
		
		
		
		
			
		
		
		
		
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| Ordini Cavallereschi Discussione sull'Ordine dei Cavalieri Templari | Morris | Cavalleria, Ordini Cavallereschi, Araldica | 81 | 21-01-2009 12.01.48 | 
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 tra loro si contavano molti famosi guerrieri, come Sir                       Bedivere, Sir Lancillotto e suo figlio Sir Galahad, e                       ancora Sir Gawain, nipote del re, e Sir Tristano della                       Leonessa. Ma di tutte le storie dei Cavalieri della Tavola                       Rotonda, la più celebre è senz’altro quella della                       Cerca del Santo Graal, la coppa usata durante l’ultima                       cena di Gesù con i suoi discepoli. Molte leggende                       correvano, ai tempi di Re Artù, sul Santo Graal e una di                       esse voleva che fosse stato riempito con il sangue di                       Cristo crocifisso da Giuseppe di Arimatea, ma nessuno                       sapeva che fine avesse fatto la coppa.  Una sera,                       mentre Artù e i suoi cavalieri cenavano attorno alla                       Tavola Rotonda, udirono un grande scroscio di tuono mentre                       nella sala appariva un raggio di luce sette volte più                       intensa di ogni altra luce. E parve, a ciascuno dei                       presenti, che tutti gli altri fossero assai più belli di                       quanto fossero mai stati, e rimasero muti, persuasi che                       fosse giunto il giorno del  giudizio.                       In quel momento , invisibili portatori recarono, facendola                       girare per la sala, una coppa coperta di candida seta,                       mentre si spandeva un dolcissimo profumo e davanti a                       ciascuno dei commensali comparivano il cibo e la bevanda                       preferiti. Poi la coppa scomparve. Il re ringraziò allora                       Dio per avere concesso quella visione, e Sir Gawain disse:                       - Indubbiamente ci è stata offerta una visione di grazia.                       Ma io faccio voto che domani, e non più tardi, partirò                       alla ricerca del Santo Graal. Voglio vederlo senza veli, e                       continuerò la mia ricerca finché potrò reggere, e se                       non dovessi riuscirci, so che sarò stato ritenuto indegno                       di trovarlo.Quando gli altri cavalieri udirono il voto di                       Sir Gawain, si alzarono in piedi e fecero lo stesso                       giuramento, ma Re Artù ne fu profondamente addolorato. -                       Ahimè - disse a Gawain - con il tuo voto mi hai ucciso,                       perché mi hai fatto perdere la compagnia dei più                        nobili e valorosi cavalieri che ci siano. E sono                       certo che molti di noi non si rivedranno più, poiché                       molti periranno nella cerca e gli occhi si imperlarono di                       lacrime. Lunga e difficile fu la cerca tra mille avventure                       e pericoli, e alla fine soltanto Galahad, il giovane                       figlio di Lancillotto, fu degno di portare a termine                       l’impresa, ma neppure lui visse tanto a lungo da                       portarne la notizia a re Artù alla corte di questi. C’è                       chi dice che il Santo Graal sia tuttora sepolto a                       Glastonbury nel Somerset, ma questa è un’altra storia.                       


 
 

