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#1071 | |
Disattivato
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Restai immobile, o almeno così credetti.
Ma una fitta, intensa e profonda mi attraversò l'anima, quando Selenia portò via Roberto. Abbassai velocemente lo sguardo quando il suo si posò su di me. Lo rialzai quando furono lontani, immersi nel vortice di luci e colori. Ero stata una sciocca, pensai, baciava Selenia come aveva baciato me? La guardava in quel modo? Mi bloccai, c'erano cose a cui non volevo pensare. Era lei sua moglie, certo non era obbligato ad amarla, ma bella com'era sicuramente non le sarebbe stato indifferente. Era con lei che doveva stare, non con me. Io ero solo un'ombra della fanciullezza, una promessa mai espressa, un sogno svanito ancor prima di nascere. Quel bacio era stato un dono, un dono di felicità a chi sapeva che non avrebbe mai passato la vita con la persona che amava. Non ero una contadinella, dalle mie nozze dipendeva la stirpe dei Sartell, nn potevo assecondare i miei desideri. Citazione:
Era come se quella voce fosse uscita dalla mia testa. Invece era quella fastidiosa e insolente di Missani. Si vedeva così tanto? Dovevo stare più attenta. Mi voltai e lo guardai negli occhi, vagamente divertita. "Non siate ridicolo.." Sorrisi, lanciando un'occhiata alla pista da ballo "...voglio molto bene a Roberto, siamo cresciuti insieme.. Ma voi sapete chi sono davvero.. Sangue reale si mischia solo con sangue reale.. Anche se temo che i principi scarseggino in questa Europa liberale... Forse avrei più fortuna facendomi arrestare, pare che le prigioni, e non le corti, ne siano piene.." Guardai Missani negli occhi "Rammentate, milord? Io non credo affatto che tutti gli uomini siano uguali, io credo che ognuno abbia un ruolo e delle responsabilità ben precise.." Alzai una mano, in segno di resa "..lo so, lo so, anacronistico..". Non sapevo se avevo risposto a Simone o a me stessa. Nella mia situazione avrei dovuto cercare in tutti i modi un marito. Come facevo , con Diomede in cella? Eppure, se lui non fosse mai uscito, cosa provabile, sarebbe toccato a me mandare avanti la casata. Non potevo certo permettermi di essere ricordata come colei che distrusse i Sartell. Sarei stata il disonore della famiglia, e non lo avrei mai permesso. Promisi a me stessa che, finita quella storia, avrei davvero cercato un marito. Era inutile che pensassi a Lui, non solo era sposato, ma non ci saremmo mai potuti unire. Anche se.. In una situazione così estrema.. Ma, anche se fossi stata disposta a sposare un conte perché lo amavo, restava il fatto che lui era sposato. Nulla poteva cambiare questa situazione. Non ero così meschina da augurare qualcosa di male a Selenia, che colpa ne aveva lei? "Nessuna novità, per ora.." Cambiando volentieri discorso ".. ho solo una filastrocca del cavaliere di Altaforte sul nostro Mirabole.." Risi. Lanciai un'occhiata fuori dalla finestra, la mezzanotte non doveva essere lontana. Un idea bizzarra mi accarezzò, per un momento mi sembrò troppo crudele e orribile. Ma avevo visto come Roberto aveva parlato del cavaliere di Altaforte, uno sconosciuto, così come di Mirabole. Forse era la superbia a parlare ma, era come se volesse screditarli ai miei occhi. E c'era forse un solo modo per farmi smettere di guardare Roberto e Selenia, l'uno tra le braccia dell'altra. Per quanto mi ripugnasse. "Se non sbaglio vi devo un ballo, milord.." Sorrisi "..il nostro ladro potrebbe farsi vivo da un momento all'altro, ora o mai più..". |
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#1072 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Simone sorrise a Clio e la fece ballare.
Si mischiarono così alle coppie che volteggiavano su quelle dolci e sognanti note. Simone la guardava. I suoi occhi però trasmettevano sensazioni sgradevoli a Clio. “Dobbiamo” disse “immaginare qualcuno simile a quel priore che interrogai, vero? Per Mirabole intendo... sto osservando tutti gli invitati sin dal loro arrivo... cerco un segno, un particolare distintivo...” scosse il capo lievemente “... ma non sarà così pazzo da mostrarsi in maniera tanto riconoscibile...” Intanto il ballo procedeva. Simone, che non era un gran ballerino, provava a destreggiarsi, mentre gli occhi di molti erano per Clio. La sua bellezza era sfolgorante. Poi, ad un tratto, tra le coppie, apparvero Roberto e Selenia. Lui subito restò a fissare Clio e Simone. E il suo sguardo appariva cupo, inquieto. Poi quel ballo terminò e tornarono tutti ai loro posti. “Pensavo fossi qui per trovare quel ladro e salvare tuo fratello...” mormorò Roberto passando accanto a Clio. Ma proprio in quel momento arrivò il capitano Jacopo. “Ho dato ordine ai miei uomini di sorvegliare tutte le uscite del palazzo.” Disse. “Nessuno potrà uscire senza essere visto. Mirabole ormai sarà anch'egli qui dentro... forse nelle cucine, nelle scuderie, nel giardino... o magari in questa stessa sala... ma di sicuro ci resterà... come un topo in trappola...” “Eccellente, capitano.” Fissandolo Simone.
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#1073 |
Disattivato
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Mi pentii subito di averlo fatto.
Non solo Missani era un pessimo ballerino, ma il modo in cui mi guardava mi ripugnava, così come la sua mano sulla mia schiena. Ma quando lo sguardo inquieto di Roberto incontrò il mio, sorrisi tra me e me. Era geloso? Di quell'essere ripugnante? Infondo, non ne aveva alcun diritto, così come io non ne avevo verso di lui. Ma la mancanza di indifferenza in quegli occhi mi fece sospirare di gioia. Quando finalmente la musica finì, tornammo ai nostri posti. Io e Simone, Roberto e Selenia. Non risposi alle parole di Roberto, mi limitai a guardarlo sorridendo divertita, con l'aria di chi ha fatto una marachella, e a lanciai una fugace occhiata, intensa ed appassionata. Quel gioco doveva finire, riusciva ad essere divertente e doloroso allo stesso tempo. Prima o poi avremmo dovuto trovare il coraggio di parlarci chiaramente, per quanto difficile. Le parole del capitano mi arrivarono lontane, e mi riscossero da quei pensieri. "Tutte le uscite? Ottimo.. E, se posso permettermi, avete controllato i passaggi segreti? Un Palazzo Reale non può non averne.." Restai pensierosa "...certo, voi non potete conoscerli tutti, alcuni saranno noti soltanto al re, naturalmente, e non vi rivelerà mai la loro ubicazione.. Alcuni possono essere lunghissimi, e finire in aperta campagna..". O al porto.. Sorrisi per un breve momento, un sorriso dolce e malinconico. Quante volte avevo usato quel passaggio, sgattaiolare via nei limpidi pomeriggi autunnali, quando non avevo il permesso di uscire perché avrei dovuto fare qualcosa di più importante a palazzo. Roberto mi aspettava in un luogo preciso, con due cavalli, e per lunghe ore nulla esisteva, se non il cielo di Crysa, i suoi boschi, le sue valli, la spuma di mare dalle scogliere. Il pensiero della mia terra mi strinse il cuore, come ricordare l'ultima volta che avevo attraversato quel passaggio, con le lacrime agli occhi, la spada di mio padre al fianco, mentre tutto ciò che amavo svaniva dietro di me. Mi sforzai di sorridere. "Ma immagino che Sua Maestà abbia già provveduto personalmente..." Dissi, con noncuranza. Lanciai un'altra rapida occhiata fuori dalla finestra, era una splendida sera stellata, e sicuramente la mezzanotte non era lontana. Dovevo solo aspettare e poi salutare tutti con una scusa e raggiungere la saletta degli arazzi. Mi sarei fatta indicare la strada da un servitore. |
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#1074 |
Cittadino di Camelot
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Entrai nella bella camera e ovviamente immaginavo non vi fossero camice da notte..non osai nemmeno aprire i cassetti e armadio.
Mi slacciai leggermente lo stretto corpetto e mi stesi sul letto...ormai era deciso dopo avere parlato col cavaliere cosi che potesse sapere chi vi era nella sua dimora di Castelflorenzio sarei partita subito per Camelot e avrei sposato il vecchio conte. Fu cosi che il sonno arrivò subito.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." ![]() |
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#1075 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“In verità” disse Jacopo a quelle parole di Clio “non credo che Sua Maestà conosca eventuali passaggi segreti. Ammesso che ve ne siano. Probabilmente essi erano noti solo al vecchio re, visto che il nostro odierno sovrano ha preso possesso di questo palazzo solo da poco tempo.”
“Voi” fece Simone “parlate spesso di Sua Maestà usando il termine attuale... non sapete che attuale, momentaneo, temporaneo, sono termini che Platone bandiva nel riferirsi ad un monarca.” Rise. “Ma forse voi, capitano, ritenete che ogni re sia passeggero.” “Non mi interesso di politica” replicò Jacopo “e neanche di filosofia... sono un militare e sono votato all'obbedienza. Indifferentemente da chi mi governa. Credo che questo sia un gran valore per un suddito.” “Certamente.” Annuì Simone. Roberto intanto lanciava occhiate verso Clio, in preda a diverse sensazioni che lo rendevano visibilmente inquieto. “Ma mi chiedo...” mormorò poi “... mi chiedo... e se questo Mirabole si stesse solamente prendendo gioco di noi? Manca ormai mezz'ora per la Mezzanotte e di lui neanche l'ombra... e poi... siamo certi che possa davvero rubare il quadro? Perchè allora non ci è ancora riuscito?” Sorrise per coprire il suo nervosismo. “Scrive biglietti come fosse un gioco di società... di quelli in cui si caccia il tesoro... e intanto il quadro è sempre là...” “Parlate così” intervenne Duon che era rimasto un po' in disparte “solo perchè non conoscete bene Mirabole.” “Voi invece si, messere?” Fissandolo Roberto. “Ho letto tutto ciò che è stato scritto sulle sue imprese.” “I suoi furti volete dire.” Precisò Simone. “E' lo stesso.” Disse Duon. “Ebbene, egli ha un codice di comportamento tutto suo... e posso dirvi che non ruberà quel quadro fino a quando esso resterà in quella chiesa.” “Perchè mai?” Domandò incuriosito Simone. “Vi ho detto...” mormorò Duon “... ha un suo codice di comportamento... probabilmente incomprensibile per noi...” “Sembrate conoscerlo davvero bene.” Stizzito Roberto. “Siete forse voi Mirabole, messere?” Tutti risero al sarcasmo di Fiosari. “Vedete, milord...” sorseggiando del vino Duon “... non potrei mai essere Mirabole... egli non ruba per arricchirsi... a lui la ricchezza sembra non interessare... io invece non riesco a riconoscere nessun altro valore al mondo, se non quello del denaro... salute, amici miei...” e continuò a bere il suo vino.
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#1076 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Altea, una volta a letto, cadde subito addormentata.
Il suo sonno però fu molto inquieto. Sognò immagini e figure. Ombre e paure. Vide in sogno luoghi sconosciuti, su tutti una grande casa, vuota e sconfinata. Veli neri coprivano i mobili e i quadri alle pareti. Era sola in quei sogni. Sola in quella grande e desolata casa. Eppure avvertiva qualcosa. Delle presenze. Come se ci fosse qualcuno intorno a lei, che la seguiva, che la spiava. Sognò poi delle voci. Voci che conosceva bene. Quella di sua madre e quella della delle sua balia. Poi altre voci. Anch'esse conosciute dalla donna. Erano quelle di Azable e dei suoi scagnozzi. E quelle voci la fecero svegliare di colpo. Era sudata ed ansimava per la paura. Era buia la stanza. Buia e vuota. Ed era da sola. Proprio come in quei sogni inquieti e confusi che aveva appena fatto.
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#1077 |
Cittadino di Camelot
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Mi alzai di scatto dopo quel incubo..da quanto tempo non dormivo bene..per quanto tempo avrei dormito male...presi un asciugamano e mi asciugai i sudori.
Mi stesi di nuovo nel letto..era solo suggestione. Ero sola..come lo ero nel sogno e nella vita. E a fronte di quella ragione mi riaddormentai.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." ![]() Ultima modifica di Altea : 07-11-2013 alle ore 18.51.53. |
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#1078 |
Disattivato
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Sentivo il suo sguardo su di me, ne avvertivo l'inquietudine.
Di tanto in tanto i nostri occhi si incrociavano, e un fremito nascosto mi percorreva, obbligandomi a distogliere lo sguardo rapidamente. Dovevamo smetterla, stavamo giocando col fuoco. Quel bacio aveva esasperato una situazione che era stata in un equilibrio precario per molti anni. E negli ultimi tre era rimasta come congelato, ma sapevo che gli sarà capitato di pensare a me, così come lui aveva fatto visita ai miei pensieri molte volte. Ma adesso era davvero troppo. Quanto ci avrebbe messo Selenia ad accorgersi di quegli sguardi. Possibile che mi accorgessi solo io del tono con cui parlava? Ascoltai le parole del capitano, ed evitai di intromettermi nei discorsi politici. Però, come sempre, ascoltai volentieri i discorsi di Duon. E risi con lui, levando il mio calice in quel lussuoso brindisi. "Interessante, messere.." Dissi poi, pensierosa "..e se fosse tutta una tattica? Mi spiego meglio.. Lui non parla di rubare il quadro, nei suoi biglietti ma di recuperarlo.. Considerando che il Verziere è ora proprietà di Sua Maestà e che presto verrà rimosso dalla chiesa, forse é proprio questo il momento che attede.. Oppure spera che, conoscendo la minaccia del furto, lo lascerete nella chiesa.. Ho sentito una storia su Mirabole, qualche giorno fa, che sia vera o no poco importa, ma una ragazza sosteneva di aver visto Mirabole riportare un quadro con la Vergine all'interno di una chiesa.." Mi voltai faticosamente verso Roberto, sforzandomi di apparire normale "Te ne rammenti, cugino? Dunque, magari, si sente un paladino della cristianità, anche se dubito che i veri ecclesiastici ne sappiano qualcosa..". Cercavo di apparire calma, ma cominciavo a formulare delle scuse per allontanarmi, la mezzanotte si avvicinava, e la mia curiosità cresceva sempre più. |
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#1079 |
Cittadino di Camelot
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Quel bacio, dolce...
il silenzio... la notte... il lieve fruscio del vento... Quando li riaprii, i miei occhi erano pieni di lacrime. Gli sfiorai il viso con le mani... piano... ero spaventata, ma gli sorrisi. Era tornato ed era con me... e tutto era perfetto in quel momento... tutto. Ma domani... quello temevo: il domani... cosa sarebbe successo domani? Tremavo. “Non metterti contro di lui...” mormorai infine, gli occhi fissi nei suoi, vicinissimi, la voce bassa come una supplica “Ti prego, non metterti contro di lui. Lui... lui è potente, ora. Può farti arrestare... può farti mettere al bando... e lo farà. So che lo farà! Ti prego! Ti prego, Guisgard... sei stato via sette anni... non andartene di nuovo via da me! Non di nuovo... ti prego! Morirei...”
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** Talia ** ![]() "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." ![]() |
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#1080 |
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Altea, nonostante quei sogni inquieti, in breve si riaddormentò.
Ma poco dopo si svegliò di nuovo. Stavolta non a causa di altri sogni agitati. Aveva udito delle voci. Voci che provenivano dal piano sottostante. Erano più dei mormorii, confusi e sovrapposti. In certi momenti però, anche se per brevi istanti, sembravano farsi più nitidi, tanto che Altea giungeva quasi a riconoscere qualche parola. E una di queste fu “signor cavaliere”.
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