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13-09-2010, 05.00.29 | #1111 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La battaglia era violenta, feroce, densa di inumana crudeltà.
Sul carro, Morrigan, Cavaliere25 e Tisson lanciavano le frecce proprio nel punto in cui il sentiero dava accesso a dove erano tutti loro. I cavalieri di Cosimus, costretti dall'angusto passaggio, giungevano uno alla volta, divenendo quindi più vulnerabili. Maladesh ed i suoi assistenti si battevano con vigore e determinazione, lasciando sul campo diversi nemici. Ancor più letale era poi Mion, che faceva gran scempio dei suoi avversari. La sua spada non perdonava e lacerava, mutilava i corpi dei nemici. Ma proprio nel bel mezzo della battaglia, il suo sgardo cade sul carro e qui vide una cosa che gli gelò il sangue. Uno dei cavalieri era salito sul tetto e si apprestava a colpire Morrigan alle spalle. Rapido come un fulmine, come se null'altro ci fosse su quel campo, Mion balzò sul carro e trafisse il cavaliere. Ma proprio in quel momento un freccia lo colpì alla spalla. Un grido intenso e poi i suoi occhi su Morrigan. "Resta giù!" Lo disse, mentre altre frecce cominciarono a piombare sul carro.
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13-09-2010, 05.01.38 | #1112 |
Cittadino di Camelot
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La freccia fu scoccata e andò a bersaglio.
Le divinità della guerra sembravano sempre arridere a Morrigan, e lei vide con soddisfazione che il tiepido interesse che aveva rivolto in quegli ultimi giorni verso quei sanguinari numi non aveva tuttavia affievolito la loro presenza, allorchè furono evocati. In quello stesso istante, di rimando, le frecce nemiche si precipitarono verso di loro, e per qualche attimo Morrigan non riuscì a vedere nient'altro che quella pioggia di gocce scure e scintillanti. Perse di vista Guisgard e cercò, dalla sua posizione, di ritrovare una chiara veduta della battaglia. Ma ciò che in quel momento le fu nascosto agli occhi, fu chiaramente rivelato alle sue orecchie... il clamore delle spade, il cupo stridore del ferro e le urla di battaglia... non v'era suono che non avesse già udito e che non le rivelasse i dettagli di ciò che stava accadendo. Cercando come meglio poteva di aguzzare la vista in quella confusione, Morrigan mirò contro un altro dei nemici, proprio nel punto in cui il pettorale e gli spallacci lasciavano una sottilissima ma mortale via d'accesso alla carne. Fu allora che qualcosa che Morrigan non aveva previsto, accadde. Celato alla sua vista da quella confusione, uno dei cavalieri nemici l'aveva raggiunta e si apprestava a colpirla alle spalle. Ma non fece in tempo, perchè una lama, più veloce del suo occhio stesso, lo trafisse. "Mion!", esclamò la ragazza. Ma la sua voce si spense quando una freccia colpì l'uomo, che la stava riparando. "Resta giù!" le disse, mentre altre freccie cominciarono a piombare sul carro. La vista di Mion ferito fece impazzire Morrigan di rabbia e di dolore. "No, mai! Combatterò con te e morirò con te, se occorre!"
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" Ultima modifica di Morrigan : 13-09-2010 alle ore 05.35.51. |
13-09-2010, 05.11.25 | #1113 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Intanto, all'abbazia, Talia partì con Gerard e i suoi cavalieri alla volta di Carcassonne.
L'alba era ormai prossima e la nebbia sembrava, pian piano, svanire, mentre i primi raggi di Sole squarciavano gli ultimi aloni di oscurità sulla foresta. A Talia si mostrò così tutta la bellezza di quella terra. La sua campagna, il suo borgo in lontananza. Rivide quei colori, risentì quei suoni e riassaporò quell'aria, rivivendo di nuovo quel mondo del quale tante volte Guisgard le aveva parlato. E nella campagna, la ragazza, vide alcune lucciole, ultimo incanto della botte ormai morente, e rivide quella sera in cui Guisgard le parlò proprio delle lucciole e dei loro richiami d'amore. E tra questi mille pensieri e ricordi, Capomagnus e la sua campagna le apparvero come un sogno. Un sogno che con l'arrivo dell'alba era prossimo a svanire.
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13-09-2010, 05.38.08 | #1114 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Mion estrasse la freccia senza lasciarsi sfuggire nemmeno un gemito.
"Resta giù, ti ho detto!" Ordinò poi a Morrigan. Si strappò allora un lembo dal mantello e lo strinse attorno alla spalla. "Non è niente..." rassicurò a Morrigan "... ora resta giù e continua a tirare frecce!" A terra, nel frattempo, la battaglia era sempre più dura. Guisgard faceva valere la sua abilità e molti dei nemici cadevano per sua mano. E nella foga arrivò ad ucciderne diversi, fino a quando, voltandosi all'improvviso, quasi trafisse qualcuno alle sue spalle. Era Maladesh che lo fissò con stupore e paura. Guisgard lo guardò a sua volta e sorrise. "Sei pazzo a venirmi alle spalle!" Disse. "Al diavolo!" Esclamò il cacciatore di taglie. "C'è più carne macellata qui che in un mattatoio durante la settimana di Pasqua! A stento riconosco me stesso!" Ma proprio in quel momento Guisgard riconobbe un volto nella battaglia. Era Cosimus. "Eccolo, Elisabeth..." sussurrò "...andiamo..."
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13-09-2010, 05.52.33 | #1115 |
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Morrigan gli lanciò uno sguardo fulmineo. Quasi non sapeva se voleva più guardarlo con rimprovero, per quell'istinto irrefrenabile che Mion aveva sempre di proteggerla, o più con ammirazione, di fronte al valore di quell'uomo e alla sua dedizione. Poi si risolse di obbedirgli senza altre storie... in fondo, pensò Morrigan, non ho nulla da ribattere o rimproverare... siamo uguali... teste dure, tutti e due! Sorrise tra sè a quel pensiero... sarà un bel problema, questo, in futuro... e si stupì perchè per la prima volta aveva trovato un motivo per sorridere persino nell'infuriare della battaglia.
"Resto giù, va bene!" rispose, con finta scontrosità "Ma tu non farti più infilzare! Te lo dissi già il primo giorno che curare le ferite non è il mio forte!" Così spostò malamente il cadavere del nemico, mettendolo davanti a sè come barriera, si distese e incoccò una nuova freccia. In quel momento, dal suo interno, venne una voce profonda che la scosse... Guisgard... sta arrivando... la voce di Elisabeth! Morrigan si voltò verso quel cavaliere, che a terra, a pochi metri da lei, stava seminanado la morte, e si avvide che anche lui, anche Guisgard si era fermato e fissava qualcosa davanti a sè. Anche lui aveva sentito che Cosimus stava arrivando a tiro della sua spada.
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" Ultima modifica di Morrigan : 13-09-2010 alle ore 06.15.28. |
13-09-2010, 06.30.39 | #1116 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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"Cosimus!" Gridò Guisgard.
Il malvagio cavaliere si voltò. "Siamo uno contro uno..." disse Guisgard "... io contro di te..." Cosimus rispose con un ghigno e gli fece cenno di seguirlo. I due si appartarono in uno spiazzo irregolare. Ad un tratto una sagoma apparve li vicino. Era Caitley. Un attimo dopo tutto si fece confuso, come se la nebbia stesse ricominciando ad avvolgere tutto. Guisgard era solo. Si guardava attorno ma non vedeva nessuno. Eppure udiva ancora i rumori della battaglia e le folli grida di dolore. Ma erano solo suoni e voci. Nella selva era lui solo. Ad un tratto avvertì una presenza. Si voltò e vide una figura, immobile che lo fissava. Guisgard la guardò. "Sei... sei... tu...?" Chiese. Ma la figura non rispose nulla. "Sei tu..." disse il cavaliere "... si, ti riconosco... sei tu, amore mio adorato..." ed abbassò la spada. "Si, sono io..." rispose Talia sorridendo. "Sono stanco, sai..." disse lui "... stanco..." "Ora è tutto finito, ci sono io qui con te..." "Davvero? Resterai qui con me per sempre?" Chiese lui. "Si, per sempre..." rispose con dolcezza Talia. "Come sei bella..." "Ho freddo, Guisgard..." "Ci sono io con te ora..." e tentò di avvicinarsi. "No, fermati, ti prego!" Lo fermò indietreggiando. "Cosa c'è, amore?" Chiese lui turbato. "Ho paura..." rispose la ragazza "... ho paura... la tua spada... è sporca di sangue... buttala a terra..." "Ma non potrei mai farti del male..." "Si, lo so... ma ho paura... lasciala cadere, Guisgard... lasciala cadere e vieni ad abbracciarmi..." Guisgard fissò la sua spada. "Lasciala cadere e scaldami col tuo corpo... vieni, amore mio..." Guisgard cominciò allora ad allentare la presa e l'elsa iniziò, pian piano a scivolargli dalla mano...
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13-09-2010, 08.42.20 | #1117 |
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La battaglia degli umani era iniziata.....sangue e polvere si mescolavano, guardavo con gli occhi di Guisgard, potevo avvertire la paura di perdere i suoi uomini.....poco impotava la sua vita se non l'accecante odio che provava per Cosimus, poco importava la sua vita se non poteva piu' guardare il volto amato......quanti pensieri ed emozioni passavano nel cuore di un uomo..il cui braccio era pesante per la fatica...la fatica e l'angoscia di spezzare vite umane.......sentii scorrere sulla mia fronte il sudore.....il respiro era sempre piu' corto.....Quando un alito di vita...mi porto' parole di conforto... Empi .......il tutto si compie..nell'anno di vera luce..il cervo squarcera' le tenebre.........ristabilendo l'antico equilibrio perduto......Udii le parole di Guisgard.....era arrivato il momento.......rividi cosi' il volto di Cosimus........ascoltai rimanendo in silenzio il breve scambio di parole tra i due uomini....sino a quando.....incominciai a guardarmi intorno.....potevo udire Morrigan.....le urla della battaglia......il rumore della spada che penetrava le carni...il sibilo di una freccia...che pretendeva il suo bersaglio........Nebbia.....Caitley......sapevo che ti avrei rincontrata, puoi prendere i panni di chiunque e illudere lui, ma con me non ti sara' concesso............Guisgard ..Talia e' colei che ami ,pensare a lei ti fa' sentire vivo........eppure continui a sentirti solo.........lei non c'e'.......lei non e' qui e' solo illusione...........guardala..guarda i suoi occhi..........non c'e' luce in lei...solo tenebre.......prova a sentirla.......ha freddo....perche' in lei non c'e' il calore di un vero sentimento........se ti amasse correrebbe tra le tue braccia consapevole che la tua spada potrebbe trafiggerla...........Sentii che Guisgard cedeva alle lusinghe di quella donna.......allora diedi forza al suo braccio e la spada torno' salda nella sua mano......ero padrona del suo corpo, ma l' Amore era tutta un'altra storia.........alzai l'arma e la puntai al cuore della ragazza.......la lama lo oltrepasso'....una forza malvagia penetro' nel mio cuore....lo sentii stringere in una morsa....mi mancava il respiro...e fu in quel momento che il pensiero di odio di Guisgard mi arrivo' fino a penetrarmi l'anima.........Come fai a non comprendere, tu puoi sentirmi...accidenti a te..Guisgard come puoi pensare che io abbia ucciso lei........e' tutto innaturale cio' che sta succedendo.........io posso tutto ..tranne uccidere l' Amore..questo non mi e' concesso..............la mia mano..non lascio' mai l'elsa..........
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13-09-2010, 15.20.57 | #1118 |
Cittadino di Camelot
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<Empi osservava la battaglia infuriare, la sua energia vibrava intensa mentre la fata percepiva con intensità un’oscura presenza tra le fila del nemico e la consapevolezza che quella nebbia che avvolgeva il luogo era frutto dell’oscurità. Poi le giunsero distinte le parole di quella donna> Non è lei, un’illusione <mormorò allertandosi e volgendo lo sguardo verso Guiscard. Lo vide allentare la presa della spada ma poi riprendere vigore e colpire l’illusione> Apri i tuoi occhi al Vero, Cavaliere <esclamò la fata mentre la sua energia s’espandeva e una pallida luce verde illuminava lo spiazzo dove si trovava Guiscard> Nebbia, ovattata carezza del cielo, ascolta la mia voce io ti invoco <la figlia della Terra sollevò le braccia al cielo> che si diradi il velo del male e tu possa regnare, così è il volere della Terra e così si compia <un alito di vento impetuoso sembrò generarsi dal corpo della fata e spingere indietro quella nube malefica che avvolgeva la selva. Il potere degli elementi a servizio del bene, la verità contro l’illusione, l’eterna lotta della Luce e del Buio. La nube indietreggiò diradandosi intorno a Guiscard. Al suo posto una sottile brina, formata di minuscole particelle di acqua calarono lievi dal cielo posandosi sul corpo di Guiscard teso nell’impeto del gesto appena compiuto>
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Come away, O human child! To the waters and the wild With a faery, hand in hand, For the world's more full of weeping than you can understand. |
13-09-2010, 16.21.38 | #1119 |
Cittadino di Camelot
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Messaggi: 1,396
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Vidi Mion a terra e saltai giu dal carro e andai da lui e gli dissi sei ferito gravemente? non ti preoccupare ora ci sono io qui a coprirti le spalle e mi misi davanti a lui facendogli scudo col mio corpo e lanciando frecce contro i cavalieri di Cosimus.
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fabrizio |
13-09-2010, 18.35.53 | #1120 |
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Cavalcavo in silenzio, la schiena diritta, lo sguardo fisso di fronte a me… Gerard era al mio fianco, due dei suoi cavalieri erano davanti a noi, gli altri ci seguivano ad immediata distanza.
Improvvisamente un colpo di vento mi colpì, portandosi con sé il profumo di quella terra e per un istante non fui più lì: rividi una collina in una fresca mattina che tanto lontana appariva ormai nel mio ricordo, udii di nuovo quei suoni, il frusciare del vento, percepii sulle labbra il sapore dell’uva appena colta… Una lacrima mi scese sulla guancia e istintivamente piegai il viso, perché Gerard non la vedesse… ma in fondo che cosa mi importava se pure l’avesse vista? Avevo barattato quella gioia per la vita di Guisgard e adesso stavo mantenendo la parola, ma nessuno di loro poteva pretendere anche che fossi felice… nel patto con mio padre non era inclusa la mia felicità e lui non poteva impormela. Poco importava ciò che sir Gerard pensava, poco importava ciò che chiunque a Carcassonne o in Borgogna avrebbe pensato… ciò che contava era che il mio cavaliere non avesse più taglie che pendevano sulla sua testa, ciò che contava era che non sarebbe più stato braccato e costretto a fuggire… se fossi tornata indietro, altre cento e mille volte avrei fatto quella stessa scelta. Alcune lucciole attrassero la mia attenzione… mentre passavo le osservai con un misto di invidia e malinconia, pensando a lui che probabilmente aveva avuto ragione lui fin dall’inizio: tutto sarebbe stato più facile se non fossimo stati ciò che eravamo… forse ci eravamo conosciuti nel modo sbagliato, nel posto sbagliato e nel momento sbagliato. Forse se fossimo stati qualcosa di diverso… ma era inutile sognare ormai, era inutile e doloroso. Staccai di malavoglia lo sguardo dalle lucciole e tirai dritto.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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