07-05-2013, 18.09.34 | #1111 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Altea notò lo sguardo di Julien quando uscì dalla stanza.
Era come assente, quasi apatico. Restò a fissarla per un po'. “Parole...” disse quasi distratta “... ah, parli di quel paziente... è... è un uomo d'affari... ma soffre di una forte... si, di una forte depressione... e di allucinazioni... è in cura qui da pochi giorni... è un percorso lungo il suo...” restò poi per un po' in silenzio e allora Josephine guardò Altea. Nei suoi occhi c'era una strana meraviglia. Infatti Julien era sembrata strana anche a lei e non solo ad Altea. “Ora...” continuò Julien “... ora... credo che mi occorra un caffè... o un tè caldo...” e senza aggiungere altro andò in cucina. “Non trovi che sia molto strana oggi?” Chiese Josephine ad Altea. "Sembra quasi lei il paziente..."
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07-05-2013, 18.33.33 | #1112 |
Cittadino di Camelot
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Seguii Julien e la vidi prepararsi un caffè...aveva ragione Josephine, il volto era assente e tormentato..che mai sarà successo? Aveva perso il radioso sorriso di prima, speravo solo di non vedere di nuovo quell'uomo.
Cercai di smorzare il tono freddo..."Vi sentite bene per portarmi alla Università? Oppure possiamo rimandare a domani mattina..vi vedo piuttosto stanca Mrs. Julien". Presi il giornale che stava sopra il tavolo e lessi l'articolo riguardante la morte di Robert dè Taddei...un fatto sconvolgente, per fortuna avevo imparato un pò di capomazdese. Ma quindi...la morte di quell'uomo era un mistero..e mi tornò in mente la Gioia dei Taddei...ricordando che ciò che dava Gioia creava per loro invece la morte dell' animo..cosa strana. Presi un pò del caffè avanzato nella caffettiera da Julien e lo bevvi in un sorso solo cercando di dimenticare il fatto appena accaduto.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
07-05-2013, 20.26.42 | #1113 |
Disattivato
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Guardai l'uomo allontanarsi tra la folla.
Restai seduta ancora per un secondo, poi, mi alzai a mia volta e mi avviai verso la vicina stazione della metropolitana. Mi coprii la testa col mio inseparabile berretto e sotto ci nascosi un paio di grosse cuffie che avevano il pregio di isolarmi dal resto del mondo. Dopo poche fermate, riemersi in superficie, in un quartiere residenziale, fatto di alti casermoni ma con abbastanza verde perchè la vista non fosse delle peggiori. Era tutto quello che potevo permettermi. Ma, almeno, era una casa tutta mia. Girai le chiavi nel portone, senza pensare a quei gesti già automatizzati, salii le scale quasi di corsa e mi ritrovai sul pianerottolo del terzo piano. Un mesto miagolio mi salutò da dietro la porta scura, facendomi sorridere. Ma fu qualcos altro ad attirare la mia attenzione. Davanti alla porta c'era un grosso pacco, imballato come se provenisse da lontano. Mi chiesi cosa fosse e chi l'avesse portato lì. La seconda domanda fu facile da risolvere: un bilgietto del portiere mi informava di averla lasciata lì in mattinata, dopo averla ritirata dal corriere. Un dettaglio attirò la mia attenzione, un nome, una marca. "..Dimmi che non è quello che penso.." sussurrai in preda all'eccitazione. Aprii la porta di casa e spinsi dentro il misterioso pacco. "..Ma ciao.. ma ciao bel musetto.." risposi dopo che un elegante gatto nero mi aveva salutato con un sonoro miagolio. "..Si, si.. adesso arrivo..". Diedi da mangiare al gatto e tornai ad esaminare il mio "regalo". Scartai piano piano. Per poco non mi misi ad urlare. Non poteva essere vero. C'era anche un bigliettto. "...Oh, ma tu sei un mito.." commentai ad alta voce. Mi ripromisi di telefonare immediatamente al mio maestro per ringraziarlo. Certo, gli avevo scritto che avevo smesso di allenarmi perchè era difficile trovare un corso della mia specialità, ma da qui a spedirmi un sacco per allenarmi a casa, c'erano delle vie di mezzo. "..E io dove lo metto adesso?" dissi guardandomi attorno. Dopo pochi minuti l'avevo sistemato in un angolo tranquillo del salotto, rivoluzionando un poco la disposizione della stanza. Guardai per un momento il computer abbandonato sulla scrivania, sapevo di avere ancora del lavoro da sbrigare. Ma, infondo, la serata era ancora lunga. Mandai un messaggio entusiasta al mio maestro, e uno alla mia migliore amica, dopodichè corsi a cambiarmi. Passarono pochi minuti ed ero già pronta, pensai per un istante di mettere i guantoni, ma poi pensai che rinforzare le nocche mi avrebbe fatto solo bene. Passai mezz'ora buona ad allenarmi, colpo dopo colpo, dimenticando problemi e tensioni, cose da fare e scadenze. Poi, esausta ma soddisfatta, mi concessi una lunga doccia, che eliminò ogni residuo di stanchezza arretrata. Alle 23.00 ero pronta per lavorare. Mi misi davanti al computer, e mi alzai dalla sedia soltanto a notte inoltrata. Il mio adorato micio, intanto, si era raggomitolato sulle mie gambe. "..andiamo a nanna.. su.." dissi prendendolo in braccio. Raccolsi in una cartellina tutto il materiale che avevo raccolto, dividendolo per argomento, e poi mi diressi finalmente verso la camera. Sfinita, mi addormentai, un sonno calmo e senza sogni. La sveglia trillò, implacabile, alle 7.00 in punto. Mi alzai, tenendo aperti gli occhi a metà, e mi diressi in cucina controvoglia. Feci colazione, mi preparai, e dopo poco fui in condizione di uscire. "..Buonagiornata, tesorino mio..." dissi accarezzando affettuosamente il gatto che mi osservava con grandi occhi gialli. Alle nove in punto ero in Università, davanti alla biblioteca di Storia Capomazdese. |
07-05-2013, 21.16.27 | #1114 |
Cittadino di Camelot
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Li guardai.......allibita...." Voi state scherzando......io per mestiere non apro e chiudo la serranda di un negozio...io devo operare e operare dei bambini.......non credo proprio che io vi seguiro' senza aver compiuto il mio lavoro, e se siete menti eccelse capirete bene quale motivo mi spinge a rispondervi cosi'......poi credo che sia anche il caso...che io sappia chi sia il mandante di tutta questa storia......anche se lo ringraziero' di persona per non sventolare ai quattro venti quello che e' il mio privato.......poi dovro' anche avere il tempo di cambiarmi , sono in una tenuta che non penso sia carina per andare in giro...e ora se non vi dispiace, se vi piace la cosa potete attendere qualche ora in questa stanza..caso contrario andate a passeggio con la vostra macchina e passate dopo...sempre se il mandante sia di mio gradimento...."....mi alzai e andai verso la porta.......ma chi diavolo si credevano di essere.....avrei dovuto lasciare tutto per seguire chi ?.....intanto avrei telefonato a Liam....se sapeva qualcosa e non mi aveva detto nulla... me l'avrebbe pagata cara.......misi il piede fuori la porta ......per chiamare Elina....
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08-05-2013, 01.48.10 | #1115 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Professoressa...” disse uno dei due uomini ad Elisabeth “... non è saggio da parte sua far attendere colui che ci ha inviati qui. Di bambini ce ne sono tanti... alcuni muoiono, altri guariscono, molti ancora nascono. Del resto a questo mondo vi sono tanti drammi. E lei è certo troppo intelligente per divenire causa di altre sciagure.” La sua voce suonò cupa.
“Abbiamo conoscenze non solo all'università” intervenne l'altro “ma anche in questo ospedale. Praticamente in questo stesso momento un qualsiasi infermiere o inserviente potrebbe alterare un lavaggio o un'iniezione per uno di quei bambini. Quindi è ragionevole da parte sua seguirci senza fare troppe domande. Non abbiate paura... vi sarà spiegata ogni cosa da chi di dovere. E domani riprenderà tranquillamente il suo lavoro qui.” “Quindi la preghiamo caldamente di seguirci.” Fece il primo con una voce che suonava quasi perentoria.
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08-05-2013, 06.37.09 | #1116 |
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Clio arrivò così davanti alla porta della biblioteca e quasi nello stesso momento si sentì chiamare.
Vide allora avvicinarsi a lei qualcuno. Luke era un uomo magro, dal volto scarno e dallo sguardo sveglio. Capelli pettinati all'indietro, pizzetto nero e ben curato, un cappello vagamente sulle ventitré ed uno zaino sulla spalla. In mano aveva diversi giornali legati l'uno sull'altro. “Buongiorno.” Disse sorridendo. “Arrivando ho notato una caffetteria molto caratteristica. E' quella in cui, narra la tradizione, veniva preparata la Sacher per la Granduchessa Conelia. Quindi, anche se ha già fatto colazione, non accetterò rifiuti. Andremo lì ad assaggiare quella torta.” Le fece l'occhiolino. “E nel frattempo le mostrerò i primi risultati della mia ricerca. E ne resterà sorpresa.” Così, in quella storica caffetteria, Luke mostrò a Clio alcuni articoli che lui aveva raccolto qui e là. “Il primo a cadere, secondo la leggenda, per colpa della maledizione, fu l'Arciduca Ardeliano.” Spiegò il fumettista, facendole vedere i vari ritagli di giornali. “In verità ho capito poco circa i motivi, visto che le fonti non sono d'accordo su tutto. Le motivazioni non sono chiarissime... gli Arciduchi muoiono a causa di questa maledizione, ma non si capisce bene se sia legata solo alla sfera amorosa, o anche a quella politica... in pratica... la maledizione mira solo a negare la felicità ai Taddei, o anche a disconoscere le loro pretese su Sygma?” La cameriera servì loro ciò che avevano ordinato. “I ricchi Taddei, oggi industriali di successo, sono comunque i discendenti degli aristocratici duchi che dominarono queste terre dalla tarda antichità fino alle soglie dell'età contemporanea. E la loro dinastia conserva ancora oggi privilegi incomprensibili per molte persone. Possiamo dire che i Taddei sono veri e propri principi. Principi della moderna Capomazda, come lo erano i loro antenati nei secoli passati, sebbene il loro potere oggi ha origini economiche e non più di sangue. E se hanno conservato intatto questo loro potere... avranno alle calcagna ancora il demone che li perseguita da sempre? In pratica non riescono a non avere il pacchetto completo.” Rise. “Comunque la città ora è in fermento. Infatti è atteso l'unico erede di Robert de' Taddei. Suo nipote, nominato dal vecchio industriale suo erede universale. Sarebbe un bel colpo andare nel loro mega palazzo per il pranzo che celebrerà il suo arrivo, vero? Eh, peccato che occorra l'invito ufficiale... e se anche viviamo nel XXI secolo, certi privilegi non sono stati aboliti... e quei privilegi non valgono certo per i fumettisti squattrinati...”
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08-05-2013, 06.41.47 | #1117 |
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“Si, certo...” disse Julien ad Altea “... l'università...” sembrava che pian piano riacquistasse serenità “... datemi solo qualche minuto e vi accompagnerò io... avevo anche fatto una telefonata... ad un vecchio amico... dirige una testata giornalistica... e la madre di Josephine mi aveva parlato della sua passione proprio per la carta stampata...”
“Sta dicendo che...” fissandola Josephine. “E' solo un'idea la mia...” sorridendo la psicologa “... però ci sono buone possibilità che al giornale abbiano bisogno di una mano... e così...” “Oh, signora Julien!” Saltando su dalla contentezza Josephine. “Io non so cosa dire! Il mio sogno è proprio quello di entrare un giorno in un grande giornale!” “Speriamo bene allora.” Sorridendo Julien. Poco dopo, le tre si recarono in centro, per raggiungere l'università. Il traffico ed il caos per i funerali dell'industriale erano poco a poco diminuiti e la circolazione riprese a scorrere fluida. In breve così, Altea, Julien e Josephine, arrivarono all'Università Cattolica.
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08-05-2013, 07.02.18 | #1118 | |
Cittadino di Camelot
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Il cimitero di Capomaza era un luogo spazioso, monumentale... statue, colonne, sepolcri e cappelle erano sparsi tutt’intorno, ordinati attorno ad ampi viali alberati...
e fu proprio percorrendo il principale viale che vidi quella silenziosa e lenta processione uscire dalla cappella e dirigersi verso i sepolcri... li seguii in silenzio, dunque, e mi fermai a qualche distanza, appena celata nell’ombra di un’alta colonna... e da lì, nascosta dietro i miei occhiali neri, potevo vedere tutti gli astanti... c’erano uomini seri ed eleganti in giacca e cravatta, donne compunte vestite di nero, uomini di chiesa, giovani, anziani... io scorrevo le facce, ad una ad una, non sapendo bene cosa stavo cercando... e poi, all’improvviso, quella voce, quelle grida. Incuriosita, cercai tra la folla il volto dell’uomo che aveva parlato, ma non riuscii ad identificarlo. La cerimonia funebre riprese, un uomo prese la parola con un discorso carico di tensione e dolore... e poi, di nuovo, quella voce tornò a farsi sentire... questa volta, però, l’uomo fu trovato... e non soltanto da me... Citazione:
Li vidi scortare l’uomo lontano dalla cerimonia e lasciarlo sotto un lungo porticato... attesi che si allontanassero, poi mi avvicinai a lui... “Salve!” dissi.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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08-05-2013, 15.38.17 | #1119 |
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Ero davvero contenta per Josephine...a Oxford era sempre eccelsa nei giornali universitari, la abbracciai di contentezza e tutto tornò nella normalità di prima.
Presi i tomi, la lettera e pure la collana di famiglia...era mia intenzione farla analizzare poichè volevo saperne l'epoca e la provenienza. Salimmo nella bella auto di Julien che sfrecciava lentamente e tranquillamente tra le vie della città..allora il caos di prima era proprio dovuto al funerale del miliardario dè Taddei. Notavo quella città...a volte sembrava di essere tornati in tempi remoti nella zona storica per poi addentrarsi nella zona moderna, il tutto cosi ben amalgamato in modo da unire in modo sapiente passato e futuro..pensai sarebbe stato bello camminarci tranquillamente ma non era ora il momento. In breve arrivammo alla Università Cattolica, entrate mi presentai alla reception e consegnai la busta a una ragazza che lavorava in segreteria, chiedendole di darla al professore interessato e se poteva conferire oggi stesso. Ci sedemmo in una panca e aspettamo, guardavo il viavai di studenti e professori.
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08-05-2013, 15.47.06 | #1120 |
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Ascoltai attentamente Luke, poi sorrisi.
"...un invito, lei dice?" Digitando qualcosa sul display dello smartphone "...tipo quello che é stato mandato ai presidenti di Facoltà senza tener conto degli impegni accademici di ognuno? Mi è giusto arrivata una mail in cui chiedono se ci sia qualcuno disposto a fare rappresentanza ... I Taddei tengono molto ai loro investimenti, mi pare di capire..." Dissi passando il telefono tecnologico al fumettista. "...comunque... Tornando coi piedi per terra.. Anche io ho fatto qualche ricerca... Ha ragione nel dire che le fonti non concordano, ma è spesso così quando si tratta di miti e leggende.. Ci sono varie versione... Ho stilato una lista di titoli e voci da consultare... Inoltre, ho trovato direttamente on-line alcuni articoli.." Aprii la cartelletta. "...questo mi è sembrato interessante il ruolo del fiore azzurro nella Gioia dei Taddei: percorso ipertestuale, nonostante il titolo altisonante è una raccolta di fonti letterarie, ma era giusto per farsi un'idea.. Non possiamo partire da una sintesi... Dobbiamo andare alla radice... Si direi che dobbiamo focalizzare l'attenzione sull'inizio, confrontando la realtà storica con quanto riportano i miti... Sono certa che qualcuno ha già svolto un'analisi di questo tipo... Il primo Taddeo ad essere vittima della maledizione mi sembra un ottimo punto di partenza..." Alzai la testa, mentre programmavo mentalmente il giro che avremmo dovuto fare in biblioteca. "....allora, che mi dice? Iniziamo la ricerca o mi offro come volontaria per rappresentare la facoltà? Ci sarà la fila! Eheh... Mi avvisi, perché in tal caso dovrei comprarmi un vestito nuovo..." Dissi ridendo, mentre il sole mattutino, ormai, illuminava ogni cosa intorno a noi. |
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