11-11-2011, 22.02.07 | #1121 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Altea, non vedendo più suo marito, guardò verso gli scogli.
Ad un tratto cominciò ad avvertire freddo. E poi una sorta di lieve lamento nell’aria. Un attimo dopo alcune ombre, dalle tenebre, presero forma. “Cosa ci fai qui tutta sola, bella signora?” Disse una di quelle avvicinandosi ad Altea. Un momento dopo la ragazza si ritrovò circondata da quattro uomini armati di bastoni.
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11-11-2011, 22.05.10 | #1122 |
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“E sia!” Esclamò Essien, come a voler attirare l’attenzione di tutti su di lui. “Avanti, dobbiamo completare gli ultimi preparativi in vista dello spettacolo!”
Diede così le ultime indicazioni ad ognuno. Talia e Fantine prepararono i costumi ed aiutarono poi Gobert a sistemare gli attrezzi da utilizzare in scena. C’era fermento nella compagnia per lo spettacolo. Si sarebbero esibiti davanti ad un pubblico diverso da quello che avevano visto fino ad oggi. Il pubblico della capitale era probabilmente, non solo più colto, ma anche più esigente dei contadini che popolavano i villaggi e i borghi del Nord del paese. E questo lo sapevano bene i nostri attori itineranti. “Dov’è Tafferuille?” Domandò improvvisamente Essien. “Eccolo!” Indicò Tissier. L’uomo senza volto era appena tornato. Appariva più silenzioso e pensieroso del solito. “Tutto bene, amico mio?” Domandò Essien. Ma Tafferuille non rispose nulla, limitandosi solo ad un enigmatico cenno col capo. Raggiunse allora il retro del carro e, estratta una bottiglia di vino, cominciò a bere. “Non prima dello spettacolo, Tafferuille.” Avvicinandosi a lui Essien. “Va al diavolo, Essien…” mormorò Tafferuille “… lasciami in pace, oppure il tuo spettacolo andrà in scena senza la maschera di Tafferuille…”
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11-11-2011, 22.06.50 | #1123 |
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Intanto, in uno dei vicoli di Ostyen, alcune ombre si muovevano col favore della sera.
“La città pullula di soldati.” Disse una di quelle ombre. “Ogni uscita è sorvegliata e ci sono posti di blocco ovunque.” “Silenzio…” fece un’altra di quelle figure “… li sentite? Sono i soldati pesantemente armati… sarà impossibile uscire da questa città… come i Romani, braccati da Sanniti nelle Forche Caudine…” “Abbandonatemi qui, amici…” mormorò l’uomo che era con loro “… sono vecchio e stanco… sarò solo di peso alla vostra fuga…” A lui si avvicinò una di quelle figure che era stata in silenzio fino a quel momento. Queste erano tutte col capo celato da un cappuccio. “Siamo venuti per trarvi in salvo, padre” disse quella figura “e non lasceremo questo paese senza di voi.” “Chi siete voi?” Domandò il chierico. “Amici.” Rispose la figura, che nel frattempo l’alone della Luna, sfiorandone il volto, aveva illuminato i suoi occhi azzurri. “Siete inglesi?” Chiese il chierico. La figura non rispose nulla. “Già, comprendo…” sorridendo il chierico “… conoscevo un ragazzo, tempo fa… un mio studente… giunse a studiare qui ad Ostyen proprio dall’Inghilterra…” “Vedrete che riusciremo ad uscire da questa città, padre.” Disse la figura dagli occhi azzurri. “Aveva i vostri occhi, quel ragazzo…” sorridendo il chierico. La figura, a quelle parole, si coprì meglio il volto col cappuccio del mantello. “Non possiamo restare oltre, capo.” Disse un’altra di quelle figure. “Ogni momento il rischio di essere presi aumenta.” La figura dagli occhi azzurri annuì. “Dobbiamo dividerci.” Fissando i suoi uomini. “Solo così avremo una possibilità di uscire da questa città.” “E il chierico?” “Viaggerà con te.” Rispose la figura dagli occhi azzurri. “Lo condurrai al luogo dell’appuntamento, dove ci sarà il nostro uomo. Penserà lui a farvi uscire dalla città. E ognuno di noi cercherà di fare altrettanto.” “Dio protegge sempre i Suoi Angeli.” Fissandolo il chierico. “Ed io pregherò per voi.” “Non abbiate paura, padre.” Disse la figura dagli occhi azzurri. “Ci sono ancora molte cose che voglio fare prima di morire…” sorrise “… non ho ancora visto le Indie, per esempio.” Tutti loro sorrisero. “E poi…” continuò la figura “… non ho ancora incontrato il grande amore.” “Che Dio ci assista, amici miei.” Sussurrò il chierico. “E’ ora di andare, amici miei.” Disse la figura dagli occhi azzurri. Allora, come deciso, si separarono ed ognuno prese una strada diversa.
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11-11-2011, 22.13.49 | #1124 |
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Mi diressi verso gli scogli, il vento iniziò a fischiare di nuovo impetuoso e freddo, mi sentii improvvisamente a disagio. Quando apparvero nel buio delle ombre, mi guardai attorno circospetta e davanti a me si presentarono quattro uomini armati di bastone. Cercai di mantenere la calma, già la situazione era preoccupante e risposi all'uomo che mi aveva rivolto la parola "No messere, non sono sola. Mi trovo qui con mio marito, avete qualche problema? Vedo siete armati, non sarete cosi vili da voler picchiare una donna?" Li guardai con sfida. Ero certa che Orlando sarebbe arrivato presto.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
12-11-2011, 00.59.04 | #1125 |
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Rimasi al tavolo insieme agli altri miei compagni, avreì voluto parteciparvi anche io dal vivo ma il mio Maestro mi chiese di attendere ed io gli obbediì; anche se credevo di essere ferrato per tali situazioni era sempre meglio imparare da chi avesse più esperienza di me. Osservaì la scena e presi appunti sul mio diario di viaggio.
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12-11-2011, 01.55.34 | #1126 | |
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“Non è raro incontrare zingari da queste parti, signore.” Disse Iwane a Rodolfo. “Si aggirano come ombre tra la campagna, traendo vantaggio dall’indecifrabilità delle tenebre.”
Un attimo dopo una cameriera servì a Rodolfo il vino e le polpette ordinate. Ma proprio in quel momento, qualcuno si avvicinò al loro tavolo. Citazione:
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12-11-2011, 02.05.28 | #1127 |
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Uno strano individuo si avvicinò al tavolo dove il mio Maestro conduceva la conversazione, non sapendo cosa fare ero indeciso dall'intervenire camuffando il mio intento o rispettare gli ordini del mio Maestro.
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12-11-2011, 02.13.46 | #1128 |
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Quei quattro uomini avevano circondato Altea.
“Oh, milady, ma dipenderà da voi…” mormorò uno di quelli “… se sarete docile ed arrendevole, allora non ci sarà bisogno di questi bastoni…” e rise, subito imitato poi dai suoi compari. “Avanti, bellezza, perché non ci fai vedere il tuo bel corpicino?” Fece un altro di quelli. “Su, spogliati, non essere timida… vedrai che ti faremo divertire…” Ma proprio in quel momento, da dietro una cappellina dedicata alla Santa Vergine col Bambino, un’ombra si lanciò su uno dei quattro, colpendolo al volto e disarmandolo. “E tu da dove salti fuori, bastardo?” Gridò uno dei tre uomini rimasti. “Fate i gradassi perché siete in quattro contro una donna…” disse con disprezzo Orlando “... vediamo come ve la cavate contro un uomo, invece…” I tre subito si lanciarono contro Orlando. Questi, per istinto, portò la mano sulla cintura, ma non era armato. Allora raccolse il bastone dell’uomo che aveva tramortito ed affrontò i tre rimasti. In breve, il bel nobile, riuscì a far valere la sua abilità e mise fuorigioco i tre lestofanti. “Come stai, Altea?” Avvicinandosi a sua moglie. Accorgendosi poi che quegli uomini non erano arrivati a farle del male, si sentì liberato. “Perdonami, non volevo lasciarti da sola…” continuò “… ma avevo notato una strana apertura tra quegli scogli. Mi sono avvicinato e ho scoperto una sorta di passaggio. Forse è lì che si è nascosta la ragazza col tuo anello.”
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12-11-2011, 04.08.58 | #1129 |
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Intanto, per le strade di Ostyen, una bella e giovane contadinella canta alla pallida Luna di Novembre:
"Dove mai sarai e in che modo fuggir tenterai? La Repubblica tutta senza sosta ti cercherà, lo sai! Madonna Morte famelica a ogni angolo ormai ti attende! Per Magnus è un ossessione catturarti, mio amato Giglio Verde!"
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12-11-2011, 14.32.24 | #1130 |
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Io, Fantine e Gobert stavamo ancora finendo di controllare gli attrezzi di scena quando Tafferuille fece di nuovo la sua comparsa nel gruppo...
Lo scrutai nascostamente per un istante... era teso, preoccupato... e ciò mi parve curioso: dopotutto lui e i suoi amici Pomerini non avevano che da guadagnare da ogni singolo colpo inferto al potere ginestrino... e se, oltretutto, il responsabile di questo era il Giglio, non avevano neanche niente da temere! Eppure Tafferuille era scontroso quella sera... tanto che rispose male persino ad Essien, quando gli si fece incontro. Continuai a fissarlo per qualche istante... poi spostai gli occhi di nuovo sulla strada, dove la Guardia Repubblicana continuava a controllare chiunque si trovasse a passare... non potevano sperare -pensai- di scoprire davvero il Giglio Verde e la sua banda in quel modo... ma allora come avrebbero proceduto dopo? Avrebbero iniziato con i rastrellamenti per tutta la città, probabilmente... e noi? Cosa ne sarebbe stato di noi, attori itineranti, categoria più che sospetta, in quel caso? Un acuto senso di disagio si impossessò di me in quel momento... e, forse per la prima volta da quando mi ero imbarcata in quella impresa, mi sembrò che tutto fosse in dubbio... la meta mi pareva tanto lontana, ancora, e gli ostacoli sul cammino fin troppi... Avevo bisogno di procedere, avevo bisogno di ritrovare una dimensione che mi permettesse di visualizzare di nuovo il fine... E fu allora che mi miei occhi si posarono di nuovo su Tafferuille... Tafferuille... lui poteva aiutarmi... perché non ci avevo pensato prima? Ero stata sciocca e cieca... mi ero fossilizzata su un’idea senza valutare il quadro generale e le possibili vie alternative... avevo agito senza riflettere, avevo agito con trascuratezza... Quasi con noncuranza, quindi, mi avvicinai al retro del carrozzone, dove erano ammassati gli oggetti utili allo spettacolo e qui mi fermai, fingendo di contarli per controllare se c’era tutto... Essien si era allontanato ed ora stava discutendo animatamente con Tissier su non sapevo che cosa... Tafferuille invece si era appoggiato al carrozzone, aveva lo sguardo cupo e distante... “Mattinata interessante... ricca di colpi di scena, direi!” sussurrai, senza tuttavia guardarlo e continuando a fingere di continuare il mio piccolo inventario “Sul palco c’erano De Jeon, Missan e Oxio... sono sempre loro che compaiono in pubblico, vero? Ed è a loro che ci si riferisce parlando dei Ginestrini... eppure pare che il vero capo sia qualcun altro... il Novizio Hordisfreyus... l’uomo conosciuto come ‘Il Maestro’...” La mia voce, bassa e grave, si spense per un istante... “Ma chi è il Maestro?” domandai, voltandomi finalmente a guardarlo “Perché si nasconde?”
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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