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29-11-2012, 04.40.37 | #1131 |
Disattivato
Registrazione: 16-09-2012
Residenza: Mediolanvm
Messaggi: 8,176
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Chissà perchè, non mi tranquillizzo affatto..
"Luogotenente, avete detto, Signor Musan..?" Dissi corrucciando la fronte "Che ne è stato del Capitano Guerenaiz?" Quell'uomo mi piaceva sempre meno, e se era un uomo del governatore, perchè non era olandese? E se qualcuno aveva sostituito Guerenaiz nella lotta contro i pirati, allora difficilmente ci avrebbero aiutato a salvarlo... "Quanto ai motivi che mi hanno spinto a Las Baias, se permettete, non vi riguardano." Mi chiesi che atteggiamento sarebbe stato più opportuno con quell'uomo. Avrei voluto chiedergli di restituirmi immediatamente i miei vestiti, ma avevo una questione più urgente da chiarire. "Tuttavia non sono giunta da sola, ma con un valente Guardiamarina di sua eccellenza.. voi avete ritrovato solo me? o debbo immaginare che lui si trovi in un posto meno affascinante di questo?" E, verosimilmente, con i vestiti addosso? |
29-11-2012, 08.41.16 | #1132 |
Cittadino di Camelot
Registrazione: 24-07-2011
Messaggi: 12,963
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Mi divincolai dalle sue mani..quelle mani appena sporche del sangue di quegli innocenti, provavo un forte senso di nausea verso di lui..."Mi volete lasciare in pace Eccellenza? Io non sono come un vostro giocattolino da collezione...e quanto il venire da Voi ora..mi spiace..se voi non libererete il maestro Lin io non verrò e non accetterò nulla da Voi. Domani mattina verrò nel vostro Palazzo e ne parleremo, ora lasciatemi sbrigare le commissioni che sono venuta qui a compiere...e poi tornerò a casa"...in verità volevo andare da Wesl e raccontargli l'accaduto, e magari cercare rifugio per la notte visto non volevo tornare a casa e non potevo visto ero rinchiusa in camera..e forse l'indomani mattino se non vi era altra possibilità sarei andata a contrattare col Governatore per la liberazione del maestro.
Mi allontanai di nuovo, si era levato un forte vento, scompigliava anche l'anima...sentivo rollii di tuoni e vedevo lampi, dovevo affrettarmi e raggiungere Wesl.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
29-11-2012, 09.00.55 | #1133 |
Cittadino di Camelot
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Residenza: catania
Messaggi: 3,453
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Il calesse era fermo li' dove Storm lo aveva lasciato, ci saltammo sempre e andammo via da quel posto che non ci aveva dato nulla o quasi..la catenina di Ingrid ed un foglietto di carta.....ad un tratto Storm fermo' il calesse...scesi, e mi tolsi il saio...sotto c'era un vestito che non avevo visto neanche alla piu' povera della casa dove vivevo " Pensate che ci faranno entrare in una locanda conciati cosi'.....?...."...Guardai Storm negli occhi, era stanco e spazientito e il suo piano era l'unico modo di poter rientrare in gioco.....arrivati alla locanda entrammo...c'era odore di sigari e di vino, insomma per me quella era puzza, quando papa' fumava con i suoi amici, l'odore whisky, non mi dava cosi' fastidio, mi misi accanto a Storm e lasciai parlare lui......era l'unica persona che mi fidavo almeno in quel posto, mentre lui parlava con il locandiere, osservavo ogni persona seduta al tavolo o in piedi, notai che non erano persone del porto o comunque gente di bassa lega....ma molti di loro eran ben vestiti...e.........improvvisamente il mio cuore cesso' di battere....presi la mano di Storm nella mia e la strinsi cosi' forte da volerla fondere con la mia....quando il locandiere se ne ando' feci cenno a Storm di andare nella parte della locanda meno illuminata....." Storm...vedete quell'uomo seduto nel tavolo in fondo ?...sì quello ben vestito con altri uomini della sua risma....hanno delle carte davanti....quello e' mio padre....che ci fa' qui, lui non conosceva queste isole e non voleva neanche che io partissi.......".....
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29-11-2012, 12.28.19 | #1134 |
Cittadino di Camelot
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Residenza: milano
Messaggi: 1,396
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Guardai al orizzonte e restai a fissarlo per vedere qualcosa ma ancora eravamo distanti e dentro di me dissi chissà che succederà quando arriveremo cosa e chi ci aspetterà
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fabrizio |
29-11-2012, 18.56.30 | #1135 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Musan sorrise e poi tornò a fissare Clio.
“Amica mia...” disse avvicinandosi al letto “... tutto ciò che accade in questi mari e non solo a Las Baias, mi riguarda... se non avrò da voi una spiegazione soddisfacente, beh, finirò col credere davvero a voi come una bella sirena... cosa narrano le leggende?” Sedendosi su una poltrona di fronte al letto. “Ah, si... le sirena camuffano le loro code quando vogliono confondersi tra i mortali, tenendo così celata la loro identità... e ditemi... voi cosa nascondete? E come fate a conoscere il capitano Gurenaiz?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
29-11-2012, 19.54.48 | #1136 |
Cittadino di Camelot
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Messaggi: 268
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Giunsi nella mia stanza e prima che la serva mi lasciasse riuscii a sapere che giorno era.
Solo allora mi resti conto che era passato già un mese da quando ero arrivata in casa del colonnello. Chissà se il signor Fhael è già andato a vedere come mi andavano le cose..e chissà come avrà reagito nel non trovarmi più...E il colonnello, come avrà reagito lui? E Sesc, chissà se hanno ritrovato il corpo di quel traditore! Tra simili pensieri mi accasciai sul letto. Ero decisa a scappare da questa casa, e da quel vecchio pazzo. In fondo, ero riuscita a scampare dalle grinfie di perfidi omaccioni barbari, un anziano non mi avrebbe spaventata affatto. Ma come? Presi a girovagare per la stanza, in preda a congetture e piani fallimentari, tanto che non notai neanche le fattezze della mia stanza e gli splendidi oggetti che la decoravano. Rispetto al maniero polveroso e lugubre della donna, questa casa era molto ben tenuta e si notava un tocco esperto nel sistemare ogni cosa al posto giusto. Camminai avanti e indietro per un tempo che non saprei definire senza giungere a nessuna conclusione. Tentare di scappare ora era impossibile. Dovevo prima conoscere bene il territorio in cui muovermi, come operava la sorveglianza e le sue eventuali falle. Prima però dovevo cercare di conquistare la fiducia del vecchio e di chi gli stava intorno, magari così facendo avrebbe pian piano allentato la presa e avrei avuto più libertà di azione. Mi fermai davanti all'armadio in noce che dominava, quasi minaccioso, affianco alla porta. Aprii le ante e trovai al suo interno numerosi abiti alquanto pregiati. Era l'ennesima prova che al vecchio i soldi non mancavano. Ne scelsi uno a caso e finalmente tolsi il mio, che ormai non era altro che un cumulo di stracci. Lo piegai accuratamente e lo riposi in una cassapanca..era una delle poche cose rimaste che mi riportavano alla mente i giorni in casa del colonnello. Uscii dalla mia stanza e girovagai per un po' nel corridoio dal quale ero passata prima. Svoltai poi a sinistra e mi trovai in un gran salone delle feste.
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29-11-2012, 20.06.24 | #1137 |
Cittadino di Camelot
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Residenza: Ignota ai più
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Sorrisi, tornando a guardare i suoi occhi...
“Sai...” mormorai, in tono leggero e giocoso “Probabilmente te lo devo, Capitano... voglio dire... dopo tutto mi hai acquistata, se ben ricordo... giusto?” Lentamente mi alzai e presi la sottile camicia che mi aveva donato... era di una stoffa leggera e morbida, quasi impalpabile, come l’aria... le mie dita la sfiorarono e ne rimasero ammaliate... mai avevo posseduto qualcosa di altrettanto bello, di altrettanto prezioso... Esitai, come rapita da tanto splendore... poi lentamente sollevai le braccia e lasciai che la stoffa delicata mi scivolasse addosso... Poi tornai a guardarlo... “Allora?” gli sussurrai, con un vago sorriso, avvicinandomi e carezzandogli piano il viso e le spalle “Potrei assomigliare un po’ a quella donna bellissima cui era destinata questa camicia? Potrei esserlo per te?” Lo osservai per un lungo momento, lo osservai mentre mille pensieri mi attraversavano la mente... ed in ognuno di quei pensieri, proprio al centro, c’era lui... ed all’improvviso, senza apparente motivo, ebbi paura. Una paura inconscia, irrazionale... una paura cieca. Sospirai e mi rannicchiai tra le sue braccia, allora... “Stringimi...” lo pregai con la voce ora sottile “Ti prego, Guisgard, stringimi... e dimmi che vuoi tenermi con te! Dimmi che non vuoi lasciarmi di nuovo! Dimmelo ora, ti prego!”
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." Ultima modifica di Talia : 29-11-2012 alle ore 20.12.19. |
29-11-2012, 20.45.32 | #1138 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Guisgard la fissò e restò rapito da quella visione.
Talia appariva simile ad un ritratto. Uno di quei ritratti della classicità, dove all'immagine si accompagnava la lettura di versi e la musica di qualche strumento. Uno di quei ritratti che dovevano rappresentare la più alta concezione della bellezza secondo gli antichi. E Talia infatti appariva nei tratti, nell'espressione e nelle movenze, come racchiusa in un disegno antico, fatto di tinte e colori senza tempo. Lo sguardo era ardente per la passione, appena velato sotto le palpebre leggere e le gote solo bagnate da un rossore attenuato dallo splendore della sua pelle di vellutato alabastro. I capelli scendevano disordinati, come foglie d'erica e il loro splendore al contatto delle candele li rendeva simili a pendagli dorati su un collo bianco e perfetto. La seta scendeva candida sulla sua pelle, racchiudendola ed avvolgendola come la rugiada fa con i primi fiori del mattino, mentre i petali si schiudono alla luce del Sole nuovo. E Guisgard restò a fissarla per lunghi momenti. La luce delle candele proiettava sulle pareti le loro ombre che sembravano tremare e vibrare sotto quell'incerta luminosità. E come avidi ed assetati di bagliori, gli occhi di lei catturarono ogni riflesso di quelle candele, per poi cominciare quasi a splendere di luce propria. Guigard allora prese la sua mano, la sfiorò con un bacio e la condusse accanto ad una delle finestre della cabina. Il cielo era un contrasto di luci e ombre, con fulmini lontani che squarciavano le nuvole alla deriva sull'orizzonte, mentre dall'altra parte l'aria resa fresca e limpida dal vento schiariva lo scintillio delle stelle più alte e luminose, che si alzavano sopra il tumulto della tempesta ormai prossima. Si intravedeva, con la sua luce incantata e ancestrale, la Luna nuova intrappolata tra le inquiete nuvole sul mare, ma capace di disegnare venature argentate tra i disegni che sembravano animarsi al sibilo del vento. “C'è un qualcosa di incantato in questi mari...” disse Guisgard a Talia “... mi sento come un artista sul punto di scegliere cosa rubare a questo scenario e farne materia per la sua opera...” le parlava stringendola a sé “... eppure tutto mi parla di te... così, potrei descriverti la Luna, o le stelle una ad una... o forse narrarti del mare, del corallo che posa su di esso il tramonto o del bianco candore della sue spumose onde... eppure” guardandola negli occhi “tutto questo io lo vedo ora brillare nei tuoi occhi... tu, amore mio, sei tutto il mondo per me... ed io non ti lascerò mai più...” E davanti a quell'esotico scenario, le loro labbra si unirono ancora, così come la loro pelle e le loro anime.
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29-11-2012, 22.19.43 | #1139 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“La vedrete quando lo deciderà l'ammiraglio.” Disse il soldato a Parsifal. “Ma prima di ogni cosa sarà bene conoscere il vostro nome... chi siete e perchè navigavate in alto mare con una lancia? Siete forse un contrabbandiere o un pirata? Parlate!”
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29-11-2012, 22.22.55 | #1140 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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A quelle parole di Altea, il governatore restò confuso e poi turbato.
La ragazza poi si allontanò e il governatore, insieme ai suoi, tornò al suo palazzo. Poco dopo, Altea raggiunse il molo dove si trovava Wesl. Il pescatore era impegnato a sistemare le reti sulla sua barca. La vide arrivare e la salutò con un cenno.
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