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14-09-2010, 10.12.49 | #1141 |
Cittadino di Camelot
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Sentendo quella voce rimasi fermo non capivo chi poteva essere rimasi con il mio arco teso pronto a scoccare le frecce iniziavo a sentire la stanchezza della battaglia non riuscivo piu a capire che stava accadendo mi domandai perchè tutto quel sangue sparso e tutti questi morti mi auguravo che finisse tutto in quel istante e che i miei compagni di avventura fossero tutti vivi ma in un momento mi guardai in torno e cercai Guisgard non riuscivo a vederlo allora mi rivolsi a Maladesh e dissi dovè Guisgard lo hai visto io non riesco a vederlo dobbiamo sapere se è ancora vivo e se a bisogno del nostro aiuto.
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fabrizio |
14-09-2010, 20.17.24 | #1142 |
Cittadino di Camelot
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Carcassonne! Le alte e ruvide mura di pietra grezza si avvicinavano rapidamente mentre la mia piccola compagnia procedeva al trotto lungo l’ampia strada che portava in città. Com’era bella Carcassonne, così imprendibile e fiera sulla cima della collina! Quel fulgido sole mattutino la inondava di luce, carezzando gli alti bastioni e indugiando tra le irregolarità delle mura… e allora pensai a Guisgard: avrei tanto voluto che fosse lì in quel momento, lui che così a lungo mi aveva parlato dello splendore della sua terra, avrei voluto fosse lì perché potesse vedere la magnificenza della mia, il suo calore, la sua joie de vivre… Guisgard… oh sì, avrei voluto che fosse lì! Avrei voluto rivederlo un’ultima volta! O anche, soltanto, sapere che stava bene! Ma scacciai quell’idea… era un’idea da sciocca, mi ammonii.
Uno dei cavalieri suonò il corno e allora vidi gente dai campi correre verso di noi, salutando ed esultando… ne fui intenerita, rendendomi conto quanto in fondo amassi quella terra e quella gente. Ero stata una stupida, pensai, ad identificare Carcassonne con mio padre… perché il visconte non era Carcassonne! Carcassonne era pietra e terra, era il cuore di quelle persone, era il loro calore, i loro sguardi, la loro fatica quotidiana, la loro vita… Quelle persone che sembravano ripagarmi con lo stesso affetto e devozione. Quanto dovevo apparire felice ai loro occhi! Quanto dovevo apparire fortunata a loro, che probabilmente non potevano vedere quella gabbia di parole e compromessi in cui ero chiusa! Entrammo nella prima cerchia di mura ed attraversammo il portone della seconda, per poi prendere la strada lastricata in salita che portava verso il palazzo. Quante e quante volte prima di quel momento avevo percorso quella strada, eppure mai mi era sembrata tanto lunga e faticosa: quella strada ora somigliava alla scala del patibolo per me. Di fronte al palazzo c’era un gran fermento di paggi e guardie… ma la mia attenzione fu attratta da Alvien, la mia buona nutrice. Le sorrisi. Fu lei che mi prese non appena smontai da cavallo, che fece uno sbrigativo cenno di assenso a Gerard e poi mi spinse via, dentro il palazzo, al riparo e lontana dalla confusione. Lasciai che l’amorevole braccio di Alvien mi conducesse fino a quelle che erano sempre state le mie stanze, parlava ma io non ascoltavo… ero affranta, mentalmente sfinita.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
15-09-2010, 02.44.07 | #1143 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La furia del duello.
La forza data all'odio. Non è poi tanto diversa dalla forza che può dare l'amore. Chi lo so sa. Cosimus era forte ed animato da vivo odio. Guisgard lottava per liberarsi. Liberarsi dall'odio di Cosimus, ma anche dai suoi fantasmi. Vincere quel duello. Ma poi? Ma lo scorrere degli eventi era implacabile. La vita non si ferma davanti a noi. Un romanzo. Qualcuno ha detto che la vita è come un romanzo. Ed il finale non è mai scontato. Ed ora come ora tutto appariva come un immenso dramma. Il braccio di Cosimus era saldo, la sua spade temibile. "Val la pena per te vivere?" Chiese in un attimo di viva esaltazione. Guisgard lo fissava senza rispondere nulla. E quel duello sembrava interminabile, tanto, quasi, da fiaccare Elisabeth ed il suo potere. L'anello, simbolo di fiducia, legame e fedeltà, sembrava voler scivolare via. Come la gioia, la felicità. La gioia di vivere... "Quando diventasti cavaliere" gridò Cosimus proprio nel bel mezzo della battaglia "sognavi per te un giorno una morte gloriosa? Ebbene, sappi che morirai in questa foresta e sarai ricordato come un vile assassino!" "Come te?" Rispose Guisgard. "Si, come te..." E rispose con vigore ai suoi colpi. Ma ad un tratto la nebbia cominciò a diradarsi. Tutto all'improvviso. Il Sole iniziò a scaldare ed illuminare quell'angolo di foresta. E i due combattenti apparvero di nuovo agli occhi del mondo. Quello reale.
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15-09-2010, 03.01.06 | #1144 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Tutti si fermarono a quelle parole.
Il sigillo vescovile fu mostrato e come la luce sembrò illuminare e disperdere quel caos. Come se fosse il Giudizio di Dio su tutti loro. "In nome di sua grazia il vescovo" gridò solennemente Boise "la legge giunge in queste lande! Chi è fra voi che ha nome Guisgard di Capomagnus?" Ad un tratto si udirono i tipici suoni di un duello. Tutti si voltarono e riconobbero, poco distanti, Guisgard e Cosimus, che per la foga non si erano accorti di nulla. Boise fece un gesto ai suoi e questi raggiunsero e circondarono i due contendenti. "Fermi, in nome di sua grazia il vescovo!" Ordinò uno dei cavalieri di Boise. "Cosa accade?" Chiese Cosimus ansimando per la fatica del duello. "Chi fra voi è Guisgard di Capomagnus?" "E' questo marrano, cavaliere!" Rispose Cosimus indicando Guisgard. "Io l'ho riconosciuto! E' un assassino! Prendetelo e fate giustizia!" "La giustizia spetta ad altri, non a voi!" Intervenne Boise. Poi, fissando Guisgard, cominciò a leggere: "Sua grazia il vescovo concede la grazia, per l'intervento di sua signoria il visconte di Carcassonne all'uomo chiamato Guisgard di Capomagnus!" "Cosa?" Intervenne Cosimus. "E' assurdo!" "Silenzio!" Lo richiamò uno dei cavalieri. "Chi fra voi ha nome Cosimus di Provenza?" Chiese Boise. "Io... sono io. Perchè?" Chiese turbato Cosimus. "Cosimus di Provenza, sua grazia il vescovo vi impone di presentarvi al suo cospetto per chiarire la vostra posizione davanti ad alcune testimonianze che gettano ombra sul vostro operato negli accadimenti che portarono al processo di Guisgard di Capomagnus!" "Cosa? Siete folli!" Urlò Cosimus. "Disarmatelo e prendetelo con voi!" Ordinò Boise ai suoi. "Per intercessione del marchese di Carcassonne..." ripetè Guisgard.
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15-09-2010, 03.14.04 | #1145 |
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Intanto, a Carcassonne, nella sua stanza Talia si preparava per incontrare suo padre.
Ma Alvien, che ne conosceva ogni sospiro, vedendola così afflitta, prese a dire: "Ricordo quando uno dei fagiani reali si nascose nel cortile del palazzo. Voi piangeste una settimana nel vederlo preso e portato nelle dispense. Ogni sera, in quei giorni, era un'impresa farvi mangiare o anche solo sorridere. O anche quando Raphael, Dio l'abbia in gloria, partì per la giostra di Arles. Voi, per paura che si ferisse, attendeste il suo ritorno restando chiusa qui e scutando notte e giorno la strada da quella finestra." Si avvicinò e fissandola aggiunse: "Non siete mai stata brava a nascondere i vostri stati d'animo. Soprattutto la tristezza. Cosa avete, milady?"
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15-09-2010, 03.32.11 | #1146 |
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Intanto, nella foresta, mentre i cavalieri di Boise disarmavano quelli di Cosimus, Mion si allontanò, appartandosi sotto un albero.
Qui si fasciò la mano ferita. Appariva silenzioso e turbato, con lo sguardo perso nel vuoto.
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15-09-2010, 03.32.27 | #1147 |
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Scutai per un istante la cara immagine di Alvien attraverso lo specchio... era dietro di me, la spazzola tra le mani e mi scrutava con quel suo tipico sguardo apprensivo... sospirai.
"Quando partii da qui, Alvien, ero certa che mai più sarei tornata. Non ne avevo alcuna intenzione! Non pensai a te, in quel momento... solo dopo mi resi conto che non ti avevo neanche salutata e che forse saresti stata in pena... mi dispiace per non averti detto mai il bene che ti voglio, per non averti mostrato la riconoscenza per essermi stata sempre vicina!" Abbassai gli occhi sulle mie mani posate sulle mie ginocchia, erano inquiete e continuavano convulsamente a tormentare il bordo dell'abito. "Tante cose sono successe dalla sera che fuggii... sono stata tanto felice in questo tempo, Alvien, tanto quanto non credevo possibile... ma per tutto c'è un prezzo da pagare e da adesso in poi, temo, la tristezza sarà la mia croce!"
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15-09-2010, 03.34.57 | #1148 |
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Nel frattempo, nella foresta la battaglia era ormai conclusa.
Maladesh portò le cure a Tisson, ferito nella battaglia. Guisgard raggiunse il carro e fu accolto da un Tisson raggiante, nonostante la ferita. "E' finita, Guis!" Disse. "Sei libero!" Guisgard rispose con un sorriso. Poi chiese: "E' grave quella ferita?" "No, solo un graffio." Rispose Maladesh, mentre medicava Tisson. Poi, guardando il corpo del suo assistente morto, aggiunse: "Ora pensiamo a seppellire i nostri morti..." Ma prima che Boise ed i suoi ripartissero, Guisgard si avvicinò al cavallo di quel cavaliere. "Sono dunque libero?" Chiese. "Lo siete." Rispose Boise. "Come il vento." "A chi devo quindi la mia salvezza?" Chiese Guisgard. "Alla vostra innocenza, suppongo." Rispose Boise. "Il giudizio di sua grazia è infallibile!" "Cosa accadrà a Cosimus?" "Sarà processato davanti al vescovo. Voi cosa farete? Ho sentito che avete lasciato un buon ricordo nella guardia vescovile." "Non so..." Rispose Guisgar. "Ora noi andiamo" disse congedandosi Boise "ma fossi in voi passerei per Avignone quando sua grazia tornerà dalla Borgogna." "Borgogna?" Chiese Guisgard. "Si, parteciperà alle nozze del duca con lady Talia!" A quelle parole Guisgard sentì il sangue gelarsi. Restò in silenzio, come trafitto a morte da un nemico implacabile. Non sentì più il dolore per le ferite, nè la stanchezza per il duello. Rimase da solo a fissare il vuoto, mentre la foresta riprendeva i suoi colori e ed i suoi suoni.
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15-09-2010, 03.46.55 | #1149 |
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Camminava come perso tra i cadeveri dei cavalieri e le loro corazze rotte e spezzate dalla furia delle battaglie, mentre un tiepido Sole riscaldava la foresta che sembrava finalmente destarsi dopo quell'infernale tumulto.
Ma lui era indifferente a tutto. "Ora cosa farai?" Chiese Maladesh avvicinandosi. "Non so..." rispose Guisgard "... in fondo il mio mondo è qui... coloro che mi amano davvero vivono qui... forse non avrei mai dovuto lasciare Capomagnus... ma ora so che vivere qui sarebbe un tormento per me... tutto mi parlerebbe di..." "Era impossibile..." disse Maladesh "... lei appartiene ad un altro mondo... va via da qui e rifatti una vita..." Guisgard sospirò. "Temo che non mi basterà..." mormorò "... né un solo mondo da percorrere... né una vita sola per dimenticarla..." "Devi farlo..." rispose Maladesh. Guisgard non rispose nulla e fissò la sua spada.
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15-09-2010, 03.53.37 | #1150 |
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Intanto, a Carcassonne, a quelle parole di Talia, Alvien restò profondamente turbata.
"Cosa avete?" Chise rattristata. "Confidatevi con chi vi ha nel cuore come una madre, milady... in questa vostra fuga cosa è accaduto? E perchè siete tornata a Carcassonne?"
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