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17-02-2011, 04.56.41 | #1161 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
Registrazione: 05-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
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Il Sole filtrava dalle grandi vetrate che si aprivano nelle pareti laterali slanciate verso l'alto, secondo la perfezione dello stile gotico.
Tre grandi incensieri erano fatti oscillare nella grande navata centrale, mentre le voci del coro intonavano una gioiosa melodia le cui note echeggiavano tra le raffinate semicolonne che salivano fino all'austero matroneo, dal quale le monache in preghiera assistevano alla cerimonia. Tutti esultavano e vivevano con gioia quel momento tanto atteso da tutta Cartignone. Ma la grande festa generale sembrava invece scontrarsi con l’espressione di inquietudine che trasmettevano le statue di santi che occupavano le nicchie sotto le arcate laterali. Come se loro riuscissero a percepire il dramma ed il dolore che si nascondevano dietro a quella cerimonia, simile ad un enorme sepolcro imbiancato. Il sacerdote recitò le solenni formule che avrebbero legato per sempre, davanti a Dio, Talia a quell’orrendo patto di morte. “Si, prendo questa donna come mia moglie.” Disse Bumin dopo aver udito la domanda del sacerdote. E la stessa domanda fu posta a Talia. “Milady, prendete quest’uomo come vostro marito?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
17-02-2011, 11.32.07 | #1162 |
Viandante
Registrazione: 02-02-2011
Residenza: Verdi boschi e acque cristalline
Messaggi: 33
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"Seguiamo il pellegrino, Sir!" disse Bethan "Costui è stato in pellegrinaggio sul Gargano, luogo a me tanto caro. Il Signore mi sta mandando un segno!"
Detto questo, facendosi spazio fra la folla, Bethan si incamminò all'interno della cappella. |
17-02-2011, 14.00.46 | #1163 |
Cittadino di Camelot
Registrazione: 08-04-2010
Residenza: Ignota ai più
Messaggi: 2,235
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La cappella del palazzo era silenziosa e la candida luce entrava dalle alte vetrate, inondando e avvolgendo ogni cosa in mille diverse sfumature... Io e Eileen procedevamo lentamente attraverso la navata e i nostri passi risuonavano come un tintinnio nell’aula deserta.
“Sarà qui che mi sposerò un giorno!” disse ad un tratto la mia amica, come uscendo da un pensiero “Sarà splendido... ci saranno dame e cavalieri, ci saranno fiori candidi ovunque, ci sarà profumo d’incenso, una musica celestiale...” Mi voltai verso di lei e annuii, sfoderando un mezzo sorriso: “Già... sarà sicuramente splendido! E, in tutto questo lusso di particolari, hai per caso previsto che ci sarà anche uno sposo?” Anche lei sorrise: “Beh... sì, suppongo che ci sarà anche uno sposo!” Ci guardammo per un istante, poi entrambe scoppiammo a ridere... “Sai...” proseguii io dopo un momento “E’ curioso che tu inizi a pensare a come sarà il tuo matrimonio proprio ora...” “Che vuoi dire?” mi chiese, ma dal sul sguardo compresi che già aveva capito dove volevo andare a parare. “Beh...” spiegai “Ieri sera, al banchetto, mi è parso che sir Gideon non avesse occhi che per una dama...” Lei rimase in silenzio per un istante, lo sguardo luminoso perso chissà dove, poi tornò a guardarmi: “Tu credi?” “A me sembrava proprio!” dissi. Eileen si lasciò cadere su una panca e sospirò: “Ti confesso che l’avevo notato anche io... e non mi dispiacerebbe affatto se fosse così!” “Già...” concordai con un sorriso, sedendomi a mia volta. Lei si voltò e mi studiò per alcuni minuti, poi chiese: “E tu?” “Io cosa?” domandai. “Tu come immagini il tuo matrimonio? Sarà anche il tuo in questa cappella, suppongo...” “Non credo!” la interruppi lentamente “Dato che io non sono un membro della famiglia del principe!” “Sciocchezze!” ribatté lei in fretta “Io e papà ti vogliamo bene come se lo fossi! Non è questo il punto... il punto è: chi sarà lo sposo?” Non la guardai, ma mi limitai a stringermi nelle spalle. “Oh andiamo, Talia! Ci sarà pure qualcuno che... insomma, tu che hai notato gli sguardi di sir Gideon per me, come puoi non esserti accorta di tutti gli sguardi che invece spesso sono per te?” Alzai un sopracciglio a quella domanda e sfoggiai uno sorriso ironico, ma Eileen non si arrese... “Allora?” insisté. “Beh...” dissi infine “Che li abbia notati o meno ha poca importanza. Sono tutti così tremendamente... ordinari! Quello che fanno, quello che dicono è... scontato, prevedibile, piatto e privo del pur minimo trasposto!” Eileen mi fissava con interesse: “Che cosa desideri?” mormorò. Sospirai... e volsi lo sguardo lontano: “Io... io vorrei avventura. E passione. Vorrei qualcuno capace di compiere grandi imprese per me. Qualcuno capace di farmi sognare e di vivere con me quei sogni. Qualcuno che abbia coraggio e determinazione... Vorrei essere travolta da quel sentimento e portata non importa dove...” Mi bloccai all’improvviso e mi voltai verso di lei: “Tu credi che io sia sciocca, vero?” Lei mi scrutò per un attimo, poi sorrise e prese la mia mano tra le sue: “No!” disse “Affatto! Io ti auguro di trovarlo il tuo eroe... te lo auguro con tutto il cuore!” Quella stessa cappella, molti anni dopo... Eileen non aveva mai avuto un matrimonio e io stavo per averne uno che mi faceva orrore... perché era andato tutto storto? La voce del sacerdote mi riscosse... Alzai gli occhi di scatto e lo osservai con sguardo smarrito... Aprii le labbra, ma non un suono ne uscì... e le richiusi in fretta. Lentamente mi voltai e scrutai Bumin alla mia destra... anche lui mi guardava, e aveva uno sguardo che non lasciava adito a dubbi circa ciò che stava pensando... In fretta staccai gli occhi da lui e li volsi indietro, verso la navata... c’era Guxio lì, ma evitai di guardarlo... c’era Frigoros proprio dietro di me e mi sorrideva incoraggiante... oh, il buon Frigoros... e poi c’era tanta gente, sulle panche e in piedi, e gli occhi di tutti erano puntati verso l’altare... Scrutai la folla... irrazionalmente una parte di me sperava che da lì sarebbe giunto un aiuto e, altrettanto irrazionalmente, un unico volto affiorò nella mia mente a quel pensiero... Non può essere qui... mi dissi ...Non può! E anche se potesse, perché dovrebbe volerlo? E tuttavia quel volto continuò a fluttuare nella mia mente... e fu proprio quel volto che mi ricordò che era principalmente per lui, Guisgard, se ero lì... perché non gli facessero del male! Che era stata, infine, la sua salvezza che Guxio aveva messo come contropartita perché accettassi quel patto... Con questa nuova determinazione tornai a guardare il sacerdote... “Io...” iniziai, ma di nuovo la voce mi venne meno. La schiarii e tentai di nuovo: “Io... Ecco, io... veramente...” Ma era inutile... le parole mi rimanevano come incastrate in gola.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
17-02-2011, 21.50.21 | #1164 |
Cittadino di Camelot
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Residenza: milano
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Guardai la fanciulla e dissi dovete scegliere voi mylady se vorrete tornare a casa vi riporterò nella vostra casa se non vorrete potete venire con noi a Cartignone e aspettai una sua risposta
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fabrizio |
17-02-2011, 22.49.52 | #1165 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il Cavaliere Vermiglio, a quelle parole di Bethan, annuì.
E senza dire niente seguì la donna fino all'ingresso della cappella. Quel sacro luogo era gremito in ogni suo posto e molti dei presenti erano rimasti in piedi lungo le due navatelle laterali. Quel pellegrino sembrava essere sparito, come se si fosse confuso con quella grande folla che riempiva la cappella. E quando, insieme a Bethan, il Cavaliere Vermiglio fu nel sacro edificio, si tolse finalmente l'elmo. Lunghi capelli, appena ingentiliti da fili d'argento, avvolgevano il suo volto. Un volto severo, dai lineamenti forti, quasi scolpito in una perenne espressione di solenne austerità. Gli occhi erano di un azzurro vivissimo ed il suo sguardo sembrava essere attraversato da un'indefinita inquietudine. Una barba appena accennata, anch'essa ingrigita dal tempo, donava nobiltà e fierezza a quell'uomo che pareva aver attraversato gli oceani del tempo prima di giungere in quel luogo, in cerca di sua figlia.
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18-02-2011, 02.10.07 | #1166 |
Cittadino di Camelot
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"Milady..." intervenne Guisgard, dopo averla fissata a lungo "... mi rendo conto di ciò che avete passato in questo luogo... Cartignone è caduta in incubo dal quale non si è ancora risvegliata... ora voglio correre al palazzo reale affinchè chi è ancora vittima di questo orrore non ne resti imprigionato per sempre... e solo allora potrò lasciare finalmente questi luoghi... in cerca di quella serenità che rincorro da tempo ormai..." Le sorrise e con la mano asciugò i segni che le lacrime avevano lasciato sul suo splendido viso. "Non piangete, milady..." aggiunse mentre una malinconica scia attraversava il suo sguardo "... niente qui merita le vostre lacrime... io meno di tutto..."
Come ti sbagli, cavaliere, come ti sbagli e nemmeno lo sai... Non ci fu risposta di Gaynor alle parole di Guisgard, i suoi occhi dicevano anche più di quanto lei volesse... Nel frattempo il vecchio delle fosse aveva trovato le parole per rispondere a Gaynor. "Mia signora..." disse "... il contadino conosce bene ogni stagione, in base al vento ed al corso delle nuovole... sa quando seminare e quando raccogliere... e così è lo stesso per il muratore, che sa come lavorare la calce e come adoperare la malta... egli conosce i tempi di attesa e di presa, così da calcolare quando le pietre saranno ben legate l'una all'altra... la vita degli uomini è spesso invece legata agli umori ed alle sensazioni... io devo portare a termine il mio lavoro e l'unico modo che ho per farlo è rispettare il corso del tempo, attraverso il quale tutto si compie... giungerò a Cartignone, non temete, giungerò... e lo farò molto prima di quanto voi possiate pensare... ma adesso ho qualcosa da finire qui..." "E sia" rispose Gaynor "Spero di rivedervi un giorno..." Si rivolse poi al Cavaliere Verde e gli disse: "Milord, so di dovere la vita a voi e ai vostri valorosi cavalieri. Non potrò mai ringraziarvi abbastanza, ma ho l'ardire di chiedervi un altro favore... in questo luogo maledetto ci sono due oggetti che mi appartengono e che vorrei riavere. Si tratta di due pugnali identici, con le else tempestate da piccoli zaffiri, che hanno per me un valore inestimabile. Se li trovate, vi prego con tutto il cuore di restituirmeli..." Gaynor si congedò dal cavaliere con un inchino e si affrettò a raggiungere Morven, che stava per tornare a Cartignone con Iodix, un cavaliere dalla tunica arancione ed un nano. "Morven, sono pronta anche io per tornare indietro... se abbiamo ancora una battaglia da affrontare, allora ci sarò anche io al vostro fianco... tutti uniti ancora una volta!" Poi, ricordandosi di essere vestita solo di una tunica sacrificale, ritornò sui suoi passi verso il Cavaliere Verde "Perdonatemi milord, ma mi sono resa conto solo adesso che non posso tornare a Cartignone vestita in questo modo, anzi, vestita è una parola grossa... non riuscirei nemmeno a superare le mura, senza considerare che non posso cavalcare in queste condizioni... vi chiedo nuovamente aiuto..." disse Gaynor abbassando gli occhi.
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato." |
18-02-2011, 02.42.26 | #1167 |
Cittadino di Camelot
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Le mura di Cartignone.
Non era occorso molto tempo per raggiungerle. Eppure per tutto quel tempo erano sembrate così distanti, così irragiungibili! Persi in quella interminabile notte, tra quei tunnel pieni di terrore, Cartignone e le sue torri era sembrate soltanto un ricordo lontano, solo l'ombra di un sogno, o l'immagine sbiadita di qualche antica leggenda. Invece in quel momento apparve ai loro occhi quasi risplendente. Era viva, era concreta, con le sue alte mura di cinta e le bandiere che svettavano allegre sulla cime dei torrioni. Sembrava persino vestita a festa, come se avesse dovuto accogliere quei suoi figli ritornati infine dall'Inferno stesso. Tuttavia, appena Morven ebbe fermato il suo cavallo nei pressi delle mura, gli parve che quella smagliante allegrezza che emanava dalla città non fosse una gioia reale. Quelle bandiere, quei drappi colorati che adornavano gli edifici sembravano nascondere una velata tristezza, come un'ombra di indefinita e vaga paura. Il ragazzo fissò quello spettacolo a lungo, in silenzio perfetto, come se fosse in attesa di udire qualcosa. Quindi si girò verso i suoi compagni. "Signori, giungere fin qui non è stata che la parte più semplice. Ma voi tutti avete sentito dalle labbra di quel vile di Dukey cosa si prepara a Cartignone in questo momento. La città sarà blindata, e quegli eretici avranno di certo provveduto affinchè nessuno potesse guastare loro la festa... e noi siamo i primi nella lista degli ospiti indesiderati, su questo non c'è dubbio!" Guardò con attenzione ognuno di loro, poi, vedendo che nessuno aveva osato interromperlo, prese coraggio e decise di proseguire, nonostante la giovane età non lo autorizzasse ancora a prendere simili decisioni. "Io, però, ho un piano. La città è in festa, e la notizia di un simile matrimonio, tanto importante per Cartignone e tutte le sue terre, avrà di certo attirato molta gente in città, e richiesto sontuosi preparativi. Lord Frigoros non avrà badato a spese per festeggiare la sua pupilla, e questo fatto gioca a nostro favore... non sarebbe per nulla strano, ad esempio, se una compagnia di musici e saltimbanchi fosse stata invitata in città per rallegrare il banchetto di nozze!" Si fermò, prese fiato un istante, quindi si rivolse a Iodix. "Iodix, amico mio... voi siete di certo avvezzo a simili spettacoli e conoscete bene l'arte di recitare... date una sistemata ai vostri vestiti e tornate ad essere il lieto giullare di corte che siete stato un tempo presso il vostro signore" Poi guardò Goldblum. "E tu, coraggioso amico... ti chiedo di fingere per il bene di questa causa... gli uomini della tua razza non sono molto noti da queste parti... un nano è una stravaganza che può essere facilmente spacciata come meraviglia, specialmente se conoscete qualche giochetto per intrattenere i presenti... " Rivolse un sorriso gentile a Gaynor, che pure li aveva voluti seguire nonostante le tante avversità. Le prese la mano con cortesia. "E anche a voi, mia signora, devo chiedere un piccolo sacrificio al vostro decoro... ma una bella danzatrice, un'aggraziata zingarella, sarebbe perfetta per la nostra compagnia di girovaghi... e quanto a me, nonostante preferisca la battaglia e la lotta, quando ero ragazzo sono stato istruito al canto e alla musica dai migliori maestri delle mie terre, e posso farmi passare per un cantore" A quel punto il suo sguardo cadde su Belven, che lo fissava serio e attento. "Purtroppo, capitano, di più non posso fare. Portare altri di noi sarebbe una follia, e il vostro viso è fin troppo noto a Cartignone. Dovremo andare solo noi e tentare la sorte, sperando che il nostro inganno riesca, mentre voi dovrete restare qui, pronti ad affrontare qualsiasi evenienza. Ma credetemi, se avremo successo, faremo come quei prodi fecero a Troia, e gli uomini di Guxio malediranno allo stesso modo i Danai e i loro doni!" Quindi tornò a guardare i suoi compagni che lo avevano ascoltato con pazienza, e si lasciò sfuggire un leggero sospiro, come se in realtà avesse compreso solo in quel momento la pericolosità del suo piano. "Allora, signori... cose ne pensate?"
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" Ultima modifica di Morrigan : 18-02-2011 alle ore 03.12.23. |
18-02-2011, 03.26.32 | #1168 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Gaynor aveva ricevuto un lungo mantello grigio scuro dalla compagnia di cavalieri guidata dal Cavaliere Verde.
La dama poi, insieme a Morven, Belven, Iodix e Goldblum aveva lasciato quel luogo maledetto per recarsi a Cartignone. Il gruppo, dopo un'ora, avvistò le alte torri della città. "Il piano è ottimo, amico mio..." disse Belven dopo aver ascoltato le parole di Morven "... ma dimenticate un particolare importante... come conoscono il mio viso conoscono anche il vostro... quindi se dobbiamo rischiare lo faremo tutti insieme... del resto" aggiunse sorridendo "gli attori hanno il dono di poter impersonare chiunque, no? E noi ci camufferemo a dovere!" "Si, vi è del buono in quel che voi avete detto, ma ci manca tutto affinchè il piano sia perfetto!" Esclamò Iodix. "Il mio amico giullare ha ragione..." intervenne Goldblum "... per poter sembrare davvero una compagnia di musici e saltimbanchi ci occorrono vestiti e strumenti... dove troveremo queste cose ora?" Intanto, nel tempio degli Atari, il Cavaliere Verde a capo dei cavalieri e dei nani, affiancato dal Cappellano, si accingeva ad eseguire gli ordini del vescovo. Tutto quel luogo, dove fino a poco fa avevano regnato terrore e morte, venne rivoltato come un guanto. Testi, simboli e strumenti di qualla demoniaca setta furono raccolti per il processo davanti alla Santa Inquisizione. I superstiti, con in testa Dukey, furono incatenati gli uni agli altri. "Messere..." disse Giselide a Cavaliere25 "... forse io dovrei tornare al castello, ma quel posto per voi sarebbe una tomba! Mio padre vi ucciderà, lo so... vi prego, andate via con questi cavalieri, mentre io farò ritorno a casa da sola... la gioia di rivedermi sana e salva forse cancellerà l'ira che nutre verso di voi..." "Qui abbiamo concluso, milord." Annunciò uno dei cavalieri al Cavaliere Verde. "Eccellente!" Rispose questi. "Allora prepariamoci a partire alla volta di Cartignone." Poi, mentre i suoi si preparavano, il misterioso cavaliere dalla corazza tinta di verde apparve come pensieroso. "Cosa avete, cavaliere?" Chiese il Cappellano. "Possa Iddio farci giungere in tempo a Cartignone..." "La Fede è stata la nostra forza in tutta questa tremenda tragedia..." mormorò il Cappellano "... su di essa dobbiamo sperare..." "Quel cavaliere impetuoso... possiamo davvero fidarci di lui?" "Forse la sua è una corsa disperata..." rispose il Cappellano "... ma nessuno a questo mondo tiene a lady Talia quanto lui... credetemi..."
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO Ultima modifica di Guisgard : 18-02-2011 alle ore 05.47.05. |
18-02-2011, 05.56.30 | #1169 |
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Tutti attendevano che Talia recitasse la più solenne delle formule.
Una formula che celava un giuramento destinato a durare per sempre. Oltre il tempo e oltre la vita. Un giuramento eterno. E mentre il sacerdote attendeva di consacrare quell’unione, nelle sue mani già brillavano, illuminati da un raggio di Sole che filtrava da una delle vetrate, gli anelli nuziali. E quell’aureo bagliore si diffondeva tutt’intorno, riflettendosi nello sguardo di Talia inumidito dalla pena e dal dolore che la giovane provava. “E’ quasi fatta…” pensò Guxio, mentre fissava in una delirante estasi di vittoria quella cerimonia “… una volta messi gli anelli alle loro mani saranno le stesse leggi che tanto venerano questi cani Cristiani a consacrare il mio successo! Avanti, lady Talia… recita quella formula e questa farsa si muterà nel mio più grande trionfo!” Alzò gli occhi verso l’abside che dominava sull’altare, nella quale era raffigurato un superbo mosaico del Cristo Pantocratore e col tono della più blasfema e sacrilega delle sfide continuò a parlare fra sé e sé: “Ho vinto! Ho vinto! Ho sconfitto la Chiesa con tutti i suoi dogmi, le sue leggi, le sue superstizioni e la sua tirannia! Qui dove ha dominato la Croce, da oggi dominerà incontrastato il simbolo degli Atari! Non vi sono più angeli nei Cieli! E nessuno giungerà a fermarmi ormai! Nessuno!” E mentre sul suo volto si susseguivano delirio e soddisfazione, cominciò a fissare una delle statue che adornavano la navata. Era quella dell'Arcangelo San Michele. Nella boscaglia un dì, tra cerro e cerro vide passare un uomo tutto ferro. Guisgard pensò che fosse San Michele: s'inginocchiò: "Signore San Michele, non mi far male, per l'amor di Dio!". "Né mal fo io, né San Michel son io. No: San Michele non poss'io chiamarmi: cavalier, si: son cavaliere d'armi". "Un Cavaliere? Ma che cosa è mai?" "Guardami o figlio e che cos'è saprai" Tutte le voci del coro si unirono e la loro melodia sembrò quasi fermare il tempo in quell’istante. Un’istante che pareva destinato a fissarsi nell’eternità, quando qualcosa giunse a destare tutto ciò. Un’ombra, che dalle porte spalancatesi proprio in quel momento, si proiettò lungo la navata, fino a giungere ai piedi del Cristo che dominava nell’abside. Un gridò echeggiò nella cappella, ammutolendo il coro e richiamando gli sguardi attoniti di tutti i presenti. “Questa cerimonia non può continuare… lo sposo ha già un impegno con un’altra dama… Bumin!” Gridò quell’ombra. “Madonna Morte ti attende!”
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18-02-2011, 11.59.42 | #1170 |
Cittadino di Camelot
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Sentendo quelle parole della fanciulla mi instristirono la guardai e gli dissi va bene mylady ma ve lo prometto che non vi dimenticherò sarete sempre nel mio cuore mi raccomando quando farete ritorno state attenta per la strada e la abbracciai forte a me
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fabrizio |
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