31-03-2011, 03.29.32 | #111 |
Cittadino di Camelot
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Morrigan ascoltava, ma senza sentire. Quei gentiluomini, un po' per galanteria, un po' per la sorpresa che avevano dovuto provare di fronte alla sua repentina trasformazione da guerriera in dama, si stavano prodigando in complimenti. Il suo cuore era altrove. I suoi occhi erano rapiti. Ritta al centro della sala, continuava a fissare un quadro, senza nemmeno saperne il perchè. Fece addirittura qualche passo, distrattamente, in direzione della grande tela, senza riuscire a distogliere lo sguardo. Quell'uomo del quadro, così nobile e bello, la fissava sorridendo, ed i suoi tratti erano così vividi che a Morrigan parve quasi che le sue labbra volessero dirle qualcosa... era solo un quadro, eppure... shhh... se solo facessero silenzio... se solo ascoltassero... lo sentirebbero...
D'un tratto si voltà verso Ravus, come se solo in quel momento si fosse ricordata di lui... forse è giunto il momento per il buon abate di rendersi utile! "Ebbene, monsignore, adesso che siamo qui, penso sarebbe i caso che voi o qualcuno di questi nobili signori avesse la grazia di illustrarmi quali gravi avvenimenti ci hanno qui riuniti..." e, dispensando amabili sorrisi ai due cavalieri "Ho sentito parlare di tumulti, di gravi problemi di successione e... di una maledizione" Li guardò tutti con attenzione, dritto negli occhi, e l'iniziale sorriso ammaliatore si mutò in un'espressione che voleva chiaramente attestare quanto la sua intenzione di scoprire il vero fosse seria. "Chi di voi vuole iniziare a spiegare?"
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" |
31-03-2011, 03.44.27 | #112 |
Cittadino di Camelot
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La musica si era interrotta, sgocciolando le ultime note nel mio orecchio e mi ero fermata, sorpresa. Mi trovavo alle spalle del cavaliere che suonava quella musica così densa di emozioni.
Mossi un passo nella sua direzione, schiacciando e muovendo qualche fronda, per far notare la mia presenza ed emersi dalla vegetazione. "Spero di non disturbarvi, vi prego continuate... questa melodia è così nostalgica e dolce che nessuno potrebbe resisterle... qualcosa di molto delicato è emerso dal vostro animo e io mi ritengo una privilegiata ad averlo udito" Lo osservai e mi colpì il contrasto tra il suo aspetto virile e forgiato dall'addestramento militare con la delicatezza delle dita che stringevano l'ocarina e quell'aria di chi sta riemergendo da un sogno. Passandogli accanto gli sfiorai un braccio... e sentii quell'energia che mi dava la forza fluire e sconvolgermi. Solo un assaggio. Stavo districando quell'energia come una dama intenta a sciogliere i nodi di una magnifica chioma. Sicuramente se ne era accorto, dunque me ne ramarricai, che gesto impulsivo! Mi mossi lievemente, e feci per andarmene.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente. |
31-03-2011, 04.05.25 | #113 |
Cittadino di Camelot
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Rimasi in silenzio per molti minuti dopo che ebbe finito di parlare...
Lo osservai a lungo, tentando di penetrare i pensieri di quell’anima che mai mi era apparsa tanto triste e rassegnata. Infine sospirai... “Io capisco quello che dici!” dissi lentamente “In fondo molte e molte volte mi hai detto di detestare questo posto, di detestare lord Rauger, di detestare... me!” Quest’ultima cosa fu quasi un sussurro, inspirai appena, repressi quel vago senso di dolore che ciò mi aveva causato, poi proseguii... “E tutto questo... beh, questo posso anche tentare di comprenderlo. Ma, vedi, qui non si tratta di te e di me soltanto! Capomazda non è soltanto questo! Pensa alle persone che vivono qui... donne, bambini... tutte quelle persone che soltanto ieri, al tuo arrivo, ti hanno festeggiato e acclamato come se tu fossi stato la risposta alle loro preghiere. E pensa ai soldati e ai cavalieri... uomini coraggiosi, che hanno giurato di combattere per te e che accetterebbero di morire in tuo nome... neanche di tutti loro ti importa niente? Perché, lo sai, per nessuno di loro... per nessuno di noi sarà una festa quando Cimarow entrerà in città! Non puoi pensare che sarà clemente perché è evidente che non lo sarà... non lo sarà con nessuno che potrebbe anche soltanto lontanamente essere stato a tuo favore!” Esitai un attimo, mentre i miei occhi scivolavano delicati sul suo volto... “Mi dispiace...” soggiunsi poi, ma più piano “Mi dispiace perché, che tu mi creda o no, nessuno più di me desidererebbe vederti felice!” Lentamente gli voltai le spalle e feci qualche passo verso la finestra... “E tuttavia...” dissi “C’è un’altra cosa che dovresti valutare! Perché, vedi... in fondo, nessuno si aspetta che tu combatta e vinca questa guerra soltanto perché sei l’ultimo dei Taddei! Il fatto che tu sia l’ultimo della tua Casa non significa, in effetti, che tu sia obbligato a fare qualcosa per Capomazda. Al contrario... tu sei libero di scegliere cosa fare, libero di voltare le spalle e tutto questo, libero di prendere quel tesoro e fuggire via... Il punto è che non sarai mai davvero libero: la tua coscienza non dimenticherà tanto in fretta tutte queste persone che abbandoni... e allora, probabilmente, un giorno desidererai tornare! Allo stesso modo, Cimarow non dimenticherà te... e presto o tardi ti verrà a cercare! Già, verrà... perché, se pure tu fuggissi oggi, un giorno lui capirà che il solo fatto che tu sia in vita costituirà un impedimento alla completa legittimazione del suo potere. Tu potrai non aver nessun interesse per Capomazda e per la stirpe cui appartieni, ma lui continuerà ad attribuirle importanza... continuerà a cercarti, a braccarti, a darti la caccia... il che, in effetti, rende di fatto certo che presto o tardi uno dei due dovrà... piegare l’altro o essere piegato!”
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31-03-2011, 04.25.54 | #114 |
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Ravus ed August si scambiarono una rapida occhiata dopo che Morrigan finì di parlare.
“Milady…” cominciò a dire il chierico “… sapete bene quali nefasti avvenimenti ci hanno condotto qui… a Camelot avete udito quel bando, vero? E poi le parole di lord Astalate? I tumulti ed i disordini sono stati causati dalla ribellione di sir Cimarow… questo è il vero e solo dramma di queste terre… ed in quanto a maledizioni, mia signora, la guerra è la peggiore di tutte. Soprattutto per il popolo!” “Milady…” intervenne poi August “… stiamo combattendo una guerra e pensare a superstizioni ed antiche tradizioni non aiuta di certo ad uscire da questa brutta situazione.” “E poi” riprese a dire Ravus “ogni terra ha le sue leggende… magari, chissà, fra due o trecento anni i fatti che stiamo vivendo oggi saranno narrati sotto forma romanzata… così il nostro lord Icarius diventerà un cavaliere su un destriero bianco, magari alato, e sir Cimarow un orco o qualcosa di simile!” Ed accennò una risata forzata, seguito, nello stesso malo modo, da August.
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31-03-2011, 06.09.00 | #115 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Guisgard si voltò di scatto, come chi è sempre all’erta.
“Una privilegiata dite? Mi fate troppo onore, milady!” Disse Guisgard, riuscendo subito a celare l’inquietudine di poco fa e sorridendo con fare guascone. “Nessuno mi darebbe una moneta per sentirmi suonare, credetemi.” La fissò per un istante, quasi come se avesse colto una leggera inquietudine nei suoi occhi. “Certe sere…” mormorò fissando il cielo “… la Luna gioca a nascondersi… o a fissarti senza rispondere nulla… e la Luna di Capomazda è meravigliosamente enigmatica… come i vostri occhi, milady… chi siete veramente?” Chiese all’improvviso a Melisendra. In quel momento un servitore giunse presso il verziere. "Milady... rivolgendosi a Melisendra "... presto inizierà la cena... sua signoria è prossimo a raggiungere voi ospiti. Vi prego di seguirmi."
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31-03-2011, 06.19.10 | #116 |
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Intanto, nel convento di Santa Teresa, Llamrei era stata convocata dalla badessa.
La severa donna fissò con attenzione la giovane monaca. L'austerità di quell'abito mal si legava con la bellezza di Llamrei. Gli occhi, di un azzurro profondo, sembravano nascondere grandi passioni mai sopite, mentre la delicatezza dei lineamenti addolciva quell'espressione di tristezza che la donna perennemente portava con se. Una ciocca dei suoi rossi capelli, come un onda agitata, fuoriusciva dalla cuffia, tradendo forse una natura indomita e mai paga. "Vi ho fatto chiamare" disse la badessa "perchè sua grazia il vescovo ha preso in considerazione quanto a lui chiedeste... da oggi sarete destinata al convento delle Sorelle Agostiniane di Capomazda. Partirete nel pomeriggio con una carrozza diretta proprio laggiù." Nel frattempo, proprio a Capomazda, Finiwell e Cavaliere25 avevano cominciato il loro turno di guardia. "Mi chiedo dove diavolo sia finito Pasuan..." disse il cavaliere fissando la buia e sterminata campagna "... comincio ad essere preoccupato..." Poi, all'improvviso, saltò su. "Ehi, ragazzo..." chiamando Cavaliere25 "... guardà laggiù! Vedi... di tanto in tanto appaiono delle luci... e la brughiera non è certo il luogo ideale da attraversare durante la notte... non per mercanti e pellefrini, intendo... ma quelli forse non sono nè l'uno, nè l'altro!"
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31-03-2011, 06.25.52 | #117 |
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Icarius fissò per un lungo istante Talia.
“La mia felicità? E perché mai dovrebbe starti tanto a cuore? In realtà non c’è nulla tra noi.” Disse il duca. “Siamo poco più che due estranei. E tu mi parli della mia felicità! Ma cosa ne sai tu di me! Cosa ne sapete voi tutti di me!” Si avvicinò ai piedi della statua di San Michele e vi si appoggiò con le mani. “Vorrei non essere mai tornato! Mai!” Urlò con rabbia. “Vorrei essere lontano da tutto e tutti!” Fissò a lungo il volto marmoreo e bellissimo dell’arcangelo. Poi, voltatosi, si incamminò verso la porta. “Hai detto che ti detesto…” mormorò a Talia passandole accanto “… ma non è vero… anche tu, come me, sei una vittima di questa grande tragedia… vuoi un consiglio? Tu che puoi… ritorna a Sygma e dimentica questo luogo…” Raggiunse la porta ed aprendola disse: “Andiamo… i nostri ospiti ci attendono… lo spettacolo non è ancora terminato…” Un attimo dopo, i tre, raggiunsero gli ospiti nella Sala Grande. Una Sala Grande dominata dal superbo ritratto di lord Ardeliano, che col suo sguardo sembrava osservare tutti loro, che simili ad eteree marionette parevano muoversi su un desolato e disperato palcoscenico, protagonisti, loro malgrado, di un grande dramma.
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31-03-2011, 11.10.47 | #118 |
Cittadino di Camelot
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allora chi sono ho cosa sono domandai guardando Finiwell mica vorrete andare laggiù per scoprirlo continuai a dire meglio se aspettiamo il mattino per muoverci forse è meglio di notte non si sa mai chi si possa incontrare e continuai a guardare quella brughiera e quelle luci
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fabrizio |
31-03-2011, 11.13.29 | #119 |
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Capomazda? Allora il vescovo ha accolto le mie preghiere!
Lanciai un'occhiata alla badessa e rimasi poi a fissare il vuoto fintanto che non riuscii a riprendere l'uso della parola. "Quando posso partire sorella? Non ho nessuno da salutare: concedetemi il tempo di prendere solo il mio crocifisso e mi avvierò lungo il sentiero. La strada la conosco. Se non incontrerò intoppi sulla via di Capomazda, dovrei giungere a destinazione in tre giornate". Notai con la coda dell'occhio il capo accondiscendente della vecchia e acida badessa. Dentro di me la felicità stava prendendo il sopravvento: uscita da quell'austero luogo avrei almeno ritentato di vivere e di contemplare il mondo; rinchiusa lì dentro avrei avuto solo un destino pari a quello della vecchia donna che avevo di fronte. E non era di certo una bella prospettiva. A camminata veloce mi recai presso la mia cella. Raccolsi in uno straccio un tozzo di pane e una borraccia di pelle. Prima di uscire mi voltai un'ultima volta a guardare quelle quattro mura spoglie. Chiusi la porta. Lasciai lì dentro il crocifisso. Non salutai anima alcuna. Il cuore andava veloce come credo i miei passi. Mi incamminai lungo il sentiero all'interno del bosco che ogni giorno contemplavo dall'alto di quelle mura. Giunsi al primo villaggio quasi al tramonto. Cercai ospitalità e mi fu concessa presso la casa di una giovane vedova. Riuscii a riposare nonostante il chiasso che i suoi sei figli piccoli facevano. Ma era una gioia che non provavo da tempo. "i bimbi non fanno chiasso" dicevo " i bambini portano serenità". Il mattino dopo uscii di casa dopo aver consumato una piccola colazione con latte fresco e pane raffermo. Baciai uno ad uno i piccoli ancora addormentati ed abbracciai la donna, augurandole di conservare tutta la forza che ora aveva per far crescere quelle creature. Mi incamminai verso destinazione, ancora molto lontata purtroppo. Quando incrociai i miei passi con quelli di un giovane. |
31-03-2011, 13.12.00 | #120 | |
Cittadino di Camelot
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Lo osservavo in silenzio, lo osservavo aggirarsi per la stanza come una fiera in gabbia... era immobile e subito dopo in movimento, un momento parlava e una profonda amarezza traspariva dal suo tono basso, un momento dopo il tono si faceva carico d’ira e lui urlava quasi con dolore...
Chinai la testa... era combattuto e arrabbiato, era probabilmente l’anima più inquieta che avessi mai incontrato. E tuttavia quello che disse dopo mi colpì profondamente... Citazione:
Eravamo vittime? Riflettei che forse non aveva completamente torto... e tuttavia, se noi eravamo le vittime, non potei non chiedermi chi fosse il carnefice... Forse noi stessi, forse la nostra condizione di riluttanti eredi unici, ma forse... l’immagine di quel cavaliere con quel mantello rosso mi attraversò, improvvisamente, i pensieri. Poi Icarius aprì la porta con veemenza e ci invitò a seguirlo, cosa che mi riscosse da quell’idea. In fretta mi mossi, lo raggiunsi e con lui uscii nel corridoio... “Forse hai ragione...” gli sussurrai pianissimo mentre camminavamo speditamente verso la Sala Grande “Se fossi stata un po’ più accorta, più lungimirante, sarei di certo già tornata al sicuro a Sygma, con buona pace della ragion di Stato! Sfortunatamente, sai...” soggiunsi, lanciandogli un’occhiata obliqua “Sfortunatamente, non sono mai stata capace di rinunciare ad una sfida!” Un attimo dopo entrammo nella Sala Grande.
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