25-03-2014, 03.39.46 | #1191 |
Cittadino di Camelot
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Guardai il giovane Lyon. Sembrava così triste e malinconico, come se gli fosse accaduto una grande e tremenda sciagura.
Mi si strinse il cuore! Poverino! Gli sorrisi leggermente e gli parlai con dolcezza: “Siete perdonato, Messere Lyon! Anzi, scusatemi se sono stata così fredda e sgarbata!.....Se mi è concesso chiedere, come mai dite che questa è una triste landa?.....Cosa è capitato di tanto grave?....Quindi, questo bosco non vi appartiene!....Per quale ragione, non si può cacciare in queste selve?”. Lyon fissava l’ orizzonte con occhi vitrei e senza anima. Con delicatezza lo scossi e chiesi: “Vi sentite poco bene?....Per l’ amor di Dio, ve ne prego, rispondete!”. Mi venne un’ idea geniale: “Statemi ad ascoltare: andate a chiamare il vostro amico. Ma che sia qualcosa di veloce!....Io sarò qui ad aspettarvi per condurvi nella chiesetta di Fra' Venerabis, dove mangeremo fagiano, pesce, fagioli e frutta e berremo del buon vino rosso della Grecia. Che ne dite?” proposi con una vivacità che mi pareva svanita dopo le varie sventure.
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Il cuore di una dama apprende solo la bontà, la sua beltà sostiene i cavalieri, il suo coraggio difende gli inermi e la sua mente conosce solo la verità!!! Eilonwy Ultima modifica di Eilonwy : 25-03-2014 alle ore 19.46.13. |
25-03-2014, 17.37.18 | #1192 |
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Appoggiata allo stipite della porta, osservavo quello spettacolo.
"Che il diavolo se lo porti! Anche qui.." Scossi la testa "lo fa apposta, per farmi imbestialire.... Così, lui è l'eroe che ha portato le ragazze e io l'arpia che ha interrotto il divertimento... Ah, ma non gli darò questa soddisfazione.. Non aspetta altro che mettermi contro i miei uomini, altrimenti perché sarebbe qui? Non se ne doveva andare?". Chiusi gli occhi e inspirai profondamente. "Il mio istinto sarebbe di portarli tutti in cella, e togliere loro l'uniforme..." Sospirai "ma immagino che se fossi un uomo scoppierei semplicemente a ridere e mi prenderei la ragazza più bella.." Scossi la testa "Ecco i soldati del re.. Questo è uno dei momenti in cui sono grata di non essere un uomo... Guardali, si credono forti e svegli, e sono totalmente inebetiti dalle ragazze, poveri sciocchi...". Guardai da lontano il cavaliere. "Infondo mi fa anche pena, uno che ha costantemente bisogno di circondarsi di donne del genere, evidentemente non ne ha mai conosciuta una vera, una per cui vivere.. Anche se davvero non capisco perché si sia messo in testa di farmi diventare matta... Aveva detto di non vedere l'ora di andar via, che i militari non gli andavano a genio.. E invece no, deve venire qui e rovinare i miei uomini...". Luci soffuse, profumo un po' troppo speziato, risa, urla ci accolsero nella locanda. Eravamo felici, la guerra era finita, e l'avevamo vinta. La vita tornava ad essere piena di speranza, e anche se avevamo perso amici e fratelli, sapevamo che li avremmo portati sempre nel cuore, che avremmo continuato a lottare anche per loro. Entrammo con l'entusiasmo della gioventù, e le ragazze accorsero immediatamente ad accogliere i soldati. Posai un gruzzolo di monete sul bancone del locandiere "Da bere per tutti.." Urlai, tra il giubilo generale. Ovunque passavo, tutti sí congratulavano con me, per poi scomparire tra le braccia di una fanciulla. Dal canto mio, mi sedetti comodamente in una poltrona, aspettando il mio vino, chiusi gli occhi, serena. Una ragazza che avrà avuto pressapoco la mia età mi si sedette in braccio, destandomi. "Perché mai il capitano se ne sta tutto solo?" Chiese, sorridendo. Scoppiai a ridere "Tesoro, non sei il mio tipo...". "E io?" Disse un altra, alle mie spalle, cingendomi il collo con le braccia. "No, nemmeno tu, dolcezza.. E adesso andate, su.. Da brave.." Dissi ridendo. "Come sei perfida.." Disse una voce familiare "Così ci rimangono male.. Eh, signore, mi dispiace.. Ma il nostro capitano ha ragione, non fate per lei..". Loro mi guardarono stupite e io sorrisi. "Su, andate a guadagnarvi il pane.." Risi, e loro se ne andarono. Trastis si sedette accanto a me, con due boccali colmi di vino. "Non sarà quello della tua terra natia, ma non è male.." Sorrise. Lo guardai sorpresa, e presi il mio boccale. "Al mio capitano.." Brindò. Sorrisi, alzando il boccale a mia volta, per poi portarlo alle labbra. "Grazie del vino, ma non preoccuparti per me, vai pure...". "Dove?" Gli indicai con un gesto della mano l'intera locanda. "Con tutto questo ben di dio in giro te ne stai qui con me?" Lui mi guardo con aria di rimprovero, e alzò la mano sinistra. "Ho una moglie, nel caso tu l'abbia dimenticato.." Scoppiai a ridere "Beh, molti ne hanno una...". Lui guardò lontano, poi si voltò verso di me e sorrise "ma io la amo.." Strizzando l'occhio. "Beviamo allora..." Sentenziai, riprendendo il bicchiere. "Agli ordini, signore..." Rise, e io con lui. "Allora com'è?" Chiese. "Cosa?" "Aver realizzato i sogni dell'infanzia!" Sorrisi, guardando lontano. "Bello ma.. Strano, non so cosa mi aspetta ora..." Alzai le spalle "ma non è il momento di pensare al futuro... Godiamoci questo attimo di pace..". Dopo un po', Kastor fece capolino, col boccale quasi vuoto, ci guardò e sorrise. "È qui la fiera della castità?" Disse, scuotendo mestamente la testa. Noi scoppiammo a ridere "Avanti, ti abbiamo lasciato un posto..." Dissi indicando una poltrona accanto alla mia. Lui si sedette e guardò Trastis "Ma è normale che non mi facciano né caldo né freddo?". Noi scoppiammo nuovamente a ridere. "Eh, Giselle.." Lo canzonammo noi. "Ho già detto che quando torno la sposo?". Noi alzammo gli occhi al cielo "Almeno un milione di volte!". Il locandiere ci riempì nuovamente i bicchieri, e per quasi tutta la notte restammo a parlare, ridere, intonare le canzoni che ci avevano fatto compagnia durante le notti di guerra, raccontare storie e leggende. A poco a poco, gli altri si unirono noi, rintemprati dalla notte di piacere. La fine della guerra significava anche la fine della simbiosi che si era creata, ognuno sarebbe tornato nella sua casa. Ma quella notte sarebbe rimasta a lungo nei nostri cuori. Sorrisi, al pensiero di quel ricordo ormai lontano. "E pensare che non vedevo l'ora di stare in mezzo a voi.. Anche questo è riuscito a rovinarmi... Vorrei proprio sapere perché non ci lascia in pace.." Abbassai lo sguardo, cercando di nascondere la tristezza che si stava impossessando di me. Guardai Astin decisa "Hai dato loro un paio d'ore di libertà, benissimo.. Ma tra poco sarà ora di pranzo, e voglio vedere questo posto pulito e in ordine per allora.. Chi non si presenterà al cambio della guardia perderà davvero l'uniforme.. Sanno benissimo che possono fare quello che vogliono nel tempo libero, purché questo non influenzi il loro rendimento..". Mi avvicinai al tavolo più vicino e presi una delle bottiglie ancora piene. Tornai poi a guardare il mio luogotenente. "È evidente che non stanno festeggiando il mio ritorno, altrimenti porterebbero rispetto per questo luogo... Io torno nel mio studio, altrimenti è la volta buona che lo prendo a pugni.. Preparerò le cose per la partenza... Mi auguro che in mia assenza la disciplina sarà migliore di quanto vedo ora.." Gli sorrisi "Per quanto mi riguarda, puoi fare quello che credi finché la breve licenza non sarà finita, è giusto che festeggi anche tu.. Ma sia chiara una cosa, allo scadere delle due ore rivoglio indietro i miei soldati.. E, a meno che non voglia arruolarsi, quel cavaliere deve lasciare immediatamente la caserma insieme alle ragazze... Non tollererò altri colpi di testa... Il bordello esiste per una ragione, e non mi sembra che sia poco frequetato dai miei soldati, quindi portarle qui è solo un pretesto per mancarmi di rispetto, ed è una cosa che non sopporto... Ma è ancor più grave il fatto che abbia spinto i miei soldati a farlo... Se lui non vuole rispettarmi faccia pure, ma non si permetta di spadroneggiare a casa mia!". Lasciai così il refettorio per tornare nel mio studio, mi misi comoda e sorseggiai il mio buon vino. Negli ultimi tempi, non avevo avuto un attimo di pace, ma ora mi sentivo terribilmente triste e sola. Erano anni che non mi sentivo così, abituata com'ero a vivere con gli altri soldati, a ridere con loro. Ma quel cavaliere mi aveva addirittura tolto il piacere di stare con i miei uomini, mi aveva privato del loro rispetto. E avevo lottato tanto per ottenerlo. Mi avevano davvero deluso. Perché, poi? Che senso aveva salvarmi se aveva deciso di portarmi via tutto ciò che amavo? Solo per dimostrarmi che il mio posto era a casa a ricamare? Oh, si sbagliava se credeva di averla vinta. Cosa gli importava poi? Possibile che non potesse semplicemente lasciarmi in pace? Cercai di distrarmi pianificando il viaggio. Dovevo solo resistere, infondo, bastavano poche ore. L'indomani sarei partita con i miei fratelli, e avrei ritrovato quell'allegria di cui quegli ultimi avvenimenti mi avevano privato. Almeno, avrei potuto essere me stessa, senza dovermi difendere ogni singolo momento. Ero stanca, delusa e triste. Sperai soltanto che passasse in fretta. |
25-03-2014, 19.23.22 | #1193 |
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Annui col capo a quelle parole e risposi al cavaliere..."Penso tale arma sarà ben custodita e controllata..ho come la impressione se finisse in mani sbagliate potrebbe essere un pericolo..ma è stata forgiata dal Signore".
Ad un tratto udii delle voci familiari e allegre, mi voltai e vidi una allegra scenetta...Tyssen avvinghiato dalla bella locandiera..ovvio un bel cavaliere come lui esercitava un certo fascino e lo notavo dalle occhiate che altre ragazze lanciavano quasi invidiando la sua madrina. Ascoltai le loro parole e mi sfuggì una risata avvicinandomi a loro.."Oh damigella, non dovete essere gelosa di me..vedete io e sir Tyssen siamo amici da anni e abbiamo viaggiato per molti luoghi e sono certa ve ne racconterà..quanto a voi Tyssen, ella ha ragione..non è da cavaliere parlare di una altra dama davanti a una altra e soprattutto davanti alla propria madrina...dovete vincere per lei..e per ottenere la arma..ovvio". Mi congedai da questa strana coppia appena formatasi e andai subito nella bancarella di monili e gioielli che avevo notato e mi rivolsi alla dama che vendeva.."Milady..avete forse una collana e degli orecchini stile orientali? Sapete sono affascinata da questi posti e vi sono pure stata, doveste vedere che gioielli vestono le donne, soprattutto le più ricche o a servizio dei sultani". Infatti proprio sulla bancarella li notai.."Tipo quelli di ambra..grazie, e ditemi..sono una imitazione o provengono da quei posti?". Mi guardavo in giro, e più lontano vi era una bancarella di stoffe..avrei osato un bel vestito color ambra e del sole al tramonto per la giostra. Da quanto tempo, Altea, non pensi pure a te..alla tua bellezza..stai solo girovagando con una spada in mano..ora saranno i cavalieri a combattere.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
25-03-2014, 20.12.46 | #1194 |
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Altea, così, girò per il mercato, tra banchi e bancarelle, acquistando gioielli ed abiti di raffinato ed esotico gusto.
Intanto in città cresceva sempre più l'attesa per la giostra. Le giovani del posto con occhi languidi fissavano i cavalieri che ancora non avevano scelto la dama per cui combattere, sperando di poter essere tra le fortunate. Ma all'improvviso si udì un cavallo. Un uomo in sella al suo palafreno giunse nella piazza. Aveva il volto agitato. “Blean...” disse uno dei presenti al nuovo arrivato “... cosa accade?” “Ha colpito ancora...” ansimando Blean “... stamattina, verso l'alba...” “Chi è la vittima?” Chiese un altro dei presenti. “Due vittime...” fece Blean “... probabilmente erano due viaggiatori... è stato impossibile riconoscerli... erano sfigurati e con le viscere completamente fuori dal petto...”
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25-03-2014, 20.15.13 | #1195 |
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“Vi ringrazio...” disse Lyon ad Eilonwy “... ma oramai è quasi buio ed il mio amico mi attende. Voi ritornate pure in quella chiesa prima che sia sera inoltrata. E dimenticate le cose che vi ho detto. Siete giovane e bella e di sicuro vi attende una vita lunga e felice. Che Dio vi benedica e vi conduca lontano da questa triste landa.” Risalì sul suo cavallo e galoppò via.
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25-03-2014, 20.21.34 | #1196 |
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Finalmente avevo acquistato ciò che mi serviva, osservavo le ragazze fare a gara per conquistare il cavaliere più bello e forte.
Ma la aria festaiola fu subito rovinata da una brutta notizia, la gente si riunì...cosa era successo...mi avvicinai a una donna del luogo e chiesi informazioni in merito..ma un sospetto si impossessò di me...Alba e qualcuno di violento e spietato..no..non poteva essere lui...Elvet. Cercai di distogliere quel pensiero orribile.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
25-03-2014, 20.23.27 | #1197 |
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Clio, amareggiata e delusa, lasciò la mensa, mentre quella chiassosa festa imperversava tra le risate dei soldati e le moine delle ragazze.
E nel vedere il suo capitano andar via in quel modo, Astin perse la calma. “Balordi...” disse piano “... compagnia... attenti!” Urlò poi. Tutti si voltarono e nella mensa scese un improvviso silenzio. “E voi siete dei soldati?” Fissandoli uno ad uno. “Briganti forse! Questo sembrate! Briganti e villani! Non certo i soldati del re!” Scosse il capo. “Ma guardatevi... niente disciplina e niente dignità... così aspettavate il ritorno del vostro capitano?” “Signore...” mormorò uno di quelli, mentre si accomodava la camicia “... volevamo solo divertirci un po'... magari prima che arrivasse il capitano...” “Idiota!” Lo zittì Astin. “Il capitano è già qui! E vi ha visto! Certo, si aspettava di trovarvi in trepidante attesa, ansiosi di rivederla e preoccupati per la sua prigionia! Invece ha trovato solo un branco di ubriaconi che neanche ricordavano di avere un capitano!” “Ehm, signore...” facendosi avanti Guisgard. “State zitto voi!” Sbottò il luogotenente. “Avete già fatto abbastanza casini, non vi pare? E' per causa vostra che il capitano è andata via!” “Lo so, lo so...” annuendo Guisgard “... non le vado a genio... lo so benissimo. Ma concedetemi di dire solo qualche parola.” “Perchè?” “Perchè qui sono uno dei pochi o forse l'unico a non essere ancora del tutto sbronzo.” Disse il cavaliere. “Questa festicciola è colpa mia. Ero da madama Layl e per festeggiare la mia partenza da Afravalone si era organizzata una festa. E quando ho saputo che anche i vostri uomini volevano trascorrere qualche ora spensierata ho pensato di portare qualcuna delle ragazze ed un po' di vino e birra qui.” “Perchè mai?” Con rabbia Astin. “Non sapete che questa è una caserma, non un ritrovo?” “Lo so benissimo.” Fece Guisgard. “E proprio per questo ho fatto ciò che ho fatto. Volevo solo dare un po' di divertimento a questi soldati. L'alcool e la vicinanza di una ragazza possono fare molto per l'umore di un soldato. Domani alcuni di loro partiranno per una spedizione lunga e pericolosa. Lo sappiamo bene. Una spedizione in una terra sconosciuta e probabilmente ostile. Qualche ora di svago non può che far bene a questi uomini. Anche perchè non è detto che rivedranno altri momenti simili.” “Cosa intendete dire?” Chiese Astin. “Gioia Antiqua” rispose il cavaliere “si trova agli estremi confini Settentrionali del reame, in una regione ignota. Una città retta da una regina che odia la nostra terra e la nostra popolazione. Avete chiesto a questi uomini di partire per questo viaggio e loro hanno obbedito. Credo meritino qualche ora di felicità. Anche perchè potrebbero essere le ultime.” “Come sapete tutte queste cose?” Guardandolo Astin. “Mio zio” mormorò Guisgard “amava raccontarmi delle storie sul nostro regno e su quelli vicini e lontani.” Prese il suo mantello. “Ecco, ora sapete perchè ho agito in questo modo. Ragazze...” rivolgendosi a quelle “... su, si torna a casa...” tornò a fissare Astin “... e dite al vostro capitano che partirò anche io domani. Ho un viaggio che mi attende da troppo. Così non sarà più costretta a sopportare la mia presenza.” Ma in quel momento uno dei soldati si avvicinò al cavaliere. “Le ragazze non andranno in nessun posto...” mormorò. “Torna a sederti, sei ubriaco.” Guardandolo Guisgard. “Tu non porterai via le ragazze...” Il cavaliere lo fissò senza rispondergli nulla. “Loro resteranno qui...” continuò il soldato, per poi estrarre la spada. Davanti a quella scena alcune delle ragazze urlarono spaventate. “Sei ubriaco...” senza tradire emozioni Guisgard “... metti via quella spada o ti farai male...” “Perchè non vieni a prenderla tu, spaccamontagne?” Agitandola il soldato. “Mettila via...” ribadì Guisgard. Quello però, per tutta risposta, si lanciò su di lui urlando. Il cavaliere lo evitò, girandogli intorno rapidamente e con una mossa lesta lo bloccò, per poi disarmarlo. Lo tirò poi verso il muro, contro il quale il soldato sbattè violentemente. “Un secchio d'acqua fredda sulla testa e tornerà ragionevole.” Sentenziò Guisgard, per poi consegnare ad Astin la spada del soldato. Fatto ciò, il cavaliere e le ragazze lasciarono la caserma. Astin allora fece rimettere tutto a posto e tornò da Clio, raccontandole tutto ciò che Guisgard aveva detto.
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25-03-2014, 20.33.26 | #1198 |
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C'era agitazione, rabbia e terrore in città.
Ed Altea avvertì tutto quello. Qualcosa attanagliava quelle terre. Qualcosa di terribile. “Milady...” disse la donna alla bella avventuriera “... è stata la bestia... un mostro terribile che flagella questa regione da tempo ormai...” “Smettete di chiamarlo mostro!” Urlò un altro dei presenti. “E' solo un cinghiale! Un animale!” “Un animale posseduto da qualche demonio!” Sentenziò un vecchio fra la folla.
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25-03-2014, 20.40.04 | #1199 |
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Ascoltai il discorso di Astin attentamente, e mi presi la testa tra le mani.
"Bene, quello che conta è che se ne vada per la sua strada... Ma guarda te che animo gentile, peccato che quelli convocati per la missione non ci fossero..." scossi la testa "Non vedo l'ora di partire, mi credi?". Sorrisi "So che lascio la Guardia Reale in buone mani, grazie, Astin... Grazie di tutto... Sono troppo suscettibile al momento, non sono in grado di parlare con nessuno senza perdere le staffe...se hai bisogno di me, sono in palestra....". Lasciai così il mio studio per raggiungere la palestra, dove i soldati mantenevano la loro forma fisica eccellente. Mi tolsi la giubba dell'uniforme e mi diressi ai sacchi appesi al soffitto. Chiusi gli occhi per un momento. Da quanto tempo non passavo del tempo ad allenarmi? Troppo. Così, iniziai a colpire, in sequenza, sempre più veloce, con tutta la forza che avevo. Dopo un po', la tensione scomparve e mi sentii più rilassata. Mi asciugai il sudore dal viso, e mi resi conto di essere affamata. Presi la giubba e mi diressi verso il refettorio, chiedendomi che cosa vi avrei trovato. |
25-03-2014, 20.48.19 | #1200 |
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Clio, dopo aver passato del tempo in palestra, tornò nella mensa.
Lì era quasi tornato tutto normale. Alcuni soldati erano stati inviati da Astin a sistemare il tutto. I partecipanti alla festicciola, invece, tra cui anche alcuni dei prescelti da Clio per la spedizione, erano stati mandati a darsi una rinfrescata e a riposare. Era ormai sera. L'indomani ci sarebbe stata l'attesa partenza per la misteriosa Gioia Antiqua. Dopo quel chiasso, ora sulla caserma era sceso un irreale silenzio, rotto solo dalle voci delle sentinelle che si davano il cambio per la guardia. Ad un tratto, tra il via vai, un bambino si avvicinò a Clio. “E' per voi...” lasciandole un biglietto. Era di Maria, la sorella di Astin e chiedeva di incontrarla al luogo stabilito.
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