22-03-2012, 19.30.30 | #1211 |
Cittadino di Camelot
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visto che sono un cavaliere ora decido di difendere quella città con tutte le mie forze dove si trova quella città dissi? mi ci accompagnereste? dissi guardando il falco
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fabrizio |
22-03-2012, 20.12.55 | #1212 |
Cittadino di Camelot
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la campane presero a suonare......vidi Fin sorridere...." Avete ragione ogni essere vivente vive delle proprie azioni.....le nostre scelte modificheranno le scelte di altre persone, modificheranno il decorso della vita stessa......voi dite che Tylesia e' salva ?.......forse e' stato solo spento un incendio e niente piu'......forse abbasseranno le difese per questo..e la battaglia tornera' piu' dura.......forse Tylesia e gia' morta e nessuno se ne' accorto........intanto io saro' qui seduta accanto a voi....ho provato a parlare con chi aveva la possibilita' di cambiare le cose...e nessuno mi ha ascooltata.......Adesso mio caro Fin.....e' tempo che io veda il tramonto seguito dalle tenebre o l'alba seguita da un nuovo giorno.........Elisabeth, in tutto questo.....puo' essere un attenta spettatrice.."......mi accomodai meglio sul gradino accanto a Fin e raccolsi le mie gonne......ed aspettai che Fin.....intonasse nuova musica...questa volta non avrei ballato....
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22-03-2012, 21.48.31 | #1213 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il Lupo fissò Lilith e avanzò di qualche passo verso di lei, per poi accovacciarsi a terra.
“Sei nella grande selva di Tylesia…” disse il lupo “… o forse in un sogno… magari un incubo…” Ad un tratto si avvertirono dei passi. Un attimo dopo, dalla fitta vegetazione, emersero delle figure: due cavalieri, un monaco ed un nano. “Attenta, ragazza!” Gridò il cavaliere a Lilith. “Non muoverti o quel lupo di aggredirà!” Ed estrasse rapido la spada. Ma il lupo, vedendosi minacciato, fuggì via. I quattro allora raggiunsero Lilith. “Come stai?” Domandò alla ragazza quel cavaliere. “Ti ha ferita quel lupo?” “No, sembra tutta intera…” fissandola il nano. “Cosa ci fai qui tutta sola in questa selva?” Le chiese il cavaliere. “Io sono Redentos e questi sono i miei compagni di viaggio… frate Jovinus, il mio apprendista Parsifal e il nano Avid.” Presentandosi insieme ai suoi compagni. “E tu come ti chiami?”
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22-03-2012, 22.39.18 | #1214 |
Cittadino di Camelot
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"Sto bene" dissi io, rialzandomi. Mi guardai i piedi. Erano pieni di ferite; sarebbero servite ortiche e bacche di sambuco per medicarli e per cicatrizzare le piaghe. Non guardai gli uomini in volto, mi limitai a fare un lieve inchino ed a dire: "Il mio nome è Lilith. Sono in cerca della Pietra Teosofica... ne ho bisogno perchè nel mio villaggio si è diffuso un morbo mortale e senza di essa non riuscirò a salvare gli abitanti." Mi fermai per qualche istante per potermi rendere conto di chi avevo di fronte. Guardai gli uomini uno ad uno, cercando di trarre più informazioni possibili dal loro aspetto. Mi travolse nuovamente quella fastidiosa sensazione di nausea, ma questa volta la visione si presentò senza alcun problema. Riguardava Parsifal, il cavaliere apprendista. Lo stavo fissando senza rendermene conto, perchè solitamente le mie visioni erano molto più chiare quando guardavo negli occhi la persona interessata...
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23-03-2012, 01.47.23 | #1215 |
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Elisabeth si sedette sul gradino, ma Fin Roma, inspiegabilmente, non c’era più.
“Cosa dicevate, milady?” Avvicinandosi a lei Reas. “Pensavate ad alta voce?” Rise. E quel suo sorriso illuminò la sera di Tylesia. Il firmamento, pian piano, cominciò ad accendersi fino a quando una velata foschia rese tutto sbiadito ed incerto. In lontananza i fumi dell’incendio appena sedato vagavano, sospinti dal vento, verso l’orizzonte, fino a perdersi tra le colline e i monti lontani. “Venite, comincia a far fresco…” continuò Reas, porgendo una mano ad Elisabeth “…abbiamo tutti bisogno di riposare dopo questa brutta situazione…” il suo volto ora era disteso “… sapete che ci sarà un banchetto a corte? Si, per festeggiare l’incendio appena spento. Posso avere l’onore di avervi come dama per quel ricevimento?” “Temo che lady Elisabeth sia già impegnata, capitano…” avvicinandosi due cavalieri del Tulipano “… ella è infatti appena entrata nel nostro ordine cavalleresco. Come consigliera di lord Guxyo.” “Cosa dite?” Fissandoli Reas. “Mentite!” “Lo credete davvero, capitano?” Ridendo uno dei due cavalieri. “Allora sarà proprio lady Elisabeth a confermare questa lieta notizia… non è vero, milady? Avanti, ditelo anche voi al nostro capitano.”
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23-03-2012, 02.14.20 | #1216 |
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Redentos fissò Lilith.
Le parole della ragazza avevano in qualche modo colpito il cavaliere. “La Pietra Teosofica...” mormrò “... ne hai mai sentito parlare, Avid?” Domandò al nano. “Si, da qualche bardo del mio villaggio...” rispose questi “... ma sempre infarcendone le caratteristiche con miti e leggende...” “Di cosa si tratta esattamente?” “Si narra” fece il nano “che sia stata una delle pietre che ornavano la corona di Lucifero quando era il Primo fra gli Angeli di Dio... quando l'angelo del male precipitò sulla Terra, trafitto dall'Arcangelo Michele, perse la corona e tutte le pietre preziose che l'abbellivano andarono disperse...” “E quali poteri vengono attribuiti a quella pietra?” Chiese ancora Rendentos. “Si tratta “ spiegò il nano “di una pietra dai misteriosi poteri... secondo Eranimo il Reticente, un mistico bretone, la pietra era capace di trarre acqua dalle rocce... Eziano detto il Goto, un monaco amanuense, attribuiva a quella pietra il potere di spegnere le fiamme... altri invece, come I Figli dell'Egeo, un ordine cavalleresco attivo durante la Crociata, la pietra permetteva di comunicare con l'Oltretomba...” “Una svariata quantità di poteri.” Sorridendo Redentos. “Non c'è che dire.” Fissò allora Lilith. “E cerchi la tua pietra vagando da sola in questa selva? Non credi sia troppo pericoloso per una ragazzina? Al tuo villaggio forse hanno preteso un po' troppo da te.” La sera era ormai giunta. “Sarà meglio accamparci qui...” fece Redentos “... non mi va di proseguire per questa selva avvolti fra le tenebre. Riprenderemo il cammino col favore della luce.” Avid allora raccolse della legna e accesa un fuoco. “Puoi restare con noi” disse Redentos a Lilith “se vuoi. E domattina, a Dio piacendo, potrai riprendere la tua ricerca.”
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23-03-2012, 02.43.35 | #1217 |
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Il falco fissò Cavaliere25.
“La città in pericolo è Tylesia!” Disse il fatato rapace. “Non manca nulla per un bel romanzo, ragazzo mio... due schieramenti rivali, un tesoro inestimabile e conteso, aggiungendo al tutto una bella guerra tanto per rendere più avvincente la cosa!” Gracchiò. “Sei davvero sicuro che vuoi andarci? Fossi in te galopperei nella direzione opposta! E di gran carriera!” Un leggero vento alitò sulla selva. “Ma se proprio ci tieni ad andarci” continuò il falco “allora devo rivelarti un paio di cosucce... in primis, sappi che a Tylesia tu e gli tre cavalieri degli Elementi non siete ben visti... vi ritengono roba da favole, frutto di leggende... quindi proporrei di celare la tua identità... non andare in giro a sbandierare ai quattro venti di essere l'invincibile Cavaliere Blu, Custode dell'Elemento Acqua e difensore di Tylesia... meglio non dare nell'occhio... utilizzerai la tua corazza solo nel momento del bisogno... ovvio che l'avrai sempre con te... hai uno stemma sull'elmo... toccandolo la corazza si miniaturizzerà come per magia...” volò allora verso Cavaliere25 e toccò lo stemma sull'elmo col suo becco. Un attimo dopo la corazza si rimpicciolì, racchiudendosi, incredibilmente, in un ciondolo dalla stessa forma dello stemma. “Ecco...” continuò il falco “... metti il ciondolo al collo e nel momento del bisogno, toccandolo, ricomparirà la tua corazza e tu sarai nuovamente il Cavaliere Blu. Ora, se vuoi, possiamo dirigerci a Tylesia.”
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23-03-2012, 10.00.09 | #1218 |
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Certo dissi andiamo io sono pronto sistemai il ciondolo al collo e mi iniziai ad incamminare dentro di me pensai chissà se faccio bene a immergermi in questa avventura e mentre camminavo mi guardavo intorno per scoprire i posti nascosti di quella selva buia
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fabrizio |
23-03-2012, 16.46.29 | #1219 | |
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Citazione:
poi tesi una mano verso Guisgard e, trovata la sua, mi alzai per avvicinarmi un poco al fuoco. C’era silenzio e pace... tanto che avrei quasi potuto credere l’intero maniero del Belvedere si trovasse fuori dal mondo: nessun rumore lontano era percepibile, né il fruscio del vento né il picchiettare della pioggia, ma solo un denso ed assoluto silenzio... rotto appena dal crepitare basso e sordo del camino... Per qualche momento rimasi immobile, assaporando quella vaga sensazione di benessere e il gradevole tepore del fuoco sulla pelle... Poi, d’improvviso, un capogiro... “Mi hai mentito!” gridai... ero arrabbiata, tanto arrabbiata che non riuscivo a smettere di tremare... L’uomo di fronte a me non rispose subito... abbassò gli occhi, quegli occhi azzurri talmente belli da lasciarmi sempre senza parole... “Mi hai mentito sapendo di mentire... e non puoi negarlo!” ripresi dopo qualche istante, la voce ruvida e carica di dolore, prima che lui avesse il tempo di parlare... perché non volevo ascoltarlo, non volevo ascoltarlo più... mi sentivo tradita, raggirata, ingannata... “Ma come hai potuto? Tutto ciò che ci siamo detti... tutto quello che mi hai sussurrato al chiaro di luna... erano tutte bugie!” La voce mi si incrinò... ma io non avevo intenzione di tacere, non potevo permettermelo, così come non potevo permettermi di incrociare ancora il suo sguardo di fronte al quale finivo sempre per capitolare... I suoi occhi erano larghi e vagamente lucidi ed io distolsi i miei per un istante... “Mi hai detto tante cose... mi hai promesso il mondo intero... ma non hai mai, neanche per un istante, pensato di dirmi che... che...” inspirai profondamente “Che tu... tu, il mio Cristiano, in realtà sei... sei lord Andros dei Taddei!” Pronunciai quelle ultime parole con l’aria di chi sta pronunciando il peggiore insulto conosciuto al genere umano... avevo gli occhi lucidi e le lacrime mi rigavano le guance... “...che tu sei colui che vuole conquistare Sygma e ridurre mio padre ad un suddito, sei colui che vuole assoggettare il mio popolo, sei colui che vuole annullare le nostre tradizione ed impiantare qui quelle di Capomazda... Ed io...” mi bloccai un istante, poi mi costrinsi a proseguire “Ed io ti odio! Ti odio, perché hai lasciato che mi innamorassi di te senza sapere chi tu fossi davvero!” Fu un attimo... un capogiro... quelle immagini che invadevano la mia mente... quel dolore lancinante in mezzo al cuore... la rabbia di Chymela, la sua paura... fu troppo per me... Barcollai violentemente. E, per un istante, temetti di cadere a terra.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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23-03-2012, 17.20.02 | #1220 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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XIII Quadro: Il Fiore perduto e la Gioia smarrita
“<<E... lo vedete davvero?>> domandò, escludendo cioè ogni dubbio che quella fosse senz'altro un'allucinazione ingannevole e morbosa: <<vedete proprio una figura?>> <<E' strano che insistiate su questo, quando vi ho già detto che la vedo,>> fece Stavrogin, tornando ad irritarsi ad ogni parola, <<s'intende, la vedo, la vedo, come vedo voi... e a volte, la vedo e non sono sicuro di vederla pur vedendola... e a volte non so che cosa sia verità: se io o lui... tutte assurdità. E voi non potete assolutamente supporre che sia proprio il demonio?>> aggiunse, mettendosi a ridere e passando in modo troppo brusco al tono canzonatorio; <<eppure sarebbe più in armonia con la vostra professione. <<E' più probabile che sia una malattia, sebbene...>> <<Sebbene cosa?>> <<I demoni indubbiamente esistono, ma il modo di concepirli può essere molto diverso>>” (Fedor Dostoevskij, I Demoni) Talia avvertì quel capogiro. Poi barcollò violentemente e fu sul punto di cadere a terra. “Talia!” Avvicinandosi Guisgard e prendendola fra le braccia prima che la ragazza cadesse. “Cosa c’è? Ti senti male?” Il vecchio guardiano restò per un attimo a fissare Guisgard, poi si alzò e prese dalla credenza una bottiglina di vetro. Riempì con il contenuto di quella un piccolo calice di cristallo. “Prendete, mia signora…” porgendo il calice a Talia. “Grazie…” prendendo il calice Guisgard “… sorseggia piano, piccola…” facendole bere un po’ del contenuto. “E’ un elisir molto forte…” spiegò il vecchio “… le passerà subito, milord… non preoccupatevi, sarà solo la stanchezza per il lungo viaggio…” Guisgard annuì e poi fissò Talia, accarezzandole il volto e accomodandole una ciocca che era scesa sul suo bianco viso.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO Ultima modifica di Guisgard : 23-03-2012 alle ore 17.41.29. |
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