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10-12-2012, 02.45.10 | #1261 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Potrei” disse Fhael a Cheyenne “ma temo sarebbe inutile. Ho controllato tutta questa casa... pullula di servi e sono tutti armati. Inoltre ci sono cani ed altri guardiani tutt'intorno. In pratica la via che conduce al porto è strettamente sorvegliata ed anche lì ci sono sentinelle. Munite di barche.” Restò un attimo in silenzio, come per riflettere. “Abbiamo una sola possibilità... giocare sul suo fanatismo... ho studiato un po' la sua personalità quando a San Martino ho raccolto informazioni su di lui... è un bigotto, un fanatico religioso... forse dobbiamo puntare su questo... forse ho un piano, ma è ardito, quasi disperato...” la fissò “... andrò da lui e confesserò tutto... gli rivelerò una serie di bugie, dove mi smaschererò come vostro marito... gli confiderò di essere giunto con l'inganno per ritrovarvi e mi rimetterò alla sua pietà religiosa... ma questa mossa è molto rischiosa...”
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10-12-2012, 02.56.15 | #1262 |
Cittadino di Camelot
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I miei occhi scrutavano quella nave, in preda a mille e più pensieri... Austus aveva ragione quando diceva che Guisgard non avrebbe mai approvato ciò che mi stava passando per la mente... eppure io ero determinata, ogni momento lo ero di più: restare lì con le mani in mano a pregare che tornassero, ma senza fare niente per questo, era insopportabile.
Ero preoccupata, tesa, spaventata... Osservai il marinaio saltare sul parapetto e passare sull'altro ponte. I miei occhi lo seguirono finché non scomparve sottocoperta, poi tornarono a fissare Fulsin... "Forse..." mormorai "Forse avete ragione! Forse è davvero folle e pericoloso..." Esitai... poi, quasi involontariamente, sorrisi tra me... "Folle e pericoloso..." soggiunsi quindi "Un po' come lo è innamorarsi di un pirata... non trovate?" Lo osservai per un attimo, ma lui non aggiunse niente, ed io neanche. Mi voltai, quindi, e mi avvicinai ad Austus... "Perdonatemi..." dissi, raggiungendolo "So di essere una seccatura per voi e me ne scuso... ma per quanto io desideri non incomodarvi, Austus, non riesco a star qui con le mani in mano! Forse Guisgard vi ha ordinato di tenermi buona, ma sono assolutamente certa che non vi ha mai chiesto di impedirmi di andare da lui!" Lo osservai per un istante... "Vi prego, lasciatemi andare là, da lui... io devo accertarmi che stia bene... vi prego!" esitai, poi soggiunsi "Lo farò comunque... ma preferirei farlo con il vostro aiuto!"
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." Ultima modifica di Talia : 10-12-2012 alle ore 16.17.24. |
10-12-2012, 02.59.21 | #1263 |
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Ansimai, guardandomi attorno.
"Cos'è successo?" Dissi guardando la serva di Musan che mi fissava. Dove diavolo ero? Da dove erano spuntati quei ragni? Non ricordavo nemmeno di aver messo piede fuori dalla cabina. Infossavo ancora i calzoni della divisa e nessuno mi aveva slegato le bende. Vidi la giacca della mia divisa accanto al letto e mi sporsi per prenderla. "Dove mi trovo?" Dissi alzandomi. Presi i miei stivali e lo indossai. "..lasciatemi indovinare... È tutta opera del vostro padrone, immagino.." Scuotendo la testa. Non poteva riempire la nave di ragni in quel modo. Dove li aveva presi? Avrei dovuto colpirlo più forte. Quella stana alleanza stava decisamente diventando insopportabile. |
10-12-2012, 03.30.56 | #1264 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La servitrice di Musan fissò Clio e scosse il capo.
Prese allora un Rosario da una tasca e lo diede alla ragazza. “Quell'uomo” disse “è malvagio. Non rispetta niente e nessuno. Non conosce pietà, né umanità. Portate con voi questo Rosario... vi proteggerà...” In quel momento entrò Musan nella cabina. “Vattene.” Ordinò alla serva. Questa annuì ed uscì. “Vedo che vi siete svegliata...” disse lo spagnolo a Clio “... siete stata fortunata... il ragno che vi ha morso non era mortale... il suo veleno causa incubi, nulla di più...” sorrise e si avvicinò alla ragazza “... non siete molto abile come volete far credere... la pistola era leggera e un vero soldato avrebbe capito subito che era scarica...” chiuse gli occhi e di nuovo quel ghigno apparve sul suo volto “... la prossima volta che oserai toccarmi” aprendo gli occhi e fissandola “farò altrettanto... e non è detto che la cosa debba dispiacerti...” Poi, con gesto rapido quanto improvviso, la schiaffeggiò forte. “E non credere che possa intimidirmi la tua promessa di matrimonio fatta al tuo capitano...” aggiunse “... magari, a quest'ora, i pirati lo avranno già accoppato... o, chissà, potrebbe capitargli qualcosa su questa nave... e a te poi servirebbe un protettore...” i suoi occhi si accesero “... o vuoi finire al porto, come una volgare prostituta?” In quel momento si udì qualcosa. “L'Isolotto di San Martino!” Urlò la vedetta. “Avvistato l'Isolotto di San Martino.” “Pensaci...” mormorò Musan, per poi uscire dalla cabina.
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10-12-2012, 03.39.47 | #1265 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Austus fissò Talia.
Guardò poi sulla misteriosa nave e di nuovo, infine, i suoi occhi tornarono sulla ragazza. “E va bene...” disse con tono pensieroso il secondo di Guisgard “... ma a patto che resterete sul ponte, dove da qui possiamo vedervi. Guardate pure dalle scale che danno sottocoperta, chiamate anche da lì il capitano se volete, ma senza scendere di sotto, a meno che non sentiate rispondervi proprio da lui. Intesi?” Annuì e poi aiutò la ragazza a passare sul ponte dell'altra nave. Giuntavi, Talia provò una strana sensazione. Il vento sembrava ululare tra le vele squarciate e i pennoni scricchiolanti. C'era una strana sensazione a bordo di quella nave. Una sensazione opprimente, cupa e angosciante. La porta che dava sottocoperta era spalancata davanti a lei. E da lì Talia sentiva provenire solo un tetro ed innaturale silenzio. Come se quella porta cigolante al vento e al sussultare delle onde, si aprisse sul regno dei morti...
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10-12-2012, 07.19.29 | #1266 |
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L'idea di Fhael mi pareva alquanto avventata e rischiosa ma era l'unica plausibile a causa dell'alta sorveglianza ovunque.
"Daccordo tentiamo in questo modo...e speriamo che funzioni...Io mi recherò nella Cappella dicendo che devo pregare, spero così di impressionarlo positivamente, e quando sarò li voi andrete a parlare col vecchio. Fate in modo di essere nel portico che da su giardino in modo tale che io sia in grado di udire l'esito della vostra discussionr e se necessario intervenire.
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10-12-2012, 09.23.37 | #1267 |
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Era colto il nostro fuorilegge....pensavo non avesse letto mai nulla in vita sua e invece.......ma cosa ne sapevo io di pirati e contrabbandieri...."....Allora diciamo che terrete sotto braccio un ricco sacco di monete.....per l'aiuto, ve ne sono grata....e..."...avrei voluto continuare, ma Storm aveva notato qualcosa di insolito, due uomini.....avevo tirato i capelli indietro in maniniera sommaria cosiì alzai le braccia per sostenere quella strana conciatura, dieid solo un colpo d'occhio e fui quasi folgorata da una visione....." Storm....vi ricordate il giorno che ritornai alla locanda, dopo aver lasciato voi ?...lui era al bancone della locanda e sorseggiava qualcosa.....lo guardai bene perche' il locandiere venne quasi alla porta, pensando che o ma o ad Ingrid era successo qualcosa.......lui era gia' lì.......e se avessero seguito ogni nostro passo ?.....".. abbassai le braccia e tenni il volto basso sul tavolo...
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10-12-2012, 10.59.18 | #1268 |
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Restai immobile ad osservare Musan che usciva. Respiravo piano per nascondere l'immensa rabbia che avevo in me. Quasi stritolai il Rosario che quella donna gentile mi aveva messo tra le mani. Lo riposi delicatamente in una tasca della giacca.
Mi affacciai alla finestra tentando di distarmi. Ma le parole di Musan mi tormentavano. Battei forte il pugno sullo stipite. "..se avessi pensato che la pistola era carica, maledetto, ti avrei sparato immediatamente in mezzo agli occhi..." Sussurrai tra i denti. Eppure non potevo non pensare che ciò che aveva detto, in fondo, era vero. La Clio di una volta non l'avrebbe risparmiato, la Clio di una volta non avrebbe esitato. Già, la Clio prima di John. Che ti aspettavi? Che ti dicesse: "ma che brava, mi sei sfuggita e mi hai steso..."? Infondo lui è finito a terra, non tu.. I ragni non contano, i ragni sono opera del demonio.. Scossi la testa, sorridendo sarcastica : ".. No, non del demonio.. Di un uomo, un uomo mortale.." Guardai fuori dalla finestra. Per lo meno, pensai, ora i ruoli si erano rovesciati, ed ero io a dover stare alla larga da lui, non il contrario. E, di certo, non me lo sarei fatto ripetere due volte. ".. Non gli permetterò di fare del male a Guerenaiz.." Sussurrai ".. Si, certo che sa difendersi da solo.. Ma devo fare tutto ciò che è in mio potere per difenderlo..." Sospirai, sarcastica "..sempre che riesca a proteggere me stessa.." Alzai le spalle e mi diressi, un po' più calma verso la porta ".. Infondo, checché ne dica lo spagnolo, me la sono cavata anche stavolta..". Sorrisi. Lasciai finalmente quella cabina per recarmi sul ponte. Mi appoggiai al parapetto e guardai il mare. Avrei voluto perdermi in quell'immensità. Musan aveva detto che mi aveva morso un ragno capace di produrre incubi. Dunque non era stato che quello, un incubo? La voce di Loren e le sue parole. Che domande, pensai, Loren è morta davanti ai miei occhi. Eppure, anche durante il sonno innaturale del veleno, lei mi aveva sempre parlato. E diceva sempre la stessa cosa: John era con lei, e io non potevo trovarlo. Scossi la testa e repressi le lacrime fissando un punto indefinito all'orizzonte. No, non avrei mai creduto a dei semplici sogni. Dovevo vedere la sua tomba, parlare con chi l'aveva visto morire per accettare il fatto che non sarebbe mai tornato. Ma, persino io, mi rendevo conto di quanto fossero irrealizzabili anche quelle terribili speranze. Ma l'incertezza mi indeboliva e mi consumava. Fu allora che mi ricordai del Rosario nella mia tasca. Lo presi delicatamente tra le mani, chiusi gli occhi, col viso rivolto al sole, che mi scaldava dolcemente le guance, e pregai per John, per Guerenaiz, e anche per me. |
10-12-2012, 18.32.50 | #1269 |
Cittadino di Camelot
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Annuii alle parole di Austus... poi gli porsi la mano, che lui prese per aiutarmi a saltare dal parapetto della Santa Rita a quello della nave misteriosa.
“Non preoccupatevi!” lo rassicurai mentre lasciava la mia mano. Poi, lentamente, voltai le spalle alla Santa Rita e scrutai il ponte della nave su cui ero giunta... era deserto ed uno strano silenzio vi dominava, un silenzio opprimente ed innaturale. Il vento fischiava tra le vele lacerate e le onde percuotevano lo scafo... eppure anche questi rumori suonavano tutt’altro che naturali alle mie orecchie. I miei occhi vagarono lenti tra le ombre ed i riflessi per qualche momento, fino a fermarsi nel punto in cui avevo scorto qualche cosa muoversi poco prima... indugiarono in quell’angolo per qualche istante, e forte si fece la tentazione di correre là e controllare... ma la dominai. Dominai la tentazione di ispezionare il ponte e tutto ciò che là sopra mi sembrava non quadrare... la dominai perché volevo trovare Guisgard, lo volevo più di qualsiasi altra cosa! Inspirai, quindi, e raggiunsi la porta che dava sottocoperta... avevo promesso ad Austus che non sarei scesa, così mi limitai a sporgermi appena... c’era silenzio, un silenzio denso che saliva alle mie orecchie... “Guisgard!” chiamai, dopo un momento “Guisgard... sono io... ti prego... puoi sentirmi?” Il silenzio era sempre più opprimente... socchiusi gli occhi, tentando di aguzzare l’udito... “C’è nessuno laggiù?” domandai ancora, tentando di impedire alla mia voce di tremare “Guisgard?”
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
10-12-2012, 19.47.10 | #1270 |
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Scena XIV: “Relitti Umani”
“I visitatori di razza bianca corrono perciò seri rischi. Potrebbero essere massacrati a tradimento, come accadde all'equipaggio Della Jane Guy.” (Egar Alan Poe, Gordon Pym) Talia fissò quella porta aperta che dava nella stiva della nave. Una porta come aperta su un profondo abisso. Talia chiamò. Chiamò più di una volta. Ma nessuno rispose a quelle parole. Non subito almeno. Ad un tratto la ragazza udì qualcosa. Prima un rumore sordo e lontano. Poi come dei passi. Infine una risata. Sembrava la voce di un bambino. Poi quella di una donna. Come se stesse cullando il suo fanciullo. Ma fu solo un attimo. O forse il vento. Riprese a piovere lentamente e la nave sussultò ancora di più tra le onde. “Talia...” disse all'improvviso una voce. Era quella di Guisgard.
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