13-06-2011, 15.25.00 | #1271 |
Cittadino di Camelot
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Quella nuvola solitaria giunse a solcare il cielo e, per un istante, oscurò i raggi del sole che inondavano il cortile, il giardino e il palazzo in cui mi trovavo... e allora riuscii a distinguere ciò che aveva prodotto quel fastidioso riflesso.
Fu solo per un attimo che riuscii a vedere quelle due lunghe file parallele di lance disposte con cura, quasi come si fa con dei trofei. Vi era un elmo su ogni lancia e ciascuno di essi mostrava qualche ammaccatura o qualche lacerazione... Fu un attimo, un colpo d’occhio... poi la nuvola passò oltre, velocemente com’era giunta, e di nuovo il sole tornò ad inondare ogni cosa con una luce potente e chiarissima, togliendomi di nuovo la possibilità di vedere. Eppure quell’immagine non se ne andò dai miei occhi, la mia mente continuò a vederla anche quando non mi fu più possibile distinguerla e qualcosa in essa mi turbò profondamente... Cos’era? A chi appartenevano quelle lance? A chi erano appartenuti quegli elmi? E chi era che ne faceva, con tanta disinvoltura, sfoggio? Questi pensieri fecero tremare la mia anima e il mio cuore. Voltai quindi le spalle alla finestra e, a rapidi passi, mi diressi verso la porta. Shezan mi aveva detto che vi era qualcuno ad attendermi nel verziere... ebbene, sarei andata a quell’incontro, decisi. Desideravo delle risposte, desideravo sapere cos’era accaduto e accertarmi che niente di male fosse successo ad Icarius... ero preoccupata per lui, molto preoccupata: le sue grida, nella Pieve, erano l’ultima cosa che ricordavo chiaramente! Mi accostai alla porta, presi un lungo respiro e abbassai la maniglia, spingendo il battente.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
13-06-2011, 17.38.57 | #1272 |
Cittadino di Camelot
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"Se solo ci fosse Pasuan..." aveva detto proprio così Zimail. Mi salì una rabbia nel cuore che avvampai.
"No!" dissi con nervosismo "No! Pasuan deve rimanere fuori da questa storia! Pasuan non deve sapere nulla di ciò che sta accadendo e soprattutto non deve sapere che io sono qui a casa vostra" dicendo queste parole guardai con occhio torvo la vecchia servitrice. Cercai di farle capire che non avrebbe dovuto dire una parola alle donne del villaggio. "Appena la febbre di mio figlio sarà scesa me ne andrò via. Per favore, non dire a nessuno che sono qui" dissi alla donna. Mi rivolsi poi a Zimail "Siete molto gentile, signore, ad accompagnarmi nel bosco. Fate tutto ciò che è in vostro potere per salvare il mio bambino. Ve ne prego! Anzi vi chiedo scusa se vi reco tanto disturbo". Mi chinai poi sulla cesta nella quale Hubert respirava a fatica e sudava "Stai tranquillo piccolo, la mamma ora va a procurare delle medicine per curarti, vedrai che starai meglio! Tieni duro piccolo, lo so che sei un bambino forte!". Si mise a piangere piano, non aveva nemmeno la forza di fare quello. Mi lanciai il mantello sulle spalle, mi calai il cappuccio sul viso e mi voltai verso Zimail "Sono pronta, signore. Quando volete possiamo incamminarci!"
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13-06-2011, 21.49.49 | #1273 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Dafne e Zimail lasciarono verso il pomeriggio la casa del vecchio e si diressero nel bosco.
Seguirono un vecchio sentiero che tagliava in due quella verdeggiante macchia verde e si ritrovarono ai margini di una radura irregolare. Qui, l’esperto Zimail subito trovò le erbe che stava cercando e ne raccolse in quantità sufficiente per curare il piccolo Hubert. “Possiamo andare, damigella.” Disse Zimail. Ma ad un tratto i due sentirono dei rumori. “Presto, nascondiamoci qui!” Fece il vecchio, indicando un grosso tronco cavo. Un attimo dopo quattro cavalieri armati, accompagnati da due molossi dall’aspetto feroce, giunsero presso i margini della radura. “Presto, cerchiamo della legna per la sera.” Mormorò uno di loro. “Altro che legna…” replicò un altro dei quattro “… per scaldarmi basterebbe una donna… chissà quanto dovremo attendere per averne qualcuna…” “Tranquillo… quando prenderemo Capomazda potrai avere tutte le donne che desideri!” E tutti e quattro scoppiarono a ridere.
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13-06-2011, 22.06.05 | #1274 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La donna con gesti delicati tesseva quella sua tela dai variopinti colori e dai raffinati riflessi.
La stanza era ampia e soleggiata, con diversi monili dal gusto antico. Ogni tanto, quasi senza badarci, si accarezzava qualcuna delle lunghe ciocche che cadevano sul suo bianchissimo e nobile volto. Ad un tratto si voltò verso Sayla. “Ti attendevo…” disse “… non c’è molto tempo… cerca la torre diroccata... cercala, Sayla… cercala... io sarò lì...” “Si, andremo noi tre…” fece Icarius dopo le parole di Sayla. La giovane però appariva turbata dalla visione che gli era appena apparsa. “Sayla… va tutto bene?” Chiese Icarius, accorgendosi di quella strana espressione sul viso della fanciulla.
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13-06-2011, 22.29.26 | #1275 |
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Gouf restò a fissare Melisendra.
Un silenzio che, alla ragazza, apparve eterno. Ed in quel silenzio i suoi occhi erano fissi in quelli di lei. Il nero nel verde. Il verde che avvolgeva il nero. “Tieni molto a Capomazda a quanto vedo…” disse distogliendo di colpo il suo sguardo da quello di lei “… a me sono indifferenti i tuoi propositi… mi interessa solo scoprire che ha ucciso Aytli… le devo questo, almeno…” Si voltò a fissare l’imbrunire che cominciava ad avvolgere ogni cosa. “Se Cimarow è morto davvero” continuò quasi con indifferenza “allora credo che anche de Saint-Roche si ritirerà presto… forse passeranno diversi giorni prima che ci giungano nuovi ordini… attenderò quegli ordini… ma lo farò per avere le mani libere, non per altro…” sorseggiò altro vino “… poi mi muoverò... o mi porterai il colpevole o andrò a cercarlo io…” Si voltò allora verso Melisendra. “Il colpevole è l’Arciduca…” fissandola “… e nessuno potrà salvarlo… nemmeno tu…” Finì il suo vino. “Ora vattene…” mormorò “… ma bada di non farti trovare a Capomazda se dovessimo attaccarla… perché non risparmierò niente e nessuno… vattene ora…”
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13-06-2011, 22.46.17 | #1276 |
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Mi rimisi il mantello sulle spalle e lo allacciai.
Fuori era buio e non sapevo con certezza la strada da intraprendere. Mi sporsi sulle carte appoggiate sul tavolo e gli diedi un'occhiata. C'era solo una strada da seguire. "Non metto in dubbio che non risparmierai nessuno..." dissi amaramente. "Ci vediamo, Gouf... tornerò, puoi starne certo." Non riuscii a guardarlo negli occhi. Uscii dalla tenda e chiesi che portassero il mio cavallo.
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13-06-2011, 22.56.52 | #1277 | |
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Mi sentii trascinare dietro un folto cespuglio poco prima che quei quattro ci potessero vedere. Trattenni il respiro temendo che anche quello avrebbe potuto tradirci. Mi raggomitolai tutta raccogliendo le ginocchia al petto cercando di occupare meno posto possibile per far nascondere anche il povero Zimail. Era stato così gentile ad accompagnarmi fin lì, mi sarebbe spiaciuto tanto se gli fosse successo qualcosa.
I due uomini intanto si avvicinarono, potevo vedere i loro piedi tra le foglie, ma non mi sembravano troppo vicini. Li sentii parlare Citazione:
Mi persi in questi pensieri e non sentii la frase più importante La frase che annunciava l'assedio di Capomazda e poteva far naufragare il mio piano di tornare immediatamente alla mia vecchia casa. Forse avrei dovuto rimanere in quel paesino di pastori e contadini molto più tempo del previsto. Mi resi conto solo in seguito di questo pericolo osservando lo sguardo torvo di Zimail.
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14-06-2011, 01.34.18 | #1278 |
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I soldati riportarono il cavallo a Melisendra, mentre Gouf fissava il tutto dall’entrata della sua tenda.
Un lieve e fresca brezza si alzò sul bosco, percorrendo l’intero accampamento ed accarezzando gli stendardi e gli emblemi conficcati nel terreno. Gouf allora si voltò verso i monti lontani, le cui sagome si alzavano sfocate e mutevoli nelle infinite tenebre che racchiudevano quella notte. La notte. Dominio di segni e sogni, sensazioni, emozioni, speranze ed illusioni. “Faccio il mio solito giro d’ispezione…” disse Gouf alle guardie mentre si allontanava dalla tenda. Melisendra era andata via, quasi inghiottita da quella notte, come uno dei tanti sogni che la popolavano. Il cavaliere avvertì un profondo senso di solitudine. Una solitudine antica. Sua madre, Aytli e tanti compagni d’arme… tutti svaniti in notti non diverse da questa. Ed anche Melisendra sembrava essere svanita come quelle innumerevoli ombre. Tutto questo pensava Gouf, mentre quella brezza si era ormai mutata in un incerto sibilo che pareva condurre con sé echi lontani di un tempo ormai inesorabilmente perduto.
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14-06-2011, 02.08.37 | #1279 |
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L'aria era fresca e la foresta silenziosa. Nonostante la lunga cavalcata a cui mi ero costretta e le braccia e le gambe che mi dolevano, mi costrinsi a continuare.
Costeggiai a lungo i territori paludosi, mentre il cavallo sprofondava pericolosamente nelle buche del terreno. Dovetti smontare per guidarlo su terreni sicuri. L'unico modo per stare lontana dalle strade principali era quello di affrontare qualche scomodità. Fino a quando giunsi a una strada di terra battuta che ben ricordavo. Spronai ripetutamente il cavallo ad andare sempre più veloce. Non potevo fermarmi. La prudenza avrebbe voluto che mi fermassi per la notte all'accampamento, ma non desideravo rimanere troppo a lungo sotto lo sguardo accusatorio di Gouf. Il cavallo ormai era allo stremo. Era tutto il giorno che eravamo in viaggio. Da lontano scorsi le luci lontane dei fuochi delle mura di Capomazda, inconfondibili nella notte. Strinsi le redini e incitai il cavallo. Una volta sotto le mura gettai all'indietro il cappuccio e gridai: "Apritemi! Vi prego! Dite al Capitano Monteguard che Melisendra è tornata e porta notizie urgenti per lui e il Duca." Ero allo stremo. A stento riuscivo a stare in sella. Sentii che anche le ultime forze mi stavano abbandonando.
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14-06-2011, 02.13.10 | #1280 |
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Zimail fissò Dafne con uno sguardo scuro e preoccupato.
Si sentivano ancora le risate dei quattro cavalieri, quando i molossi cominciarono a tradire una certa agitazione. “I cani…” disse uno dei cavalieri “… cosa diavolo hanno? Sembrano nervosi!” “Forse vogliono solo correre liberi per questa radura…” rispose uno dei suoi compagni “… liberali per qualche momento…” E appena liberi i due molossi cominciarono ad avvicinarsi al tronco cavo in cui erano nascosti Dafne e Zimail. “Ehi, sembra abbiano fiutato qualcosa!” “Forse qualche scoiattolo, o qualche lepre.” “Forse un topo.” “Magari una volpe!” Tutti risero a quell’esclamazione del cavaliere. “No, davvero, sembrano aver trovato qualcosa…” Zimail, capendo che stavano per scoprirli, fissò Dafne e con lo sguardo le intimò di restare in silenzio e ben nascosta. Un attimo dopo, all’improvviso, saltò su e si mostrò ai quattro cavalieri. I cani nel vederlo cominciarono a ringhiare ed a schiumare. “Pietà, miei signori!” Gridò spaventato il vecchio. “Ehi, c’era davvero un grosso topo allora!” Esclamò uno dei cavalieri nel vederlo. Di nuovo una sonora risata si udì dai quattro. “Cosa ci fai nascosto come un verme, vecchio?” Chiese uno di loro. “Ero venuto a cercare delle erbe, miei signori…” “Per farne cosa?” “Sono un medico e mi occorrevano per alcune medicine…” “Un medico?” Ripeté uno dei cavalieri. “Si, mio signore…” annuendo Zimail. “E dimmi, vecchio… sono sempre stanco ultimamente… soprattutto al mattino… credo siano le ossa… cosa mi consigli? Un po’ di sano movimento?” Gli altri tre risero, cercando di immaginare dove volesse arrivare il loro compagno. “Beh, si…” fece Zimail “… fare movimento è sempre importante, fa bene al corpo ed allo spirito.” “Allora comincia a correre, verme!” Esclamò il cavaliere. “E cerca di essere veloce… altrimenti i nostri molossi ti faranno fare una gran brutta fine!” Zimail allora cominciò, per quanto poteva, a correre. Un attimo dopo, tra risate e bestemmie, i cavalieri ordinarono ai loro cani di inseguire il povero vecchio.
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