30-03-2012, 02.03.54 | #1341 |
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Nel frattempo che continuavo a cercare e a prender coscienza del luogo in cui ero, una donna mi parve innnanzi.
Era difficile ritrarre i suoi lineamenti, ma cercaì in tutti i modi di scrutare le sue forme. Mi chiese di Santo Stefano e della sua statua, ma fra le statue che corollavano tal posto risultava difficile. Anche se..... un tentativo lo si può fare. Mi volsi verso la figura eterea e le dissi: "Milady, cercherò di soddisfare la sua richiesta.....", cominciaì il travaglio, benchè, una pulce mi saltò all'orecchio e pensaì..... "a cosa potrebbe servirle?". Cominciaì la ricerca.
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"Covenant's Love"..... le dolci parole di colei che è entrata nel mio cuore..... Ultima modifica di Parsifal25 : 30-03-2012 alle ore 17.34.41. |
30-03-2012, 02.34.55 | #1342 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Fyellon scosse il capo a quelle parole di Altea.
“Non saprei...” mormorò il cavaliere. “La terra di cui parla la tradizione” intervenendo l'uomo “è la città di Sant'Agata di Gothia...” sorrise “... allora accettate di aiutarmi, milady? Ottimo! Così terminerò molto prima la mia opera!” Invitò allora Altea ad avvicinarsi al bassorilievo. “Sto scolpendo una scena tratta dalla mitologia classica...” spiegò l'uomo “... e ho inserito diversi personaggi... ma ne manca un altro... un'eroina... voi chi mi consigliate di aggiungere? Laodamia, che scelse di morire nel fuoco con la statua raffigurante le fattezze dell'amato Protesilao? Penelope, che ingannò i malvagi Proci pur di restare fedele ad Ulisse? Oppure Alcesti, che decise di morire al posto del marito Admeto?”
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30-03-2012, 02.45.39 | #1343 |
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Reas guardò incuriosito Elisabeth.
“Ignoravo che vi interessasse l'arte del combattimento, milady...” “Anche a me questa giunge nuova...” con malizia Isolde “... ma lady Elisabeth è donna dai vari e diversi interessi...” “E sia...” mettendosi in posizione il capitano “... mai sottovalutare una donna armata... siete pronta? Cominciamo!” E Reas ed Elisabeth si scambiarono alcuni colpi. “Tenete alta la guardia...” disse il capitano “... e sferrate il colpo solo quando siete certa di colpire... se mancate il bersaglio, sarete in balia del contrattacco del vostro avversario...” e con un rapido colpo cercò di disarmare la donna. “Però...” dopo che Elisabeth era riuscita a parare quel suo colpo “... vedo che ve la cavate bene... dove avete imparato a combattere cosi?”
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30-03-2012, 02.53.20 | #1344 |
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E mentre Parsifal cercava la statua di Santo Stefano, quella donna si avvicinò al giovane cavaliere.
“Devo confessarmi al Santo...” disse “... spero di riuscire a farlo prima che chiudano la chiesa... altrimenti dovrò ritornare fra quelle giuste e dolorose pene...” Un attimo dopo si udirono dei rumori e un giovane diacono entrò nella chiesa. “Sono qui fuori!” Visibilmente agitato quello. “Si sono riuniti davanti alla chiesa... attenderanno la solenne Benedizione delle Sante Palme e poi porteranno un nuovo attacco a Tylesia durante la Settimana Santa, prima della Resurrezione di Nostro Signore!”
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30-03-2012, 03.23.18 | #1345 |
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“Non ho sentito nulla...” mormorò Guisgard guardandosi intorno e prendendo la mano di Talia “... forse era solo il sibilo del vento...”
L'ambiente era infatti avvolto da un malinconico silenzio. I suoi colori erano però vivissimi e pulsanti. Arazzi, stoffe, tessuti e poi drappi, costumi già ultimati, tende, teli e veli, tutti addossati gli uni sugli altri o lasciati adagiati su panche e sgabelli. I loro colori, invasi dalla luce che attraversava i vetri, finivano per mischiarsi, confondersi, legandosi gli uni negli altri, in una silenziosa e sognante danza d'iride. I perlati riflessi della seta siriana si mescolavano col vermiglio bagliore del velluto di Borgogna, mentre lo splendore degli ambrati tendaggi di Ceylon finivano col naufragare nel blu cobalto delle trame ricamate sugli scialli corsi. E quel trionfo di colori continuava tra le venature ambrate di gusto orientale, i luminosi richiami del sandalo malese, il violaceo bagliore di madreperla indiana, il crespo purpureo che bagna le stoffe turche, il denso splendore emanato dall'alabastro toscano e l'intenso scintillio dell'agata di Magna Grecia. Nell'aria dominava un vivo alone rischiarato da infiniti e frastagliati sfavilli, che mutavano come animati dalla vitalità di una luce ultraterrena. “Questo luogo” continuò lui “da un lato affascina col suo splendore e dall'altro, non so... sembra intriso di un che di misterioso...” “Questo starà benissimo indosso alla Granduchessa, non trovate?” Sorridendo una delle donne ai telai. “Ma se non l'abbiamo neanche mai vista di persona!” Fissandola un'altra di quelle. “Dal ritratto sembra molto bella.” Intervenendo un'altra donna ancora. “Del resto” fece la seconda che aveva parlato “il futuro Arciduca non poteva certo scegliere una ragazza non bella...” “Si dice” disse la prima “che le donne di Sygma siano tutte belle, dalla pelle bianchissima come l'alabastro e i capelli di un chiarore mutevole come le colline della loro terra in Autunno.” Guisgard e Talia si aggiravano tra i telai e quelle meravigliose stoffe. “E se rubassi una di queste stoffe?” Sussurrò lui all'orecchio di lei. “La più bella e più preziosa tra queste che ci circondano... e poi ne farei fare un meraviglioso vestito... molto più bello di quello che vedesti al ballo anni fa... ricordi nel palazzo del visconte? Lo rubai quella notte, posso benissimo farlo ancora...” sorrise “... tanto qui sono il padrone, a sentire il nostro pittoresco ospite.” “Arrivano!” Entrando di corsa una delle donne. “Sua signoria e lady Chymela sono giunti sul Belvedere proprio in questo momento!” Tutti si prepararono. “Lord Andros vuol stupire la sua amata...” spiegò il sarto “... sono abbigliati alla maniera dei pastori... lui le ha detto che avrebbero partecipato ad una festa... presto, facciamo finta di niente...” “Ma dobbiamo trattarli come fossero davvero due pastori?” Stupito un garzone. “Si, riprendete tutti il vostro lavoro, come se niente fosse!” Si raccomandò il sarto.
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30-03-2012, 12.25.07 | #1346 |
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Nemmeno Fyellon poteva immaginare di che posto parlasse, poi, l'uomo che...scolpiva l'Amore..,sembrava ci avesse ascoltato e rispose...Sant'Agata di Gothia. "Fyellon" guardai il cavaliere "se non è lontana da qua potremmo andarci, che ne dite?".
Lo scultore mi chiamò e capii di quale aiuto necessitasse "Io raffigurata in un bassorilievo assieme ad altri esseri mitologici??chi dovrei scegliere tra queste tre donne..è difficile...ma direi...Penelope, che pazientemente aspettava il ritorno del suo amato e anche con molta furbizia direi. Ma in cambio dovrà dirci se questa città che avete nominato è lontana e dove possiamo dirigerci per vederla".
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
30-03-2012, 16.49.08 | #1347 |
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“Penelope…” ripeté l’uomo, fissando il bassorilievo “… la vostra scelta cade dunque sulla virtuosa e fedele regina di Itaca… e sia!” Esclamò convinto. “Allora raffigureremo un degno ritorno per il grande distruttore della città di Troia!” E riprese a scolpire la sua opera. “Però non avete certo bisogno di porre condizioni, milady…” sempre fissando il bianco marmo a cui dava forma “… vi avrei comunque indicato la locazione di quella città, davanti ad una vostra richiesta…”
Fyellon allora prese Altea in disparte. “Perché tanto interesse per quella città, milady?” Domandò alla ragazza. “Il nostro scopo non era quello di cercare i misteriosi nemici di Tylesia? Perché allora volete andare a Sant’Agata di Gothia?”
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30-03-2012, 16.58.58 | #1348 |
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Lo scultore iniziò a scolpire il bassorilievo, ero davvero curiosa di sapere cosa sarebbe apparso..sperando il tempo fosse anche breve.
Fyellon mi prese in disparte...lo vedevo nervoso.."Che succede Fyellon? Certo dobbiamo cercare i nemici di Tylesia, ma se quella città si trova nelle vicinanze non sarebbe bello andarci a fare una visita?Avete detto pure voi di non conoscerla..ma se la cosa vi crea disturbo non vi preoccupate, rimarremo qui." Mi riavvicinai allo scultore..."Scusate, ma non potrebbe trovare posto in questo bassorilievo pure il volto di...mio cugino?"
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30-03-2012, 17.33.42 | #1349 |
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La figura del Santo non riuscivo a trovarla, vidi che la donna ne aveva l'assoluto bisogno..... era in cerca di qualcuno che potesse confessarla..... ma non vi era nessuno.
Nel frattempo le porte della chiesetta si spalancarono ed entrò uno di quei giovani diaconi che si profilano a divenire preti. Finalmente, qualcuno si fece vivo.... non capivo se ciò che vivevo era reale o meno, ma stava divenendo un affare grosso. Dal fondo dell' ingresso udivo la sua voce.... parlava di una rappresaglia nei riguardi della città di Tylesia, il tutto si sarebbe svolto sotto il vessillo del Signore e della sua Passione..... non potevo accettare ciò, restando lì immobile ed assistere ad un massacro compiuto nel nome della Passione di Nostro Signore che in tali giorni si è consegnato nelle mani dei suoi carnefici per espiare le nostre colpe. Non potevo permettere ciò, mi chinaì verso la donna salutandola con riverenza e corsi verso il portone. Dovevo intervenire: "Padre...... perchè volete combattere nel giorno in cui il Figlio di Dio si è sacrificato per noi? Non possiamo disonorare tal giorno..... lasciate che compia io la vostra impresa, non sacrificate gli altri."
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30-03-2012, 17.45.14 | #1350 | ||
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Citazione:
Misterioso, lo aveva definito... e misterioso lo era davvero quel luogo: mi sembrava di avvertire una sorta di insolita energia aleggiare intorno a noi, come se quel luogo fosse stato tanto intriso di vita che essa era rimasta come imprigionata tra le mura stesse di quella fabbrica... Udivo delle voci... voci di donne e di uomini intorno a me... li sentivo bisbigliare, come se parlassero tra loro, e fui sul punto di dirlo a Guisgard ma mi trattenni appena in tempo: quello non era precisamente il genere di cosa che lo avrebbe fatto stare tranquillo, quello non era il genere di cosa che poteva affrontare a viso aperto... e così decisi di tenere per me quelle sensazioni, almeno finché non avessi capito meglio che cosa stava avvenendo lì e perché mai ci eravamo finiti, perché su una cosa aveva avuto ragione lui: niente accadeva per caso, e dunque non era certo un caso se ci trovavamo lì. Ed intanto quelle voci continuavano a bisbigliare nelle mie orecchie... mi concentrai e tentai di cogliere il senso dei loro discorsi ma non ci riuscii, tanto parlavano piano... Mi soffermai e mi concentrai ancora di più, ma non riuscivo a cogliere altro che qualche parola... Citazione:
“Si...” dissi lentamente “Ricordo... certo che lo ricordo!” “Guisgard!” esclamai sorpresa, bloccandomi all’improvviso. Lui strinse di più la mia mano... “Non fermarti...” sussurrò “Non fermarti, ti prego... continuiamo a ballare!” Ma io non badai alle sue parole, perché la mia attenzione era tutta per il suo volto, adesso... le nuvole si erano infatti diradate ed un intenso raggio di luce lunare era piovuto su di noi consentendomi, infine, di vederlo... “Ma che cosa ti è successo?” mormorai allora, sollevando una mano a sfiorare la sua guancia vistosamente gonfia ed il labbro spaccato e sanguinante... “Nulla!” rispose con un’alzata di spalle. “Oh, Guisgard...” tentai di dire, ma lui mi bloccò... le sue mani strinsero le mie più forte, allora, e lui si fece un po’ più vicino... molto più vicino... sempre più vicino... Poi, d’un tratto, una figura si erse di fronte a noi... “Talia...” sentenziò allora la voce severa del Maestro “Torna al Tempio!” “Maestro, io...” “Torna al Tempio...” mi interruppe “E togliti immediatamente quel vestito rubato!” I miei occhi scesero su quello splendido abito, poi si spostarono su Guisgard... esitai... “Non è come pensi, Maestro...” mormorai, allora “Questo abito me lo avevano promesso... e comunque lo avrei restituito... te lo giuro!” Gli occhi del Maestro erano fiammeggianti... “Non ti ho chiesto spiegazione!” esclamò “Ne parleremo domani di quest’abito... ora obbediscimi: torna immediatamente al Tempio. Io voglio parlare con tuo fratello! Fyellon... portala via!” Solo in quell’istante mi accorsi che dietro al Maestro dalla vegetazione era emerso anche Fyellon... non disse neanche una parola, ma afferrò il mio braccio e mi trascinò via... ed io di nuovo tornai a guardare Guisgard, immobile con quel labbro che continuava a sanguinare copiosamente... “Lasciami, Fyellon!” sibilai “Lasciamo subito! ...Maestro, aspetta!” soggiunsi, con la voce che saliva gradualmente “Lasciami spiegare... Maestro, ti prego... Non è colpa sua! Non è colpa di Guisgard! Fyellon, lasciami, ho detto!” Gli occhi azzurri del ragazzino si sollevarono di scatto su di me... “Talia...” mormorò, scattando in avanti. Ma il Maestro lo bloccò, afferrandolo per un braccio... “Adesso basta!” ingiunse, con quella sua voce bassa e autoritaria “Basta! Da oggi, Guisgard, ci saranno nuove regole per te... da oggi ti allenerai di più e non lascerai mai il Casale senza il mio permesso! E non vedrai più tua sorella! Mai più! Non le parlerai più... fino al giorno della sua consacrazione! Non ti permetterò di distruggere il destino di tua sorella, hai capito? Non te lo permetterò!” Mi mancò l’aria a quelle parole, mi tremarono le gambe... Guisgard stava continuando a dibattersi e a tentare di liberarsi da quella salda presa, ma a quelle parole sollevò gli occhi sul Maestro, tremava di rabbia... “Lei non è mia sorella!” urlò. Quello che accadde dopo era ancora confuso nella mia mente... il Maestro lo aveva colpito, lo aveva colpito tanto forte da scagliarlo a terra... “Andiamo, Talia!” aveva allora mormorato Fyellon al mio orecchio, quasi prendendomi di peso “Andiamo via ora!” Avevo tentato di opporre resistenza, ma con scarsissimi risultati... e mentre Fyellon mi trascinava via, ricordavo solo di aver udito la voce del Maestro sentenziare: “Queste sono le mie regole e tu le seguirai, Guisgard, se vuoi continuare a vivere qui! Altrimenti... altrimenti te ne devi andare!” Un brivido mi corse lungo la schiena a quel ricordo... chiusi gli occhi un momento... “Lo ricordo benissimo quel vestito...” mormorai pianissimo, la voce improvvisamente cupa e carica di dolore “Ricordo tutto... l’abito, tu che suonavi, il nostro ballo improvvisato... e poi... poi il Maestro...” inspirai “Oh Guisgard... tutto quello che è accaduto dopo... è stata tutta colpa di quell’abito, di quella mia sciocca vanità... sciocca, inutile, dannata vanità!” Chinai la testa e chiusi gli occhi... tremavo vistosamente.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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