02-04-2012, 18.01.33 | #1401 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Reas lasciò che Elisabeth toccasse la sua ferita.
“Ogni ferita lascia il segno” mormorò lui “e talvolta provoca dolore anche il solo ricordarlo…” fissò il Cielo “… la vita è colma di cicatrici… anche questa città ne ha molte… e forse la più dolorosa è quella che attanaglia la nostra regina…”
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02-04-2012, 18.02.57 | #1402 | ||
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Citazione:
“Un marito...” mormorai tra me “Una promessa...” Le sentivo affaccendarsi, ma non badavo molto a ciò che facevano... pensavo, riflettevo... e tentavo di ascoltare le loro anime... Una promessa non mantenuta può tenerti legato a questo mondo, mi chiedevo... si, forse... ma quella promessa, quel debito, era tanto grave da causare tutto quello? Non ne ero molto convinta... Al contrario, sentivo che c’erano molte cose che mi sfuggivano ancora... Citazione:
Poi, sospinta da loro, tornai nella fabbrica...
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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02-04-2012, 18.07.10 | #1403 |
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La sua malinconia potevo toccarla...potevo seguire il corso della sua sofferenza ....sfiorando quelle carni provate......" Nella vita pensiamo di curarci delle ferite altrui......ma nulla si puo', se prima non si sono curate le proprie.....un uomo malato non può prendersi cura di un'altro uomo malato.....non conosco le vostre, come non conosco quelle della vostra Regina, spero solo che troviate il tempo per piangere il vostro dolore.."......rimasi a guardarlo, senza poter far nulla....senza sapere nella realtà cosa avessi potuto fare.......mi sedetti sul bordo della fontana...ed aspettai che Reas finisse di rinfrescarsi....
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02-04-2012, 18.07.52 | #1404 |
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Come avevano fatto a trovarmi? Il mio cuore batteva talmente forte che temevo sarebbe uscito dal petto. Le mie mani tremavano così tanto che riuscivo a stento a tenere le briglie della giumenta.
Non ebbi la forza di dire niente, ormai mi ero abbandonata al mio destino. Se avessi avuto con me la collana forse sarei riuscita ad acquistare il coraggio e la forza necessari per salire in groppa alla giumenta, ma mi ricordai di averla data a Parsifal, lui ne aveva più bisogno di me. Feci un profondo respiro e provai a pronunciare un incantesimo in una lingua che risaleva a molti secoli prima che pochi conoscevano. Me l'aveva insegnata mia nonna, 'Usala solo in situazioni di gravissimo pericolo? aveva detto... io la pronunciai ad alta voce e con una grande concentrazione: "Ombah laye ombah lishe ithu!" . Non sapevo il significato di quelle parole, le avevo imparate a memoria come fossero una filastrocca, ma non le avevo mai utilizzate, non sapevo quali fossero le conseguenze...
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"Basta un individuo o un semplice gesto per mettere sottosopra l'ordine del mondo." Mago Merlino |
02-04-2012, 19.04.11 | #1405 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Talia ritornò nella fabbrica e Guisgard, guardandola, dimenticò per un attimo ogni inquietudine.
La ragazza indossava il tipico vestito usato dalla Granduchessa quando si trovava nella corte del Belvedere. Aveva un meraviglioso diadema imperlato e racchiuso da un frontino di oro bianco incrostato con corallo di Lemno. Un pendaglio al collo fatto di gocce di diamanti, schegge di zaffiro e soffi di giada, il tutto legato da un sottile e luminoso filo d'oro. La camicetta era di pregiata seta del Catai, il soprabito di velluto vermiglio a fiori di broccato e la gonna di casimiro di Persia. E una larga cintura di ciniglia, che richiamava riflessi di madreperla, avvolgeva i suoi fianchi. Talia era bellissima, come una principessa. Neanche nei romanzi, nelle fattezze delle varie eroine, Guisgard aveva visto qualcosa di così meraviglioso. Quel mattino era particolarmente luminoso e i due ragazzi se ne stavano all'ombra di una grande quercia. Guisgard leggeva un libro preso dalla biblioteca del Casale e fantasticava di cavalieri, dame e nobili imprese. Talia invece fissava il cielo e intrecciava fra i capelli alcuni fiori di campo appena raccolti. “Guisgard...” sussurrò lei “... io sono bella?” Lui alzò lo sguardo dal libro e la fissò. “Certo che lo sei.” Disse. Lei sospirò. “Cos'hai?” Domandò lui. “Tu sei di parte...” fissando quei fiori Talia “... sei mio fratello...” “Vuoi andare in paese” fissandola lui “e chiedere a tutti i ragazzi come ti trovano?” “Scemo!” Voltandosi lei. Lui sorrise e si avvicinò alla ragazza. “Io credo che tu sia la ragazza più bella mai nata.” “Lo dici a tutte...” “Davvero?” Stupito lui. “E a chi?” “Ieri il maestro ha fatto venire le suore con gli orfanelli del monastero” fissandolo lei “per regalare loro un po' della frutta del nostro giardino... e ho visto come aiutavi Maria e Laura a raccogliere le mele cadute dall'albero...” “Eh, ma sono un cavalier cortese io!” Esclamò lui. “Sei forse gelosa?” “Non dire sciocchezze!” Lui sorrise e cominciò a soffiare nei capelli di lei. “Smettila.” Alzandosi la ragazza per andare via. “Aspetta.” prendendola per mano Guisgard. “Io non sono attendibile come giudice? Perchè sono tuo fratello?” Lei si voltò a fissarlo. “E se fossi innamorato?” “Tanto non lo sei!” Esclamò lei. Guisgard allora si voltò e vide alcuni contadini poco distanti. Sorrise e corse verso di loro, sempre tenendo Talia per mano. “Dove andiamo?” Chiese lei. “A esaminare il mio giudizio!” E giunti tra quei contadini, Guisgard saltò sul pozzo attorno al quale si trovavano quelli. “Cosa fai li, ragazzo?” Chiese uno dei contadini. “Ho bisogno del vostro aiuto, amici miei!” Loro lo fissarono stupiti. “Vedete, io sono un cavaliere” continuò Guisgard “e stamattina, nel mio errare, ho incontrato una rana... di quelle che si leggono nelle favole...” I contadini lo fissavano sempre più incuriositi. “La rana era vittima di un incantesimo” aggiunse il ragazzo “ed io, per liberarla, ho dovuto baciarla... ed allora quella si è tramutata in una bellissima ragazza...” I contadini cominciarono a sorridere. “Ora, come premio per aver vinto l'incanto, mi spetta il suo amore...” fece Guisgard “... ma ella non crede che io abbia sciolto il sortilegio... ora chiedo il vostro aiuto, amici miei...” “Cosa possiamo fare per te, giovane cavaliere?” Ridendo uno dei contadini. “Ditemi...” sorridendo Guisgard “... avete mai visto una ragazza più bella?” Indicando Talia. “Oh...” uno di quelli “... di sicuro forse uguale per bellezza, ma certo non superiore a lei!” “E solo nei libri” gli fece eco un altro “non certo nella realtà!” “Come ha potuto allora” fissandoli Guisgard “sua mamma farla tanto bella?” “Forse impastando petali di pesco” sorridendo un altro contadino “e mischiandoli con albicocche in fiore!” “Questo per i capelli!” Disse un altro. “Latte, uova e burro, invece, per disegnare il suo bel visino!” “E miele, zucchero e cannella per la sua bella bocca!” “Infine, sua mamma” alzandosi un altro ancora “ha raccolto l'ambra più pura e trasparente, cotta al Sole e ingentilitasi tra i pollini sospinti dal vento, per fare i suoi occhi belli!” Allora tutti i contadini cominciarono a cantare attorno al pozzo, offrendo ai due ragazzi un po' dei frutti della loro terra. “Ora merito di essere creduto?” Avvicinandosi Guisgard e Talia. “Sai che non ti direi mai una bugia.” E lei, sorridendo, gli lasciò un tenero bacio sulla guancia. “Sei bellissima, gioia...” sussurrò Guisgard a Talia, tra i sorrisi e il compiacimento degli operai della fabbrica.
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02-04-2012, 19.20.12 | #1406 |
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“Non fatevi impressionare da questo luogo, milady…” disse Fyellon ad Altea “… è solo un vecchio edificio… una Croce, che sia diritta o capovolta, non può farci nulla…” ruppe allora le assi che bloccavano le finestre e permise alla luce di penetrare definitivamente in quel luogo “… forse abbiamo sbagliato ad entrare qui…” mormorò “… il Maestro delle Imprese d’Amore ci aveva detto di non allontanarci dal sentiero e di stare lontani dalla selva…” fissò fuori da una finestra e la selva sembrava dominare su tutto.
Ad un tratto udirono dei rumori. “Chi è là?” Gridò Fyellon. Ed apparve un nano.
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02-04-2012, 19.26.15 | #1407 |
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Lilith evocò quell’incantesimo.
Ma nulla accadde. “E’ potente la tua magia…” disse il viaggiatore “… ma non abbastanza… il tuo compito è concluso… ora ti riporteremo dai tuoi compagni… arriverai a Tylesia e parlerai di noi alla gente di quella città… dirai loro che La Lacrima di Cristo sta per arrivare…” Il viaggiatore allora si sollevò il cappuccio, come a voler mostrare il suo volto, ma proprio in quel momento si alzò il vento e Lilith cadde addormentata.
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02-04-2012, 19.28.23 | #1408 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Davvero?” Fece il capo dei soldati, fissando Cavaliere25. “Allora questo falco può parlare, vero? E non mi state insultando, o prendendo per un idiota, è cosi?”
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02-04-2012, 19.30.53 | #1409 |
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con noi parla forse perchè non conosce nessuno al infuori di noi due non prendiamo in giro nessuno dissi iniziando a innervosirmi siamo stanchi dal lungo viaggio cosa facciamo ora dissi guardando il capitano e il locandiere possiamo mangiare e riposarci?
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fabrizio |
02-04-2012, 19.36.42 | #1410 |
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Fyellon non credeva a ciò che dicevo, lui le riteneva superstizioni dettate dalla Chiesa mentre quelli erano segnali. Non proferii altre parole, lo lasciai alle sue convinzioni mentre tra me pregai davanti a quella Chiesa, avevo udito le voci, delle urla, quel cavaliere apparso improvvisamente.....Fyellon aprì le finestre e la luce entrò del tutto nella chiesetta...e a un tratto arrivò un nano...Fyellon aveva ragione, ero stata una stolta a volermi fermare per guardare la chiesa.
"I miei saluti" mi rivolsi al nano "noi..siamo dei viaggiatori...e stavamo giusto uscendo da questa chiesa per proseguire il nostro viaggio".
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea Ultima modifica di Altea : 02-04-2012 alle ore 19.46.42. |
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