17-03-2015, 02.57.25 | #1421 |
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Stavo per rispondere a Rodolfo, ma Icarius parlò per primo, lasciandomi a bocca aperta.
Evitai di ridere nel vedere la faccia di quegli uomini, e seguii Icarius verso le nostre stanze. "Grazie, sei stato grande.." gli sorrisi "Lo vedi, non basta saper tirare di spada per difendere una donna.." facendogli l'occhiolino. "Come ti senti, sei pronto ad affrontare tutto questo?" guardandolo negli occhi, una volta arrivati alle nostre stanze "Dicevo sul serio prima.. ho fiducia in te..". Dicessero quello che volevano quegli uomini, sapevo quando essere inflessibile e quando non era il caso, se fossi stata dura con Icarius non avremmo cavato un ragno dal buco, e comunque non se lo meritava. |
17-03-2015, 03.09.52 | #1422 |
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“Si, tranquilla, sono pronto...” disse Icarius sorridendo a Clio “... anzi, sono ansioso di vedere la città... i luoghi in cui visse Ardeliano il Grande poi quelli della leggenda eroica di Ardea...” con aria sognante.
Arrivarono davanti alle loro stanze. “Va a preparati, Clio...” fissandola “... tra poco comincerà tutto...” si avvicinò e le lasciò un delicato bacio sulla guancia, per poi andarsi a preparare.
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17-03-2015, 03.13.42 | #1423 |
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Sorrisi appena a quell'entusiasmo che trapelava dalle sue parole.
Meglio così, pensai, mi ero preoccupata per niente. Entrai nella mia stanza, ed osservai gli abiti che mi erano stati preparati: li indossai, mi armai di tutto punto e in poco tempo ero pronta per uscire. |
17-03-2015, 03.23.04 | #1424 |
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Clio lasciò la sua stanza e raggiunse il cortile di quel palazzo, dove si trovavano già gli altri ad attendere.
Poco dopo, accompagnato da uno di quegli individui, apparve una figura. La giubba verde, i pantaloni di un nero lucido, gli alti stivali ed un mantello di porpora vivissima. Clio lo guardò. Era Guisgard. Era tornato. I suoi occhi, il volto fiero, quel sorriso sicuro, i capelli scuri. “Nessuno potrebbe negare...” disse Rodolfo nel vederlo “... nessuno potrebbe pensare che si tratti di un impostore...” guardò Clio e gli altri “... andiamo... Capomazda attende il suo duca...” E lasciarono quel luogo, diretti nella capitale.
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17-03-2015, 03.27.24 | #1425 |
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Sapevo fin da subito che non sarebbe stato facile.
Trattenni il fiato nel vederlo arrivare, era davvero lui: persino il suo sguardo era mutato. Oh, Guisgard... Distolsi lo sguardo immediatamente e annuii "Andiamo.." con decisione, per poi seguire gli altri verso la capitale, chiedendomi cosa ci avrebbe aspettato. |
17-03-2015, 04.00.13 | #1426 |
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Capitolo VI: Il ritorno del duca
“Sistemate le redini, posta la staffa al palafreno, giunge l'ora della commiato. Oh, l'avventura!” (Betran de Born) Lasciarono il palazzo per imboccare uno stretto sentiero dal bucolico aspetto, fittamente racchiuso da frondose querce Afragolignonesi che parevano donare un che di ancestrale e selvaggio a quei luoghi. Il cielo era denso di alte e scure nubi che avvolgevano anche l'orizzonte, come se avessero ingoiato i monti lontani e tutti i borghi, i castelli e quanto su di essi era stato eretto nei secoli. Icarius era in sella ad un fiero basco Cavanese, dal manto grigio e chiazzato di nero, mentre Clio cavalcava un palafreno bianco come la neve. Attorno a loro vi erano Rodolfo ed i suoi fedeli, tutti abbigliati con i tipici costumi dei cacciatori. Ma quando raggiunsero la strada maestra che portava verso la capitale, videro lungo la via un corteo. Erano una ventina di uomini. Quelli intorno al drappello sembravano cavalieri, mentre gli ultimi che chiudevano il gruppo senza dubbio erano servitori. Ma al centro di quel corteo figuravano due che dai modi e dalla presenza sembravano superare per importanza tutti gli altri. Uno era di certo un funzionario, forse borghese di nascita, ma di certo benestante e di una certa autorevolezza, visto gli abiti che indossava. L'altro però, pur non apparendo nobile, lo superava di certo per il portamento e l'arroganza. Indossava un lungo mantello con cappuccio del più pregiato tessuto di Fiandra, che ricadeva in ampie pieghe armoniose sulla sua figura snella e slanciata. E come quel suo abito rivelava ben poco disprezzo per le vanità del mondo, così il suo sguardo tradiva poca affinità alla modestia ed alla privazione. E nell'udire il calpestio dei cavalli che li precedevano, quegli uomini si fermarono, voltandosi indietro e scorgendo allora Icarius, Clio e tutti gli altri. “Salute a voi.” Disse il funzionario. “Sapete dirci quanto dista la capitale di questo ducato?” “Chi lo domanda?” Chiese Rodolfo. “Messere...” fece il funzionario “... questi è sua eccellenza messer Ambutos, ambasciatore della libera città di Maruania qui a Capomazda.” Indicando l'uomo dal lungo e pregiato mantello. E proprio questi alzò lo sguardo verso quegli uomini, indugiando soprattutto su Icarius. E nel fissarlo mostrò poi un enigmatico sorriso.
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17-03-2015, 04.04.42 | #1427 |
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Ci mettemmo in viaggio verso la Capitale, attraversando la brughiera, finché non scorgemmo un drappello di uomini.
Li osservai distrattamente, finché questi non si rivolsero a noi, chiedendoci indicazioni. Ma chi diavolo erano? Presto detto: ancora Maraunia. Non mi sfuggí lo sguardo di quell'uomo a Icarius, mi chiesi se conoscesse il volto di Guisgard, ma immaginai di sí. Restai naturalmente in silenzio, ma pronta nel caso quell'incontro avesse portato seri guai. |
17-03-2015, 04.17.41 | #1428 |
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“Allora, messere...” disse Rodolfo a quegli uomini “... sembra che questo nostro fortuito incontro sia benvoluto dal caso. Eccellenza...” rivolto ad Ambutos “... non siete ancora giunto nella capitale, eppure il suo signore già vi pone il suo saluto. Questi è infatti lord Guisgard, Arciduca di Capomazda.” Indicando Icarius, che cercando di non tradire le sue preoccupazioni si sforzava di apparire sicuro di sé e tranquillo.
“Vi prendete gioco di noi, messere?” Il funzionario a Rodolfo, dopo aver scambiato un lungo sguardo con Ambutos che invece restava in silenzio, come fosse cinico osservatore di quella scena. “Abbiamo sentito dire che l'Arciduca è morto mesi fa.” “Invece non è così, messere.” Replicò Rodolfo. “Come vedete, egli gode di buona salute ed ora si accinge a tornare nel suo Palazzo Ducale.” Il funzionario apparve come inebetito. “Allora” prendendo la parola Ambutos “vorrà dire che faremo la medesima strada insieme.” Col suo enigmatico sorriso. “Anche noi infatti siamo diretti al Palazzo Ducale. Prego, dunque, fateci strada.” Rodolfo guardò Icarius e Clio e fece loro cenno di riprendere il cammino. E così fecero tutti gli altri, seguiti da quel drappello giunto da Maruania.
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17-03-2015, 04.28.47 | #1429 |
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“Vi attenderò fino alla fine del mondo, se occorre, milord.” Disse Lucas a Galgan, con una forte ammirazione negli occhi verso quel cavaliere.
Così Galgan scese in quel passaggio. Era un'antica catacomba un tempo illuminata da lucernari e fiaccole, oggi invece covo di ombre e dimora di inquietanti silenzi. Come un Enea nell'atto di scendere nell'Ade, così il cavaliere si immergeva in quell'Averno di tenebre. L'aria era umida e pesante ed un forte odore di chiuso dominava tra quelle pietre. Fino a quando la debole luce illuminò il tragitto davanti a Galgan. Era uno stretto antro. Lo attraversò e si ritrovò davanti ad una scalinata scavata nella pietra. Ed alla fine di quella raggiunse una pesante e vecchia porta di legno, sotto la quale si poteva vedere una forte luce proveniente dall'interno.
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17-03-2015, 04.37.45 | #1430 |
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La Madre Superiora restò a riflettere su quelle parole di Tessa, camminando su e giù per la camera.
“Si, forse hai ragione tu, Tessa...” disse “... farlo restare qui è pericoloso... quegli uomini di certo torneranno e non sarà la loro Carità Cristiana o generosità a fermarli davanti a chissà quale proposito...” guardò la maschera di ferro “... si, credo che Fra' Godwin possa aiutarci... anzi, forse è davvero la nostra sola speranza... lui saprà aiutarvi e nascondervi, figlio mio...” fece la Madre Superiora. “Grazie, madre...” disse la maschera di Ferro “... vorrei potermi sdebitare, vorrei potervi offrire qualcosa per la vostra generosità...” “C'è qualcosa, figlio mio...” fissandolo la monaca “... cercate di non farvi catturare e di restare vivo... e fate in modo di riprendervi la vostra vita, il vostro nome ed il vostro passato... che siate un principe o uno zingaro, rammentate che anche l'uomo più malvagio è amato da Cristo con infinita tenerezza e bontà...” “Grazie, madre...” sorridendo l'ex galeotto “... grazie, di cuore...” si voltò verso Tessa “...ditemi come posso raggiungere la chiesa di quel pio frate...”
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