12-06-2013, 16.56.25 | #1471 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Si...” disse Masan a Clio “... dopotutto non abbiamo nulla contro nessuno... che siano i Rossi o i Blu, a noi non importa niente delle loro questioni... quindi non vedo perchè debbano darci noie...”
“Si...” annuì il militare “... ora sapete come stanno le cose e non sarete imprudenti.” “Infatti.” Fece Solder. Terminarono così la colazione e poco dopo lasciarono quella casa. Il militare aveva spiegato loro che la capitale del regno, Fisyem, non era molto distante. La si poteva riconoscere dalle alte torri, dalle poderose mura e dall'abitato adagiato tra le dolci colline, tutto costruito con la tipica pietra rossa di quelle terre. I tre avrebbero dovuto seguire il sentiero sterrato, fino ad arrivare alla piccola chiesa. Da lì il curato, stando alle parole del militare, li avrebbe fatti giungere a Fasyem. Dopo circa un'ora, Clio, Masan e Solder intravidero la piccola chiesa. “No...” scuotendo il capo Solder “... stile romanico... decisamente non siamo più a Capomazda...” “E' chiaro che non siamo più lì.” Mormorò Masan. “E' inutile starci a pensare... meglio spremersi le meningi per trovare il modo di ritornare da dove siamo giunti...” Entrarono nel piccolo recinto che racchiudeva la chiesa e videro il curato intento a recitare alcune orazioni del meriggio.
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12-06-2013, 17.14.56 | #1472 | |
Cittadino di Camelot
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Mi avvicinai a mia volta al computer e rimasi in piedi mezzo passo dietro Guisgard, mentre leggeva...
Chanty... era la prima volta che udivo pronunciare quel nome, eppure esso non suonava alle mie orecchie completamente sconosciuto... era una curiosa sensazione, una sensazione che non sapevo spiegarmi bene... e per quanto questo mi seccasse, non potevo fare a meno di pensare ai miei sogni... a quei sogni che avevano perseguitato ogni mia singola notte nell’ultimo anno e mezzo, quei sogni che mi avevano tormentata così spesso dopo le ricerche per l’uscita dell’ultimo romanzo... quei sogni che mi avevano tormentata fino a piegarmi e a costringermi a rivolgermi ad un medico... “Ho sognato di un luogo...” mormorai. Il sole, ormai basso sull’orizzonte, entrava dalla finestra spargendo ovunque una luce aranciata ed investendo completamente il cavaliere, in piedi davanti ad essa... lui non si mosse... io seguii con lo sguardo la sagoma della sua lunga ombra, che giungeva fino a me, finché non giunsi a guardare lui, mi dava le spalle... “Ho sognato di un luogo particolare...” ripetei “Un regno in lotta... ed un giardino in pace... e un fiore... un fiore dai colori e dal profumo speciali...” Finalmente lui si voltò e mi osservò con quei suoi incredibili occhi azzurri... “Di che luogo si tratta, altezza?” chiese. “Non lo so...” Citazione:
il ricordo di quel sogno, uno dei tanti, mi aveva attraversato la mente alla velocità della luce ed era poi svanito, lasciando dietro di sé solo una vaga inquietudine... “No, io...” mormorai poi “Io non ho mai sentito quel nome, prima... mai...” La mia voce era lieve... vagamente lontana, persa tra mille e più pensieri... pensieri tra i quali rimasi per un lungo momento, prima di tornare lì. “Forse...” dissi allora “Sa, forse non importa cosa credo... forse, se la sua intenzione è quella di perseguire questa strada, ciò che conta davvero è capire cosa suo zio stava cercando di dirle... capire dove vuole portarla e perché. Lei dice che non era un uomo da seguire miraggi e fantasie, ed io le credo... ma allora... allora dove conducono le indicazioni che le ha lasciato?” Esitai... ma i miei occhi non lasciarono i suoi neanche per un istante... “E se... se provassimo a seguirle, quelle indicazioni?” mormorai.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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12-06-2013, 17.15.04 | #1473 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Non tema...” disse Kuon ad Altea “... quelle storie accadute giorni fa non hanno toccato il signor de' Taddei in prima persona. Erano rivolte alla Taddei Corporation, in particolar modo al nostro amministratore delegato. Quanto all'assalto al museo, esso non ha niente a che vedere invece con la Taddei Corporation e con la famiglia de' Taddei.” Il maggiordomo allora li condusse in un'altra ala del palazzo, mostrando loro altri ritratti e dipinti. “Il signor Teslya? No, non credo di aver mai sentito questo nome. E' forse legato agli affari della Taddei Corporation? Perchè mi avete chiesto di lui?”
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12-06-2013, 17.17.09 | #1474 |
Disattivato
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Salutammo il militare e la moglie e ci mettemmo in viaggio.
Dopo un oretta apparve, così come ci era stato indicato, la chiesina romanica. Solder aveva ragione, quello non era lo stile di Capomazda, ma d'altronde ormai era chiaro che non ci trovavano più lì, come aveva giustamente detto Masan. Giunti nel recinto ci trovammo di fronte al vecchio curato, intento a pregare. Attendemmo qualche minuto, affinché terminasse le preghiere. "Salute a voi, padre.." Dissi poi, gentilmente "perdonate il disturbo... Siamo diretti a Fasyem... Potreste indicarci la strada? Ve ne saremmo immensamente grati.." Sorridendo. |
12-06-2013, 17.43.41 | #1475 |
Cittadino di Camelot
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Sedemmo a quel tavolo e come si usa dire nel paese delle donne...i maschietti si sentirono subito a loro agio......li guardavo...parlottarsi alle orecchie perchè quelle di una donna non potessero udire.....ovviamente le loro sconcezze non affar mio....che diavolo avesse fatto a quel pollo non riuscii a capirlo.....Gem me lo avrebbe spiegato in seguito....Milord sembrava una brava persona, forse aveva rischiato la vita così tante volte che ora si era ritirato in quel posto per finire in bellezza...Pioppo gli era fedele.....tanto da avere ascoltato le sue storie per un numero infinito di volte....... i discorsi poco ortodossi non erano per le mie orecchie, ma il vino potevo berlo......e potevo ascoltare anche la storia di quel paese......lui parlava di essere stato nella marina veneziana e di essere stato prigioniero dei turchi a Costantinopoli....questo e' potuto succedere dopo la meta' del XV secolo....e comunque c'era in atto nella sua citta' una sommossa da parte dei borghesi..... contro il Clero e i nobili, fossi sta in lui non mi sarei fatto più chiamare Milord.......diedi una gran pedata sotto il tavolo a Gem il suo sorrisetto soddisfatto mi dava ai nervi....." Un momento molto particolare Milord......per voi deve essere rischioso ?.......pensavamo fossimo in momento tranquillo...senza guerre......e guarda, ci troviamo in piena sommossa......ma per un uomo come voi...che ha dovuto subire la brutalià di un Sultano...credo che sia poca roba......in questo secolo....si ..oggi ne abbiamo ?....perdonatemi, il vostro vino vi ha salvato la vita e a me ha tolto la memoria...devo averne bevuto troppo...".....avrei voluto chiedere un giornale...per conoscere la data...speravo che quell'accenno di amnesia mi avrebbe prodotto dei dati certi......il periodo non faceva particolare differenza, ma se io e Gem ci trovavamo lì......c'era un motivo speciale........e quella citta' in quel preciso momento potevano esserlo...
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12-06-2013, 21.12.29 | #1476 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Già...” disse Guisdgard “... dove conducono queste indicazioni?” Mormorò. “Lei crede che bisognerebbe seguirle? Beh, prima si dovrà decifrare quella sorta di enigma che le racchiude... pare che mio zio amasse molto gli indovinelli...” e fissò Talia.
“Non può che essere suo nipote...” all'improvviso una voce “... si... quegli occhi sono inconfondibili...” sorrise. Era un uomo. Ma non un uomo comune. Un prete. “Perdonatemi, sono piombato qui quasi all'improvviso...” continuò “... sono il cappellano del campo... ho conosciuto bene suo zio... io e Robert de' Taddei siamo stati legati da un'amicizia vecchia di quarant'anni...” “Noi siamo qui” fece Guisgard “proprio per capire quali segreti custodiva, poiché buona parte della sua vita sembra avvolta nel mistero... almeno per me...” “Egli” disse il cappellano “era legato a due terre, due mondi... una era la sua Capomazda... di cui immagino conoscete tutto...” “E l'altra?” Chiese Guisgard. “L'altra è una terra” spiegò il cappellano “lontana... o forse vicina... una terra che conobbe anni fa... quando vi giunse mentre inseguiva un suo amore... o forse dovrei dire il suo Amore... quello vero...” “Di che terra si tratta?” Fissandolo Guisgard. “Chanty...” rispose il religioso.
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12-06-2013, 21.14.38 | #1477 |
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Mi soffermai a quella domanda...quell'uomo era di una sincerità disarmante..avrei dovuto avvisarlo?? Dargli un segnale..."No, Mr. Teslya non ha a che fare con la Taddei Corporation".
Mi avvicinai a Daiz e sottovoce gli chiesi..."Dovremmo secondo te avvisare questo uomo? E' qui solo....e il rampollo della famiglia Taddei è tranquillamente in giro chissà dove, e Teslya cerca il Codex Nohliano...ma non sta qui, verrà sicuramente qui a cercarlo e magari farà del male a questo uomo?".
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
12-06-2013, 21.41.51 | #1478 |
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“Eh, madama...” disse il milord ad Elisabeth “... attenta... questo vino è amabile ma traditore... infatti vi ha già offuscato la mente, tanto da farvi dimenticare che siamo al 12 Giugno del 1513...”
A quelle parole Gem restò interdetto. Fissò poi Elisabeth. “Comunque” continuò l'uomo “ora conoscete anche le mie vicissitudini sotto il sultano turco.” Gem intanto era visibilmente inquieto. Fissava quegli uomini e poi la casa intorno a loro. Come era possibile? Pensava. Come poteva essere? Era un incubo? I postumi di un trauma per l'incidente? O forse erano rimasti imprigionati in una sorta di stregoneria? “Amici miei...” fece il milord, destando Gem da quei cupi e assurdi pensieri “... dovete assolutamente vedere la capitale del regno. La favolosa Fisyem...”
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12-06-2013, 21.47.22 | #1479 |
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“Non so...” disse sottovoce Daiz ad Altea “... cosa diciamo poi a quest'uomo? Un tipo sconosciuto dagli oscuri poteri cerca un vecchio libro per non si sa quale motivo? Andiamo, bellezza! Ci caccerebbe a pedate! Il nostro unico scopo è trovare il Codex Nolhiano per la nostra indagine. Quindi cerchiamo un modo per scoprire dove si trova adesso quel libro...”
“Posso offrirvi del tè con biscotti?” Chiese Kuon. “Si, grazie.” Annuì Daiz. Kuon allora li condusse in un sontuoso salone e andò nelle cucine. “Ci occorre quel libro, Altea.” Fissando la ragazza l'investigatore. “Dobbiamo scoprire dove si trova...”
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12-06-2013, 21.52.13 | #1480 |
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Il curato si voltò e vide i tre.
“Fisyem” disse poi a Clio “si trova a circa un tre ore da qui, se siete senza cavalli.” “Purtroppo viaggiamo senza mezzi di locomozione, padre.” Fece Masan. “Allora forse potrei aiutarvi io...” sorridendo il curato “... infatti tra poco sarà qui un uomo diretto proprio in città... viene qui per comprare i santini e rivenderli poi nella capitale... è un uomo dai modi un tantino rozzi, ma dall'animo semplice ed ingenuo... vi porterà a Fisyem senza chiedere nulla in cambio... nel frattempo potete star qui se vi aggrada...” “Una curiosità, padre...” disse Masan “... per entrare in questa chiesa bisogna pagare una tassa?” “No...” scuotendo il capo il curato “... solo nelle chiese della capitale e in quelle maggiori del territorio... dove ci sono tesori ed opere d'arte... nella mia chiesetta invece abbiamo solo qualche statua di legno e dei ceri...” Ad un tratto si udì un carro. “Ecco Mirò...” indicò il curato “... l'uomo dei santini...” Mirò arrivò, scese dal carro e prese i suoi santini dal curato. Questi poi chiese all'uomo di portare con sé Clio, Masan e Solder fino a Fisyem. Poco dopo il carro partì. “Quali sono i santi di queste terre?” Domandò Masan. “San Giovanni il Battista e Santa Caterina...” rispose Mirò. Masan allora si voltò verso Clio e Solder. Santa Caterina aveva fatto subito pensare alla chiesa di Sant'Agata di Gothia. Ad un tratto il carro rallentò. “Cosa accade?” Chiese Solder. “Laggiù...” indicò Mirò “... quegli uomini ci ordinano di fermarci...” “Chi sono?” Domandò Solder. “I Rossi...” mormorò Mirò per poi sputare in terra in segno di disprezzo.
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