18-04-2014, 18.52.35 | #1471 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Usare la magia, anche quando non si erano potenti maghe come Eilonwy, comporta un grande sforzo sensoriale, che finisce per stremare l'autore o l'autrice dell'incanto.
Così, Eilonwy, congelati gli occhi dell'orco, un attimo dopo cadde senza forze, impossibilitata anche a compiere il più piccolo movimento. L'orco, invece, vistosi gli occhi coperti da quelle leggere lastre di ghiaccio, cominciò a picchiare forte con i pugni sulla sua faccia, fino a rompere la gelida benda. Riavuta la vista e fuori di sé per l'ira, prese con forza Jack che penzolava dal ponte e lo buttò con tutta la sua forza nel fossato sottostante. Un attimo dopo si voltò verso Eilonwy intenzionato a fare altrettanto. “Ehi, aspetta...” disse sir Riccardo galoppando veloce verso il ponte “... non puoi ucciderla!” “E perchè mai?” Fissandolo il mostro. “Io e lei avevamo fatto un patto! Non ha saputo risolvere l'arcano ed a me spettava la possibilità di scegliere chi fra i suoi compagni uccidere! Poi lei ha cercato di fregarmi, gettandomi del ghiaccio sugli occhi! Ora me la pagherà!” “Aspetta!” Fece Riccardo. “Voglio rispondere anche io al tuo arcano! Se perdo mi ucciderai... ma se vinco prenderò la ragazza ed il suo cavallo!” “Giuri di rispettare il patto?” Domandò l'orco. “Sul mio onore di cavaliere!” Annuendo Riccardo.
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18-04-2014, 19.00.04 | #1472 |
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“Per me” disse Ertosis a Clio “è tutta una leggenda. Voglio dire... probabilmente nessuno è mai riuscito a colpirlo davvero quel cinghiale, per questo credono sia invulnerabile.”
“Non lo so...” fece Porturos “... questa storia non mi piace... è la prima volta che sento qualcosa di simile... un cinghiale che fa tante vittime e tanti cavalieri a dargli la caccia senza però riuscire nemmeno a vederlo per bene...” “Se non fosse stato per la testimonianza di Enar” intervenne l'oste “probabilmente avremmo pensato ad un grosso lupo o ad un orso. Lui invece l'ha visto e ha svelato che si tratta di un cinghiale.” In quel momento, dal clamore che proveniva dall'esterno, si accorsero che qualcun altro era appena arrivato in città. “Andiamo a dare un'occhiata...” disse Borel. Infatti in città erano ritornati il duca Gvin ed i suoi uomini. Ed ai loro cavalli erano legati sei grossi cinghiali uccisi. “Abbiamo ucciso tutti i cinghiali trovati nella foresta” fece Gvin “senza però riuscire a vedere quel maledetto.” Ad un tratto si udì il rintocco della campana. “Che succede?” Chiese il duca. “Una nuova vittima...” rispose uno dei presenti “... una donna uscita a cercare i suoi figli...” “Sangue del demonio!” Urlò con rabbia Gvin. “Siamo stati tutto il giorno per la foresta senza riuscire a vederlo! E quel maledetto cinghiale era invece a scannare una donna!” “Infatti...” tornando Dort dalla chiesa “... stando ai racconti sembra che le sue vittime preferite siano fanciulli o donne, mentre solo in due casi, fino a ora, ha assalito dei cavalieri, a parte la storia del pastore... inoltre ho visto la poveretta in chiesa... non ho mai visto un cinghiale uccidere così le sue prede... come se avesse lunghe ed affilate zanne, o artigli, che usa per martoriare i corpi... come volesse sfogare su di loro una rabbia indicibile...” “Uccide le sue vittime ma non le mangia.” Mormorò un altro dei presenti. “Infatti è un cinghiale, non certo un lupo.” Annuì Ertosis. “C'è troppo mistero...” pensieroso Dort “... l'unica cosa che sappiamo è che si tratta di un cinghiale...” “Già, abbiamo quel pastore come testimone.” Fissandolo Borel.
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18-04-2014, 19.10.09 | #1473 |
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Altea prese a sfogliare il Libro Ancestrale e subito trovò un intero capitolo dedicato agli animali mostruosi, frutto di magia nera.
L'autore del magico testo, dopo aver spiegato di essere certi che l'animale in questione fosse davvero mutato a causa di un oscuro incanto (altrimenti il rituale era nullo), cominciò ad elencare le diverse situazioni: “Gli animali mostruosi si dividono in tre categorie, animali di terra, di cielo e d'acqua. Se l'animale mostruoso da sconfiggere appartiene al primo tipo, allora bisogna fabbricare un amuleto magico. Occorrono un osso di un animale della stessa specie di quello a cui si da la caccia, della mandragora, una pietra di pomice, del succo di bacche rosse e una scodella contenente olio puro. La mandragora va intrecciata attorno all'osso dopo che questo è stato raschiato sui bordi con la pietra di pomice. Poi sull'osso vanno scritte queste parole intingendo un dito nel succo di bacche... Anus, fatus, ferus. L'amuleto allora va immerso nella ciotola di olio fino a quando non svaniranno del tutto le lievi increspature tondeggianti sulla superficie del liquido.”
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18-04-2014, 20.36.05 | #1474 |
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"Bene" esclamai "sembra difficile a leggerlo forse che non a farlo...coraggio Altea, l'unico problema è...essere sicuri quello sia un animale infernale...ma penso non vi siano dubbi, assolutamente".
Guardai le cose che dovevo procurarmi, a quanto pare sembrava dovessi stare un bel pò a Solpacus ancora...l'osso di cinghiale potevo chiederlo al locandiere, visto ne serviva a quantità, e pure la scodella e l'olio pure. Ora dovevo andare alla ricerca di mandragola, bacche rosse, mentre disponevò già della pietra pomice e l'avevo proprio nella sacca...ne presi una assieme ad altre pietre nei miei viaggi. "Iniziamo dalle bacche e dalla mandragola allora, solo devo stare attenta...la mandragora si sa viene usata in magia..non vorrei finire al rogo facendo pure del bene". Salii in groppa a Cruz..."Rotta di marcia amico mio...si rimane ancora qui" e vedendo un piccolo boschetto poco più avanti mi ci addentrai...era proprio piccolo e calmo e vidi un rovo...sorrisi...vi erano proprio le bacche rosse e ne presi una manciata stando attenta ai rovi. Presi un piccolo sacchetto di velluto e le misi dentro con cautela fasciandole dentro a una foglia legandola con dei fili di erba. Ora si doveva trovare la mandragora....ma non ne vedevo in giro..più avanti vidi un altro boschetto e galoppai veloce dentro di esso...legai Cruz ad un albero e guardai attorno e con mia sorpresa la vidi...era proprio li, mi guardai attorno, non vi era nessuno eppure vidi un cerbiatto spaventato che fuggiva...vi era forse qualcuno a caccia? Sentii dei fruscii e velocemente con le mani presi la pianta dalla radice e la misi dentro la sacca, avevo le mani sporche di terra e le pulii nella veste e presi alcuni fiori in mano per ingannare qualcuno se mi aveva visto rovistare, il rumore si faceva sempre più forte...il cuore batteva forte. "Vi è qualcuno li?" ecco cosa si rischiava a fare queste cose da sola...pensai...mi augurai fosse qualche animale innocuo.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
19-04-2014, 02.43.53 | #1475 |
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La fresca luce del mattino irradiava quel boschetto, filtrando tra la fitta vegetazione e le nuvole che cominciavano ad addensarsi nel cielo.
La voce del bosco era desta, vivace, animata dal canto degli uccelli e dal lieve fruscio del vento tra le foglie che lente vibravano sui rami. Quel rumore udito da Altea però si faceva sempre più nitido e vicino. Anche Cruz, legato ad un albero poco più indietro, innervosito da un calpestio sul terreno, lasciò sfuggirsi un agitato nitrito. Poi dei passi. Come se qualcuno si stesse avvicinando, muovendosi furtivo tra le piante. Ad un tratto, voltandosi, Altea vide due occhi scuri che la fissavano. Erano di una ragazza che se ne stava immobile a guardarla tra gli alberi. “Chi...” disse piano “... chi siete voi? E cosa ci fate qui tutta sola? Non avete forse paura della bestia?”
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19-04-2014, 04.08.57 | #1476 |
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Quadro III: La bestia di Solpacus
“A quella stessa Provvidenza, figli miei, vi raccomando, e per eccesso di precauzione vi esorto ad astenervi dall'attraversare la brughiera in quelle ore della notte in cui maggiormente si scatenano le Potenze del Male.” (Sir Arthur Conan Doyle, Il mastino dei Baskerville) Lord Corsionne era stato per tutto il giorno di pessimo umore. Da uomo ricco e potente, favorito del re ed imparentato con i nobili duchi Capomazdesi, come tutti i grandi del tempo soffriva di quelle predisposizioni a cui soventi erano soggetti simili animi, ossia la boria e quella curiosa facoltà, tipicamente Afravalonese, che spinge un uomo colto ad atteggiarsi a mecenate nei confronti di tutti coloro che gli vivono accanto. Ma l'inaspettata visita di Guisgard mutò subito la sua indole, allietandolo con i suoi omaggi. Questo perchè l'accento e i modi di quel cavaliere gli rammentarono la sua amata terra e la sua gioventù, duplice ricordo che mette sempre di buon umore l'uomo di ogni età. Così i due, insieme ad Aust, presero posto alla tavola di noce al centro della sala, dove i servitori portarono loro un dolciastro elisir aromatizzato alla cannella e fiori d'arancio. “Allora dimmi...” disse il vecchio nobile a Guisgard “... cosa ti spinge da queste parti?” “Sono in partenza, milord.” Fece il cavaliere. “Lo vedo.” Annuì Corsionne. “E dove sei diretto?” “A Sygma, signore.” L'immediata risposta da parte del nobile a quelle parole fu uno sguardo obliquo a stento visibile sotto quelle sue folte sopracciglia. “Terra incantevole, non c'è che dire.” Mormorò poi. “Di certo attraente per la sua storia, la sua arte e la sua carne, apprezzata come poche altre cose a questo mondo.” Guisgard sorrise. “Ma dubito” continuò Corsionne “che siano queste cose ad attrarti ancora lassù.” “Mi giudicate dunque animo così poco incline alle bellezze, milord?” Continuando a sorridere il cavaliere. “Tutt'altro, ragazzo mio...” sorseggiando dal suo bicchiere il nobile “... temo di conoscere invece molto bene l'effetto che le bellezze di quella terra hanno su di te...” “Beh...” mormorò Guisgard “... per dissipare ogni vostro dubbio, l'unico motivo che mi spinge a tornare là è di far valere i miei diritti sulle terre di mio zio, milord.” “E in che modo intenti far valere questi tuoi presunti diritti?” “Presunti, signore?” Ripetè Guisgard. “Ragazzo mio, ascoltami...” fece il nobile “... il Tempo e la distanza sono ambasciatori pochi efficaci ed inclini a fomentare la dimenticanza negli uomini. Inoltre i loro trattati spesso divengono effimere pretese... sono passati anni da quando tuo zio lasciò quella terra... dovresti rammentare il giorno della vostra partenza...” “Perfettamente.” Disse il cavaliere. “Era il giorno di Santa Lucia, signore.” “Un feudo su cui nessuno per quattro anni avanza pretese, beh, diviene alla mercé di tutti.” Fissandolo Corsionne. “A Sygma detestano i Capomazdesi. A quest'ora temo che le terre di tuo zio saranno state assegnate a qualcun altro, forse un borghese o addirittura ad una città. Da quelle parti i comuni indipendenti sono sempre più ambiziosi. E se tornerai a rivendicare ciò che un tempo fu della tua stirpe, beh, potresti trovare più di un ostacolo. E a quanto vedo sei solo. Non si può partire alla ricerca di una terra senza un esercito.” “Io non sono in guerra, milord.” “Le guerre” sentenziò Corsionne “e l'amore richiedono sempre una lotta ed una conquista.” “Non comprendo, milord...” bevendo Guisgard. “Invece hai capito benissimo, ragazzo mio...” Guisgard era seduto su una piccola panca di pietra, circondato da un roseto i cui bulbi apparivano simili a gemme screziate. Sulla sua testa, che quasi ne celava la figura, passava un piccolo arco in muratura coperto dai rametti intrecciati di un salice che, rischiarato ed ingentilito dal lieve alone lunare, pareva animare l'acqua guizzante di una fontanella con i suoi ambrati riflessi di luce. “Luna...” sussurò, accompagnato dalla musica della sua ocarina “... chissà quante rime, quanti versi salgono ogni notte fino a te... ma so che molti, dopo un po', si stancano di parlarti, attraverso la quiete ed il buio, tra lo scintillio delle stelle e la dolce malinconia del vento...” suonò ancora la sua ocarina “... lo so...” riprese “... non è facile parlare al silenzio e tu sai ascoltare, ma non rispondi quasi mai... io però non sono come gli altri... io no...” altre note “... io so aspettare... perchè so che dietro il tuo silenzio, Luna, poi nasce sempre un fiore... e a quel fiore so già che nome dare... forse è un fiore d'acacia, simbolo dell'amore segreto... il più forte di tutti gli amori... fatto di silenzio e solitudine... e chi sa amare di più, di colui che solo e silenzioso resta a fissarti, Luna?” E la sua ocarina suonò ancora. Poi un lieve rumore ed il cavaliere alzò subito gli occhi verso quel balcone. C'era una ragazza. “Finalmente...” disse lui piano. “Chi c'è?” Chiese lei. Guisgard allora si alzò e si mostrò al pallore lunare. “Perdonate se vi ho svegliata...” “Non dormivo ancora...” fissandolo lei “... ero uscita a vedere le mie piante ed ho udito...” “Perdonate, parlavo tra me e me...” “No, parlavate alla Luna...” disse lei “... erano parole bellissime...” “Erano per voi...” “Ma se neanche mi conoscete?” “Io vi vedo tutte le sere...” sorridendo Guisgard “... vedo la vostra figura che guarda le piante attraverso le tendine, o che esce a passeggiare per un momento su quel balcone, o che resta a fissare malinconica le infinite stelle delle notte... vengo qui ogni sera e resto a fissarvi tra quelle piante, o tra le bianche pieghe delle tendine... posso dire di sapere ormai tutto di voi...” “Davvero?” Fece lei. “Solo da qualche sguardo rubato?” “Gli sguardi preferiti degli innamorati...” “Siete abile con le parole...” sorridendo lei “... troppo temo...” “Eh, dal vostro sorriso sono io a temere...” “Temere cosa?” “Che mi riteniate, non so... un farfallone? Un Don Giovanni?” “E' così importante il giudizio di una sconosciuta, messere?” “Ma se vi ho appena detto che conosco tutto di voi...” “Di quella che spiate su questo balcone?” “Di quella ragazza che adoro su quel balcone...” “Magari non ero io.” “Davvero?” Stupito lui. “E' così trafficato dunque il vostro balcone?” “Magari avete visto mia nonna, messere.” “Allora dite a vostra nonna che è la donna più bella che io abbia mai visto” sorridendo ancora lui “e che sono innamorato perso di lei!” Lei rise appena. “Di nuovo quella vostra espressione...” mormorò lui. “Quale?” “Quella che pensa io sia un donnaiolo...” “E non lo siete?” “Vedete...” disse lui “... gli uomini si dividono in due categorie... i Tesei ed i Persei...” “Interessante...” divertita lei. “I primi, proprio come l'eroe Teseo, sono soggetti a frequenti innamoramenti e dunque non inclini mai a trovare il Vero Amore...” “E i secondi?” “I secondi, come invece il mitico Perseo, si innamorano davvero di una donna e poi sanno amarla per tutta la vita... infatti Perseo e la sua Andromeda videro il loro Amore reso immortale dagli dei... basta guardare le loro costellazioni fra le stelle...” indicando lui il firmamento “... e sapete che le stelle cadenti attraversano proprio la costellazione di Perseo? Per questo sono chiamate anche Perseidi... e quando cadono liberano i loro desideri sulla Terra... per gli innamorati...” “Avete detto di conoscere il mio nome, messere...” “Certo...” annuì Guisgard “... è stata la Musa a rivelarmelo...” “Ebbene, ditemelo allora...” “Lo farò in un biglietto...” “Un biglietto?” Ripetè lei. “Si, se mi permetterete di scrivervi...” “Siete pazzo...” sorridendo ancora lei. “E voi bellissima...” sospirò lui fissandola sorridente da quel suo balcone. Guisgard si alzò dalla tavola, come a volersi riprendere da quel ricordo. “Milord...” fissando il nobile “... a Sygma niente e nessuno mi sta aspettando... se non forse le terre che mio zio mi ha lasciato...” In quel momento arrivò un servitore di Corsionne. “Cosa accade?” Guardandolo il nobile. “Milord, ci sono due emissari di Sua Grazia il vescovo.” “Ieri era il Venerdì Santo...” posando il suo bicchiere Corsionne “... dovrebbero essere in chiesa a pregare per il Sabato e a vegliare per la Pasqua... falli passare.” Un attimo dopo i due emissari furono nella sala. “Allora?” Fissandoli il nobile. “In cosa posso servire Sua Grazia?” “E' per la storia della bestia, milord...” rispose il messo “... ha ucciso ancora...” “Ormai le vittime cominciano ad essere troppe, milord...” mormorò l'altro inviato. A quelle parole Guisgard fissò stupito prima Corsionne, poi Aust. +++
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO Ultima modifica di Guisgard : 19-04-2014 alle ore 14.05.21. |
19-04-2014, 12.42.33 | #1477 |
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Cruz era stranamente nervoso, la qual cosa mi stupiva leggermente..vi era qualche pericolo in giro?
Udii dei passi e guardando bene mi trovai una ragazza che mi stava osservando..."Potrei dire la stessa cosa di voi damigella..perchè mi state spiando? Pure voi siete sola e non avete paura della bestia?" mi avvicinai verso lei guardandola col mio fare sospetto e gli mostrai i fiori tenevo in mano con un sorriso "Ero a raccogliere fiori...io ho girato in lungo e largo, una usanza a nord est porta a raccogliere, nel periodo pasquale, i primi fiori dopo l'Inverno sbocciati..primule o crocus..e donarli a una donna o ragazza per buon auspicio per entrambe...tenetele allora damigella, che vi porti fortuna e pure a me" e glieli donai. Quel gesto mi portò a pensare a mia madre e tornai lontano con la memoria..quando assieme andavamo a prendere i primi fiori, lei proveniva proprio da quei posti, e poi intrecciavamo i fiori e li ponevamo in una cesta donandoli alle ragazze della servitù o del luogo, mi destai subito da quel ricordo...ultimamente mi sentivo troppo sola e mi mancava il passato e un volto familiare, e forse la lettera di Andrew mi aveva fatto capire gli errori del passato. Mi chiesi da dove poteva essere sbucata quella ragazza e mi guardavo attorno.."Comunque io mi chiamo Altea...ho già visto la bestia, sono pure quasi stata aggredita da quel cinghiale..dicono sia un cinghiale almeno..e l'amico che era con me, un valente cavaliere, è stato ferito..gli ha strappato la gamba". Presi Cruz per le briglie accarezzandolo, era strano fosse cosi nervoso..."Stavo proprio tornando a Solpacus, volete vi accompagni a casa damigella, non voglio rimaniate qui sola nella foresta in balia di strani esseri..dove vi devo portare?" e tesi la mano per farla salire sul cavallo...dovevo poi raggiungere la locanda per prendere gli ultimi ingredienti per terminare l'amuleto.
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19-04-2014, 18.57.40 | #1478 |
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Ogni cosa sembrava donata dal Buon Dio....e dopo aver baciato Daiz...incominciai un canto melodioso ..... era un sussurro fatto di suoni gutturali.......incominciai a girare su me stessa........guardando Daizer che mi veniva incontro....gli animali stavano festeggiando il ritorno del bene....poi......mi fermai di botto....le miei narici avevano fiutato il marcio e tutto intorno a me divenne silenzio.....Daizer si fermò come infastidito......voleva continuare ma gli posi una mano sul petto...e lo invitai ad ascoltare...." Ascolta amor mio....ascolta col cuore...questi sono passi e passi pesanti......" E non mi ero sbagliata.......un animale si mostrò ai miei occhi...volevo Isolde...e lei mi mandò il mio dolce nipotino.....dopo aver sentito il suo concetto di bontà......gli feci ascoltare il mio..."......Flees.....vedo che mamma mi ha fatto un regalo...ti vidi appena nato, un batuffolo di urla......ma pur sempre un dolce neonato......Tesoro....ho visto la tua cara bestiolina......ha lasciato un lembo del mio vestito......me lo farò ripagare dalla mia dolce sorellina, anzi...stavo cercando proprio lei...le rimpatriate sono favolose quando sono in' aspettate.........a...ricordati Flees, io e mamma siamo uguali....tu purtroppo hai preso dal tuo povero papà...quindi..fa riposare il tuo cervello e non farti venire pensieri strani.....sai ...alle zie ..piace molto sculacciare il sederino del proprio nipote...."........lo guardai...somigliava tanto ad Isolde...ma aveva gli occhi di mio padre...se solo fosse stato più intelligente........
Ultima modifica di elisabeth : 19-04-2014 alle ore 21.49.39. |
21-04-2014, 23.07.09 | #1479 |
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Era troppo.
Il dolore di quella gente doveva finire, certo, dovevamo salvare il re e Karel, ma ancor più importante era difendere il nostro popolo. A cosa vale un re se non ha più sudditi da governare? Se sono stanchi, terrorizzati e preda della disperazione? Avevamo giurato di proteggerli. Eravamo i soldati del re, anche se sotto mentite spoglie. Un brivido mi attraversò la schiena, i presagi di morte erano stati molto chiari, ma non vedevo altra soluzione. "Sceglie vittime indifese, un animale non sceglie, attacca d'istinto e basta... questa storia ha sempre meno senso, ma di certo non possiamo stare con le mani in mano.." sospirai, guardando i miei uomini uno ad uno "Trovatemi una veste, che nasconda le armi.. farò da esca, una fanciulla indifesa ed incosciente che passeggia nel bosco.. ma non dovrete perdermi di vista.. Borel, Dort.. è la volta buona per una gara tra arco e balestra... sembra essere ricoperto di ferro, ma deve tenere gli occhi aperti, mirate a quelli, non possono essere resistenti come il metallo, vi ho visto portare a segno colpi peggiori... inoltre, potrai mostrare le doti di cacciatore, signor aristocratico.." sorrisi "Nestos.." chiamai "Le armi non scalfiscono la pelle di quella bestia sovrumana, è possibile che un veleno possa almeno stordirlo, in modo da poterlo catturare o rallentare? Perché in questo caso potremmo avvelenare le nostre frecce, le nostre armi.. Oppure potremmo costruire delle trappole sofisticate, ma dovremmo avere accesso al bosco senza rimetterci le penne..." sospirai "Però un modo per stanare quella bestia ci dev'essere!". |
22-04-2014, 18.46.29 | #1480 | |
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Vidi l’ orco far precipitare Jack nelle profondità del fossato. Piangente e completamente paralizzata gridai: “JAAACCCK!!!.....JAAAACCCK!!!”. Perché Dio? Perché lui? Perché il mio adorato fratello adottivo!?! L’ orco si voltò verso di me, pronto a farmi fare la stessa fine. Non un urlo di terrore uscì dalla mia bocca. Ero, ormai, realmente pronta a perire. Avrei, finalmente, riabbracciato i miei genitori e Jack nel Regno dei Cieli. All’ improvviso, mi ritrovai davanti la figura equestre di Sir Riccardo, il quale propose di risolvere l’ indovinello per salvare il salvabile. “Per carità di Dio, Milord!....Vi prego non lo fate….no…vi scongiuro!....Non voglio che moriate a causa mia!.....Lasciatemi morire….non è giusto!” dissi disperata. Non volevo che anche il mio amato paladino fosse ucciso per colpa mia. Citazione:
Cosa avevo fatto!?! COLONNA SONORA: |
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Il cuore di una dama apprende solo la bontà, la sua beltà sostiene i cavalieri, il suo coraggio difende gli inermi e la sua mente conosce solo la verità!!!
Eilonwy
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Eilonwy
Ultima modifica di Eilonwy : 22-04-2014 alle ore 23.04.18.
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