22-04-2014, 21.10.12 | #1481 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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L'orco fissò Riccardo e alla fine accettò la proposta del cavaliere.
Recitò così di nuovo quell'enigma, attendendo la risposta. “Allora...” disse Riccardo ragionando con Eilonwy ed il merlo “... riflettiamo un po'... cosa può essere quella cosa che tutti hanno, ma che non è possibile toccare mai?” “Dalle parole dell'arcano” fece il merlo “deve trattarsi di qualcosa di astratto, ma che è comunque possibile vedere...” “Forse non proprio astratto...” mormorò Riccardo “... ma cosa può essere?” “Sembra che questo enigma sia sfuggente come un fantasma!” Esclamò il merlo. “Già...” fece Riccardo “... forse è qualcosa di simile la soluzione... qualcosa che c'è e poi non c'è... qualcosa insomma che non sempre è possibile vedere...”
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22-04-2014, 21.13.50 | #1482 |
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“Non abito lontano da qui” disse la ragazza ad Altea “e per questo vengo spesso in questo luogo a raccogliere arbusti per il fuoco. Vivo infatti qui vicino, nella casa mio zio. Egli è un pastore e conosce come pochi altri queste lande. Davvero avete visto la bestia? E siete sopravvissuta? Allora siete fortunata, milady. Nessuno infatti ha mai visto bene quell'animale senza poi perdere la vita. Solo mio zio. Ed è grazie alla sua testimonianza che ora tutti sanno che si tratta di un cinghiale.” Guardò intorno a loro la foresta che iniziava ad imbrunirsi. “Io ora tornerò a casa poiché presto sarà buio. Non bisogna attraversare la foresta di notte, perchè è allora che la bestia esce dalla sua tana in cerca di vittime. Forse vi conviene venire con me. Mio zio è un uomo buono e generoso e sarà felice di ospitarvi. Io mi chiamo Roxanne.”
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22-04-2014, 21.16.42 | #1483 |
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A quelle parole di Clio ognuno dei suoi compagni annuì, felice che il proprio comandante avesse preso la decisione di dare la caccia a quell'animale così temuto.
Erano uomini d'armi, attratti dall'avventura e dalla competizione, indifferenti al pericolo ed ambiziosi di voler provare il loro valore ad ogni occasione. “Si...” disse Nestos alla ragazza “... ogni essere vivente è vulnerabile ad un qualche veleno, anche se per trovarne uno efficace bisognerebbe sapere almeno la stazza di quell'animale.” “Beh, dopotutto è un cinghiale” fece Porturos “e dunque grosso modo non dovrebbe essere difficile immaginarne le dimensioni. In questo caso pare sia un bel po' più grande della media, ma sempre un cinghiale resta.” “Magari” intervenne Ertosis “basterà preparare un tipo di veleno adatto ad uccidere o stordire un cinghiale, utilizzandone però una dose doppia o tripla. Insomma, che stenta un toro.” “Si, credo sia la soluzione più semplice.” Annuì Nestos. “Che mi prenda un colpo!” Esclamò all'improvviso Gvin, che aveva assistito a quella scena. “Si, un colpo folgorante se ho mai veduto prima d'ora una donna parlare e comportarsi come voi!” Fissando Clio. “Ho uomini al mio servizio da molto tempo, ma da nessuno di loro mi aspetterei tanta competenza e sangue freddo in una simile questione!” Sorrise guardando la ragazza. “Cosa siete voi? Una sorta di Amazzone? Una principessa guerriera o qualcosa di simile?” Rise. “Lasciatemi indovinare... siete qui anche voi per via di quella spada, vero? La spada dei Taddei. Ho indovinato, giusto?” Rise. “Comunque” aggiunse “la storia che quella bestia sappia scegliersi le prede non regge... è solo un caso che abbia assalito perlopiù donne e fanciulli... forse perchè sono loro che attraversano più spesso la foresta, per raccogliere frutti o per giocare.”
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22-04-2014, 21.20.16 | #1484 |
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Flees fissò stupito ed incuriosito Elisabeth dopo quelle sue parole.
“Parlate...” disse “... parlate come se mia madre per voi non avesse segreti...” continuava a guardarla “... e poi... poi come fate a sapere di mia madre? Chi siete voi dunque?” Ad un tratto l'acqua della fonte iniziò a zampillare, fino a scaldarsi sempre di più. Bollicine sempre più grandi emergevano ed esplodevano sulla sua superficie che in pochi istanti era diventata caldissima. Alti e sempre più densi aloni di vapore si alzavano da quell'acqua. Aloni vaporosi che presero a diffondersi e ad avvolgere quell'angolo di bosco. Vapore che poi mutò in nebbia, fino a portare tutto quello scenario nell'oblio più profondo. Elisabeth aprì gli occhi, come se fosse trascorso un attimo infinitesimale e si trovò in una stanza bianca, con marmi colorati a ricoprire le pareti ed oro e madreperla ad intarsiare la larga vasca posta al centro. Una donna allora emerse dall'acqua e subito due ancelle dalla pelle d'ebano si avvicinarono a lei, rivestendo le sue nudità con una lunga veste di seta nera. Poi le legarono i capelli chiari, intrecciando fra essi fili d'oro. Isolde era bella. La pelle, bianca come latte, avrebbe fatto invidia all'imperiale Poppea, mentre i sui grandi occhi azzurri, simili al cielo terso estivo, potevano gareggiare con quelli descritti nei secoli per le più belle eroine di miti e romanzi. Il corpo era ben fatto, formoso e slanciato, con quella seta perfetta a disegnare ogni fattezza del suo seducente fascino pagano. “Ho sempre immaginato” disse la strega ad Elisabeth, mentre prendeva posto su un trono, con altre due ancelle, stavolta dalla pelle chiara, ai suoi lati “questo incontro...” sorrise “... anche se ora mi domando il motivo... a cosa devo questo onore, sorella?”
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22-04-2014, 21.43.00 | #1485 |
Disattivato
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Ascoltai attentamente i miei uomini e Nestos, convenendo con loro sul da farsi.
"Bene, mi fido del vostro giudizio..." sorrisi "Prima sarà pronto il veleno, prima attaccheremo quella bestia..". Fui felice di vedere che i miei ragazzi erano entusiasti all'idea, sebbene mi sentissi in colpa di abbandonare la missione, quello era più importante. Non riuscivo ad essere indifferente, per quanto dovessi sembrarlo all'esterno. Un uomo ben vestito mi parlò, mi limitai a squadrarlo con sufficienza. "Vi ringrazio, ma non sono un'amazzone signore.." mi fermai prima di rimarcare il loro ruolo nella mentalità classica, cosa poteva saperne un mercenario?. "Solo un guerriero..." ma una cosa mi colpì, impedendomi di dire altro. Quei cinghiali mi ricordarono una storia che mi era stata raccontata da bambina, lì, tutti credevano che la bestia fosse un lupo, e ne ammazzarono a centinaia. La ricordavo bene perché il lupo era da sempre il mio animale preferito, e mi veniva il magone (anche se davanti agli altri bambini non lo facevo vedere!) a vedere quei lupi uccisi inutilmente. Alla fine, non era un lupo, ma un esotico predatore, comandato da un umano. Forse era questo il senso! "Un momento" dissi, rivolta ai miei uomini "E se non fosse solo una bestia, se ci fosse qualcuno di umano dietro? Magari la manipola, la tiene ai suoi ordini... Ho sentito che nella capitale un gruppo di ribelli sta seminando il panico, cosa ci fa credere che non lo stiano facendo in tutto il regno?". |
22-04-2014, 22.49.14 | #1486 |
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Mi guardai attorno, effettivamente stava imbrunendo e avrei dovuto attraversare le foreste e mi voltai verso la ragazza..."Roxanne avete detto? Salite e andiamo da vostro zio" e la feci salire sul cavallo e lo spronai, iniziai a galoppare forte.."Tenetevi forte, conosco bene vostro zio, Enar il pastore, sono stata sua ospite...e quel giorno fui nella foresta davanti alla bestia..ecco io non so bene cosa sia ma è qualcosa di diabolico" guardai la ragazza che mi ascoltava in silenzio "i suoi occhi come disse vostro zio sono quelli del diavolo..sono sopravvissuta perchè mi stava attaccando, io la stavo colpendo a un occhio con una freccia e il mio amico mi ha scaraventata in un fossato..e fu lui la vittima. Poi vostro zio era nel bosco e i suoi cani mi trovarono svenuta nel fossato e mi portò in salvo...sono stata miracolata due volte".
Arrivammo di fronte alla casa del pastore, ormai la conoscevo bene..."Accetto la vostra offerta di pernottare qui stanotte, è buio..sarebbe un rischio ora mettersi in viaggio per questa boscaglia, domani mattina tornerò a Solpacus, anche perchè ho bisogno di sapere le novità sulla bestia, le decisioni prese...quella belva deve essere sconfitta, e devo parlare pure con messer Posteg..e pure col Gastaldo". Scesi da cavallo e lo legai bene e entrai con Roxanne nella casa del pastore Enar, quella casa dove fui per già ben due volte. Ricordai dell'amuleto...dovevo farlo al più presto..prima che le bacche e la mandragola si seccassero..sbuffai, se avessi chiesto i due ingredienti mancanti forse avrei destato sospetti.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
22-04-2014, 22.57.53 | #1487 |
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“Io avevo risposto l’ Anima, ma a quanto pare non è quella giusta. Mi spiace di non potervi essere di alcun aiuto e di essere tanto inutile!” risposi sconsolata al giovane uomo che amavo più di me stessa.
Eppure….eppure doveva esserci una risposta giusta e definitiva all’ arcano dell’ orco. Ma cosa poteva essere ciò che chiedeva? Molte potevano essere le risposte all’ enigma, però solo una era giusta al 100%. Chiusi gli occhi e cercai di contattare Aladiah: “Aladiah?....Aladiah?....Ti prego angelo mio, rispondimi! Prova tu a risolvere questo indovinello: “Tutti, nessuno escluso, ne hanno una, ma di toccarla non c'è possibilità alcuna!””. (ALADIAH)
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Il cuore di una dama apprende solo la bontà, la sua beltà sostiene i cavalieri, il suo coraggio difende gli inermi e la sua mente conosce solo la verità!!! Eilonwy |
23-04-2014, 02.16.07 | #1488 |
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Altea e Roxanne giunsero alla casa del pastore.
“Zio, sono io...” disse entrando la ragazza “... sono tornata...” “Finalmente.” Fece Enar. “Cominciavo a preoccuparmi. E' ormai sera e sai che non voglio tu esca col buio.” “Infatti sono tornata in tempo!” Sorridendo alla zio lei. “Ah, ti presento lady Altea. Era uscita per raccogliere fiori nella foresta ma essendo sera ho pensato di invitarla qui da noi.” “E' sciocco ed imprudente uscire da soli nella foresta.” Mormorò Enar fissando Altea. “Soprattutto poi quando fa buio. Comunque mi rammento di voi... siete già stata qui giorni fa.” “Dormirà con noi, poi domattina ritornerà in città.” Fece Roxanne. “Si, ovvio.” Annuì Enar. “Tornare ora in città è fuori discussione. Vado a sistemare il letto. Non abbiamo una camera per gli ospiti, ma un posto in più non è difficile ricavarlo.” Ed andò a sistemare la stanza di sua nipote, dove la ragazza avrebbe dormito insieme ad Altea. “Mio zio è un po' burbero, ma ha un cuore d'oro.” Rivolgendosi Roxanne ad Altea. “Purtroppo tempo fa è accaduto una tragedia che ancora lo tormenta. E poi ci fu quell'incontro con la bestia... lui è l'unico ad averla vista bene e ne porta ancora la cicatrice...” le sorrise “... volete vedere una cosa? Un disegno. Sono stata io a farlo, in base alla descrizione di mio zio. Vorrei diventare una pittrice, sapete? Forse vi spaventerà un po'... è la bestia...” aprì un mobile e mostrò il suo disegno ad Altea.
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23-04-2014, 02.48.52 | #1489 |
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Nel vedere Eilonwy così rattristata, Riccardo le si avvicinò, accarezzandole dolcemente il viso.
“Non siete affatto inutile, damigella...” disse sorridendole “... avete intrapreso un lungo viaggio da sola che vi ho portata fin qui... non tutti avrebbero saputo tener testa a quell'orco col vostro stesso coraggio... io credo che voi siate una vera eroina... si, un'eroina come quelle che si leggono nei poemi e nei romanzi... su, ora fatevi forza... non è questo il momento di darsi per vinti...” “Concordo.” Annuì il merlo. “Ma ora serve una risposta da dare all'orco.” “Tu non hai nessuna idea?” Chiese Riccardo all'uccello. “Ahimè, nessuna...” sconsolato il volatile. Riccardo allora si sedette ai piedi del ponte, aspettando di ricavare qualcosa dai suoi ragionamenti. “Avanti!” Tuonò l'orco. “Ormai è quasi buio e le ombre stanno prendendo il posto della luce!” “Ma certo!” Esclamò Riccardo. “Come ho fatto a non pensarci prima! Ma certo, ho trovato la soluzione!” Ma proprio in quel momento, giunta ormai la sera, Eilonwy si trasformò in una sirena. E un attimo dopo si ritrovò nelle acque del fossato sottostante il ponte.
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23-04-2014, 02.57.27 | #1490 |
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A quelle parole di Clio, Gvin, che era rimasto lì ad ascoltarla mentre parlava ai suoi uomini, scoppiò a ridere.
“Questa è proprio buona...” disse divertito “... avete la testa piena di utopie...” rise ancora “... dunque, a sentir voi, qualcuno, una sorta di domatore di fiere selvatiche, si diverte a sciogliere ogni notte il suo animale addomesticato per mandarlo libero a sgozzare la gente?” Scosse il capo. “E perchè mai? Cosa ci guadagnerebbe? Ah, mai sentite tante sciocchezze!” “Sarà meglio che vi presentiate, messere.” Fissandolo Dort. “Sapete, a noi non piace che qualcuno derida il nostro comandante quando parla. Soprattutto quando a far questo è qualcuno di cui ignoriamo il nome.” “Già...” annuì Porturos “... e così magari ci spiegherete cosa vi fa tanto divertire.” “State calmi...” sorridendo Gvin “... il nemico è quel cinghiale nascosto chissà dove là nel cuore della foresta, non certo io. Comunque, visto che vi interessa così tanto il mio nome, non ho alcuna difficoltà a presentarmi... sono il duca Gvin, signore di San Marco di Saggesia.” Mostrando un lieve e superbo cenno del capo. “Ed io invece con chi ho l'onore di parlare?” “Con la Compagnia dei Gufi Scarlatti, milord.” Rispose Dort. “E la donna le cui parole trovate così divertenti è il nostro comandante, Lady Guàmarin.” “Si, ho sentito parlare della vostra compagnia di mercenari...” mormorò Gvin “... ma quel nome è la prima volta che...” “Il nostro comandante, Gufo Scarlatto, la prese come moglie dopo averla conosciuta in una campagna presso il Lago Avernum...” spiegò Dort “... a quel tempo ella comandava un gruppo di pirati che si spostava attraverso i fiumi con imbarcazioni agili e leggere.” “E quel nome?” Chiese Gvin. “Cosa significa?” “Così la chiamavano i suoi uomini.” Disse Dort. “Deriva dal Francone e significa Acquamarina, per il colore dei suoi bellissimi occhi.” “In gamba il nostro Dort, eh...” sottovoce Ertosis a Borel. “Già...” guardandola Gvin “... in effetti ha degli occhi meravigliosi... e non solo quelli...” sorrise ancora a Clio, mostrando una notevole sicurezza in se stesso “... comunque mi intrigava il vostro piano precedente... quello in cui voi da preda attirate la bestia...” Era ormai l'alba e la notte era trascorsa così, tra chiacchiere e pensieri. Ma subito per le strade sorse altra agitazione. “Milord...” avvicinandosi a Gvin uno dei suoi uomini “... vengo ora dalla piazza centrale... pare sia scomparsa un'altra donna stanotte...” A quelle parole i suoi si voltarono a fissare Clio.
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