07-09-2011, 05.12.24 | #141 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
Registrazione: 05-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
|
Lord Tudor ascoltò con attenzione le parole di Gonzaga.
“Niente di male dici?” Tuonò. “Mi ha insultato, quel farabutto! Nessuno può osare tanto e né la povertà, né l’ignoranza giustificano tanta insolenza!” Cominciò a camminare nervosamente nella stanza, sbuffando ed imprecando contro il volgo. “La morte!” Esclamò. “Ecco cosa si meriterebbe! E sono certo che qualsiasi altro nobile del regno l’avrebbe già fatto giustiziare se fosse al mio posto!” Fissò poi Gonzaga e scosse il capo. “Su, ora va a letto, che domani, a Dio piacendo, ti aspetta una giornata piena.” Disse ammansendo lievemente il tono della voce. “Lord Carrinton giungerà qui molto presto per fare colazione con te. Poi, forse, riparleremo della sorte di quel gaglioffo… per adesso resterà al fresco, poi si vedrà.” Gonzaga, allora, si ritirò nella sua stanza, dove presto cadde addormentata nel dolce abbraccio della notte e dei suoi sogni. Al mattino un tenero e dorato raggio di Sole la destò dal suo sonno, proprio nello stesso instante in cui una delle governanti entrò nella sua stanza. “Buongiorno, milady.” Salutando la bella dama appena risvegliatasi. “Avete dormito bene? Lord Carrinton è già qui e vi sta attendendo in giardino…” rise poi maliziosa “… e non si è certo presentato a mani vuote… vi ha portato un dono…”
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
07-09-2011, 05.25.57 | #142 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
Registrazione: 05-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
|
Renart sorrise e raggiunse Talia.
“Sai che qui vicino c’è un bel posticino?” Sussurrò all’orecchio della ragazza. “C’è un vecchio mulino ed il paesaggio da sulla valle… sembra fatto apposta per sospirare dolci pensieri... lì potremo provare tutte le scene d’amore che il padrone ha preparato per noi due…” “Talia! Finalmente!” Chiamò all’improvviso Fantine appena la vide. “Hai forse deciso di lasciarmi da sola alle prese con brocche e scodelle? Suvvia, vieni a darmi una mano!” Aggiunse con aria divertita. “Ah, mai che si possa stare in pace qui!” Sbuffò Renart. Poco dopo tutto era pronto per l’attesa cena. Tutti allora presero posto a tavola, per gustare le pietanze appena comprate in paese e, soprattutto, per scoprire per quale motivo il vecchio Essien aveva definito speciale quella cena. E, ad un certo punto, il capocomico prese la parola zittendo tutti gli altri. “Amici miei…” cominciò a dire col suo solito tono tra il solenne ed il paterno “… sapete bene che la natura aiuta spesso gli uomini, fornendoli il più delle volte degli strumenti adatti alla loro arte ed al loro mestiere.” Si schiarì la voce, sorseggiando poi un po’ di vino rosso di Bordeaux, acquistato appositamente per l’occasione. “Così capita che Gobert sia agile e scattante, furbo e dispettoso, degno cioè del ruolo di Arlecchino, mentre il nostro Tissier appaia goffo, impacciato e con la stazza adatta a passare come mangione e beone, un perfetto Brighella insomma. E Fantine invece, sempre per bontà di madre Natura, è stata dotata di quell’aria matura, riflessiva, garbata e disponibile, a dispetto dei suoi occhi scaltri e dei suoi modi da ruffiana, che la designano come superba Ragonda. Renart ha la presenza per far innamorare, e speriamo presto anche i modi, mentre la nostra Talia ha avuto in dono occhi languidi, colorito roseo e vellutato, una figura delicata e raffinata, accompagnato il tutto da una voce melodiosa e dall’argento vivo addosso che la incoronano come meravigliosa Colombina. E su questo si basa molto della nostra fortuna, amici miei. Possiamo forgiare il cuore e l’animo sulla scena, per essere ora innamorati, ora scanzonati, ora maledetti, ma non possiamo impersonare Golia se siamo nani, o Telemaco se siamo vecchi. La voce, sebbene allenata e sicura, non coprirà un corpo minuto che impersona Sansone, né un agile gesticolare ci renderà simili al furbo Palestrione se in noi manca vivacità nel fisico e malizia nel volto.” Si schiarì di nuovo la voce. “E la natura benigna non avrebbe potuto forgiare con più maestria l’anima ed il corpo di un uomo per interpretare sulla scena l’eroe guascone e romantico per eccellenza, più di quanto non abbia fatto con il nostro amico… in lui vivono maschere inquiete, tormentate, litigiose, vanitose, audaci, eroiche e farsesche. Il suo corpo si presta ad ogni forma, sensazione ed emozione. Egli è in eterno in balia delle passioni più forti e travolgenti che animano lo spirito umano… egli è maestro di spada e di penna… l’eterno cavaliere errante e valoroso, cortese e furioso insieme! In lui vivono Pirgopolinice e Lancillotto, Guglielmo d’Orange e Tristano! Amici miei, compagni di quel grande palcoscenico che è la vita, io ho l’onore di presentarvi la maschera più sognante, guascona e misteriosa della Commedia dell’Arte… signori… Tafferuille!” E l’uomo dalla maschera variopinta si alzò dal suo posto, accennando, quasi insofferente, un inchino, per poi tornare a sedersi e continuare a mangiare e a bere.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
07-09-2011, 09.41.11 | #143 |
Cittadino di Camelot
Registrazione: 18-04-2011
Residenza: Dove il sole è più cocente, e il mare più limpido..
Messaggi: 428
|
Guardai prima le guardie con uno sguardo carico d'odio poi guardai il cibo a terra... Avevo fame.. Terribbilmente fame.. Ma non mi sarei mai abbassato a questo.. Presi la ciotola rovesciata a terra e la tirai addosso alle due guardie..
<<Preferisco morire di fame!>> sibilai tra i denti..
__________________
"And all i want is the taste that your lips allow, my my my , Give me love" |
07-09-2011, 14.40.58 | #144 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
Registrazione: 05-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
|
A quel gesto di Daniel le guardie risero forte.
“Hai centrato le sbarre, gaglioffo!” E lo insultarono. Poco dopo si udirono dei passi scendere nelle segrete. Erano quattro servitori tutti forti e robusti. Entrarono nella cella e uno di loro pose a terra un braciere di ferro, dentro il quale ardevano tizzoni infuocati. Due servi allora presero Daniel e lo bloccarono alla parete, per poi strappargli la camicia sul petto. “Oggi è un gran giorno per te, ragazzo…” disse il servo accanto al braciere “… perché entrerai di fatto nelle proprietà di lord Tudor… avanti, non essere emozionato… tenetelo fermo, mi raccomando…” rivolgendosi ai due che l’avevano bloccato, mentre immergeva un ferro nei tizzoni. E quando il ferro fu ben caldo, il servitore marchiò il giovane Daniel come si fa con le bestie. Il dolore era fortissimo ed il ragazzo sentiva le sue carni quasi andare a fuoco ed aprirsi. “Ecco…” mormorò il servo “… ora hai un padrone e nel vederti lo sapranno tutti… presto lord Tudor deciderà cosa ne sarà di te.” Ed uscirono dalla cella, lasciando Daniel a terra dolorante.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
07-09-2011, 15.20.56 | #145 |
Cittadino di Camelot
Registrazione: 08-04-2010
Residenza: Ignota ai più
Messaggi: 2,235
|
Quando la voce di Essien si spense, sulla tavolata calò il silenzio più fitto.
Osservai Gobert e Tissier scambiarsi occhiate incerte, Fantine giocherellare nervosamente con il bordo della tovaglia, Renart fissare l’anziano capocomico come se attendesse altro... soltanto l’uomo con la maschera sembrava estraneo a tutto questo, continuando a mangiare come se niente fosse. Valutai la situazione solo per un istante poi, sfoderando il più garbato dei sorrisi, applaudii appena... “Meraviglioso!” dissi quindi ad Essien, ostentando aria di ammirazione “Un discorso degno di un Cicerone, una presentazione travolgente... mio buon Essien, ben pochi possono vantare la tua loquela, e altrettanto pochi possono pregiarsi di averne beneficiato a tal segno...” Feci una breve pausa e, lentamente, spostai gli occhi sul nostro misterioso compagno, l’unico che continuava a mangiare in silenzio, incurante, come se fosse completamente solo a quel tavolo. “Le parole di Essien...” continuai, sollevando distrattamente lo sguardo verso il cielo “mi hanno riportato alla mente ciò che molti grandi attori sostengono: artista immenso è colui che è capace di portare la vita vera sul palcoscenico - essi dicono - ma un inguaribile romantico ed uno sciocco è, invece, chi porta il palcoscenico nella vita, colui che si assimila completamente al suo personaggio e lo impersona anche fuori dal palco, colui in breve che non è più capace di distinguere tra figura e figurante...” Tornai a fissare l’uomo con la maschera... “E voi che cose ne pensate, monsieur?” gli domandai, rompendo ogni consuetudine. Lui non aveva mai parlato con nessuno di noi, che non fosse Essien, se non sul palcoscenico. Tutti noi lo sapevamo, così nessuno gli rivolgeva la parole, rispettando il suo silenzio e la sua solitudine... decisi che era giunto il momento di rompere quel privilegio. “Ditemi... vi è qualcuno sotto la vostra maschera o è davvero monsieur Tafferuille che siede di fronte a me questa sera?” La domanda era chiaramente provocatoria, ma la mascherai con il più candido dei sorrisi. Avvertivo gli occhi di tutti su di me, ma io tenevo i miei fissi su quel volto mascherato chino sul piatto che gli stava di fronte... tutto fu immobile per alcuni minuti, poi lo vidi finalmente sollevare lo sguardo e puntare i suoi inclementi occhi azzurri su di me.
__________________
** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
07-09-2011, 15.48.00 | #146 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
Registrazione: 05-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
|
L’uomo chiamato da Essien Tafferuille restò quasi del tutto indifferente alla presentazione del capocomico.
Poi le parole di Talia. Prima quelle provocatorie e sarcastiche quasi recitate al Cielo, poi quelle domande dirette, che tutti avevano nel cuore, ma che nessuno osava fare. Ma lei si. Lei era Colombina, la musa drammatica, passionale e sognante della compagnia. A lei era concesso tutto. A alla sua bellezza e al suo talento. E a quelle parole di Talia tutti la fissarono, chi turbato, chi stupito. E tutti attesero la risposta del misterioso Tafferuille. L’uomo fissò per un istante Talia con i suoi occhi azzurri, tanto profondi quanto enigmatici. “Avevi detto che avremmo mangiato e riposato dopo le prove, Essien…” mormorò al capocomico senza distogliere lo sguardo da Talia “… se però dovete seccarmi con le vostre manie teatrali e farsesche, allora preferisco mangiare da solo…” Prese allora del pane, vi sistemò dei salumi dentro e lasciò la tavola, portando con sé anche un fisco di vino. Uscì dallo spiazzo e la sua sagoma svanì verso il sentiero che dava sul belvedere della vallata. Giunto lì, lontano da tutti, si sedette sotto un cipresso ed affogò ogni suo pensiero nel vino, mentre le colline, silenziose e pietose, sembravano accogliere i lamenti del suo tormentato animo. “Ma che maleducato!” Esclamò Renart. “Così si tratta una ragazza che finge di interessarsi alla sua storia? Che vada al diavolo insieme alla sua maschera!” Si alzò di scatto. “Vuoi che gli dia una lezione, Talia?” Domandò poi alla ragazza.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
07-09-2011, 16.33.00 | #147 |
Cittadino di Camelot
Registrazione: 12-11-2008
Residenza: catania
Messaggi: 3,453
|
Ero una persona impulsiva, e questo spesso non pagava........erano tutti estranei,ma non c'era ostilita'nei volti di nessuno e anche se ne avessi scorto l'ombra, non avevo scelta.....Strinsi istintivamente la sacca al mio fianco e ne percepii il calore, l'ape sembrava avesse preso vita......mi alzai e segii l'uomo.....mi stupii il fatto che nessuno per le vie facesse caso a noi, qualcuno mi strattonava per vendermi qualche cianfrusaglia......avevo poco denaro con me e non potevo sprecarlo, ma se quella era la liberta' pagava veramente poco.......non mi accorsi che per stargli dietro avevo talmente accellerato il passo che stavo correndo....quando improvvisamente ....
Ultima modifica di elisabeth : 07-09-2011 alle ore 16.44.33. |
07-09-2011, 17.42.06 | #148 | |
Cittadino di Camelot
Registrazione: 08-04-2010
Residenza: Ignota ai più
Messaggi: 2,235
|
I miei occhi rimasero in quelli azzurri dell’uomo per un tempo indefinito. Era la prima volta che li osservavo, che li guardavo davvero... prima di quel momento non c’erano state che occhiate sfuggenti e battute teatrali sul palcoscenico... ma ora lo vidi diversamente, per la prima volta... e ne rimasi scossa.
Non distolsi gli occhi dalla sua figura mentre parlava, né mentre si alzava e racimolava qualcosa e neanche mentre si allontanava... continuai a fissare il punto oltre cui era sparito, sovrappensiero. Citazione:
Il resto della cena passò in fretta per me: non posi molta attenzione ai discorsi e alle parole, presa com’ero da altri pensieri. Quando finalmente tutti i piatti rimasero vuoti, mi alzai e rimisi in ordine in fretta, poi tornai presso la tavola dove erano tutti intenti a discutere... “Perdonatemi, amici, se già mi ritiro.” dissi “Il viaggio, le prove... è stata una giornata faticosa!” Mi allontanai quindi da loro e presi a passeggiare lì intorno, per le stradine buie e deserte che si snodavano tra le case intorno alla piccola piazza... Camminavo e pensavo... E in cima a tutti i pensieri c’era lui: l’uomo con la maschera... lui e quelle poche, lugubri parole... lui e quei suoi occhi profondi e tristi... avevo visto la guerra in fondo a quegli occhi, una guerra di quelle difficili da portare a termine, di quelle delle quali non ci si può liberare, la guerra di un uomo che è in conflitto con sé stesso... E infine non potei che ammettere stizzosamente la verità: avevo creduto di esser proprio io l’unico essere insolito nel nostro piccolo e matto gruppo, ma così facendo avevo peccato di leggerezza e di presunzione. Avevo creduto di aver capito tutto, quando invece non avevo capito niente. Avevo malamente sbagliato nel valutarlo... e io detestavo sbagliarmi.
__________________
** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
|
07-09-2011, 19.00.05 | #149 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
Registrazione: 05-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
|
“Talia ha ragione, mio buon amico…” disse Essien a Renart “… non è il caso di perdere la calma tra di noi… e poi lui è solo un attore ed ha svolto questo nobile mestiere sin da piccolo, mentre tu invece sei stato fino a poco tempo fa un soldato, Renart… la sua spada è di legno e serve a suscitare sogni e meraviglia, la tua invece è di acciaio e causa paura, morte… avanti, amici miei, dimentichiamo l’accaduto e proseguiamo.”
“Massì…” sbuffò Tissier “… del resto a noi cosa importa? L’importante è che lui faccia il suo dovere sulla scena, poi quel che fa una volta calato il sipario, sinceramente, è affar suo…” La cena riprese, anche se con un po’ d’imbarazzo, e terminò poco dopo. Talia, finito di aiutare gli altri, uscì a camminare tra le stradine che dallo spiazzo portavano in paese. Nella sua mente vi era quel misterioso uomo dalla maschera variopinta ed i suoi enigmatici occhi azzurri. Ad un tratto i suoi pensieri furono interrotti da una voce. Una voce particolare, che assumeva diverse tonalità e modulazioni. La ragazza si accostò allora ad un albero ed intravide una vecchia edicola classicheggiante, sotto la quale si muoveva una figura come intenta a recitare. E la magia di quell’improvvisato teatro sembrava dar vita alle ombre che quella figura aveva nel cuore. “Perché ti struggi, Tafferuille?” “Dovresti saperlo, amica mia…” “Tafferuille, perché non parli? Non puoi tenerti tutto dentro! Il demone peggiore è quello del rimpianto…” “Il mio profilo…” fece Tafferuille “… su quel muro, proiettato dalla Luna… si confonde con questa maschera…” “Lo vediamo il tuo profilo… ed è quello di un valente spadaccino, cortese e romantico, ma anche valoroso e giusto.” “Voi lo vedete confuso nella notte e addolcito dal romantico incanto dei sogni che essa porta con sé… ma domani, alla luce del giorno, sarà di nuovo il profilo della maschera che vedrete…” “Allora, ora che è notte, mostraci quel profilo senza maschera…” Tafferuille, allora, con gesto improvviso, si tolse la maschera. Talia lo vedeva di spalle e non poteva quindi guardarlo in volto. “Ah, sei qui!” Esclamò all’improvviso Renart., arrivando alle spalle di Talia. “Ti ho cercata ovunque!” E quella voce annullò l’incanto di quel teatro improvvisato, facendo svanire le ombre che recitavano insieme a Tafferuille. Questi allora si rimise in fretta la maschera, osservò i due giovani e svanì poi nel silenzio della sera.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
07-09-2011, 19.54.26 | #150 |
Cittadino di Camelot
Registrazione: 28-07-2011
Messaggi: 203
|
Mentre Chantal si portava verso il ragazzo udì la voce provenire dallo studio che l'invitava ad entrare.
"Attendimi un attimo,per favore".Disse al ragazzo. Tornò sui suoi passi ed entrò,come le era stato permesso:"Zio,perdonatemi se vi importuno,ma è giunto presso la nostra casa un ragazzo,chiede di voi,urge la vostra benedizione poichè suo nonno versa in condizioni severe,probabilmente non scorgerà l'alba di domani."Chinò il capo,temeva di fronteggiare gli occhi dello zio,poichè vi avrebbe scorto una severità e una serietà che,talvolta,la turbavano. La morte. Da quando le figure del clero,unitamente all'aristocrazia, erano perseguitate dai repubblicani,molte anime aveva benedetto suo zio prima del trapasso. In paese tutti avevano cercato rifugio,ma egli no,egli non temeva i Ginestrini.Solo Dio temo,non gli uomini,ripeteva sempre padre Adam a chiunque gli palesasse quanto fosse precaria la sua incolumità. Suo zio sapeva onorarla la morte,quando essa si calava sul corpo a soffiare via l'anima.E aveva rispetto per ogni uomo che s'apprestava al cospetto di Nostro Signore,che fosse stato un giusto o un perseguitore.Non era importante per lui,egli li riteneva tutti uguali,tutti degni della Misericordia Divina,e quando stavano morendo,era come se lui riuscisse a vedere la morte venire fuori dagli occhi e dalle labbra del morente quando l'ultima immagine che gli attraversava lo sguardo si fissava proprio negli occhi del padre.Molte volte la ragazza lo aveva accompagnato al capazzale della sofferenza,ad esercitare,quale ministro di Dio,il sacramento dell'estrema unzione. E tutti gli sguardi imploranti,mancanti,sofferenti,avevano lasciato negli occhi di suo zio la loro ricchezza insieme alla preghiera,sicchè essi vivessero ancora in quell'azzurro come la volta celeste che quell'uomo accoglieva nelle sue iridi.Straordinaria ricchezza accumultata da tanti occhi lacrimanti di uomini e donne al trapasso e che ora suo zio amministrava elargendola nelle forme della pietà e della carità. E quello sguardo,così carico degli sguardi di chi ora viveva solo nella Gloria dei Cieli,inquietava Chantal,tanto era impressionante per ricchezza di sentimenti e confessioni acquisite. Chantal attese prima di posare i suoi occhi in quelli di suo zio. Poi lo fece,quasi con fierezza,come se ora sentisse di poterlo sostenere quello sguardo così importante. Era una donna,ormai,non aveva più paura della morte di quanto non temesse la vita ed i suoi dolori. E ora non era il momento di nutrire paure.C'era la rivoluzione,e colpiva anche i suoi cari. Ma fu meravigliata,stavolta,nel sostenere lo sguardo di suo zio. I suoi occhi non erano custoditi nella consueta severità,ma lucidi,come smarriti,come vulnerabili di fronte a qualcosa che smuove il cuore e le sue passioni. E quella figura che da sempre la proteggeva con la sua imponenza,ora le appariva,improvvisamente,fragile. "Zio..io..".Esitò. Avrebbe voluto dirgli che,sebbene vestisse il suo abito,per una volta si sarebbe potuto rifiutare di accorrere alla visione di tanta pena. Ma non poteva,non sarebbe stato giusto per quell'uomo moribondo che meritava tutta la compassione umana poichè chiedeva la remissione dei suoi peccati. Non sarebbe stato giusto verso di lui,non accogliere la sua ultima richiesta mentre implorava pietà e rispetto. E non sarebbe stato giusto nei riguardi dello zio invitarlo ad indugiare,poichè conosceva la sua Fede e la sua umanità. Allora aggiunse:"Venite,zio,vi accompagno da quel giovane." E guardò nella stanza. Lo studio. Austero,ordinato,luminoso.Sulla parete che si stagliava di fronte a Chantal si calava Gesù sulla Croce.Col capo chino dell'abbandono,senza vitalità nelle braccia e nelle gambe cedevoli.Gesù morente,il cui costato ancora appariva ansimante e grondante da quella ferita impressa ad umiliazione degli uomini.Era un Crocifisso in legno d'ebano,nero come la Morte.Sì,le parve ansimante. Gesù che ascoltava le parole di Chantal. E che,un momento prima,aveva accolto le confessioni e le confidenze segregate nel sacerdozio di un uomo che praticava i sacramenti della gioia e del dolore,guidando le creature terrene attraverso i misteri della Fede. |
Strumenti discussione | |
|
|
Discussioni simili | ||||
Discussione | Autore discussione | Forum | Risposte | Ultimo messaggio |
Romanzo Sir Gawain e il Cavaliere Verde (Anonimo) | Hastatus77 | Libri | 20 | 24-09-2010 22.27.49 |
Corrispondenza natalizia tra sir Kay e il Cavaliere Verde | Mordred Inlè | Il palazzo delle arti | 3 | 15-09-2009 00.48.08 |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 11.21.13.