23-04-2014, 03.13.23 | #1491 |
Cittadino di Camelot
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Annuì e ritornai di buon umore alle calorose e cortesi parole di Sir Riccardo.
“Avete pienamente ragione!....Ma come facciamo con lui?” domandai infine al bel cavaliere. Riccardo si mise a sedere ai piedi del ponte a meditare sulla risposta, finché non gli venì in mente la soluzione all’ arcano. In quel momento, tuttavia, mi convertii in sirena e rotolai nelle acque del profondissimo e ripido fossato. Prima di schiantarmi contro un masso appuntito, feci un largo ed arcuato tuffo in acqua. Nuotai in quel fiume e notai, svenuto, su un macigno Jack Frost. Mi avvicinai a lui e cercai di svegliarlo delicatamente, ma tutto era inutile. Gli sentì il cuore, il quale batteva in petto come quello di un leone. Era ancora vivo! Mi tolsi la camicia dell’ abito maschile ormai rovinato e ci feci delle bende con cui fasciai lo Spirito dell’ Inverno.
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23-04-2014, 03.40.54 | #1492 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Eilonwy, divenuta sirena e caduta poi nelle acque del fossato, trovò su una roccia il povero Jack, abbastanza malconcio.
Tuttavia era ancora vivo, fortunatamente. La ragazza allora lo medicò, cercando di curare le sue ferite, anche se quel canale fetido non era certo il posto migliore per risanare quel povero ragazzo. Ad un tratto però la ragazza udì un grido disumano. Un attimo dopo vide il terribile orco gettarsi dal ponte, fino a schiantarsi sulle rocce sottostanti. Tutta l'acqua del fossato così si alzò, per poi ricadere nel canale. Questo però comportò lo scioglimento della melma che bloccava lo scolo. E a poco poco l'acqua tornò di nuovo a circolare, ripulendo quel posto. “Evviva...” disse poi qualcuno “... ci siamo riusciti! L'orco è morto!” Era Riccardo dal ponte. “Si, abbiamo risolto l'arcano!” Gli fece eco il merlo.
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23-04-2014, 03.57.22 | #1493 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Lord Corcionne lasciò i messi del vescovo raccontare ancora di quella cupa e sinistra faccenda, partendo dall'inizio, quando cioè la bestia era apparsa nella foresta di Solpacus, fino all'ultima vittima accertata.
Il nobile ascoltava con espressione greve ed austera quei macabri resoconti, limitandosi a pochi ed essenziali gesti e rapide espressioni degli occhi e del volto ogni qualvolta i due messaggeri inducevano su qualche particolare forte. “Riporterò queste cose” disse infine “al Gastaldo. La giurisdizione di queste terre è sua competenza ed è giusto che egli apprenda ciò che accade entro i territori che è chiamato ad amministrare. Ormai le Solennità della Santa Pasqua sono concluse ed immagino abbia ripreso pieno possesso del suo ruolo.” I due messi ringraziarono a nome del vescovo e lasciarono la sala. “Hanno parlato di una giostra e di un'arma messa in palio per il vincitore...” avvicinandosi Aust a Corcionne “... immagino sia un'arma molto ambita...” “Certo.” Rispose il nobile. “Non è una spada comune. Essa è una delle formidabili armi dei Taddei, chiamata Mia Amata '09. Fu fatta forgiare dall'Arciduca nell'anno in cui salì al potere. Lo stesso anno in cui le armate di Capomazda lasciarono Sygma. Il suo nome è in onore della donna che l'Arciduca amava, affiancato proprio dall'anno di produzione.” “Perchè è così ambita?” Chiese Guisgard. “Perchè è unica, come tutte le armi dei Taddei.” Spiegò Corcionne. “La sua fattura è superba, con una lavorazione praticamente perfetta. Sull'elsa è impressa da un lato l'immagine di un Fiore e dall'altro la Croce. Ha come caratteristica quella di essere leggerissima e precisa. La leggenda vuole che la sua invulnerabilità dipende da colui che la impugna. Infatti si narra che essa si nutra dello spirito di chi la usa. Per questo, sempre secondo ciò che si racconta, adoperarla comporta man mano la perdita della forza, addirittura col rischio di morire se usata senza controllo.” “Beh, le spade famose” sorridendo Aust “sono sempre avvolte da simili leggende che riconoscono ad esse poteri quasi soprannaturali.” “Milord...” fece Guisgard “... voi avete le vostre questioni che a quanto vedo richiedono impegno e decisione, mentre noi abbiamo un viaggio da riprendere. Col vostro permesso ripartiremo subito.” “Dunque sei proprio deciso ad andare, ragazzo...” fissandolo Corcionne “... e sia!” Esclamò. “Dopotutto nelle tue vene scorre il medesimo sangue di tuo zio e di quella razza di uomini che un tempo furono in grado di conquistare Sygma. Dunque ogni mio tentativo di farti desistere credo finirà nel nulla.” Guisgard sorrise ed annuì. “Bada soltanto di essere prudente...” continuò il nobile “... e non fare nulla di avventato... so che sei un sognatore, proprio come lo era tuo zio... ma sii prudente, figlio mio...” “Non temete, milord...” mormorò il cavaliere “... come vi ho detto, il mio unico sogno è quello di riavere la terra di mio zio... non sto intraprendendo questo lungo viaggio per inseguire chimere ed illusioni... da tempo ormai ho compreso che a Sygma l'unica cosa che mi appartiene è solo quella terra lasciatami da mio zio.” Corcionne allora, lievemente commosso, abbracciò il cavaliere. “Chi Dio ti assista, ragazzo mio...” mormorò il nobile “... e che possa guidare i tuoi passi fino a raggiungere ciò che tanto desideri...” “Amen e così sia...” segnandosi il cavaliere. Poco dopo, Guisgard ed Aust si congedarono da Corcionne e lasciarono così il suo castello. Prima di salutarli però il nobile si era raccomandato di attraversare in fretta e durante il giorno la foresta, senza allontanarsi mai dalla strada maestra, così da non essere coinvolti nei violenti fatti che stavano flagellando Solpacus. “Strana storia quella della bestia...” disse Aust a Guisgard mentre ormai si allontanavano dal castello “... i messi del vescovo parlavano di un cinghiale, eppure da ciò che raccontavano sembrava tutt'altro animale.” “Per esempio?” Guardandolo Guisgard. “Non so...” rispose Aust “... un lupo, un orso o qualcosa di simile. Non riesco ad immaginare un cinghiale così feroce.” “Beh, nelle sue mitiche fatiche, Ercole affrontò proprio un cinghiale che terrorizzava la regione in cui viveva.” “Ma è solo mitologia quella...” “Sai, la mitologia nasce dalla realtà...” spiegò Guisgard “... da episodi storici, raccontati poi in modo fantastico. Ma comunque conserva un fatto vero alla sua origine.” “Sarà...” perplesso Aust. Guisgard rise appena. Ad un tratto i due videro una casa in mezzo alla boscaglia. Era una tipica abitazione colonica, probabilmente di qualche contadino o artigiano al servizio di un padrone. “Guarda, amico mio...” indicandola il cavaliere ad Aust “... siamo fortunati, no? Una casa in cui far abbeverare i cavalli e magari riposarci un po'.” “Già...” annuì il suo compagno “... e dall'odore di pane caldo direi anche un luogo in cui poter mettere qualcosa di solido nello stomaco!”
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23-04-2014, 15.38.30 | #1494 |
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Feci stendere su un pianeggiante e levigato blocco di pietra Jack. Gli fasciai le spalle, le tempie, il ginocchio sinistro, il piede destro e il braccio destro.
In seguito, avvistai su quella piccola e melmosa riva del fossato la mia Spada di Fuoco Fatuo e la mia Magica Borsa Rimpicciolente. Nuotai fino ad arrivare al punto dove erano adagiati i due mistici oggetti. La spada, fortunatamente, non si era rotta o stortata e nella sacca soprannaturale non era entrata ne una goccia d’ acqua ne un po’ di melma a rovinare gli abiti, l’ arco e le frecce e le cose al suo interno, poiché era stata resa impermeabile dalla cera fatata della mia fatina Coco. Aprì la borsa e misi dentro la mia arma. Appena l’ avvicinai all’ imboccatura della sacca, questa si rimpicciolì tanto da starci nel palmo di una mano e diventò leggera come un passerotto. Dopo averla messa dentro, chiusi la tracolla e me la fissai con vari e stretti nodi come una gerla. Ritornai dal povero Jack. All’ improvviso, si sentì un grido mostruoso e un tonfo assordante. L’ orco si era suicidato a causa della giusta risposta di Sir Riccardo. Un’ onda di acqua limpida ripulì il fossato. Nuotai controcorrente e tenni stretto a me il mio fratellone. L’ acqua, che stava riempiendo tutto il profondo fosso, ci fece salire fino all’ esultante cavaliere e il felicissimo merlo Tisin. Appoggiai Jack sul pratino e sedendomi dissi: “Siete stato fenomenale, Sir Riccardo! Meglio dello stesso Edipo!.....Ma qual’ era la soluzione?....Dovremo tornare in paese ad avvertire la gente e a far medicare Sir Jack Frost, ma io non posso in queste condizioni. Non è che avete qualche unguento o medicina?”.
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23-04-2014, 16.13.19 | #1495 |
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Enar si mostrò burbero come sempre ma buono d'animo, eppure in quel uomo trovavo qualcosa di strano, come nella nipote ma forse era solo una mia impressione.
Roxanne mi chiamò vicino a sè per mostrarmi uno dei suoi dipinti e alla vista di quella immagine ebbi un lieve sussulto, sembrava quasi un fatto reale. "Roxanne, ammetto siete bravissima, ma vi consiglierei da oggi di disegnare solo cose belle, come paesaggi campestri che vi circondano". Mi allontanai pensierosa..quel dipinto era davvero macabro..e che fantasia per immaginare la scena. Enar aveva finito di preparare la stanza di Roxanne, entrai e mi guardai attorno, chiesi gentilmente di servirmi una bevanda calda e posi la sacca sul letto e pure la spada, avrei dormito con loro vicino..se avessi dormito, mi sentivo fortemente a disagio. Poco dopo arrivò Roxanne con una tisana e si sedette vicino a me..."Volete farmi un ritratto Roxanne, visto siete cosi brava e scacceremo le ombre della notte..e poi mi ha incuriosito un vostro discorso, ora che siamo sole potete raccontarmi che spiacevole fatto accadde a vostro zio prima dell'incontro con la belva, se non sono inopportuna ovviamente".
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
23-04-2014, 18.12.32 | #1496 |
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“La risposta all'arcano era ombra, damigella.” Disse Riccardo ad Eilonwy. “Però con me non ho alcun unguento o medicina curativa, ahimè. Ma a chi servono? Forse a voi? Siete ferita?”
Il merlo però raccontò al cavaliere di come l'orco avesse gettato nel fossato il loro compagno. Ma proprio in quel momento il cielo cominciò a schiarirsi. Ed Eilonwy riprese la sua natura umana.
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23-04-2014, 18.16.09 | #1497 |
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“Vi farò un ritratto con molto piacere, milady.” Disse Roxanne ad Altea.
Prese un foglio bianco, lo adagiò sul suo scrittoio e cominciò a disegnare il volto della bella avventuriera. “Si, è un fatto triste accaduto tempo fa...” fece la ragazza “... mio zio ne parla a stento... ma posso capirlo... sua sorella, a cui era molto affezionato, morì in modo tragico e misterioso... ho tentato certe volte di farmi raccontare tutta la storia, ma egli si è sempre rifiutato...”
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23-04-2014, 18.43.32 | #1498 |
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Roxanne iniziò a farmi il ritratto e narrò la storia di Enar..."Davvero? Nemmeno voi lo sapete damigella...allora deve essere stato qualcosa di terribile".
Roxanne aveva finito il ritratto e mi avvicinai a lei per guardarlo...le ombre della sera stavano quasi svanendo..la nottata era già quasi passata e stava nascendo un nuovo giorno. Infatti udivo Enar che si muoveva nelle varie stanze..."Beh, Roxanne, abbiamo passato la nottata in bianco noto..ormai sono abituata a non dormire alla notte, è una rarità". Le sorrisi e presi in mano il ritratto.
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23-04-2014, 18.55.20 | #1499 |
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La notte era trascorsa così, mentre Altea e Roxanne parlavano fra loro.
I passi di Enar destarono il silenzio ed il torpore che avvolgeva la casa, annunciando l'inizio del nuovo giorno. Roxanne allora mostrò il suo disegno ad Altea. “L'ho fatto mentre parlavate, milady...” disse la ragazza “... con i vostri occhi inquieti e l'espressione intimorita e turbata per i fatti che stanno accadendo attorno a noi... tuttavia queste preoccupazioni non sono state capaci di affievolire la vostra bellezza...” Ad un tratto si udirono delle voci provenire dall'esterno e poi dei passi di cavallo. “Chi sarà?” Rivolgendosi Roxanne ad Altea. “Sembrava qualcuno che parlava con mio zio...” aggiunse tenendo sempre in mano quel ritratto.
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23-04-2014, 19.03.26 | #1500 |
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Osservai il ritratto e guardai a bocca aperta Roxanne...quella ragazza era inquietante ed estremamente gotica.."E' bellissimo...anche se voi avete l'animo turbato Roxanne, la pittura è un arte e rappresenta l'animo di chi fa il dipinto...e voi siete inquieta".
Ad un tratto Roxanne sentì dei passi di cavallo, tesi l'orecchio e li udii pure io e poi la voce del pastore.."Si pure io ho udito dei cavalli e delle voci, speriamo stanotte non sia caduta una altra vittima di quella belva, andiamo a vedere". Misi il dipinto nella mia sacca e feci cenno alla ragazza di seguirmi ed uscimmo dalla stanza. A dire il vero, non vedevo pure l'ora di andarmene da quel posto tetro.
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