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14-05-2018, 01.03.49 | #1531 |
Cittadino di Camelot
Registrazione: 30-12-2014
Residenza: Messina
Messaggi: 19,832
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Tornammo alla torre, ma era vuota.
Probabilmente erano a caccia. Guardai Elv un po' pensierosa. "Beh, prima dell'alba devono comunque tornare..." dubbiosa. "D'accordo, mi hai convinta. Andiamo a cercarli, ora inizierò a pensarci e neanche io resterò tranquilla..." Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk
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"La passione tinge dei propri colori tutto ciò che tocca" BALTASAR GRACIÁN "Sappi che la Luna è il messaggero degli astri. Essa infatti trasmette le loro virtù da un corpo celeste all'altro" ABU MASAR, "Libri mysteriorum" |
14-05-2018, 01.09.04 | #1532 |
Cittadino di Camelot
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Messaggi: 3,502
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I suoi sguardi andavano ad alimentare la mia attesa.
Attendevo che la sala fosse vuota, che lui fosse solo per potergli star vicino, per poter rievocare i ricordi che da sempre mi legavano a lui e ancora per poter finalmente diventare ciò che lui mi aveva destinata ad essere. Mio fratello non accennava ad allontanarsi purtroppo, restando con messer Fagianus per prolungare ancora il brindisi e ingurgitare altro vino. Aveva il viso paonazzo per colpa di tutto quel bere durante la festa. E con voce alticcia praticamente mi ordinò di tornare nelle mie stanze, trovando evidentemente la mia presenza qualcosa di troppo ormai. Ma io non prendevo alcun ordine da lui, non più. Così guardai intensamente il Barone e mi avvicinai ai tre uomini. “ Non sono più una bambina che non deve fare le ore tarde...” Rimbeccai mio fratello sfilandogli elegantemente il calice dalla mano, per bere un sorso e leccarmi poi le labbra. “ So vivere nel buio della notte... Ma se voi uomini avete di che discutere senza volermi intorno, ebbene questo è un altro discorso. Non voglio certo essere d’impiccio. È dunque davvero così necessario che io me ne vada?” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
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14-05-2018, 01.16.42 | #1533 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
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“Non volevo spaventarti, ma la cosa mi piace poco...” disse Elv a Gwen.
Allora i due vampiri uscirono di nuovo per il bosco. Era una notte fatta di ombre e silenzio, con una vaga foschia tra la vegetazione che rendeva tutto cupo. Vagarono per un po', poi l'odore di sangue li condusse in una vecchio capanno abbandonato. Qui trovarono Nikolaj con una contadinella. Lei era stesa sulla paglia e lui godeva del suo sangue e del suo giovane corpo. Quel gesto di Dacey, il bere e poi leccarsi le labbra ancora intrise di vino. Il barone la guardò negli occhi. “Forse hai bevuto un po' troppo stasera.” Disse il Maresciallo fissandola torvo. “Non temete...” intervenne il barone “... è tardi e noi non continueremo oltre a discutere di politica.” Alzandosi. “Dunque potete tutti ritirarvi, se è ciò che volete. Io resterò ancora un po' sveglio, magari leggendo qualcosa o semplicemente rilassarmi sul balcone della mia stanza.” Il Maresciallo e Fagianus lo salutarono con un inchino, per poi ritirarsi anche loro. Il barone lanciò un ultimo sguardo a Dacey, con un sorriso enigmatico simile ad un saluto o forse un invito e si diresse nella sua camera.
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14-05-2018, 01.19.19 | #1534 |
Disattivato
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Era sbronzo, il piccolino, constatai con un sorrisetto divertito.
Oh era così carino, decisamente un cucciolo che andava allo sbando. Non avevo idea di come fosse arrivato lì, né di come si fosse sbronzato, ma non mi importava. Dopotutto l’alcol sembrava avergli dato una nuova linfa vitale, e io non potevo che esserne contenta. Era uno spreco quel povero ragazzo, dato il bel regalo che la natura gli aveva fatto in mezzo alle gambe. E poi quel candore mi eccitava in un modo tutto nuovo, un modo che non mi era mai capitato e per quello mi incuriosiva. Quel suo candore mi suscitava un moto intento che finiva costantemente in un lago umido fatto di umori che si riversavano sulle mie cosce. Lo guardai saltellare tutto contento, e poi farsi rossissimo quando realizzò di che tipo di festa stavo parlando. Il mio sorriso si fece malizioso e sensuale, affamato e lussurioso, mentre mi avvicinavo a lui, afferravo con decisione la cintura dei suoi pantaloni, la slacciavo guardandolo in silenzio, e con uno strattone abbassavo i calzoni del mio bel giardiniere, liberando quell’eccitazione così ben fatta, che faceva venire l’acquolina in bocca, e non solo. “Questa festa, piccolino mio...” con voce calda e vogliosa. Mi voltai per un momento verso Aegos ancora nudo ed eccitato, facendogli cenno di andare dietro di me. Sistemai la scena in modo da essere ben visibile dallo specchio, volevo che il mio padrone vedesse, volevo che fosse eccitato a tal punto da balzare fuori e farmi sua, lì, davanti ai mei servi. Allora scesi lentamente sul membro ardente del giardiniere e lo intrappolai da subito tra le mie labbra facendolo scivolare lungo la mia bocca calda e accogliente prima di lanciarmi in quel gioco ardito e meraviglioso che gli avrebbe strappato lunghi gemiti di piacere assoluto e peccaminoso. Il mio corpo era piegato in avanti, il bacino completamente tirato indietro, le natiche bene in vista. Come prima invitavo con quei movimenti, e quella posizione, il mio padrone attraverso lo specchio ora esortavo Aegos, posto dietro di me, a prendermi come lui sapeva fare bene, dannatamente bene. No, non mi bastava mai. Sì, ero decisamente ingorda. E non è meraviglioso? Andiamo, chi resisterebbe a due uomini così? Nessuna che sappia godere appieno della vita, perlomeno. E ancora aspettavo l’arrivo peccaminoso del mio padrone. |
14-05-2018, 01.22.30 | #1535 |
Cittadino di Camelot
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La notte era buia, silenziosa e avvolta nella foschia.
Era come camminare sotto una campana invisibile. Sentii odore di sangue e lo seguii, seguita da Elv. Poi capii da dove arrivava e scossi la testa guardando in su. "Va bene, cerchiamo Ivan, dai..." ad Elv, allontanandomi. Di sicuro Nikolaj non era in pericolo, anche se non avrei potuto dire lo stesso della contadinella fra le sue grinfie. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk
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14-05-2018, 01.23.17 | #1536 |
Cittadino di Camelot
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La leggenda della Pieve di Monsperone
Per quietare ogni possibile protesta di mio fratello, lo presi sottobraccio rivolgendogli un sorriso.
Furono le parole del Barone , e ancora di più il suo sguardo, che mi illustrarono cosa dovevo fare. Perché sebbene apparissero innocenti io le avevo interpretare come un caldo invito a non rinchiudermi nelle mie stanze a cercare il sonno ma a seguire il nobile fino alle proprie camere. Fremetti al pensiero, impaziente di raggiungerlo non appena prese congedo. E così feci, salutando mio fratello, che parve compiaciuto e sicuro che io stessi obbedendo a lui, e Fagianus. Aspettai una sufficiente manciata di minuti, dall’uscita del Barone, per lasciare anche io la stanza, così da non destare in alcun modo sospetti. Quindi il mio passo si fece rapido, superando stanzoni e lunghi corridoi. Lasciando da parte ogni prudenza e il buonsenso che mi era stato inculcato durante la mia formazione, bussai alla porta del Barone nel cuore più oscuro della notte. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
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14-05-2018, 01.44.25 | #1537 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Elv sorrise, capendo il modo in cui Nikolaj se la stava spassando.
Allora con Gwen proseguirono, stavolta in cerca di Ivan. Trovarlo fu meno semplice, al punto che le sue tracce spinsero i due vampiri a raggiungere un piccolo villaggio ai piedi di un poggio coperto di cipressi. Intravidero Ivan che vagava da solo per le strade deserte. Pian piano il palazzo si addormentò. Il Maresciallo e Fagianus si ritirarono nelle loro stanze, credendo che anche Dacey avesse fatto lo stesso. In realtà la ragazza si addentrò nei corridoi intrisi di penombra, nel silenzio degli androni, attraverso gli sguardi inanimati e sinistri dei ritratti alle pareti, fino a raggiungere la porta della camera del barone. Bussò. “Entra pure...” disse lui dall'interno della stanza. La camera era avvolta da inquieti giochi di chiaro scuro, con solo una candela ad illuminare a stento quell'ambiente. Il barone stava seduto su una poltrona. I capelli neri scendevano sulle spalle ed i tratti del suo volto erano resi vaghi dalla penombra. Solo quegli occhi rossi scintillavano nel chiaroscuro, come stelle sconosciute in un cielo straniero.
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14-05-2018, 01.49.10 | #1538 |
Cittadino di Camelot
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Andammo via da lì, anche perché non mi andava affatto di assistere.
Cercammo di seguire le tracce di Ivan, ma fu più difficile. Alla fine, arrivammo vicino ad un villaggio e lì lo trovammo, da solo. "Ehi..." dolcemente io, sorridendo "Non sei a caccia?" Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk
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14-05-2018, 02.01.55 | #1539 |
Cittadino di Camelot
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La leggenda della Pieve di Monsperone
Lui mi attendeva.
Lo compresi dal suo tono di voce pacato quando bussato e dal suo restar sistemato comodo sulla poltrona quando fui dentro. Nonostante il buio riuscivo a distinguere la forma del suo viso, il bagliore dei suoi occhi. Vicinissima a lui mi gettai ai suoi piedi, tenendo una delle sue mani tra le mie, completamente succube di quello sguardo dai colori rubino. “ Soffro nel starvi lontano che solo pochi secondi.” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
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14-05-2018, 02.02.42 | #1540 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Ivan si voltò di scatto.
“Siete voi...” disse guardando Gwen ed Elv “... no, stasera no... non mi va...” “Cos'hai?” Chiese Elv. “Nulla...” rispose l'altro “... forse la Luna è malinconica... o magari sono solo io ad essere un po' inquieto... non so, ma ripensavo a Rose, a Tatiana... a come eravamo... e come siamo costretti a vivere ora...” con lo sguardo perso nel buio della strada.
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