21-06-2013, 17.49.09 | #1571 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Gem fissò Elisabeth con una vaga espressione di rimprovero.
“Quel che la mia compagna voleva dire” disse poi a Guidox “è che noi non ci siamo mai cimentati in questo genere di cose... la nostra arte è semplice... io poi sono anche un tantino stonato e detesto le ballate... per questo addolcisco i miei strimpellamenti con giochi di abilità, come lanciare in aria più palline contemporaneamente...” “Tutti gli artisti” fece Guidox, zittendolo con un cenno della mano “sono al soldo di uno dei tanti regimi. Penseremo noi ad indicarvi cosa dire durante le vostre esibizioni. Del resto l'arte è fine a se stessa se non è rivolta ad un ideale più grande. Guardate come hanno fatto i chierici, infarcendo gli atti dei tribunali romani con quelle assurde Passioni dei loro Martiri, trasformando esemplari processi contro il fanatismo e la superstizione in monumenti di Pietà e di Sacrificio. Beh, noi faremo qualcosa di simile, dove voi metterete in scena spettacoli che denigreranno i Bianchi e i Blu.” Ad un tratto entrò un funzionario e Guidox si mise a discorrere con lui su altre faccende. Gem allora indietreggiò di qualche passo, tirando a sé Elisabeth. “Cosa ti salta in mente?” Fissandola. “Ti sembra il caso di contrariare questo tipo? Non ha avuto scrupoli a mettersi contro la Chiesa, figurati se ne avrà nel farci rinchiudere o peggio. Io non sono un cantate e di certo le canzoni di rock moderno che canticchio sotto la doccia non possono piacere a questa gente. Ma dobbiamo essere accorti. Prendere tempo e intanto capire come poter ritornare nella nostra epoca.” Gem, come i lettori avranno capito sin dal primo momento, non era un poeta e neanche uno che amava parlottare a vanvera. Era un uomo pratico e spiccio, sempre attento a misurarsi con la realtà che lo circondava.
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21-06-2013, 17.59.16 | #1572 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Daiz prese il registro dalle mani di Altea e controllò la data con attenzione.
“Non so...” disse scuotendo il capo “... l'inchiostro con cui ci hanno scritto è quasi ancora fresco, visto che la macchia qui è recente... probabilmente amano utilizzare vecchi registri per annotare gli affari del monastero... però che stranezza... è in ottime condizioni per essere vecchio di cinquecento anni... le pagine non sono ingiallite, né consumate...” guardò Altea “... forse li producono apposta con questa data, magari per qualche cosa di culturale, tipo rivisitazioni storiche o cose del genere...” Ad un tratto si udirono dei passi nel corridoio. “Vieni, Altea...” fece Daiz. Uscirono dalla biblioteca e videro alcuni frati, tra cui quello che li aveva fatti entrare la notte prima. E proprio questo li condusse dal priore. “Benvenuti, fratelli...” disse questi “... come possiamo esservi d'aiuto?”
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21-06-2013, 20.28.24 | #1573 |
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Sorrisi nel vedere l'entusiasmo della donna, era più di quanto mi aspettassi.
"Beh, non ve ne ho parlato prima perché.. Io.. Non sapevo cosa dire.. E poi..." Lasciai che lo sguardo vagasse lontano "..non so quanto fidarmi dei miei compagni di viaggio.. Non so cosa penserebbero di tutto questo.." Dissi a bassa voce. Poi, le parole della donna mi fecero sorridere ancora. "Oh, madama.. A volte una semplice donna può arrivare dove faticherebbe un esercito.." Sorridendo "..ad esempio in un castello inaccessibile.." Mi alzai e la seguii, chiedendomi dove mi stesse conducendo. Eppure, la sua eccitazione, così spontanea e sincera era contagiosa, e la seguii volentieri. Nel vedere la luce nei suoi occhi fui lieta di averle rivelato ogni cosa. Restai stupita quanto mi chiese di mostrare la spilla al chierico. Tuttavia, la mostrai, tendendola tra le mani insieme al messaggio. "Viene dal castello di Yrko di Bumin, padre.. Nessuno ne è a conoscenza, oltre a noi.." Dissi con un leggero sorriso. |
21-06-2013, 22.07.32 | #1574 | |
Cittadino di Camelot
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Sorrisi lievemente a quelle sue parole...
“Lei è un po’ matto, lo sa?” Lo osservai per un momento... “Tu sei un po’ matto...” mi corressi poi, con un vago sorriso “Si... un po’ matto...” Mi voltai appena, guardando il paesaggio che sfilava piano fuori dal finestrino... quella musica, uscendo dalla radio, riempiva l’intera corriera delle sue dolci note, cullando la mia mente come in una sorta di dolce torpore... “Beh...” mormorai, tornando guardarlo “Se me lo chiederanno, dirò che un giorno i nostri sguardi si sono incontrati del salone delle feste, e che poi tu hai scalato il mio balcone, giungendo ad inciampare nei miei più segreti pensieri...” Sorrisi di nuovo... Citazione:
sollevai gli occhi, allarmata... “Ma che succede?” dissi, massaggiandomi piano il ginocchio che avevo sbattuto...
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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21-06-2013, 22.19.31 | #1575 |
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Padre Roberto osservò con attenzione il biglietto e ciò che su di esso era stato scritto.
Poi spostò il suo sguardo sulla spilla che Clio teneva in mano. “Padre...” disse Oriana, tradendo una forte impazienza “... cosa ne dite? Ora siete convinto anche voi?” “Dipende...” fece il religioso “... dipende dal significato che voi date a questo biglietto.” “Beh, mi pare evidente!” “Ciò che a voi sembra così chiaro, temo invece che per me non lo sia.” “Andiamo, padre...” fissandolo Oriana “... quella è la sua scrittura...” “Esistono esperti capaci di riprodurre qualsiasi tipo di calligrafia.” “E la spilla?” “Chiunque abbia messo in scena tutto questo” osservò Padre Roberto “può essersi benissimo procurato questa spilla. Del resto i beni personali di molti nobili sono stati confiscati dal governo.” “Oh, Santo Cielo!” Esclamò la donna. “Ma perchè voi preti siete così bravi ad annientare gli entusiasmi delle persone! Non vi sto chiedendo di far riconoscere al Santo Padre un miracolo accaduto a Santiago de Compostela, ma solo di credere che Sua Maestà è vivo! E che lo tengono prigioniero qui in città!” “Madama...” “Si... si...” annuendo la donna “... si, vi chiedo scusa... ma io non riesco a comprendere la vostra titubanza...” “Madama...” mormorò il prete “... spesso la Chiesa si trova a vivere situazioni complicate... da una parte ci sono i fedeli, che con l'ingenuità di chi ha una Fede semplice, chiedono di veder riconoscere miracoli e profezie... dall'altra, invece, vi sono i suoi avversari che non aspettano altro che coglierla in fallo. E non per amore della verità, ma solo per dimostrare la sua imperfezione, dimenticando, però, che come tutte le cose umane, in quanto retta da uomini, è sottoposta all'errore.” “Dove volete arrivare?” “Se io dimostrassi di credere ciecamente” rispose Padre Roberto “che questo biglietto è stato scritto dalla mano di Sua Maestà, supponendo dunque che egli sia stato fatto davvero prigioniero, non potendo dimostrare tutto ciò, sarei poi accusato di tramare contro il nuovo governo. E sapete che i Rossi non attendono altro che chiudere le chiese del regno.” “Ma chi potrebbe negare l'evidenza?” “Quale evidenza?” Guardandola il prete. “Direbbero che si tratta di un atto promosso da qualche ribelle nobiliare, avendo così la scusa per portare altri scontri nel paese. Oppure liquiderebbero il tutto riconducendolo ad uno scherzo, magari messo in scena proprio da uno dei loro giovani. E sapete meglio di me come quella gioventù sprecata ama motteggiare e burlarsi di tutto e tutti per le strade. No, madama... questo biglietto potrebbe rivelarsi una trappola... una trappola mortale...”
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22-06-2013, 00.22.23 | #1576 |
Cittadino di Camelot
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Effettivamente il registro era proprio nuovo, non era logoro.
Sentimmo dei rumori e trovammo i frati che tornavano dalle loro preghiere e chi ci aprì la porta ci condusse dal priore, il quale gentilmente ci chiese come aiutarci...già come aiutarci? Non sapevo nemmeno da dove iniziare. "Sappiamo che ci troviamo a Chanty, padre" dissi al priore "potrebbe raccontarci un pò di più di questo posto? Noi eravamo diretti a Santa Agata di Gothia...e scusi non ricordo..ma che giorno siamo oggi?"
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
22-06-2013, 01.54.50 | #1577 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Si, siamo a Chanty...” disse il priore ad Altea “... non rammentate in che giorno siamo?” Fissandola. “Comunque... oggi è Sabato 22 Giugno, anno del Signore 1513, naturalmente.”
A quelle parole Daiz sbiancò. “Il nostro regno, però, non vive una momento tranquillo.” Continuò il religioso. “Il paese è dilaniato da lotte intestine. Il re sembra essere sparito e il potere è stato preso, diciamo in forma momentanea, da una corporazione di individui che sfoggiano il colore rosso come proprio vessillo. Essi hanno formato un governo repubblicano, sebbene non legittimo, relegando i nobili, indeboliti dall'assenza del re, ai margini. Così, la capitale del regno, Fisyem, è divenuta la loro roccaforte. E questi sono i tristi accadimenti che si sono susseguiti in queste terre. Ma ora parlatemi di voi... avete detto di essere diretti a Sant'Agata di Gothia? Non credo di aver mai sentito questo nome... ma di quale luogo siete originari? E come siete capitati qui a Chanty?” Ma proprio in quel momento un frate bussò ed entrò. “Cosa accade, fratello?” Domandò il priore. “Siamo pronti per andare a Fisyem.” Rispose il frate. “Ho segnato dai registri tutto ciò che ci occorre. Andremo in due, io e fratello Marcello.”
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22-06-2013, 02.29.19 | #1578 |
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Ero rimasta in silenzio, mentre il prete e la donna discutevano.
"È per questo motivo, infatti, che non ho osato mostrare la spilla ad anima viva.." Dissi poi, guardando il religioso. In un attimo, rimisi la spilla in tasca, e lo guardai nuovamente. "Avete ragione, padre.. Potrebbe essere un complotto o uno scherzo.." Sorrisi "io stessa non crederei mai ciecamente ad un biglietto, ma farei mille verifiche..". Mi rivolsi verso la donna "..è vero, madama... Potrebbero esserci ripercussioni.. Potrebbero pensare ad un inganno della chiesa.." Sorrisi "..ma, come vi ho già detto, quel biglietto è arrivato a me e io stessa ho udito il suono soave di quell'ocarina.. Io non sono nessuno, e non ho niente da perdere.." Sussurrai, guardando la donna "Ecco perché devo tornare là e.. se non altro, almeno trovare delle prove.. Prove che non ci siamo attaccando ad una vana speranza.. Ma se avete un'idea migliore, madama.. Vi ascolterò con attenzione.." Con un sorriso. |
22-06-2013, 02.50.38 | #1579 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Oriana ascoltò Clio e poi tornò a fissare Padre Roberto.
Questi però non disse nulla. “Immagino” disse la donna “che anche il suono dell'ocarina possa essere spiegato in vari modi, vero?” “Voi conoscete bene l'ocarina di Sua Maestà...” fissandola il chierico “... visto che spesso avete ascoltato il re suonare in pubblico.” “Si...” annuì la donna “... ma non solo in pubblico. Ho udito la sua ocarina anche quando si rifugiava nei giardini o nei lunghi viali dai quali si raggiungeva il cortile centrale. Quando cioè Sua Maestà pensava di essere solo e di suonare solo per se stesso. Come quando lasciava il palazzo per camminare di sera nelle stradine secondarie della campagna appena fuori dalla città. Si, ho udito molte volte il re suonare la sua ocarina. Forse possono falsificare la sua calligrafia, ma nessuno potrebbe suonare l'ocarina come lui. Di questo ne sono certa e riconoscerei quel suono tra mille simili.” “Sfortunatamente” replicò il religioso “non siete stata voi ad udire quel suono. E la ragazza qui” indicando Clio “è stata saggia a non mostrare ad altri la spilla e quel biglietto.” Oriana allora salutò Padre Roberto e con Clio uscirono dalla chiesa di Sant'Andrea. Per tutto il tragitto la donna apparve silenziosa e pensierosa. E solo quando ritornarono a casa sua, ella, finalmente, riprese a parlare. “Forse Padre Roberto ha ragione...” mormorò “... forse mi sto aggrappando ad una Chimera... ma non so... quel biglietto continua a tormentarmi...” guardò Clio “... e forse è davvero pericoloso, oltre che pazzesco, mandarti da sola in quel castello, insieme a tutti quei fanatici...” scosse il capo “... e tu non dovresti rischiare così tanto... cosa direbbero i tuoi compagni di viaggio? Loro di sicuro non accetterebbero questi rischi inutili...” E proprio in quel momento, Masan e Solder ritornarono a casa. Ora anche loro indossavano abiti del tempo.
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22-06-2013, 03.01.29 | #1580 |
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Guisgard, a quelle parole di Talia, sorrise e per un lungo momento i suoi occhi furono in quelli di lei.
“Mi piace questa cosa del tuo balcone...” disse quasi in un sussurro. Il cavaliere vide la principessa avviarsi verso le proprie stanze. Il leggero abito bianco che indossava, si alzava quasi svolazzando ogni volta lei si muoveva, mentre i suoi piedi nudi poggiavano sul freddo marmo. Lei però, ad un tratto, si voltò e lo sorprese a fissarla. “Qualcuno pensa” disse lei con voce leggera, ma accennando un lievissimo sorriso “che non bisognerebbe guardare a lungo la sacerdotessa...” Lui apparve stupito. “La principessa” continuò lei, ricambiando lo sguardo di lui “è anche sacerdotessa, cavaliere... lo ignoravate forse? Ci sono riti e pratiche che solo lei può svolgere...” aggiunse con una voce che si fece più sfuggente, quasi solo appena accennata. “Cosa...” mormorò lui “... cosa volete che faccia ora, mia signora?” “Dovete vegliare sulla vostra regina, cavaliere...” restando a fissarlo lei “... è il vostro compito... sorvegliate questa porta... gli alloggi della sacerdotessa sono inviolabili e inaccessibili... ai nostri nemici...” e si ritirò nei suoi alloggi, lasciando il cavaliere a fissarla mentre svaniva dietro quelle austere porte. “Ehi...” rivogendosi Guisgard a Talia “... tutto bene? Lo schienale davanti ha attutito il colpo...” massaggiandole un po' il ginocchio “... vedrai che tra un momento non sentirai più neanche questo lieve dolore...” La brusca frenata aveva fatto svanire quella misteriosa visione che lei aveva visto fino ad un momento prima. Guisgard allora si alzò e guardò prima fuori, poi verso il conducente. “Cosa è successo?” Chiese. “La corriera...” rispose il conducente. “Non va?” Domandò il Taddeide. Il conducente lo fissò e scosse il capo. “Ho capito...” sbuffando il nipote di Robert de' Taddei “... è andata...” Seguì allora il conducente che scese dalla corriera. “No...” mormorò quello dopo aver controllato il motore “... non ripartirà... non senza un buon meccanico...” “Cosa facciamo ora?” Fissandolo Guisgard. “Possiamo fare ben poco...” “Sta dicendo che resteremo qui?” Stupito Guisgard. “Si, aspetteremo che passi qualcuno per essere rimorchiati e ritornare così a Sant'Agata di Gothia.” “Ma noi dobbiamo proseguire il nostro viaggio!” Esclamò il Taddeide. “Allora vi conviene prendere un altro mezzo.” “E passano da qui altre corriere?” Chiese Guisgard. “Ci sono altri mezzi di trasporto.” Disse il conducente. “Ma temo dobbiate raggiungere una stazione di servizio e aspettare che arrivi un mezzo per farvi proseguire.” “Dista molto la più vicina?” “A tre miglia” indicò il conducente “dovrebbe essercene una. In quella direzione.” Guisgard sbuffò ancora. Risalì poi sulla corrida, tornando da Talia. “Pare che questa vecchia corriera non riesca più a proseguire il suo viaggio...” disse alla ragazza “... dobbiamo quindi proseguire a piedi e raggiungere la più vicina stazione di servizio, per aspettare l'arrivo di un nuovo mezzo. Come va il ginocchio? Riesci a camminare?”
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