07-05-2014, 19.17.12 | #1671 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Older non riuscì a fermare Altea.
La dama prese infatti il suo destriero ed uscì dalla città. Cruz galoppò veloce tra la fitta e primordiale vegetazione della foresta. Il giorno era ormai alla fine e l'imbrunire tra breve si sarebbe affacciato su quel mondo. Le ombre cominciarono ad allungarsi ed intrecciarsi fra loro, mentre un cupo silenzio iniziò a scendere su quelle lande. Alla fine Altea intravide le alte torri del palazzo di lady Gertrude che svettavano sugli alberi circostanti. Era giunta a destinazione. La vecchia nobildonna la stava attendendo.
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07-05-2014, 19.33.18 | #1672 |
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Cruz correva sicuro tra la foresta...come fosse in simbiosi con me e sapesse dove andare per poter evitare qualcosa mi accadesse.
Mi fermai su una piccola radura e finalmente vidi le alte torri di Palazzo Costanza e dopo poco arrivai. "Bravo Cruz...abbiamo avuto coraggio e abbiamo confidato nel Signore" lo accarezzavo dolcemente "e speriamo i due cavalieri riusciranno nel loro intento..anche se mi mancano tutti e tre sai? Almeno avevo qualcuno con cui parlare e ridere, speriamo di reincontrarli" mi feci leggermente triste pensando a loro. Entrai a palazzo e mi dissero milady mi aspettava preoccupata nel salone.."Lady Gertude, perdonatemi, sono stata dal vescovo ed egli vi manda i suoi saluti, un giorno verrà qui da noi a pranzo..poi sono stata fermata da un uomo conobbi a Solpacus e quasi non voleva farmi partire, ma voi siete stata sempre gentile con me come una madre, non potevo farvi stare in pensiero...sempre in guardia..mi ha insegnato mio padre, ed eccomi qui, vado a prepararmi per la cena". Entrai in camera...volevo liberare la mia mente, troppe cose erano successe, mi immersi nella tinozza con petali di rosa e mi sedetti allo specchio guardando l'anello..."Tussil..." sorrisi e i brutti pensieri svanirono "sarà vero non lo so..ma so un giorno mi farai passare questi brutti ricordi". Mi preparai e tornai nel salone per la cena mentre il sole stava scendendo. Lady Gertrude aveva un leggero sorriso al volto e mi disse di andare nella stanza di fronte...vi era una sorpresa per me. Entrai lentamente...cosa poteva essere..quando seduto ad aspettare in una scrivania vi era un bellissimo ragazzo dai capelli corvini e si contraddistingueva da tutti noi per questo, risi felice..."Thomas..fratello..siete tornato vivo dalle Crociate, non sapete quanto ho pregato per voi..ora non lasciatemi più, ho troppo bisogno di voi..di te fratello mio adorato, l'unico che mi ha sempre capita e coccolata". Lui rimase fermo e commosso annuì osservandomi.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea Ultima modifica di Altea : 07-05-2014 alle ore 23.59.57. |
07-05-2014, 21.17.47 | #1673 |
Disattivato
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Fissai Gvin senza tradire emozioni.
Cosa voleva da noi? Io non mi ero certo messa a frugare nella sua vita. Oh, come avrei voluto fare le vere presentazioni. Come avrei voluto vedere il suo viso sbiancare, il suo capo chinarsi davanti al mio nome e grado. Sì, sarebbe stata una giusta punizione per questo nobiluccio di provincia che credeva di fare il gradasso con dei popolani. Ma non potevo, ero la vedova di Gufo Scarlatto, nient'altro. Come avrebbe reagito una moglie afflitta a quelle parole? Come avrebbe reagito Gufo se lo avessero accusato di non essere lui stesso? E comunque, ce lo vedevo l'arrogante mercenario dire frasi del tipo "Oh, questo devo proprio raccontarlo a mia moglie" oppure "Mia moglie dice sempre...". Anche se si fosse sposato sarebbe rimasto lo stesso. Così, lasciai che una fredda ma rabbiosa tristezza mi avvolgesse. Era il momento di giocare la mia carta migliore, il pugnale che ci aveva lasciato Guisgard. Squadrai Gvin con occhi tristi ma determinati, e risposi quasi ringhiando. "Gufo è caduto..." mormorai, tra i denti "..e io non ero al suo fianco.." sguainai il pugnale, con naturalezza, e lo puntai contro Gvin, con fare minaccioso, ma in realtà volevo che vedesse bene il simbolo dei Gufi Scarlatti "Non siete nemmeno degno di nominare mio marito..". Prendere le cose di petto era sempre stato il mio difetto. E non c'era come spiazzare il tuo interlocutore per vincere un duello di parole. Così, guardai per un attimo lontano, abbozzai un sorriso, come se stessi rincorrendo un ricordo. Poi, scoppiai a ridere sguaiatamente, come faceva Gufo. "Però devo dire che l'immagine di Gufo come tenero maritino che parla della moglie è davvero esilarante..." rinfoderai il pugnale, senza smettere di ridere "E magari ve lo immaginate anche intento a sussurrarmi paroline dolci all'orecchio.. manco fosse questo qui.." indicando Ertosis "Che non capisce più niente quando vede un bel paio di occhioni, e non solo.." scossi la testa. "Caro mio, piuttosto che sospettare di noi fareste bene a correre dietro a quella bestia e a lasciarci in pace, perché, francamente, la vostra invadenza mi sta scocciando non poco.." mi voltai verso Vortex "Non so voi, ma io muoio di fame..". E feci cenno ai miei di seguirmi dentro la taverna. Probabilmente ci avrebbero seguito anche gli altri, non facevano altro ormai. Volevo evitare un vero e proprio scontro, sperai che non fosse inevitabile. Volevo solo un piatto di carne e del buon vino della casa! |
07-05-2014, 21.45.22 | #1674 |
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Lo sguardo di Flees non mi convinse ....l'odio nei bambini viziati...era un'arma poteva far male.......ma Daizer con la sua carezza spazzò via tutte le nubi....." Si conviene andare a prendere il permesso.....cercavamo Comino il Maniscalco... non possiamo andare in giro a raccontare dei miei sogni e' stata una fortuna ricordare il nome......ma sono fiduciosa ...penso che tu sappia dove si trova il Gastaldo credo che il prete di quella chiesa era di lui che parlava...........usciamo da questo posto..l'aria e' diventata pesante...."....presi la sua mano e lo invitai ad uscire fuori dalla locanda.....sentivo i passi di Flees dietro di noi, come avrei voluto che lui non ci fosse.......Andammo verso il Palazzo più Signorile del Borgo....c'erano delle guardie dinanzi al portone......" Pensi che siano scontrosi da queste parti ?.....vedi Daizer non comprendo il significato del mettere un veto sul cimitero......credimi e' una cosa così assurda........ma siamo qui per questo.....per mettere fine alle assurdità...."......E così Daizer si avvicinò alle guardie...
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07-05-2014, 21.47.12 | #1675 |
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Era solo una allucinazione….una visione!
All’ improvviso, nella mia mente sentì chiaramente una risata maligna e femminile. Era la risata di Isolde ne ero certa. Maledetta megera! Era stata lei! Madama Lucia, la zingara, mi aveva avvertito di queste false premonizioni e visioni. Mi sentì in un immenso imbarazzo. Senza guardare in faccia nessuno corsi fuori e montai su Dante. Lo spronai e mi lasciai alle spalle la bottega con all’ interno il merlo Tisin e il mio bel Riccardo. Chissà cosa avrebbe pensato di me il coraggioso e nobile paladino? Mi avrebbe sicuramente creduto pazza o con la testa ammaccata e piena di fantasie. Galoppai piu’ veloce di un lampo fino al fiume di Tylesia: il Calars. Ormai era quasi il tramonto. Scesi da cavallo e legai il mio nero destriero all’ interno di una nascosta grotta. Il mio intento era di non farmi trovare. Ero troppo imbarazzata in quel momento. Disfeci il mio meraviglioso abito di ghiaccio e fiocchi di neve e mi gettai nelle calde acque di quel fiume. Quando anche l’ ultimo raggio di sole se ne andò, mi tramutai in sirena. Nuotai nelle tiepide profondità del fiume e mi allontanai dalla riva per nascondermi nei meandri del corso d’ acqua.
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Il cuore di una dama apprende solo la bontà, la sua beltà sostiene i cavalieri, il suo coraggio difende gli inermi e la sua mente conosce solo la verità!!! Eilonwy |
08-05-2014, 01.38.43 | #1676 |
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Daizer si avvicinò alle guardie che sorvegliavano l'ingresso di quel luogo.
Il contrabbandiere parlò ai militari del proposito di visitare il cimitero. “Occorre il permesso del Gastaldo.” Disse uno dei soldati. “Dove possiamo trovarlo?” Chiese Daizer. “A Leiman, naturalmente.” Rispose il soldato. “Ma sappiate che difficilmente vi riceverà. E' molto impegnato ultimamente.” “Noi abbiamo urgenza di visitare il cimitero.” Fece il contrabbandiere. “Non è possibile recarsi a Leiman per incontrarlo?” “Non vi riceverà.” Mormorò il militare. “E' questione davvero urgente.” Insistendo Daizer. “Allora vi consiglio di parlare col suo braccio destro.” Fissandolo il soldato. “Messer Moussarel.” “Lui può rilasciarci il permesso?” “In determinate circostanze diciamo che potrebbe.” Spiegò il soldato. “Dove possiamo trovarlo?” “In questo palazzo.” Rivelò il militare. “Ma ora è tardi. Tornate domattina e forse riuscirete a parlarci.” Intanto Elisabeth e Flees erano rimasti più indietro, in attesa che Daizer tornasse da loro a raccontare della sua conversazione con le guardie. “Quel tipo” disse il giovane cavaliere alla dama “non mi ispira nessuna fiducia... è solo un popolano e dubito che saprà spiegarsi con quei militari...” guardò Elisabeth “... e voi, cara zia, sapete benissimo che ho ragione... e continuo a non capire cosa possa avere di speciale quell'uomo per voi...” sorrise con fare sicuro di sé “... secondo me avete passato molto tempo da sola, magari nei boschi e lontano dalla gente, per affinare le vostre conoscenze magiche... lo posso comprendere... come mia madre, anche voi avete avuto un gran dono e ciò richiede sacrifici e rinunce... ma in fondo, anche se siete una maga, restate pur sempre una donna... una bella donna e come tale anche voi siete sensibile al richiamo dei sensi, della passione...” lanciò un'occhiata verso Daizer “... e quel tipo non può darvi nulla, lo sapete anche voi...”
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08-05-2014, 01.51.48 | #1677 |
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Eilonwy galoppò via da quel luogo, fino a raggiungere le calde acque del Calars.
Poi scese la sera e mutata ancora una volta in una sirena, la ragazza scivolò tra il dolce tepore di quel fiume. Nuotò così per molto tempo, per tutta la notte, fino a quando, poco prima dell'albeggiare, risalita in superficie intravide una strana figura. Se ne stava immobile nel bel mezzo della brughiera. Poi il cielo cominciò a schiarirsi e le ombre di quel luogo spettrale iniziarono a dissolversi poco a poco. E in quel momento Eilonwy si accorse che la figura altro non era che uno spaventapasseri. Almeno questo sembrava a prima vista. E sui vestiti aveva una scritta ricamata che così recitava: “Attenti alla strega cattiva, bambini!” Qualche metro oltre, su un albero, stava inchiodato un cartello che indicava un piccolo e stretto sentiero.
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08-05-2014, 02.15.38 | #1678 |
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Thomas salutò con affetto Altea e i due furono subito raggiunti da lady Gertrude.
“Mi sei molto mancata, Altea...” disse Thomas abbracciandola “... le sere stellate sotto le mura di Gerusalemme sembrano infinite e hanno il dono di farti pensare a tante cose... agi affetti, alla nostalgia per la proprio terra e alla malinconia di chi sia ama... sono felice di essere di nuovo qui e di averti rivista, sorella mia...” “Tuo fratello” Gertrude ad Altea “è giunto direttamente qui appena sbarcato a Brindisi... in una lettera infatti gli era stato detto che ti avrebbe trovato qui.” Sorrise. “Ora forse lui riuscirà a farti desistere dalla tua mania per i viaggi e per le avventure.” Scosse il capo. “Cose davvero riprovevoli per una nobile dama.” “In verità” fece Thomas “ero anche inquieto. Inquieto e preoccupato. Giungendo qui infatti ho udito, in una locanda lungo la via, che in queste lande stanno accadendo fatti terribili... ho sentito di un animale selvatico, forse un cinghiale, che sta seminando orrore a Solpacus...” fissò sua sorella “... perchè mai sei giunta in questa triste terra?” “Non voglio sapere ciò che accade al di fuori di questo palazzo.” Disse Gertrude. “Vi prego di attenervi a questo mio desiderio, sir Thomas.”
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08-05-2014, 04.25.02 | #1679 |
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Clio ed i suoi, dopo quelle parole rivolte dalla ragazza a Gvin, entrarono nella locanda e presero subito posto attorno ad un tavolo.
Ordinarono poi carne e vino. “Non so...” disse Borel agli altri “... dite che l'hanno bevuta?” “Beh...” fece Dort “... hanno visto il pugnale, no? Mi sembra un indizio convincente...” fissò poi Ertosis “... tu tieni d'occhio la porta e guarda se entrano...” In quello stesso momento la porta della locanda si aprì ed entrarono Gvin ed i suoi. “Tipo insistente...” mormorò Porturos appena Ertosis indicò con un cenno del capo il duca ed i suoi uomini. “Davvero magnifico quel pugnale...” disse il duca prendendo posto con i suoi ad un tavolo accanto a quello dei falsi mercenari “... solo i famigerati e celebri Gufi Scarlatti possono possedere simili armi... è leggendaria infatti la loro abilità in battaglia...” “E' vero, milord...” mormorò uno dei suoi, con l'intento di farsi sentire da Clio e dagli altri “... io stesso ho sentito narrare della ferocia di Gufo in battaglia...” “Già...” annuì Gvin, lanciando occhiate verso il tavolo della ragazza e dei suoi compagni “... ma pare che il grande condottiero sia caduto sul campo di battaglia... almeno questo è ciò che racconta la sua vedova...” “Possibile, milord?” Con tono provocatorio un altro dei suoi. “Hai visto il pugnale, no?” Con un ghigno Gvin. “Ci sono molti modi, milord, per impossessarsi di un simile cimelio...” intervenne un altro dei suoi soldati. “Per esempio?” Ad alta voce Gvin. “Beh, rubandolo...” rispose il soldato “... o magari prendendolo allo stesso Gufo dopo averlo ucciso...” “Immagino abbia molti nemici un simile individuo...” mormorò divertito il duca. “Io rammento la leggenda di Agamennone, milord...” un altro dei suoi sgherri “... di come, tornato dalla guerra di Troia, restò ucciso ad opera di sua moglie e del suo amante...” “Già...” voltandosi Gvin verso il tavolo di Clio “... una donna può davvero rappresentare un serpe in grembo... il peggior nemico per un uomo... e più una donna è bella, più allora può essere letale... magari il povero Gufo è morto davvero così... ucciso a tradimento da una donna e dal suo amante...” fissò tutti i compagni di Clio, uno ad uno “... o chissà, magari dai suoi innumerevoli amanti...” rise seguito subito dai suoi uomini che fecero lo stesso. “Non reagite...” sussurrò Dort agli altri. “Non sopporto le provocazioni di quel verme...” mormorò piano Vortex. “Anche a me prudono le mani...” fissandoli Ertosis. “E' un duca, un aristocratico...” rispose loro Dort, sempre a bassa voce “... anche una semplice rissa con lui ed i suoi scagnozzi ci farebbe finire in un mare di guai...” “Sospetta di noi” intervenne Borel “e non credo ci lascerà in pace fino a quando non sarà sicuro che mentiamo...” “Magari...” rivolgendosi Gvin ai suoi, ma sempre con quel suo tono offensivo “... potrebbe essere quel pugnale a sgozzare la bestia... del resto se ha ucciso il povero Gufo Scarlatto può benissimo fare lo stesso con quel cinghiale!” Rise di nuovo insieme ai suoi uomini. “Ma il pugnale non è in nostro possesso, milord.” Guardandolo uno dei suoi. “Già, è vero...” voltandosi Gvin ancora una volta verso il tavolo di Clio “... ma forse, se lo chiederemo con gentilezza, la nostra vedova allegra non ci negherà quel gingillo... e chissà, magari sarà così generosa da darci anche qualcos'altro...” E di nuovo quegli uomini si abbandonarono ad una fragorosa risata. “Mi avevano detto” all'improvviso una voce alle loro spalle “che da queste parti ci fosse da cacciare un cinghiale... ma non immaginavo di trovare tanti porci.” Il duca ed i suoi si voltarono di scatto. “Cosa avete detto?” Fissando Gvin colui che aveva parlato. “Ho parlato di porci...” guardando il duca negli occhi Guisgard “... vi sentite forse chiamati in causa?” “Chi siete straniero?” Chiese Bieff, il braccio destro del duca, al cavaliere. “Sono uno che si irrita facilmente” rispose Guisgard “quando qualcuno osa rivolgersi così alla mia donna.” “La vostra donna?” Stupito Bieff, per poi voltarsi verso il suo padrone. “Siete forse...” mormorò Gvin. “Si...” annuì il cavaliere “... sono Gufo Scarlatto. In persona.” “Ma la ragazza aveva detto che eravate...” mormorò Gvin. “Morto?” Disse Guisgard. “E' una precauzione che io ed i miei uomini usiamo spesso quando ci spostiamo. Molti spadaccini ed avventurieri vorrebbero vantarsi di aver ucciso il grande Gufo Scarlatto. Bisogna dunque essere previdenti.” Gvin lo scrutava con attenzione. “Ma sono fortunato...” aggiunse il cavaliere “... posso contare su uomini devoti, oltre che in gamba e su una moglie bella e fedele...” guardò Clio e accennò un lieve sorriso “... beh? Cosa sono quelle facce?” Fissando poi anche i suoi compagni di viaggio. “Questo è il modo di accogliere il vostro comandante, razza di rinnegati?” Rise. “Si, ammetto che mi sono attardato un po' lungo la strada... ma solo perchè volevo riscuotere tutti i crediti che ci doveva il marchese di Liternia!” Raggiunse il loro tavolo. “Eh, tre giorni in sella sono dannatamente lunghi e scomodi...” avvicinandosi a Clio, per poi accarezzarle il viso “... spero che tu abbia preso una stanza comoda, Angelo mio... ho una gran voglia di qualcosa di morbido e profumato...” sorrise e quasi le sfiorò la bocca con le labbra “... e sai bene che non mi riferisco certo ad un letto ed alle lenzuola...” A quella scena, Gvin fece un cenno ai suoi e lasciarono la locanda come tanti cani bastonati. E mentre quasi baciava Clio, Guisgard li seguì fino all'uscita con la coda dell'occhio.
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08-05-2014, 11.05.23 | #1680 |
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Nuotai molto in quel fiume grande quanto l’ Arno e il Tevere. Poi mi addormentai su un fluviale scoglio. Ero stanchissima. Ci voleva una bella dormita! Non avevo dormito la sera prima a causa di quell’ incontro con l’ Orco del Ponte Sospeso. Dormì profondamente e facendo bei sogni. Verso l’ albeggiare intravidi una spettrale figura, ma alla fine capì che era solamente uno spauracchio con una zucca di All-Hallows-Eve come testa. Sul vestito di esso c’ era un avvertimento: “Attenti alla strega cattiva, bambini!” Quando tornai pulzella, velocemente, sia per timore che per la fredda umidità del mattino, mi diressi nella grotta dove avevo lasciato Dante. Con mia sorpresa trovai sulla sella del mio cavallo un incantevole vestito di velluto, raso e broccato d’ oro. Insieme ad esso c’ erano delle scarpe nere e senza tacco da donna sulle quali erano stati cuciti con fili d’ oro in una il Sole e nell’ altra la Luna. Mi strofinai gli occhi. Forse era un’ altra illusione o stavo ancora sognando. No, il vestito era ancora lì dorato e luminoso come se fosse stato fatto con i raggi del Sole. Lo indossai e calzai le calzature. L’ umidità mi stava entrando nelle ossa! Districai i nodi dei capelli con un pettine d’ osso a denti larghi. Dopodiché acconciai la chioma castano scuro mogano in una treccia provenzale (treccia francese). Mi guardai intorno e mi accorsi di un piccolo e stretto sentiero. Decisi che avrei lasciato quel luogo e non avrei seguito quel viottolo. Tutto ad un tratto, mentre stavo per montare sul mio fiero equino, le scarpe che avevo indossato incominciarono a farmi danzare. Il prezioso abito incominciò ad aderire al mio corpo e a far muovere le mie braccia come quando si balla. Cercai di ribellarmi a quella magia, ma il mio corpo sembrava non volerne sapere di ubbidire al mio volere. Quegli indumenti diressero con forza il mio corpo proprio in quel sentiero. Le mie orecchie sentirono chiaramente una melodiosa, magnetica ed ipnotica canzone, la quale aumentava la forza di quel maleficio. |
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Il cuore di una dama apprende solo la bontà, la sua beltà sostiene i cavalieri, il suo coraggio difende gli inermi e la sua mente conosce solo la verità!!!
Eilonwy
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