04-07-2011, 21.43.08 | #1701 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Monteguard fissò Llamrei e diede ordine ad uno dei suoi di condurla al palazzo.
“Questa è una caserma ed è frequentata da soli uomini, sorella.” Disse. “Nel palazzo ducale troverete il modo per sistemarvi e riposarvi. Seguite il mio cadetto ed egli vi condurrà da Izar e monsignor Ravus. Loro sapranno offrirvi degna accoglienza.” Giunse il cadetto e pregò Llamrei di seguirlo.
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04-07-2011, 21.50.01 | #1702 |
Cittadino di Camelot
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Guardai Finiwell e dissi amico mio non è meglio se andate a riposare non siete ancora ripreso vi conviene mettervi a letto e cercare di guarire e rimasi fermo ad aspettare una sua risposta
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fabrizio |
04-07-2011, 22.06.15 | #1703 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Si, il ragazzo dice bene, dovresti riposare un pò.” Disse Monteguard a Finiwell. “E vai a riposare anche tu, Cavaliere25. Presto bisognerà essere in forze.”
“Si, andiamo a stenderci un pò, amico mio." Fece Finiwell a Cavaliere25. "E passa per l'infermeria a farti controllare quella ferita." "Si, capitano." Rispose Finiwell.
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04-07-2011, 22.12.27 | #1704 |
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lo presi sotto braccio e lo condussi verso l'infermeria e dissi ora vediamo di sistemare la tua ferita e a rimetterti in piedi quando sarai in forze andremo a combattere spalla a spalla fianco a fianco nessuno ci potrà dividere
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fabrizio |
04-07-2011, 22.20.49 | #1705 |
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"Izar dite? E' un nome che mi sembra di ricordare..." dissi pensierosa guardando MOnteguard.
E seguii il cadetto che mi precedeva di qualche passo. Ad un tratto fui investita da una specie di premonizione: rimasi immobile per alcuni istanti finché non riuscii a riprendere la ragione. Mi voltai di scatto e come d'istinto mi misi a camminare velocemente verso Monteguard. "Signore" dissi concitata "Vi devo consegnare questo" e gli porsi il plico che conservavo nascosto. "sono certa che voi ne farete buon uso. Devo venire con voi, assolutamente. " |
05-07-2011, 01.16.28 | #1706 |
Cittadino di Camelot
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"Quel genere di cose è il mio sostentamento. E' inevitabile... anche se cerco di non uccidere più del necessario. Direste a un lupo di non dilaniare la preda?" replicai con tono asciutto.
Scossi il capo, mentre mettevo sottosopra il contenuto di un cassetto, alla ricerca di una candela. Posai la candela accesa davanti a me e presi un braciere, all'interno del quale posai delle erbe odorose che avevo trovato appese al soffitto. Iniziai a bruciare le erbe secche, da cui scaturì un fumo grigio. "Non rimarrò qui ad aspettare, lo sapete bene... da solo non ci riuscirete... con un po' di fortuna riuscirò a farlo irritare abbastanza da distrarlo il tempo sufficiente per farvi agire! Ho passato quasi tutta la mia vita con quell'uomo... penso che la mia presenza non vi sarà di intralcio." Presi il pugnale e mi ferii la mano. Quando sgorgò il sangue, con attenzione a non sprecarne nemmeno una goccia, lo feci cadere sulle braci ardenti. Questo li avrebbe attirati. Infatti arrivarono. La stanza era piena e volteggiavano intorno a noi come lucenti pesciolini argentati in un laghetto. Descrissi un cerchio intorno a noi, lasciando cadere al suolo qualche goccia di sangue. Avevo pasteggiato due volte in poche ore e non mi sorprese vedere la ferita alla mano rimarginarsi in pochi istanti. La ripulii dal sangue e osservai la pelle liscia e compatta. "Venite...", invitai gli spiriti ad avvicinarsi a noi. Sfiorai il corpo del morto e gli dipinsi il segno dell'illusione sul petto. Poi mi avvicinai a Guisgard e, con lo stesso carbone gli disegnai quel simbolo sul petto. Presi la veste del mendicante tra le mani e la posai in mezzo a loro. Mi punsi nuovamente col pugnale e la consacrai. "E ora fate ciò che vi ho chiesto..." Il fumo delle erbe ci aveva avvolti del tutto. Presi quella veste tra le mani e feci segno a Guisgard di prepararsi a indossarla. Appena gliela misi li sentii avventarsi su di me e usarmi come un ponte per arrivare al cavaliere. Vidi le sue fattezze mutare, poco prima di sentire la mia testa esplodere in un abbagliante sfolgorio di luci. Poi più nulla. Barcollai e caddi al suolo, ma rimasi tenacemente aggrappata alla realtà. Quando tutti i miei sensi tornarono normali, sventolai via il fumo e gettai le braci. Appena l'aria fumosa intorno a noi si diradò, lo vidi. Di fronte a me c'era lo stesso orribile mendicante che giaceva al suolo. "Perfetto..." dissi in un soffio. Mi sembrava di aver corso a perdifiato. Andai in camera e presi uno specchio, quindi glielo porsi. "Basterà che vi togliate quello straccio e tornerete voi stesso all'istante..." presi un respiro profondo e poi lo guardai con un mezzo sorriso.
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05-07-2011, 01.53.06 | #1707 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Guisgard si guardò allo specchio e vide la sua immagine mutata nel grottesco e disgustoso mendicante.
Il cavaliere allora annuì, alle parole di Melisendra. “Voi non siete un lupo, almeno per quanto mi riguarda…” disse mentre sistemava Parusia sotto le vesti “… ma una donna… continuerete a fare queste cose anche quando sarete con vostro figlio? O forse per quel tempo vi sarete specializzata nel trarre linfa vitale da animali come agnelli e capretti?” Sorrise amaramente. “Ma che sciocco, vero? Pretendere di farvi comprendere… del resto cosa ci si può aspettare dalla donna innamorata del Cavaliere del Gufo… forse dovreste tornare da lui, sapete? In fondo non siete poi così diversi… amate uccidere e non potete farne a meno… davvero una coppia perfetta. Da romanzo.” Si avviò allora verso la porta. “Si, sapevo che sarebbe stato inutile chiedervi di restare qui.” Aggiunse. “Fate come volete… ma vi avverto…” fissandola “… non intralciatemi. Non voglio mettere in pericolo Gavron solo per le vostre manie di protagonismo.” Aprì la porta.
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05-07-2011, 02.24.31 | #1708 |
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"Non amo uccidere, ma questo è ciò che sono... se non mi nutro muoio. E questo è tutto." Ricordai una delle punizioni afflittemi dal mio antico padrone, quando mi aveva negato il nutrimento per farmi capire quanto fosse inutile combattere la mia natura. In un certo senso aveva avuto ragione.
Mi sentii meglio, anche se gli occhi e le tempie mi dolevano un po'. "Continuate a confondermi con una dama, una delel tante dame che sono felici di indossare nastrini rosa e lanciare fazzolettini ai cavalieri, si occupano della casa e muoiono circondate dai figli e dai nipoti, invece io sono solo un'incantatrice: questa è la mia natura. Mia e della mia stirpe." Mi alzai e uscii. "E ora seguiremo loro." Due bizzarre luci azzurrine si materializzarono davanti a noi e subito iniziarono a correre, soffermandosi talvolta ad attenderci. Li seguimmo.
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05-07-2011, 02.45.25 | #1709 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Guisgard scosse il capo a quelle parole di Melisendra e sorrise sarcastico.
“Allora dovevate pensarci prima…” disse “… prima di mettere al mondo un figlio, per poi abbandonarlo in mano a degli estranei… ma voi tanto neanche le capite queste cose…” Seguirono i segni lasciati dagli spiriti. “Questa donna riesce continuamente ad irritarmi…” pensava “… nessuna ci riesce come lei… idiota io che continuo a darle spago… che vada al diavolo! Tanto, per quanto mi riguarda, tra un pò lei e questo posto saranno solo lontani ricordi!” Ad un tratto gli spiriti imboccarono una stradina isolata ed avvolta nelle tenebre della notte. Poco dopo, Guisgard e Melisendra, si ritrovarono nei pressi di un bivio dissestato che sembrava perdersi nell’incolto e desolato spiazzo circostante. Lì vicino vi era una piccola cappellina nella quale si trovava il Cristo Redentore. Ad un tratto, dal buio, emersero alcune figure avvolte in lunghi mantelli. Dopo un momento comparve tra loro un uomo, che usciva gradualmente dall’ombra che avvolgeva quel luogo. L’uomo fissò il mendicante e poi Melisendra. “Perché hai condotto con te la donna?” Chiese al mendicante. “Non erano questi gli ordini del padrone… e cosa è accaduto al cavaliere che era con lei?” Guisgard lanciò un’occhiata a Melisendra, cercando di trovare una degna risposta a quelle domande.
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05-07-2011, 02.59.10 | #1710 |
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"Il cavaliere ha avuto ciò che meritava... una volta recuperata la spada ho lasciato il suo corpo senza vita in un vicolo..." Chinai il capo. "Credo di avere molte cose da farmi perdonare..."
Lanciai un'occhiata a Guisgard e poi mi rivolsi all'uomo che ci aveva fermati con tono deciso. "Ma credo anche che questi non siano affari che ti riguardano, desidero incontrare il mio signore." Gli spiriti tornarono al mio fianco e svanirono nell'aria.
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