05-07-2011, 21.32.15 | #1731 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La strada era deserta.
La gente ormai stava poco fuori e la maggior parte del tempo lo trascorreva in casa. Si spendevano meno energie e non c’era il pericolo di consumare più del previsto le provviste della cittadella. Questa era diventata Capomazda. E questa situazione favorevole aiutò Melisendra ad uscire di casa indisturbata, con Gavron sulle spalle. Con prudenza la ragazza percorse le stradine che conducevano lontano dal centro abitato. “Mamma…” disse all’improvviso Gavron stringendo con una manina una ciocca dei capelli di Melisendra. Era semiaddormentato ed aveva il viso su una spalla della ragazza. “Mamma…” mormorò “… ti voglio bene…” Finalmente Melisendra giunse davanti alla casa di piacere. Bussò e poco dopo qualcuno aprì. “Cosa cercate qui?” Chiese la ragazza che aveva aperto la porta. “Cosa succede, Daydala?” Giungendo un’altra ragazza. “Questa donna…” disse Daydala all’amica, indicando Melisendra “… ma cos’ha? Ma è un bambino?” Le due ragazze si abbandonarono ad una sonora risata. “Oh, milady…” fece Daydala divertita “… credo sia ancora troppo giovane quel bambino per poter apprezzare ciò che offre questo luogo! Riportatelo qui tra qualche anno!” “Ma forse, per allora, ci verrà con le sue gambe!” Aggiunse l’altra. E di nuovo scoppiarono a ridere.
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05-07-2011, 22.04.35 | #1732 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Cavaliere25 non riusciva a chiudere occhio.
L’ansia e la preoccupazione erano troppo forti. “Neanche tu riesci a chiudere occhio…” disse all’improvviso Finiwell, anche lui ancora sveglio “… eh, già… ci siamo quasi ormai… presto dovremo concedere battaglia a quei maledetti… Capomazda non può resistere per sempre a questo assedio…” Si sistemò meglio nel letto, piegando in due il cuscino per stare più in alto con la testa. “Dai, tanto è inutile cercare di dormire…” tirando fuori dei dadi “… facciamoci una partitina. Sei pronto, ragazzo?”
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05-07-2011, 22.07.21 | #1733 |
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Varcai la soglia e mi tolsi faticosamente il mantello e liberai Gavron dall'imbragatura che avevo improvvisato. Lo posai delicatamente su un divanetto dell'anticamera.
"No, vi prego! Lasciate che parli con Lady Rachel..." Appesa al fianco, vicino al pugnale portavo la piccola sacca in cui avevo stipato ciò di cui non potevo fare a meno. C'erano dentro una collana con le pietre a goccia, da cui non mi ero mai separata, un pettine e qualche moneta. Ma non solo. Ne tirai fuori alcune collane e altri gioielli, gli stessi che avevo indossato al castello di Lord Cimarow. Li avevo presi, con l'intenzione di venderli per ricavarne denaro sufficiente per viaggiare e badare a me stessa. Mostrai alcune collane d'oro alle ragazze. Erano gioielli pesanti, d'oro lucente. "Questo bambino non sta bene... ho bisogno che qualcuno si prenda cura di lui, fino a quando non starà meglio. Non tarderò a tornare a prenderlo... e posso pagare il vostro disturbo." Mi chinai su Gavron, che aveva iniziato a delirare, perso in qualche ricordo lontano. Lo abbracciai e lo coprii con la coperta in cui lo avevo avvolto. Mi raddrizzai. Non indossavo mai quei gioielli, li avrei venduti comunque per altre necessità e in quel momento non c'era necessità più importante del benessere di quel bambino. Non amavo indossare preziosi. Era tutto ciò che avevo. Tutto ciò che avevo posseduto era andato perso e avevo imparato a non affezionarmi più a niente. Guardai le ragazze, attendendo una risposta.
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06-07-2011, 02.11.11 | #1734 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Le ragazze furono colpite dalla bellezza di quei gioielli e cominciarono a fissarli, toccarli e ad indossarli.
Così, quei preziosi andavano ad ornare i loro vivaci e variopinti vestiti, mentre si pavoneggiavano a vicenda, con atteggiamenti ingenui e fanciulleschi. “Avete visto che meraviglia? Dite la verità, sono uno splendore!” Disse una di loro alle altre. “Non pensavo esistessero pietre così grandi!” Esclamò un’altra. All’improvviso una di loro si voltò verso Melisendra e la fissò meglio. “Un momento…” disse “… ora vi riconosco… voi siete la ragazza che accompagnò qui Guisgard l’altro giorno!” “Guisgard?” Ripeté un’altra. “Si, hai ragione! Ora anche io la riconosco!” “E questo bambino?” In quel momento nella sala giunse Rachel, che era stata chiamata come aveva chiesto Melisendra. “Cosa fate qui?” Fissando tutte loro. “Andate a prepararvi che tra un pò cominceranno ad arrivare i clienti. Presto.” Batté le mani e le ragazze corsero via, portando con loro i preziosi gioielli di Melisendra. Rachel allora, rimasta sola con l’incantatrice, fissò prima lei e poi il bambino. “Perché siete ritornata qui, milady?” Chiese quasi senza tradire emozioni. “E questo bambino?” Avvicinandosi al piccolo Gavron che dormiva. “Dov’è Guisgard?”
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06-07-2011, 04.29.39 | #1735 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Yelia, aspetta.” Disse Layla a Talia. “Vorrei parlarti un attimo, poi potrai passeggiare tranquillamente per il cortile ed il verziere.”
Fece un cenno a Shezan e l’eunuco le lasciò sole. “Solo qualche istante, ti prego.” Fece Layla. Aprì allora le vetrate che davano su di un piccolo balcone. Il Cielo era velato ed un vento appena fresco, debole ma continuo, soffiava sul palazzo. “Yelia, sai bene che io ti amo sopra ad ogni cosa…” cominciò a dire Layla fissando il paesaggio circostante “…il tuo benessere e la tua felicità vengono prima di tutto per me… ed è per questo che voglio proteggerti dalle cose brutte che ci circondano… questo palazzo con le sue terre è un rifugio dai mali del mondo… tu sei ancora troppo fragile e confusa, anche ingenua, per riconoscere il male… quell’uomo, lord Icarius… proviene da una stirpe di uomini prepotenti ed egoisti… uomini ai quali tutto è indifferente, tutto tranne i loro interessi ed i loro piaceri…” si voltò a fissarla “… io ti sto proteggendo, Yelia… sai quante donne ha amato quell’uomo? E molte altre ne amerà ancora… non so perché voglia averti a tutti i costi… forse per capriccio, forse per una qualche scommessa, o magari perché gli ricordi vagamente qualcuna… Yelia, è un uomo malvagio, come tutti quelli che hanno il suo stesso sangue… non farti ingannare dal suo aspetto, dal suo portamento e dalle sue parole… egli mente. Mente spudoratamente. Io conosco cosa celano quegli occhi… ascoltami, ti prego…” e abbracciò teneramente Talia. Fuori dalla stanza, intanto, Icarius attendeva di sapere notizie su Talia. “Chi sei?” Gli chiese un bambino avvicinandosi. “Sei un re?” Icarius si voltò a fissarlo. “No, non sono un re.” “Cosa stai facendo qui tutto solo?” Chiese il piccolo. “Sto aspettando mia moglie.” “Ti ha lasciato da solo?” “No, sta riposando.” Sorridendo Icarius. “E tu non riposi?” “No, non ho sonno.” Rispose Icarius. “Tu come ti chiami?” “Morgan. E tu?” “Icarius.” “Forse tua moglie riposa perché non sta bene?” “E’ solo un pò stanca.” “E perché sei triste?” Chiese Morgan. “Non sono triste.” “Io sono malato, sai?” Icarius lo fissò. “Si, molto malato.” Continuò il bambino. “Vivrò fino a quando durerà l’Estate.” “Chi ti ha detto una cosa simile?” “Lady Layla.” “Quella donna deve essere anche sadica, oltre che malvagia!” Disse fra sé. “Lady Layla dice sempre che la verità è la cosa più importante…” aggiunse Morgan “… chi non conosce la verità soffrirà sempre.” Icarius gli sorrise e lo accarezzò sulla testa. “Sai che somigli all’uomo del quadro?” “L’uomo del quadro?” Ripeté sorpreso Icarius. “Si, gli somigli tantissimo.” Annuendo Morgan. “Soprattutto gli occhi.” “Quale quadro?” “Quello che lady Layla conserva nella sua camera.” Rispose il piccolo. “Non permette a nessuno di avvicinarsi a guardarlo. Solo noi bambini possiamo vederlo, ma solo quando è lei ad accompagnarci.” Ad un tratto Shezan uscì dalla stanza di Talia. “Come sta mia moglie?” Domandò Icarius andandogli incontro. Shezan lo fissò. “Lady Yelia sta meglio.” Rispose l’eunuco. “Ora però sta riposando e lady Layla ha dato ordine che nessuno disturbi il suo sonno.” “Voglio vederla.” Disse Icarius. “Non la sveglierò, ma voglio almeno vederla.” “Ora non potete.” “Nessuno può impedirmi di vederla.” “Questi sono gli ordini di lady Layla” con sguardo deciso Shezan “e saranno rispettati.” “Togliti davanti.” Con tono altrettanto deciso Icarius. “Togliti e fammi passare.” “Non costringetemi a farvi del male, milord.” In quel momento però qualcosa interruppe quello che sembrava un sempre più probabile scontro tra loro due. Dal cortile giungevano voci, risate e grida di sfida. “Sono qui per vincere la Dolorosa Costumanza!” Gridò qualcuno.
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06-07-2011, 18.36.47 | #1736 | ||
Cittadino di Camelot
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Avevo quasi raggiunto la porta quando le parole di Layla mi bloccarono. Mi voltai a guardarla, esitai per un istante, poi mi decisi a tornare sui miei passi e con lei uscii sul balcone.
Citazione:
Poi mi abbracciò. Ricambiai quell’abbraccio per un istante, poi mi scostai e rimasi ad osservarla per un lungo momento... “Sono così confusa, sorella...” dissi lentamente “Eppure è curioso che tu parli dei suoi occhi... perché sono stati proprio i suoi occhi a colpirmi fin da subito! Oh, Layla... dimmi, hai mai visto occhi tanto belli? Occhi così chiari, trasparenti luminosi... io credo che nessun altro possieda occhi come i suoi! Le sue parole, il suo volto, il suo atteggiamento... tutto di lui mi coinvolge e mi travolge...” Sospirai, guardando l’orizzonte lontano per un istante... poi mi incupii appena e quando tornai a parlare la mia voce era bassa e carica di rammarico. “Perché, dunque, tu dici cose tanto crudeli di lui? Io non so ciò di cui tu parli... il suo sangue, dici... ma è il sangue di un uomo che ne determina l’indole? E il suo cuore non ha nessuna voce in questo? ...E poi proprio i suoi occhi... ti sembrano occhi di un mentitore? Quegli occhi meravigliosi possono nascondere la menzogna?” Ogni mia determinazione veniva via via meno, lo sentivo... Avevo paura e le parole di Layla avevano instillato in me mille dubbi. Desiderai non crederle, desiderai non averla mai ascoltata... ma la nebbia in cui la mia mente si dibatteva non aiutava certo il mio cuore a capire la direzione da prendere... Oh, Icarius... sospirai tra me ...Icarius... chi sei veramente? Icarius, come vorrei che Layla avesse torto! Ma qualcosa, all’improvviso, mi distrasse dai miei pensieri. Citazione:
Eppure quella voce e quelle parole mi turbarono e, per un istante, parvero risvegliare in me cupe reminescenze. “Cosa sono queste grida?” domandai quindi, voltandomi allarmata verso Layla.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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06-07-2011, 19.27.33 | #1737 |
Cittadino di Camelot
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"C'è un altro corridoio da questa parte, è più spoglio e più stretto, dobbiamo passare uno dietro l'altro. Vado io per prima così potro guidarti. Lasciami usare il tuo pugnale, in qualche modo, se ne avrà bisogno, lo userò! Vieni Pasuan, non obiettare, vieni via!"
Iniziammo a scendere lungo quel corridoio. Non era più a chiocciola, era diritto e buio, riuscivo a vedere solo grazie alla fiamma della torcia che avevo in mano. Sentivo il cuore pulsare come se fosse impazzito, avevo le orecchie tese verso quei passi che ci avevano allarmati. A tratti sembravano vicini, a tratti lontani... "Pasuan, non so dove potrebbe condurci questo cunicolo, non credo che alla fine ci sia un'uscita, forse dovremmo affrontare la strega!" rabbrividii dicendo quelle parole... sperai che Pasuan avesse una soluzione "Non voglio morire ora, Pasuan, e non voglio morire qui sotto come una talpa!"
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"Gli uomini che meglio riescono a stare con le donne sono gli stessi che sanno starci benissimo senza" Baudelaire |
06-07-2011, 21.30.41 | #1738 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Pasuan lasciò che Dafne prendesse con sé il pugnale.
“Si, ma sta attenta…” disse il cavaliere “… usalo al minimo segnale di pericolo… e sii decisa nel farlo. Ora proseguiamo uno per volta come hai detto tu, ma restami vicina…” Fecero alcuni passi e Pasuan tornò a parlare: “Stiamo scendendo… l’aria è più umida… ma di questo passo non troveremo di certo l’uscita… anche se tornare indietro credo sia pericoloso… le streghe non sono come quelle delle favole, Dafne… una volta, quando ero cadetto ad Acerrogne, un distretto del Nord, ho assistito ad una pubblica esecuzione di una donna accusata di stregoneria… lei gridava e si definiva innocente, tanto da muovere a compassione molte persone che assistevano… me compreso… ma quando il fuoco l’avvolse tutti noi vedemmo qualcosa di incredibile, di mostruoso… quella donna, la strega… mutò aspetto e voce… e cominciò a vomitare folgori e fiamme… e più si inceneriva più gridava, maledicendoci tutti…” Ad un tratto Dafne vide una luce infondo al passaggio che stavano attraversando. Proveniva da una piccola stanzetta laterale.
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06-07-2011, 21.46.53 | #1739 |
Cittadino di Camelot
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Sentii qualcosa di simile a una gelida ostilità nel tono della sua voce. Non mi lasciai intimorire da quella impressione.
"Temo che Guisgard in questo momento si trovi nei guai. Siamo riusciti a salvare il bambino, ma non sta bene... e io non so cosa fare, questo è l'unico luogo sicuro che conosco e, so di chiedervi molto, ma se poteste prendervi cura di lui finchè non starà meglio..." accennai al borsello "potrei certamente sdebitarmi...non voglio che la cosa vi crei danno. Tornerò presto a prenderlo." La guardai negli occhi, cercando di valutare che genere di persona fosse e capire per quale motivo sembrava tanto sulle difensive. "La situazione è complicata... Guisgard in questo momento è rimasto intrappolato in questa ragnatela. Non posso badare a Gavron, devo andare a sistemare le cose." Accarezzai il volto di Gavron. Si stava agitando nel sonno. "So di chiedervi molto, ma potete aiutarci?"
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07-07-2011, 01.30.53 | #1740 |
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“Guisgard…” disse Rachel facendo qualche passo verso Melisendra “… nei guai?” La fissò per alcuni istanti. “Non era difficile prevederlo…” continuò, accennando un enigmatico sorriso “… è sempre stato una testa calda… però, devo dire, mi incuriosisce non poco il fatto che possiate essere voi a tirarlo fuori dagli impicci…” sorrise stavolta chiaramente in modo beffardo “… siete una donna e lui è uno dei migliori spadaccini che io abbia mai incontrato… e badate che ho incontrato molti uomini… cosa succederà se non tornerete più a riprendere il bambino?” Chiese senza tradire emozioni o debolezze. “Siete così certa di riuscire? Lo spero per il bambino. Lo terrò qui al massimo fino a domani.” Sentenziò con freddezza. “E mettete via quella borsa… nulla di ciò che possedete potrebbe interessarmi…”
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